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mercoledì 5 ottobre 2016

L'OPINIONE DI GORGIA. Traduzione di Fortunato Pasqualino




Vogliamo meditarci su?

"Se tutti di tutte le cose potessero conoscere quali sono state nel passato, quali sono nel presente e quali saranno nel futuro, non ci sarebbe l'inganno.

"In realtà, non esiste una via per la quale poter ricuperare tutto il passato, conoscere fino in fondo il presente, prevedere tutto ciò che accadrà nel futuro.

"Di conseguenza intorno alla massima parte dei problemi non si ha per consigliera che l'opinione.

"E l'opinione è malsicura, priva di fondamento; e quindi in un gorgo di deviazioni e d'incertezze senza fondamento getta coloro che l'accolgono".

Gorgia, Encomio di Elena, traduzione italiana di Fortunato Pasqualino


Nella foto, con Vera Ambra, Presidente del Premio letterario "Fortunato Pasqualino" (l'ultima edizione è stata a Butera nel maggio del 2010.  Dove, la prossima? (La foto: Racalmuto, Circolo Unione, 10 settembre 2016)

lunedì 2 maggio 2016

MA GORGIA NON ERA SPOSATO! Quando le male lingue oltreché false sono anche stupide


A chi non è  mai capitata una cosa del genere?
La moglie che uno non ha mai sposato assume in maniera grottesca
un valore comicamente metaforico. 




"Una mala lingua dice che Gorgia, dopo aver parlato solennemente ed efficacemente di concordia in Olimpia, non sia egli poi riuscito a mettersi in pace con la moglie, gelosa di lui per un'ancella.
Si tratta di una lingua, oltre che malevola, falsa, giacché Gorgia non prese moglie".

Fortunato Pasqualino, Introduzione a Gorgia, Encomio di Elena e altri scritti, Edizioni Paoline, Bari 1962


Nell'immagine, "Il Filantropo" (Don Ciccu Burruano) olio su tela, cm. 50x60, 1989, partic., Dono al Comune di Racalmuto, esposto nell'ex gabinetto del Sindaco.

domenica 1 maggio 2016

IL SONNO DI GORGIA. Evocato da Cardillo


Giuseppe Cardillo, dal testo integrale in "Lumìe di Sicilia", n. 79, ottobre 2013. 
Direttore Mario Gallo




Oh, verità! Mimi e cavalieri.
Sempre a proposito di Gorgia

Palamede fu colui che smascherò Ulisse che si finse pazzo per non partecipare alla guerra di Troia. Ulisse si sarebbe vendicato facendolo condannare a morte come traditore dei Greci.


"Palamede, prima di essere condannato a morte, durante la guerra di Troia, avrebbe esclamato - Oh, verità, tu sei morta prima di noi! - 
Anche per Gorgia la verità è morta prima degli uomini. Anzi, è stata uccisa da questi, che vi hanno sostituito le loro fallaci opinioni."
***
"Si dirà poi a Roma: - Chi mimo si fa, cavaliere più non torna. Ora i sofisti si giocarono il titolo di cavalieri del pensiero. Scesero a terra, si appiedarono e si confusero con gli appiedati, con il popolo." 

Fortunato Pasqualino, Introduzione a Gorgia, Encomio di Elena e altri scritti, Edizione Paoline, Bari 1962.




domenica 20 settembre 2015

QUANDO UNA COSA SEMBRA CIÒ CHE È. In treno da Catania a Palermo





Lentini e il sofisma dell'Etna

Ieri, tornando in treno da Catania a Palermo, dopo aver fatto per la prima volta in vita mia la tratta Lentini-Catania, ho ammirato il paesaggio. Forse da più di trent'anni per andare a Catania non prendevo il treno, con la macchina o in autobus è un'altra storia: si vedono campagne vallate caselli in abbandono casali diroccati sequele di fichidindia distese di agrumi brulle colline ponti in pietra e ponti in ferro quasi fiumi fluenti torrenti sassosi e asciutti, un'altra visuale insomma, quasi un'altra Sicilia.


Bisognerebbe attrezzarsi e predisporsi per catturare questa visione inedita con una sofisticata macchina fotografica.


Ho fatto in tempo però a fotografare la montagna dell'Etna perché la visione ti  accompagna per chilometri: mi sembrava di avere catturato con l'obiettivo il vulcano in eruzione: il pennacchio di fumo che si librava dal cratere sembrava rimanesse inalterato. Il vulcano sembrava un vulcano. Che male c'è? Mi è però venuto il dubbio che non fosse un'eruzione ma semplicemente una nuvola. Oh bella, questa: il vulcano che che sembrava ciò che era, un vulcano, ma la nuvola sembrava ciò che non era ovvero un pennacchio eruttivo. O forse...
Il treno in corsa costeggiò un alto muro di fichidindia assiepati, non vidi più nulla e rimasi col dubbio.


Chissà se in autobus o in macchina avrei maturato gli stessi dubbi di una cosa che sembra, senza esserlo, verisimilmente ciò che è e una cosa non vera  verisimilmente ciò che non è!
Ma è questo il problema?


Quando cessò il muro di fichidindia che occludeva l'ambigua visione del vulcano impennacchiato girai lo sguardo dall'altra parte perché il dubbio mi stava alterando l'umore. Non si può ammirare un maestoso panorama in pace che i pensieri ti si offuscano inaspettatamente!


Disnebbiai i miei pensieri e l'umore quando mi ricordai che provenivo da Lentini, la patria del sofista Gorgia,  quello che sosteneva contemporaneamente la colpevolezza e l'innocenza di Elena, la verità che sembra ciò che non è o ciò che non è sembra verità?
"Complicazioni di sofisti!" dissi fra me e me. "O il sofisma è già nella natura?".


Per disnebbiarmi del tutto, pensai che a Lentini, da dove provenivo, non vi erano nati soltanto sofisti.


 E non so se la prossima per andare a Catania volta prenderò di nuovo il treno.   

Kouros





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