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domenica 30 aprile 2017

PER UN CATALOGO: TESTI BILINGUE - archivio e pensamenti: GUERNICA IN SICILIA? Filippo Grillo ci riprova a Partinico con un collage, sognando il pacifista Danilo Dolci

archivio e pensamenti: GUERNICA IN SICILIA? Filippo Grillo ci riprova a Partinico con un collage, sognando il pacifista Danilo Dolci



UN MESSAGGIO: MAI PIU' GUERNICHE!



Incipit di uno dei testi di presentazione del collage di Filippo Grillo , prossimamente in catalogo a cura di Nicolò D'Alessandro. Traduzione di Piero Lo Iacono 
ONE AND A HUNDRED GUERNICAS by Piero Carbone
It seems far the trigger which was the main inspiration for the most famous work by Picasso eighty years ago: the bombing of the Basque town of Guernica; and still today too many bombings, too many attacks, too many wars, too much blood in the modern age are present inspirations to conceive not one but hundreds new Guernicas...



UNA, CENTO GUERNICHE di Piero Carbone 
Sembra lontana la causa scatenante che ottant’anni fa funse da motivo ispiratore dell’opera più famosa di Picasso: i bombardamenti della città basca di Gernika; e invece troppi bombardamenti, troppi attentati, troppe guerre, troppo sangue, sono ancora oggi, in versione moderna, attualissimo motivo per concepire non una ma cento nuove Guerniche...







martedì 9 ottobre 2012

IL MITO DI PARIGI



Modica, 2012


"Andare a Parigi era a quell’epoca, ed è stato sempre, come darsi a un mestiere, a una professione o a un corso di studi. Vivere in quella gran città voleva dire imparare, capire il mondo, fiutare il vento. L’avervi passato qualche anno e magari soltanto qualche mese, poteva dare gloria per tutta la vita anche a un tipo qualunque, solo che avesse saputo raccontare le sue gesta, immancabili, perché nessuno poteva vivere a Parigi senza capitare dentro casi e vicende degne di venir raccontate".



2012




Così scriveva lo scrittore di origini siciliane Piero Chiara nel romanzo Il cappotto di astrakan del 1978.
E sappiamo cosa ha rappresentato  Parigi per tanti artisti e letterati: superare il test parigino significava ottenere il lasciapassare per un probabile accesso alla storia.
Storia di artisti, s’intende, ma del calibro di Picasso e Modigliani.
E ciò valeva anche per tanti francesi che per sprovincializzarsi si recavano  da est e da ovest da nord e da sud nella capitale, che non era soltanto una capitale politica. Era un laboratorio per reinventare il mondo e i rapporti sociali. Era una capitale morale. Estetica. Di pensiero. Di libertà. Di fantasia. D’azzardo e quindi di fame, ma anche di gloria. La gloria! Il prestigio del nome conseguito, consacrato, riconosciuto. Il successo, insomma.
Ma lo è ancora oggi?
O la Parigi storica è piuttosto una metafora, mentre il sovramondo di Internet è la nuova Parigi operativa? Con una diversa anima, ovviamente, ammesso che ce l'abbia.



Bello sarebbe a questo mondo poter acquistare il virtuale senza perdere il reale. E viaggiare…
                                                                                                                           P. C.



2012