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domenica 18 agosto 2019

FOSSILI PER GIOCARE. Esporli in un museo sarebbe meglio


Ringrazio Giuseppe Bellavia Messana per la foto e la nota relativa: servano da ulteriore stimolo per creare un antiquarium a Racalmuto dove potrebbero confluire i tanti reperti rinvenuti nel territorio.


...ritornando al discorso fossili, questi vengono dalle miniere di Racalmuto, Comitini, etc. 
Erano doni degli zolfatai ai bambini e bambine di casa Messana e Tulumello. G. B. M.

giovedì 13 dicembre 2018

RITROVATO IL TESORO DI RACALMUTO! Si può visitare al Museo Archeologico Regionale di Agrigento




...ovvero
 LE MONETE RITROVATE

Ringrazio Luca Zambito che mi segnala la "straordinaria" notizia:

una mostra da visitare dal 17 dicembre 2018 al 24 marzo 2019



screen shot

#StayTuned
In arrivo al
Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo di #Agrigento
la mostra
FuORIpercorso - Preziosi reperti dai depositi del Griffo
dal 17 dicembre 2018 al 24 marzo 2019
Uno spazio espositivo alternativo al percorso museale tradizionale, finalizzato alla valorizzazione di testimonianze inedite o meno note scelte direttamente tra i più significativi materiali custoditi nei depositi e che il Museo Griffo annovera tra le proprie collezioni. 
L’esposizione, ruota intorno a splendidi manufatti in oro di diverse tipologie, come straordinari simboli di potere, lusso e sfarzo, preziosi ornamenti, monete eccezionali.
Il nucleo di reperti più significativi è costituito da un diadema aureo ellenistico, un anello romano del II-III sec. d.C. e un tesoretto di 204 monete d’oro bizantine recanti sfolgoranti.

*
La notizia, c'è da esserne sicuri, sarà  accolta favorevolmente da parte degli stessi studiosi e dei semplici curiosi perché  finora,  purtroppo, non era stato possibile visitare il tesoretto racalmutese, molto citato ma poco conosciuto fisicamente



Il seguito del racconto nel Post:



Personalmente ho potuto constatare come finora è stato difficile poter visionari le monete ritrovate di Racalmuto al Museo archeologico di San Nicola. Ne avevo scritto nelle pagine del mio
 Il giardino della discordia
edito da Coppola nel 2006





lunedì 22 febbraio 2016

CHISSÀ! L'archeologia sprecata.




Quello che rappresenterà l’isola di San Pantaleo, ridivenuta Mozia dopo gli studi e gli scavi del Commendatore, ormai archeologo a tempo pieno, è noto in tutto il mondo. 
Oggi Mozia è incessante meta di visitatori. L’impero economico dei Whitaker è tramontato ma Mozia è più viva che mai. 

I letterati, come Consolo, e i pittori lo sanno e la dipingono poco distante dalla terraferma, collegata da un carro che procede in mezzo al mare: “Un carro? Fino a quest’isola? - chiese Isidoro -. Nessuna meraviglia. Là a levante corre sott’acqua, ch’è alta qualche spanna, una strada lastricata di basole bianche che porta dritta giusto fino a Birgi”.

Rivivono oggi la strada lastricata sotto il mare, le mura con le torri, i leoni di pietra, la necropoli, il tophet, il kouros, il kothon. Rivive la città filocartaginese com’era prima di essere espugnata e bruciata dai greci, sepolta, dimenticata.



Chissà quale sarebbe stato il destino archeologico e turistico di Racalmuto se i contadini racalmutesi, invece di ridurre in frantumi gli antichi vasi di creta rinvenuti e altre cianfrusaglie, li avessero offerti al Commendatore Whitaker.
Di oggetti antichi, monete, sepolcreti, in tutto il territorio racalmutese ne sono stati sempre trovati, in abbondanza, come testimonia Nicolò Tinebra Martorana fino al 1897:

“In contrada ‘Cometi’, lungi tre chilometri da Racalmuto, in occasione di scavi, si rinvennero sepolcreti d’argilla rossa, resti d’ossa, lumiere anti- che, cocci di vasi ed alcune monete.
“In contrada ‘Culmitella’ (ex feudo Culmitella) furono rinvenuti due grandi vasi di creta rossa a mo’ di giarre. Contenevano polvere e pochi re- sti fragili di ossa.


“In contrada ‘Ferraro’, furono trovati piccoli vasi di creta, con disegno molto ben fatto e delicato, vernice nera e leggierissimi. Erano dei lacrima- toi. Graziosissimi a vedersi, furono ridotti in frantumi dagli ignoranti con- tadini, che dentro quei piccolissimi vasi sognavano un tesoro!
“In contrada ‘Cometi’ furono rinvenuti vasi antichi. [...]

“Infine a ‘Casalvecchio’, a poco meno di un chilometro dall’odierno Comune, in occasione di scavi eseguiti per istabilire una strada carreggia- bile, si rinvennero sepolcreti, ruderi d’antichi edifizi ed altri oggetti. Quest’ultima notizia è importantissima, per istabilire un’epoca memorabile per il paese nostro”.

Tutto questo nell’Ottocento.

Ma anche per tutto il Novecento...







Peppe Palumbo, animatore e responsabile
 dell'Antiquarium Petyx" di Milena, 
mostra orgoglioso un reperto restaurato.


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ph ©piero carbone ( 2 maggio 2015) Le foto ritraggono alcuni reperti dell'Antiquarium Petyx di Milena il cui territorio è limitrofo a quello di Racalmuto

sabato 16 maggio 2015

LE SPIGHE E LA GROTTA DI FRA DIEGO. Prima o poi gli archeologi verranno?



AUSPICI ARCHEOLOGICI E ARCHEOFILIA

Della Grotta detta di Fra Diego, menzionata dalla tradizione popolare, situata lungo l'asse stradale che collega Racalmuto a Montedoro,  se ne sono occupati finora scrittori e poeti (in ordine cronologico: Luigi Natoli, Giuseppe Pedalino Di Rosa, Leonardo Sciascia). Luigi Natoli la visitò negli Anni Trenta del secolo scorso guidato da Giueseppe Pedalino Di Rosa. Ma non seguì alcuna campagna di scavi con annessi e connessi.

Non sarebbe l'ora che sopraggiungessero gli archeologi?
 Come nella limitrofa Milena, la Milocca di una volta, secondo il mirabile esempio di Giuseppe Pasquale Palumbo.

Un auspicio sottoscritto sicuramente da CalogeroTaverna e Angelo Cutaia i quali, oltre la leggenda, oltre la letteratura, si battono da anni per retroiettare la memoria storica di queste e altre contrade fino alla preistoria, con lo scopo di inverare con cognizione di causa i fugaci accenni archeologici dell'ottocentesco Nicolò Tinebra Martorana soffermatosi all'aneddotica.
Per la sensibilità finora dimostrata credo si unirebbero all'auspicio "archeologico" Giovanni Salvo, Carmelo Mulè, Domenico Romano, Carmelo Falco, Fabio Pilato, Silvia La Rosa. E chissà quanti altri.
Intanto...



Mentre il sangue dei papaveri rimanda a incruenti oblii, le spighe di  anno in anno ricrescono e vigilano come sentinelle. Attendono. Ma fino a quando?
Non di sole spighe è generoso il sito.

Speriamo sia foriera di una nuova tendenza, la prossima visita del 30 maggio da parte degli appassionati di archeologia di Trapani e Salemi.  Potrebbero stimolarci a percorrere proficui percorsi.
Chissà: contrada Fra Diego come Mokarta e Monte Bonifato?

Nelle foto,  in avanscoperta il 2 maggio scorso con Angelo Cutaia, Antonella Altese e Leonardo Lombardo. Attendendo la "carovana".










Ph ©piero carbone


domenica 1 settembre 2013

IL "MODELLO MILENA" E I TERRAZZI DI RACALMUTO






L'acquazzone mattiniero non lasciava presagire nulla di buono, ma nel pomeriggio si è potuto svolgere regolarmente l'incontro culturale sui terrazzi di Racalmuto: Peppe Palumbo ha intrattenuto oltre  un'ora e mezza l'interessato uditorio sulla sua attività di ricercatore e animatore culturale di Milena.
Scoperte archeologiche, valorizzazione delle tradizioni popolari, collaborazione con l'Università, realizzazione dell'Antiquarium, struttura della Casa Museo della civiltà contadina, sono state alcuni aspetti del suo intrattenimento ravvivato dalla proiezione di inedite diapositive. E' emerso da tutto ciò un "modello Milena" che ha dato i suoi frutti.


Mentre sul terrazzo di Totò Bufalino e Mirella Vinci si allargava lo sguardo su uno spettacolare panorama, Peppe Palumbo ci trasportava in epoche assai lontane con le sue appassionate ricerche e i suoi ritrovamenti.  Un terrazzo che nelle pause musicali il giovane Giuseppe Sardo trasformava in auditorium naturale con la sua tromba, inondando la vallata con le note di My Way.
Un tipico carretto siciliano costruito e dipinto dall'artigiano Dino Agrò richiamava l'idea di una mostra in una giocosa galleria d'arte visto che era collocato accanto al tavolo imbandito di tipici taralli racalmutesi e vino rosso della locale cantina "La Torre".


Le escursioni storico-archeologiche sono state integrate dalle digressioni di Angelo Cutaia autore tra l'altro di un pregevole volume sulle regie trazzere e conoscitore come pochi del territorio racalmutese.


Un incontro, si può dire, denso e ricco di testimonianze, di arte, di cultura, ma senza averne le arie. Del resto, democraticamente, la cultura soffia dove vuole ("se ha fiato" ha chiosato un amico). Lillo Conte vi ha dedicato un reportage che sarà pubblicato prossimamente in un post appositamente dedicato. Tra gli intervenuti, molti appassionati delle materie trattate nella serata, tra cui Calogero Messana da Montedoro, gli archeologi Domenico Romano e Carmelo Falco, e poi Luciano Carrubba, Renato Volpe, Paolo Cino, Lucy Scimè, Iolanda Salemi. Idealmente presenti Nicolò Rizzo autore della locandina e il professore italoamericano di origini racalmutesi Sam Migliore che ci ha fatto pervenire in pdf un testo su Charlotte Gower Chapman autrice di un famoso  saggio su Milena quando ancora si chiamava Milocca.


Qualcuno tra i presenti, incuriosito, e a completamento di quanto ascoltato e visto, ha lanciato la proposta di organizzare una gita a Milena per visitare i siti archeologici descritti, le "robbe", l'Antiquarium, la Casa Museo. Se si attuerà, ci sarà un "cicerone" speciale che ci guiderà.


Il successo dell'iniziativa ha convinto gli organizzatori che simili incontri si potrebbero ripetere.





Foto © Piero Carbone

sabato 31 agosto 2013

PEPPE PALUMBO A RACALMUTO



 

Come ci eravamo ripromessi la sera in cui andammo a visitare la sua mostra di fotografie a Milena, oggi a Racalmuto verrà Pasquale  Giuseppe Palumbo, più familiarmente Peppe, e su un bel terrazzo di contrada Serrone ci racconterà la sua esperienza di ricercatore ed estimatore dei beni materiali e immateriali dell'universo milocchese o milenese, sinteticamente, dei tesori nascosti o dimenticati della sua Milena, il cui territorio è continuo al nostro ma contigua è anche la cultura da potere, per la parte nostra, valorizzare ancor di più di quanto finora non si sia fatto.
Angelo Cutaia, grazie al quale è stato possibile far maturare l'evento, lo conosce da tanto tempo:


"Conobbi Peppe Palumbo nei primi anni Ottanta, appena tornato dal militare; andai a dal Prof. Petix a Milena assieme al prof. Restivo.
Ho effettuato con lui vari sopralluoghi, visita della casa museo, ecc.
Quando esploravo il territorio milenese per il mio  libro sulla strada Idrisiana, mi ha dato materiali, foto, mostrato trazzere, ecc.
Negli ultimi anni stiamo conducendo assieme una ricerca sul gesso ed i gessari della media valle del Platani.
Ci consultiamo su pareri riguardanti reperti, edifici, storia ecc.".



Nota sulle attività culturali di Pasquale Giuseppe Palumbo

Nato a Milena, vi risiede con moglie, figli e nipoti nella stessa palazzina
storico e conoscitore appassionato del territorio milenese.

Dal 1975  al 1987 - amicizia con il prof. Petix (escursioni per la conoscenza del territorio)
1976 Ricerche speleologiche a Monte Conca
1977 Collaborazione con il prof. V. La Rosa e Prof Francesco Tomasello a tutt’oggi
 1978 Collaborazione con La soprintendenza di Agrigento
1978 Serra del Palco -  Inizio scavo archeologico del villaggio neolitico
1985 fonda la Pro Loco a Milena
1985 Collaborazione con l’università di Palermo  e Catania
1985    fonda il Gruppo Folkloristico “Gallodoro”
1988 Riserva Naturale e Ambientale” Monte Conca”
1991 Ricerche Speleologiche a Monte Grande
1993 Casa Museo della Civiltà Contadina
1993 nominato Ispettore onorario BB. CC. AA.
1997 ispiratore della pubblicazione del volume “Dalle Capanne Alle Robbe”
2000 Parole e cose Milocchesi  ( piccolo omaggio a una casa Museo) del prof. Giovanni Ruffino dell’università di Palermo
2000 Collaborazione Con ling. Angelo Cutaia durante la redazione del libro dell’Itinerario arabo-normanno Sutera Agrigento nel libro di Al Idrisi.
2002 collaborazione realizzazione Antiquarium ” Arturo Petix”
2006 Collaborazione con  dott. Giovanni Salvo nel libro sulla flora e fauna di Racalmuto.
2007 Costituzione “Associazione SiciliAntica”
2012 Scavo archeologico – Monte Grande grotta degli idoletti
Milena, 29 Agosto 2013




In un incontro preliminare con Peppe Palumbo, nella sua bella casa di Milena, le suddette attività sono state raccontate come un romanzo, ascoltate con piacere da me e da Totò Bufalino Maranella che le sentivamo per la prima volta, con non minor piacere da Angelo che già in gran parte le conosceva. Sono scaturite domande su domande alcune delle quali vorremmo riproporle nell'incontro odierno per non privare delle appassionate risposte tanti amici e appassionati che sicuramente apprezzeranno.

Perché Milena, in origine Milocca, ha cambiato denominazione tre volte in un anno?
Com'è che Pirandello si è interessato di Milocca?
E' stato facile realizzare l'Antiquarium?
A quale modello vi siete rifatti per realizzare la Casa Museo della civiltà contadina?
Quali e come sono stati i contatti con il mondo accademico?
Cosa sono le "robbe"?
Perché il "modello Milena" ha avuto successo?

Ma tante altre domande avremo da rivolgere al "ricercatore sul campo" Peppe Palumbo secondo personali fantasie e competenze.
Intanto dall'America è arrivato un contributo che avremo il piacere di rivelare nel corso della conversazione di questo pomeriggio.














Foto © Piero Carbone

giovedì 29 agosto 2013

INCONTRI SUI TERRAZZI DI RACALMUTO




LA CULTURA SOFFIA DOVE VUOLE

Il terrazzo con la sua visione sopraelevata ti permette di abbracciare con un solo sguardo un'ampia fetta di panorama e al contempo ricompone i suoi elementi in una sintesi dove le proporzioni vengono colte meglio nell'accostamento di ogni sua singola parte con il tutto. 

Questo principio ottico applicato all'osservazione della realtà oltre che suscitare meraviglia per visioni sempre inedite induce a maturare un più realistico senso della misura e invita umilmente a occupare dignitosamente il proprio posto e ad armonizzarsi e a cooperare con gli altri perché anche chi osserva fa parte a sua volta di un panorama più ampio.


Non pensavamo a queste considerazioni "fisiche" e "filosofiche" quando con Angelo Cutaia, Tommaso Rinallo e Domenico Mannella disquisimmo in piazza sulla doppia dizione "Sui terrazzi panoramici di Racalmuto" oppure "Incontri sui terrazzi di Racalmuto". 
Dopo tanti ragionamenti ha prevalso la seconda, ma su una cosa concordavamo: sull'idea di promuovere incontri culturali in maniera informale, in posti inediti, facendo democraticamente del territorio una sorta di laboratorio diffuso con il coinvolgimento senza preclusione di tutti.

Per il primo incontro, se mai ve ne saranno altri, la scelta cadde sul bel terrazzo al Serrone di Totò Bufalino Maranella che assieme alla moglie Mirella ha accettato con signorile generosità, visibilmente con gioia.

Comodamente seduti, mentre gustavamo un tè freddo con granita e amarene sciroppate "fatte in casa", abbiamo programmato il primo incontro, mentre proiettavamo in un ideale diorama lo sguardo verso i vigneti di Canicattì il castello di  Naro il ponte di Castrofilippo la collina di Favara l'altura di Agrigento il mare di Porto Empedocle. 

Dopodiché abbiamo contattato le persone da coinvolgere: Giuseppe Palumbo da Milena per riferirci la sua interessante esperienza in campo archeologico mineralogico etnoantropologico  e il giovane Giuseppe Sardo per un piacevole intervento. Abbiamo fornito le foto del terrazzo a Nicolò Rizzo il quale da "non grafico" come tiene a precisare e come valentissimo pittore, come vogliamo precisare noi, ha realizzato due nitidissime e bellissime locandine.    

Ma non è solo poesia. Dietro ogni evento c'è sempre un grande lavoro di costruzione, di relazioni, di contatti, ma purtroppo, in generale parlando e non tanto per questo amabile e informale incontro tra amici ed appassionati della nostra cultura e delle nostre tradizioni, sopravvengono puntualmente difficoltà e incomprensioni. 




Incontri sui terrazzi
 di Racalmuto


conversazione con  
Giuseppe Palumbo di Milena
su
i tesori nascosti
il
31 agosto  2013 alle ore 18.00
in
contrada Serrone
terrazzo di Bufalino - Vinci
intervento di
Giuseppe Sardo

a cura di
Piero Carbone - Angelo Cutaia - Domenico Mannella



Notizie su Pasquale Giuseppe Palumbo
Da quando non svolge più la mansione di elettricista responsabile della teleferica di Campofranco negli stabilimenti dell'Italkali, si è dedicato a tempo pieno ai suoi amati studi e alle ricerche sul campo: propugnatore di tante iniziative, meritevole di tante scoperte; l'oggetto delle sue ricerche uno e uno solo, Milena, ammirata, scandagliata sotto molteplici aspetti, quello etnoantropologico, quello minerario, quello archeologico; fondatore della locale Pro Loco; ha contribuito notevolmente alla realizzazione dell'Antiquarium Arturo Petix e della Casa Museo della Civiltà Contadina; ha individuato oltre un centinaio di siti archeologici nel territorio di Milena regolarmente censiti e oggetto di visite guidate da parte di scolaresche provenienti da varie parti della Sicilia; in collaborazione con l'Università  promuove annualmente campagne di scavi archeologici attraverso campi scuola; le sue scoperte vengono analizzate e rielaborate da archeologi e docenti universitari che spesso assegnano tesi di lauree su argomenti da lui affrontati.  

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Una mostra di Giuseppe Palumbo

sabato 24 agosto 2013

RIMPIANTO DEL "SINGLE" SICILIANO




Una sera d'agosto, Angelo Cutaia mi propone di andare a visitare una mostra a Milena curata da un suo amico. 
E' una sorpresa, un arricchimento.  
Il curatore della mostra, un personaggio: propugnatore di tante iniziative, meritevole di tante scoperte; l'oggetto delle sue ricerche uno e uno solo, Milena, ammirata, scandagliata sotto molteplici aspetti, quello etnoantropologico, quello minerario, quello archeologico, aspetti non dissimili da quelli di Racalmuto, motivo questo di confronto e di rimpianto per le occasioni mancate. 
Là musei e antiquarium, nel paese che una volta veniva chiamato dai milocchesi Palermu u picciulu, "la piccola Palermo", una fiera di desideri irrealizzati, seppure sconfinata riserva di potenzialità. 

Altro che rimpianto del single siciliano (celibe in italiano, schièttu in dialetto) che tra l'altro  è soltanto una porziuncola della mostra! 

Con Angelo ci assuppiamo  ("assorbiamo") la mostra. Documentiamo le nostre impressioni con le fotocamere dei telefonini. Conversiamo con Pasquale Giuseppe Palumbo e ci lasciamo dandoci un appuntamento a Racalmuto, per continuare l'amabile e arricchente conversazione.





QUANN'ERA SCHIETTU

Quann'era schiettu lu sapivanu tutti
ca suonnu di la notti 'un ni vidia.

Iera patruni di tutti li vutti
unni vulia viviri vivìa.

'Un c'eranu palazza e mancu grutti
unni putia dormiri durmia.

Mi maritavu e mi scurdavu a tutti
ca sugnu amatu di l'amanti mia.




QUAND'ERO CELIBE

Quand'ero celibe lo sapevano tutti
che il sonno della notte trascuravo.

Ero padrone di tutte le botti
e dove volevo bere bevevo.

Non distinguevo i palazzi dalle grotte
dove mi capitava di dormire dormivo.

Mi ammogliai e ho trascurato tutti
ché sono amato dall'amante mia.



Poesia della tradizione orale di Milena, una volta detta Milocca, da me liberamente tradotta.
Seguono alcune foto prematrimoniali esposte nella mostra tenutasi recentemente a Milena a cura di Pasquale Giuseppe Palumbo.







Aggiungi didascalia
"Di solito la sposa ha un vestito di seta dai colori vivaci e uno scialle nero sul capo.

A guardarle dal fondo della chiesa è difficile distinguere la sposa dalla suocera dal momento che siedono una accanto all'altra davanti all'altare maggiore."

Charlotte Gower Chapman, Milocca a sicilian village.







La Chapman incrocia Racalmuto, che è a due passi da Milena, non in Sicilia ma in America dove nel volume 5 Histories of Antropology Annual il Professore di Antropologia Culturale alla Kwantlen University College di Vancouver (Canada) Sam Migliore, di origini racalmutesi, le ha dedicato uno studio dalla pagina 110 alla pagina 151 (gliene chiederò un piccolo estratto da pubblicare sul blog).

Chiedo scusa per la qualità delle foto riprodotte solo per documentare il ricordo di una mostra visitata.