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sabato 25 agosto 2018

REQUIEM PER LA COLONNA CADUTA DELL'ANTICA PESCHERIA

E la colonna dell'ottocentesca pescheria? 
Non c'è più.

Interessa a qualcuno?

E coloro che dovrebbero interessarsene 

per dovere di informazione?

per dovere di amministrazione?

per dovere di conservazione?

Non fiori ma... alibi.




Aleggia come spettro un'implicita risposta:

"Ma chi se ne fotte!"

Eppure, chissà quante altre "colonne" 
sono cadute e svanite nel tempo! 
E quante ne cadranno!

Non ci si può esimere da qualche riflessioncella.
La storia si può abradere in tanti modi:
c'è chi - con furore "religioso" - ricorre alla dinamite, 
e c'è chi, meno cruentemente, all'incuria.
Il risultato è lo stesso.

Eppure, non si potrà dire "non sapevo": 
ci passavamo accanto,
segnali erano stati lanciati nel tempo, 
ma lasciati cadere nel vuoto, 
nel vuoto dell'abbandono del silenzio dell'oblio,
 come la colonna appunto. 

Che terribile insegnamento ci dà però questa colonna
svanita senza lai né pianti!

E se fossimo noi quella colonna?


Link:
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https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/07/salviamo-la-sineddoche-di-racalmuto.html
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https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/12/e-caduta-una-colonna-racalmuto-metafora.html
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https://archivioepensamenti.blogspot.com/2012/10/la-colonna-non-infame_7.html
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giovedì 7 dicembre 2017

È CADUTA UNA COLONNA A RACALMUTO. METAFORA? Sparita la pescheria, che fine farà l'area della ex pescheria?




Intanto, una proposta per non dimenticare ciò che è stato: 
si conservi la colonna caduta;
si salvaguardi la pavimentazione;
si facciano all'aperto presentazioni di libri, concerti, saggi di danza, mostre di pittura, conferenze, dissertazioni di filosofia, foto ricordo... nell'area della ex pescheria.



17 maggio 2012






27 luglio 2017










7 dicembre 2017






























Post correlati in cui si parlava della pescheria cancellata
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 Il 30 settembre 1891, centoventisei anni fa, il comune di Racalmuto aggiudicava a licitazione privata la locazione della Pescheria “in Via Fontana” al signor Taverna Carmelo “pel prezzo di lire 615.00 annuali”. 
,Accostando al sacro il profano, la Pescheria era addossata al muro della chiesa del Collegio di Maria prospiciente la strada che declina e conduce alla Fontana.  Un po’ più a monte, il mercato di frutta e verdura.
            Non tutti i comuni avevano un tale servizio a quei tempi. 
     Il 17 marzo 2005, forse per facilitare la sistemazione dell’impalcatura, la “storica”  struttura della Pescheria, fatta salva la colonna in ghisa sagomata, rimasta miracolosamente al suo posto, è stata “scancellata”,  smantellata pezzo per pezzo (muretto, mensole in marmo, cancellatina in ferro battuto), con l’acquiescenza dell’amministrazione comunale e, a quanto pare, con l'avallo della Sovrintendenza di Agrigento che di fatto l’avrebbe ritenuta "corpo estraneo" alla chiesa del Collegio di Maria a cui era addossata. 
Ma dopo oltre un secolo, come dimostra il Verbale di aggiudicazione della locazione del 1891, con tanto di sindaco e di segretario comunale ad avallarlo e a sottoscriverlo, non si può dire estranea alla memoria storica di una comunità, di un angolo della Sicilia, di un paese che è anche il paese di Sciascia, di Pietro D'Asaro, di Marc'Antonio Alaimo, dei tenori Salvatore Puma e Luigi Infantino, del poeta Giuseppe Pedalino Di Rosa, del prof. Giovanni Liotta, del miracoloso Padre Elia Lauricella,  del rinomato predicatore Calogero Parisi, di Santa Rosalia, della Madonna del Monte, etc. etc etc., e indicava una tradizione, un costume, un tenore di vita. Via!



ph ©piero carbone








domenica 7 ottobre 2012

LA COLONNA NON INFAME


In difesa della memoria smantellata


Per favore non chiamatela nostalgia. Ma va detto: un altro “pezzo” di paese è stato abraso. Chi pagherà mai il conto della memoria collettiva depauperata? Questa nota è da far valere a perenne giustificazione di una colonna apparentemente senza senso: in ghisa, ben sagomata, solitaria e  isolata, non sorregge nulla, come le finte colonne delle chiese barocche, ma il gusto estetico barocco non c’entra per nulla, semmai ad altri ambiti gustativi è da associare. Al gusto dei racalmutesi per triglie e calamari. Ce lo dice la storia.

 

            Il 30 settembre 1891, centoventuno anni fa, il comune di Racalmuto aggiudicava a licitazione privata la locazione della Pescheria “in Via Fontana” al signor Taverna Carmelo “pel prezzo di lire 615.00 annuali”. Accostando al sacro il profano, la Pescheria era addossata al muro della chiesa del Collegio di Maria prospiciente la strada che declina e conduce alla Fontana.  Un po’ più a monte, il mercato di frutta e verdura.
            Non tutti i comuni avevano un tale servizio a quei tempi. 
     Il 17 marzo 2005, forse per facilitare la sistemazione dell’impalcatura, la “storica”  struttura della Pescheria, fatta salva la colonna in ghisa sagomata, rimasta miracolosamente al suo posto, è stata “scancellata”,  smantellata pezzo per pezzo (muretto, mensole in marmo, cancellatina in ferro battuto), con l’acquiescenza dell’amministrazione comunale e, a quanto pare, con l'avallo della Sovrintendenza di Agrigento che di fatto l’avrebbe ritenuta "corpo estraneo" alla chiesa del Collegio di Maria a cui era addossata. 
Ma dopo oltre un secolo, come dimostra il Verbale di aggiudicazione della locazione del 1891, con tanto di sindaco e di segretario comunale ad avallarlo e a sottoscriverlo, non si può dire estranea alla memoria storica di una comunità, di un angolo della Sicilia, di un paese che è anche il paese di Sciascia: indicava una tradizione, un costume, un tenore di vita. Via!  
   

            Forse consapevole di ciò, l’amministrazione precedente al restauro della chiesa del Collegio  aveva ripulito e rimesso a nuovo la Pescheria, resa gradevole alla vista con una mano di colore indaco a richiamare l’azzurro del mare. Anzi, s’era sparsa in giro la voce che sarebbe ritornata viva e funzionante. False voci, allora. Ma la demolizione, oggi, è incredibilmente vera. E persiste.
Eppure il restauro della chiesa del Collegio è stato completato da tempo, le impalcature sono state tolte, le monache sono tornate ad affacciarsi dalle alte finestre per assistere al passaggio dell’annuale processione mariana tra festosi scampanii e fragorose bande musicali, ma della Pescheria nessuna traccia, tranne la colonna isolata e solitaria che di giorno proietta sul quadrante del marciapiede un filo d’ombra come una meridiana, senza numeri e senza tempo.


Paradossalmente, lo smantellamento è avvenuto  nel cuore del centro storico dove la gente per riparare una vuttèra  o spostare un chiodo deve sudare sette camicie dal momento che tutto ricade nel vincolo della “storicità”. La Pescheria, evidentemente, no. 




E domani cos’altro? A quale criterio architettonico-ermeneutico si rifà un’Amministrazione comunale o una Sovrintendenza provinciale per classificare come “non storico” un manufatto non degno di essere conservato? Vabbè che per il pesce oggi ci sono i frigoriferi e l’antica Pescheria poteva essere obsoleta,  ma la memoria non è certo pesce che puzza.
                                                                    P. C.


Molteplici volte è stato lanciato lo stesso appello, forse nell’indignazione privata, sicuramente nell’amovibile status quo pubblico, cioè, non se n’è fatto niente. 
Forse, se si sostenessero le problematiche quando di volta in volta vengono sollevate, utilmente si darebbe un prezioso contributo di idee a trovare una soluzione alle problematiche stesse. 
Forse si spingerebbero le autorità competenti ad essere competentemente efficaci, solerti e operative. 
Forse, ovviamente.  

Una foto storica della pescheria:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1404912956421222&set=a.1375239139388604.1073741828.100007075921975&type=1&theater


Nell'attesa del gong demiurgico non resta altro che battere e ribattere lo stesso chiodo:
< 
 La memoria non è come il pesce: non puzza, in “L’Isola”, bimestrale, a. VII, n. 2, marzo-aprile 2005, pag. 4
<
Abbattuta la vecchia pescheria, , in “La Citalena”, aprile 2005. Numero unico – Racalmuto
< 
 ...a tutte lettere, in “Lumìe di Sicilia”, n. 54, giugno 2005, pag. 14; [sulla ridenominazione del Teatro Margherita e la pescheria smantellata]
http://www.sicilia-firenze.it/upload/files/lumie_n54.pdf
< 
Blog Castrum Racalmuto Domani, giovedì 17 maggio 2012