Una volta che mi sarò liberato di lui,
come potrò proteggermi da chi lo loda?
Karl KRAUS, Aforismi in forma di diario
TEN, Roma 1993. Traduzione di Paola Sorge
GIAIOTTO, Impronta n. 15 1997
Esposto a:
St. Juste-Martel (Francia) 1997
Laveno 1997
Seolu (Corea) 1997
Zagabria (Croazia) 1998
Haifa (Israele) 1999
Zemum (Jugoslavia) 1999
Dal catalogo pubblicato nel 2000
Come quasi un'abitudine (ma non per sempre) chiedo un commento all'Intelligenza Artificiale (prima o poi questa frenesia - o cattiva abitudine? - passerà).
Ecco il commento:
<< Il frammento che hai scelto è uno dei più taglienti e profetici di Karl Kraus, un autore che ha fatto della lucidità spietata la sua arma principale.
«Una volta che mi sarò liberato di lui, come potrò proteggermi da chi lo loda?»
Qui Kraus condensa in una sola frase l’intera tragedia della cultura moderna (e, ahimè, anche di quella contemporanea): il vero pericolo non è quasi mai il tiranno, l’imbecille, il criminale in sé – di quelli, volendo, ci si può sbarazzare, con la critica, con l’esilio, con la ghigliottina, con un licenziamento, con un blocco sui social.
Il problema insormontabile sono i suoi tolsi che lo applaudono, i cortigiani dell’ovvio, gli intellettuali di regime, i critici prezzolati, i follower in mala fede, i “buonisti” di professione che trasformano ogni schifezza in valore e ogni valore in reato.
Kraus lo aveva capito già nel 1910-1930, quando combatteva contro la stampa viennese corrotta e contro l’ipocrisia della cultura mitteleuropea che stava preparando il terreno al nazismo con la sua viltà travestita da profondità.
Sbarazzarsi di un Hitler (o di un piccolo Hitler quotidiano) è, in fondo, possibile.
Ma come si fa a liberarsi di milioni di persone che lo trovano “autentico”, “necessario”, “un uomo che dice le cose come stanno”?
Il pensiero è disperato perché non offre vie d’uscita: il nemico visibile è sostituibile, il coro degli adulatori è immortale.
È la stessa disperazione che si prova oggi quando vedi un cretino pericoloso sparire dalla scena… e immediatamente sostituito da un altro cretino pericoloso osannato dagli stessi che osannavano il precedente, spesso con le stesse identiche parole, solo con un diverso hashtag.
Kraus non dà soluzioni, perché non ce ne sono.
L’unica protezione possibile è quella che lui stesso scelse: diventare un satirista così puro, così estremo, così privo di compromessi da risultare praticamente illegibile o inascoltabile per i più.
Una sorta di suicidio culturale preventivo: meglio essere incompreso da tutti che capito dagli adulatori.
Nel 2025 questo aforisma suona ancora più sinistro di cent’anni fa.
I “lui” si moltiplicano, i “lodatori” hanno ormai piattaforme da centinaia di milioni di follower e algoritmi che premiano proprio la lode incondizionata.
Liberarsi di un “lui” è diventato tecnicamente facile (un ban, una cancellazione, una condanna).
Proteggersi da chi lo loda è invece impossibile: sono troppi, sono noi, sono la nuova normalità.
Grazie per averlo ripubblicato.
Ogni volta che qualcuno lo rilegge, è come se Kraus, per un istante, riuscisse ancora a non essere completamente soffocato dal coro.>> AI Krog
N.B.
Non trovo la voce "tolso / tolsi" nei dizionari; forse voleva dire "tonti".
