domenica 16 settembre 2012

LA LINGUA BATTE...




La coppia di ieri sera induceva all’adulterio, doppiamente. Era una coppia invitante, una coppia strana, formata da due parole: bellezza e rovina. 
La suggestiva cornice potenziava la tentazione:  con i pensieri e con la fantasia.

Pensieri per circondare e stringere rovine, ognuno le proprie: personali e storiche; fantasie per trasfigurare la realtà - ciascuno la propria - da cui scaturisce la bellezza.

Galeotti: musici e poeti, teatranti e mecenati, fotografi e cerimonieri orchestrati dal gran cerimoniere Beatrice Agnello, una corte o cortile  della sicula Menfi del casato dei Ravidà; vento che fletteva palme e soffiava dalle casse degli altoparlanti; un deus, anzi, una dea ex machina palermitana nonché agguerrita ed entusiasta promotrice di poesia: Patrizia Stagnitta col suo Circolo di lettura “Sabir”. 

Solitamente i recital di poesia sono una noia mortale ma quello di ieri sera era intelligente miscela di parola poetica e accattivante intrattenimento: chi può permettersi, in un contesto serio e di indiscussa qualità,  di suonare la viola con i denti o di picchiettare le sue corde con una penna biro invece di farvi scorrere il setoso archetto? Giovanni Sollima può.

Clima festoso delle grandi occasioni. Pubblico numeroso e interessato, locale e forestiero, soprattutto palermitano. Artisti e poeti provenienti dalle varie parti della Sicilia: Palermo, Marsala, Caltagirone, Catania, Caltanissetta, Menfi, Sciacca. Tanti, tantissimi i nomi; i sei poeti declamanti credo siano stati prescelti in rappresentanza dei seicento o seimila o seicentomila poeti siciliani dialettofoni e italofoni, raggruppabili per categorie: superpremiati, minimalisti, sperimentali, meditabondi,  mediorientaleggianti, teatrali. Tutti erano rappresentati. 

Questo è avvenuto ieri sera, sabato 15 settembre 2012, con la manifestazione “La bellezza e la rovina. Poeti a Menfi” nella splendida location di Villa Ravidà aperta per la seconda volta a manifestazioni culturali pubbliche.

Frequentando Menfi, anni addietro ero rimasto incuriosito dal frontale classicamente colonnato di questa villa, intravisto dagli interstizi di un cancello chiuso; con alcuni amici menfitani, auspice un “gancio” palermitano, avremmo voluto si aprisse per ospitare un’analoga manifestazione con  presentazione di libri di storia locale, esposizione di macchine parlanti e delle pietre superstiti della villa Palminteri e commemorazione di un ottocentesco compositore locale con esecuzione al pianoforte di alcune sue arie. Semplicemente non fu possibile. O i tempi non erano maturi.

Grande gioia, perciò, provai ieri sera, per tanti motivi, nel varcare quel cancello solitamente chiuso,  nel rivedere tanti amici e conoscenti palermitani e non, nell’ascoltare i poeti che, contrariamente al titolo della manifestazione, non erano lì per cantare le bellezze e le rovine di Menfi, quanto piuttosto le loro, le loro intime esperienze di vita, le loro aspirazioni e disillusioni, le loro percezioni della realtà, che poi, quando le canta un poeta, non sono strettamente personali e localistiche ma universali.

 Comodamente seduto, nella semioscurità della platea all’aperto, accarezzato dalla musicalità delle parole, sollecitato  da tanto materiale poetico insomma, cercavo di seguire i poeti nelle loro parabole esistenziali, nei luoghi e nelle atmosfere da loro evocati.  Ma come diceva il poeta antico, “voglio dir degli Atridi, voglio cantar degli Achei, ma nelle corde risuona il solo Amore”.
E inevitabilmente finisce che uno ripensa la propria vita, le proprie esperienze, la bellezza e la rovina dei propri luoghi, e tra i tanti mi è venuto davanti agli occhi il Castelluccio di Racalmuto, dove magari celebrare la prossima edizione de “La Bellezza e la Rovina”.



Video:
http://www.youtube.com/watch?v=k0wFlaW64-c



Locandina:

La Sicilia 14 settembre 2012



3 commenti:

  1. La bellezza e la rovina a Racalmuto? Ottima idea! parliamone.

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  2. grazie per tutta questa attenzione...che rincuora..patrizia

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  3. In segno di ricambiata stima, non da oggi e non occasionale, convinto del positivo contributo della poesia a Racalmuto nel nero momento prosastico che sta vivendo, vinco la ritrosia, e al netto da personali apprezzamenti, riporto da facebook il commento-testimonianza di Nino Russo:

    18 settembre alle ore 8.32 ·
    Sono d'accordo sulla proposta di portare LA BELLEZZA E LA ROVINA nel paese di Sciascia. Piero, che è anch'egli di Racalmuto ed è stato vicino a "Nanà" ( così lui chiama Leonardo Sciascia ), oltre ad essere un poeta finissimo, è uomo di efficace concretezza e capacità organizzativa. Affidargli l'accoglienza in loco dell'evento, con gli accorgimenti, le strategie, le finezze che esso richiede, è garanzia di buoin esito. Lo conosco da una trentina d'anni e la mia stima per lui è a tutt'oggi immutata. Antonino Russo

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