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domenica 26 luglio 2020

VALE PER TUTTI. O NO? Pensamenti sotto il pino sul principio di non contraddizione


Il criterio vale sempre, non possono darsi due o tre verità contrapposte: vale anche per i cosiddetti "ragazzi", in dialetto "carusi", quarantenni, cinquantenni, e sessantenni di "Malgrado tutto" con il loro mentore a spron battuto Cavallaro: qualcuno sta mentendo. 
Su tante cose o sono bugiardi loro o è bugiardo chi sostiene che sono loro i bugiardi. 
I fondatori dello "storico" foglio "cittadino di commento e cultura" ad esempio: prima sapevamo e leggevamo che erano tre. L'altra sera, invece, abbiamo letto e ascoltato che sono due e soltanto due. E il terzo? Omesso. Cancellato. Kaputt.
Sono curioso di sapere come andrà a finire, perché tutte le vicende umane, sosteneva il buon Falcone, hanno una fine. E secondo me, la pantomima, eclatante, spudorata, senza freni inibitori, dell'altro ieri sera al castello chiaramontano per celebrare i primi quarant'anni del giornale diretto da sempre (o quasi) dal grottese Egidio Terrana, accelera l'incubazione di tanti indizi. 
Attribuendola agli altri, è stata buttata giù la maschera. 
Non so se i ragazzi di "Malgrado tutto" e il loro mentore sanno il latino ma vale anche per loro, anche se sono giornalisti, l'oraziana constatazione: De te fabula narratur.
Ne va di mezzo l’idea di giornalismo. Ne va di mezzo l’idea di cultura. Ne va di mezzo l’immagine di un paese.



Numero Unico - Novembre 1980.
Direttore Responsabile: C. (Carmelo) Arrostuto 
da https://www.malgradotuttoweb.it/le-nostre-prime-pagine-raccontano-2/


mercoledì 1 maggio 2019

ONORE AI GIORNALISTI DI REPORT. Sul sistema Montante e dintorni



Facendo seguito ad una precedente puntata di Report, quella andata in onda lunedì 29 aprile 2019 mi ha suggerito alcune riflessioni



IL LINK DEL PROGRAMMA





I giornalisti quasi racalmutesi o racalmutesi a convenienza che andavano a braccetto con Antonello Montante o lo celebravano sui giornali nazionali e locali, cartacei e online, e anche letterariamente con falsi storici, nonché con pieces teatrali appositamente dedicate, dovrebbero chiedere scusa ai racalmutesi in primis e in generale ai loro stessi lettori, altro che dichiarare “caro nemico” me e condannarmi all'ostracismo mediatico (sic!) su "Malgrado tutto" con una specie di "metodo Boffo" semplicemente perché scrivo, tengo un blog e per la mia attività culturale in favore del mio paese svolta volontariamente e gratuitamente! Altro che paese di Sciascia! 
Sarebbe questo il loro paese della ragione? 
Non era certamente questa la strada della scrittura che lo Scrittore avrebbe voluto indicare.
screen shot
Link:  Report e il sistema Montante





lunedì 29 aprile 2019

SULL'ESITO DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI RACALMUTO. Commento su commento, per scongiurare la commentite



Commento superficiale e stiracchiato di Gaetano Savatteri anche in nome del suo giornale, tanto per far capire che lui c'è e osserva, riguardo alla presente e alla precedente tornata elettorale, ma tra il dire e il non dire c'è di mezzo l'opinione che il lettore si fa dell'opinion maker di turno.
P.S. Concludere in modo sbarazzino e "sgherzoso" cotanta analisi citando in coda il poeta satirico, "un altro vincitore" tra i vincitori della campagna elettorale, sembra un espediente stilistico per distrarre più che una conclusione ragionata e utile per il paese.


N. B.
Per sostanziare di fatti, comportamenti e ragionamenti il mio commento sul commento o controcommento scorra, se ne ha vaghezza, i vari Post di questo Blog attraverso i tags 




ph ©piero carbone

giovedì 14 marzo 2019

FONDAZIONE SCIASCIA: "SPACCHETTAMENTO" SÌ, "SPACCHETTAMENTO" NO. E LE DIMISSIONI? Sulla proposta del prof. Antonio Di Grado


Doppio busillis sulla proposta del prof. Antonio Di Grado di spacchettare la Fondazione Sciascia: l'anima della Fondazione altrove, l'edificio come museo o mausoleo a Racalmuto. 
La fa in quanto direttore letterario in carica, già dimissionario. 

Ma il prof. Di Grado non si era dimesso coram Facebook, con tanto di motivazioni e di interviste a radio e giornali,   dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sciascia di cui ha fatto parte per oltre vent'anni e da Direttore letterario a cui l'aveva designato lo stesso Leonardo Sciascia all'interno del Comitato Scientifico di Organizzazione e Vigilanza? 
Tutto loro decidevano, Comitato scientifico e Consiglio di amministrazione. 
Contro chi prendersela? 
Si possono autospacchettare le responsabilità? 

Inoltre: perché tanta imprecisione nonostante i tanti giornalisti professionisti impegnati in prima persona a gestire la notizia delle dimissioni  con tanto di articoli firmati prima, durante e dopo?

Non sarebbe forse il caso che la Fondazione Sciascia si dotasse di un proprio organo per la divulgazione delle notizie che la riguardano o che tali notizie diramasse a tutti i giornali, attraverso canonici e inequivoci comunicati stampa? Sarebbe una prassi  più equa nel rispetto di altre testate giornalistiche e più democratica. L'eventuale imprecisione di una sarebbe corretta dalla precisazione di un'altra.


DATE E DATI IN FILA
in ordine crescente
A
4 aprile 2016, intorno alle ore 09:00

Il prof. Di Grado fa sapere di essersi dimesso dalla Fondazione Sciascia, 
tramite una comunicazione pubblicata su fb

"Mi sono dimesso dalla Fondazione Sciascia, che ho diretto per 25 anni: decisamente troppi, per chi come me crede nell'avvicendamento e nel ricambio generazionale pur sentendo il dovere di mantenere fede a un mandato conferito, prima della scomparsa, dal grande scrittore che mi onorò della sua amicizia e della sua fiducia. Non credo nelle cariche a vita così come nutro riserve sul radicamento racalmutese della Fondazione, effetto di una nobile e generosa illusione di Sciascia ma causa di marginalità e di insabbiamento nelle secche delle faide strapaesane. Auguro agli amici buon lavoro e un sollecito rilancio di quella bellissima istituzione." 
B
4 aprile 2016
Il prof. Antonio Di Grado motiva le proprie dimissioni dalla Fondazione Sciascia.
Intervista a Radio Radicale


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C
4 aprile 2016.
Intervista di "Malgrado tutto" sulle dimissioni
 "da direttore letterario e consigliere di amministrazione della Fondazione"

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D
11 settembre 2018
Videoregistrazione di Radio radicale.
Anniversario dell'Affaire Moro.
Intervento del prof. Di Grado in quanto "direttore scientifico della Fondazione"
(Inconsueto che ad organizzare e  coordinare l'incontro letterario
 sia stato il giornalista Felice Cavallaro,
 in quanto consigliere segretario e tesoriere del Consiglio di Amministrazione della Fondazione,
e non invece il "Direttore letterario": probabilmente avrebbe invitato anche l'editore Sellerio
 che l'Affaire Moro aveva pubblicato)


*
E
12 settembre 2018
Cronaca di Malgrado tutto:
"...interventi animati da Antonio Di Grado, direttore scientifico della Fondazione, Massimo Bordin, notista politico del pianeta radicale, e Adriano Sofri, il fondatore di Lotta Continua oggi commentatore e inviato per reportage nei Sud del mondo."

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F
6 marzo 2019
Proposta spacchettamento della Fondazione Sciascia del prof Antonio Di Grado in quanto 
"direttore letterario della Fondazione Sciascia"

*
G
9 marzo 2019
Il Sindaco di Racalmuto Emilio Messana controbatte la proposta del prof Di Grado

Alcuni passaggi della risposta del Sindaco di Racalmuto nonché Presidente della Fondazione "Leonardo Sciascia:
"Ora, per venire al punto, nessuno ha mai visto l’istituzione di Viale della Vittoria alla stregua di un villaggio turistico. Né ho mai scorto la presenza – contrapposta – di due anime: quella locale e quella scientifica. Per fare convivere tutte le spinte esiste un consiglio di amministrazione che agisce disinteressatamente nel suo complesso e a favore della comunità letteraria e dello sviluppo della diffusione dell’opera e del pensiero sciasciano.
Inutile nascondersi, problemi non sono mancati. Ma Comune ed eredi, secondo me, hanno sempre cooperato, dando piena esecuzione all’atto costitutivo.
Il Comune ha concesso i locali dell’ex Centrale Enel e versato un miliardo delle vecchie lire per dotare la Fondazione di un robusto capitale. Gli eredi hanno consegnato la collezione di ritratti di scrittori, i libri, le lettere."
*
Mio P. S. 
Colgo l'occasione per sollecitare il Presidente della Fondazione Sciascia di dare risposta alla richiesta prot. n. 17 del 18 luglio 2014 (sic!) tramite la quale si chiedono i verbali dei consigli di amministrazione ai quali ho partecipato in quanto assessore alla cultura tra il 2007 e il 2008, se previsto dai regolamenti ovviamente, ma una risposta qualsiasi si dia cortesemente.

Mi dispiace notare queste "piccole" inadempienze proprio nell'anno in cui, in paese, mi aspettavo di trovare programmi e fermenti culturali e organizzativi per celebrare il trentennale della morte di Sciascia e mi sono trovato invece ad apprendere da "voci" di piazza nonché da autorevoli rappresentanti della politica locale che, addirittura, la famiglia dello Scrittore ancora attende la delibera comunale con la nomina a consigliere segretario e tesoriere eletto del giornalista Felice Cavallaro.

Se si può, si recuperi il tempo perduto. 
Certe eredità vanno meritate, senza scadenza temporale. 
Noblesse oblige. O si tratta in fondo, come sostiene il prof. Di Grado, che tra l'altro ringrazio per i generosi giudizi su alcuni miei antichi scritti, soltanto  di una "generosa illusione" da parte di Sciascia nei confronti della comunità di suoi concittadini? 
Rinnovo intanto il mio dispiacere per le dimissioni, purtroppo inequivoche, del prof. Salvatore Fodale dalla Fondazione Sciascia, precedute dalle schermaglie polemiche con i giornalisti, non racalmutesi, Gaetano Savatteri e Felice Cavallaro, che nell'esprimere le loro opinioni lo facevano a titolo esclusivamente personale e non rappresentavano il sentire dei racalmutesi.  Certamente non il mio.
P. C.

*
Post del 4 aprile 2016 sulle dimissioni annunciate:



domenica 24 febbraio 2019

GOGNE ANTICHE E GOGNE MODERNE. Sempre nel nome di Sciascia mal citato e mal seguito (nel trentennale della morte)



 "Piazzetta" di Racalmuto -
Monumento alla gogna
ovvero al "cuddraru"
rievocato da Leonardo Sciascia in Morte dell'Inquisitore



Gaetano Savatteri si vende Sciascia (e il paese) due volte: prima nel libro Non c'è più la Sicilia di una volta per rottamare Sciascia e ora con questo articolo per invitare a dare una mano di aiuto o contributo di idee all'ex amico e recentemente bersagliato Sindaco di Racalmuto fornendo, all'indirizzo in calce, suggerimenti per rendere maggiormente comprensibile il messaggio sciasciano della gogna (l'antico cuddraru), quest'ultima per rinnegarla... ma nei fatti Savatteri (& C.) sostiene nuove forme di gogna attraverso il "suo" giornale "Malgrado tutto" che ha una rubrica destinata ad hoc, "Colpi di spillo", che si dovrebbe ribattezzare "Colpi di gogna" o "Moderno Cuddraru", e sempre citando l'"obsoleto" Sciascia naturalmente. 

Mi piacerebbe che leggesse questo commento chi ha letto anche i "Colpi di spillo" a me graziosamente indirizzati e magari le mie domande e osservazioni che li hanno "provocati". 

Morale: non si può lucrare due volte su una contraddizione. 

P.S. 1 - A che serve chiedere l'amicizia su fb se contemporaneamente attacchi quella persona? 

P. S. 2 - Così si ricorda e celebra Sciascia, nel suo paese, nel trentennale della morte?



I LOVE Sicilia








venerdì 8 febbraio 2019

SUL CONVEGNO DI CALTANISSETTA, IL GESSO E I CANI AIZZATI (IN METAFORA). "Malgrado tutto" mente sapendo di mentire (per un giornale non è granché)

Figueres, Teatro-Museo Dalì, 2010 - ph ©piero carbone

LEGITTIMA DIFESA DA UNA INFONDATA ACCUSA
di Piero Carbone

Ora che "Malgrado tutto", in un articolo firmato collettivamente La Redazione, mi dà del bugiardo, corredando il grazioso articolo con un bel Pinocchio dal naso lunghissimo, voglio capire perché.
Mi dichiaro pronto a chiedere scusa in caso affermativo ma attendo delle scuse in caso negativo. Il soggetto, si badi, non è un episodico battibecco ma attiene la paternità e la qualità del nostro operare.

I redattori del giornale, che non sono solo redattori ma all'occasione tante altre cose, pensavano di avere fatto il bel colpo nella speranza di vanificare tutto quello che ho lamentato nel corso di tanti anni.

Non si tratta di questioni personali ma della visione e gestione culturale delle risorse di un territorio che vanno dal nome di Sciascia alla Fondazione omonima al Teatro Regina Margherita al Premio Racalmare Sciascia, riguardano l'approcciarsi alla politica e agli incarichi, l'utilizzazione non disinteressata dell'informazione, etc. etc. etc.

Lo ha bene descritto uno di loro: "Mi dispiace, io non ci sto. Non si può trascinare l'onore e la storia di un giornale nel pantano delle beghe politiche. [...] Probabilmente stanno naufragando tutte le certezze con cui in questi anni abbiamo svolto il nostro mestiere di giornalista: non avere un piede in due staffe, raccontare la politica ma non farla, evitare strane commistioni col potere."
Giancarlo Macaluso, Macaluso contro Savatteri: "Tieni fuori il giornale", Malgrado tutto web, 01/04/2014

Mi dispiace per loro, i cosiddetti "ragazzi di Malgrado tutto", cosiddetti "ragazzi" vista la loro età: dovranno aspettare la prossima bugia, se mai ve ne sarà, per vanificare tutto quello che finora ho scritto. Ma si ricordino che a prescindere dalle mie possibili bugie future, il passato rimane intatto e fermo come un macigno in attesa di smentite e di risposte.
E veniamo all'oggi che rappresenta l'ennesimo episodio di una lunga costumanza.

Nell'articolo "Le bugie di Carbone con le gambe di gesso",  firmato La Redazione,  si sostiene che la professoressa Marina Castiglione smentirebbe su Facebook  la mia accusa di omissione nei confronti del giornalista Salvatore Picone perché sarebbe stata lei stessa  ad omettere il mio nome e non il giornalista.
L'omissione della Castiglione è vera solo che io non mi riferivo alla sua omissione ma a quella del giornalista che di nomi nell'articolo ne fa diversi.

Cito: "Il convegno durerà un intero giorno, dalle 9 alle 19, e si svolgerà nella sala magna del Consorzio universitario di Caltanissetta di corso Vittorio Emanuele. Per l’occasione saranno esposte opere d’arte di Giuseppe Agnello e Carlo Sillitti. Interverranno, inoltre, il coro filarmonico “Terzo Millennio” di Racalmuto e la Compagnia di Canto e Musica Popolare di Favara." (Si dà il caso che il Coro e la Compagnia da me coinvolti al Convegno di Caltanissetta eseguissero anche mie canzoni su surfarara, salinara e issara).

La Castiglione, che tanto apprezzo come studiosa e con la quale ho avuto la fortuna di condividere l'entusiasmante avventura del rinato interesse per il gesso, è stata generosa nel volere scagionare il giornalista, ma la sua dichiarazione dimostra il contrario. Lei è generosa, ma io non posso risultare autore di una bugia se la sua dichiarazione non la comprova.

A telefono veramente avevo capito anche un'altra cosa: la meraviglia di essersi ritrovata in un'intervista con domande e risposte mentre lei aveva rilasciato una volante dichiarazione su cui il giornalista avrebbe montato l'articolo con tanto di domande e risposte. 

La Castiglione nella sua precisazione su Facebook afferma che è stata proprio lei ad omettere il mio nome, ma non solo il mio a dir la verità,  perché nella sua "dichiarazione" a "Malgrado tutto"  ha parlato volutamente e  soltanto degli "aspetti che avrebbero potuto essere utili per il rilancio di un comparto produttivo e di un terriorio [...] senza fare l'elenco delle persone coinvolte".
"Senza fare l'elenco delle persone coinvolte". Non solo non fa l'elenco ma non fa alcun nome in particolare.
Dunque, lei ha voluto parlare solo di idee, mentre il giornalista ha parlato di nomi coinvolti nel convegno, facendone alcuni e omettendone altri. 
Io nel mio Post non mi riferivo all'omissione della Professoressa bensì inequivocabilmente a quella di Picone e quindi del giornale dove l'articolo è pubblicato. Ciascuno risponde delle proprie omissioni non di quelle altrui. La bugia non esiste perché non ho attribuito l'omissione di qualcuno  a qualcun altro.

Così io avevo scritto nel mio Post:
Una dichiarazione è una dichiarazione e non deve essere per forza esaustiva, nella sua sintetica parzialità sarebbe rimasta lì a se stante, ma inserita in un intiero articolo sembra avallarlo mentre invece è il giornalista che, senza virgolettato e dimostrandosi informatissimo,  si profonde nei minimi dettagli circa l'organizzazione del Convegno citato e a piacer suo o secondo sue valutazioni inserisce alcuni nomi. Non potrebbe essere altrimenti. 
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2019/02/se-malgrado-tutto-omette-non-intervista.html

Pertanto, l'accusa di "Malgrado tutto" di avere sostenuto, da parte mia, una bugia ovvero una "minchiata", cito tra virgolette l'aulico linguaggio dell'accusa, la rimando con dimensioni  maggiorate al mittente.

Ma perché ritengo una omissione significativa quella del giornalista Picone?  Perché in riferimento alla sua stessa domanda "Come è nata l'idea del Convegno", al precedente oblio e al rinato interesse sul gesso,  ignorando quello che ci stava a monte del convegno e del rinato interesse sul gesso,  e dunque omettendo anche nomi,  è come se avesse parlato di un matrimonio celebrato dalla sposa senza lo sposo. La sposa si è sposata da sola? La Redazione del giornale "Malgrado tutto"  qualifica un tal procedere "scrupoloso". 

Se l'immagine sponsale non rende ne propongo un'altra.
Immaginate che un signore abbia individuato e scelto un terreno, che abbia procurato alcuni semi, li abbia seminati, li abbia governati e quando le spighe sono alte e mature  si reca al campo per organizzare il raccolto ma da lontano vede un gran trambusto di mietitrebbie e camioncini pronti per il trasporto, cerca di avvicinarsi per capire cosa si stia armeggiando nel terreno e per tutta risposta gli vengono aizzati contro i cani come se fosse un intruso o un estraneo che accampa indebite pretese.
Questo lascia intendere l'articolo contro di me firmato collettivamente dalla Redazione di "Malgrado tutto" e mi sembra una enormità (ma perché non firmano con nome e cognome quando fanno i loro attacchi?): 
"Così sul suo blog ha messo in fila una filippica, una delle sue solite prediche, per dimostrare che il convegno sul gesso l’aveva inventato lui e che quei cattivoni di “Malgrado tutto” volevano togliergli il merito."

E' un esempio, si capisce, genericissimo, né voglio accampare pretese di proprietà esclusiva su alcunché ma neanche esserne escluso: lo preciso altrimenti mi becco un altro articolo con altre infondate accuse.

Tutti possiamo sbagliare nello scrivere un articolo o nell'interpretarlo ma passare alle conclusioni sbagliate o pre-giudicare è un'altra cosa. "Malgrado tutto", purtroppo, e dietro pseudonimo, in passato l'ha fatto più di una volta nei miei confronti. Vorrei capire perché è successo anche questa volta.

Perché il giornalista Picone omette il mio nome anche se legato alle stesse domande poste  nel suo articolo "Riscopriamo la Sicilia del gesso" visto che non si basa soltanto sulle risposte della prof.ssa Marina Castiglione ma si profonde nel dare notizie e nomi sul Convegno? Dal web, dove circolano decine e decine di post sull'argomento? Dalla brochure dove si fa riferimento al sito dove questi post si potevano leggere? 





Ci sono due possibilità di risposta all'omissione di cui sopra: o il giornalista sapeva e ha deliberatamente omesso il mio nome e il mio ruolo facendo le sue libere valutazioni - e allora lo dica - o non sapeva e allora le informazioni dell'articolo riguardante il rinato interesse sul gesso e il convegno di Caltanissetta non si sa da dove le abbia apprese risultando però lacunose e andavano integrate. In termini di logica filosofica, è un "dilemma cornuto", lo so, ma che c'è di strano in questa richiesta?
A mio parere, da non giornalista, su questo si doveva rispondere e questo si doveva chiarire nell'articolo di risposta ai miei rilievi e non svicolare con una infondata accusa, offendendo per giunta?

E ora la prova regina di tanto mio dissertare. 


"Ospite molto apprezzato di questo spazio il poeta a docente Piero Carbone, che ha proposto una poesia dal titolo: “Vita di Issara”, mestiere, ha ricordato Carbone, di cui non si parla più in Sicilia. Piscopo ha musicato il testo di questa poesia, che sarà inserito in un libro/cd curato da lui e Salvatore Ferlita per la casa editrice Lussografica di Caltanissetta."
Sapete a)dove?  b)quando?  c)in quale circostanza? d)da chi sono state scritte queste parole? 
a) Su "Malgrado tutto" https://www.malgradotuttoweb.it/non-sempre-la-maestra-porta-carbone/  b) il 23 settembre  2018; c) in occasione della presentazione del libro "La maestra portava carbone" di Piscopo e Ferlita al Circolo Unione di Racalmuto; d) dalla Redazione di "Malgrado tutto". 
Si dà il caso che Salvatore Picone sia vicepresidente del Circolo Unione, redattore del giornale "Malgrado tuto" nonché presentatore, assieme a Luciano Carrubba, dell'evento: sarei scortese a pensare che non si sia accorto della mia performance o non abbia letto l'articolo sul suo giornale.  Di gesso già si parlava.
Cliccando il link dell'articolo si possono ammirare le belle foto di Angelo Pitrone.

https://www.malgradotuttoweb.it/non-sempre-la-maestra-porta-carbone/

Come conclusione rinnovo la proposta avanzata nel precedente Post: 


P.S.
A mio  parere, piuttosto che ignorarlo, si doveva potenziare l'input "gipsofilo" racalmutese appunto perché proveniente dallo stesso territorio in cui è nato il giornale "Malgrado tutto"  e che sul territorio, di cui il giornale spesso si occupa giornalisticamente e non solo,  avrebbe potuto avere una ricaduta positiva per maggiormente valorizzarlo, come è accaduto o sta accadendo nel territorio limitrofo di Caltanissetta.





L'Input del Convegno





Sull'origine del Convegno di Caltanissetta

Alcuni commenti su Fb



Link correlati:
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lunedì 4 febbraio 2019

SE "MALGRADO TUTTO" OMETTE... Non-intervista a Marina Castiglione sul rinato interesse per il gesso e il relativo Convegno di Caltanissetta



Contrada "Calcare" a Racalmuto


Faccio questa nota a malincuore ma ritengo ugualmente di farla per rispetto della verità e dei lettori di giornali  poiché quanto si legge su "Malgrado tutto" è manchevole rispetto a quanto è scritto altrove, sempre sullo stesso argomento, e potrebbe indurre anche in futuro a dubbi, confusione ed errati giudizi sui fatti narrati e sulle persone direttamente o indirettamente coinvolte.  

Quando, a pochi giorni dal convegno "Le vie del gesso" che si sarebbe tenuto a Caltanissetta il 12 gennaio 2019, lessi l'articolo di Salvatore Picone con alcune domande a Marina Castiglione, rimasi di stucco e perplesso astenendomi tuttavia dal pensar male di alcuno se prima non mi accertavo sulle risposte e su una in particolare che l'intervistata avrebbe dato. 


Alla domanda su come è nata l'idea del Convegno, si legge una risposta che non s'accorda completamente con l'altra versione  che la stessa Marina Castiglione avrebbe dato in altre sedi sul Convegno e sulla sua genesi.

Domanda:
Come è nata l’idea del convegno?


Risposta: 
“L’idea del convegno è nata dalla conoscenza di alcuni progetti europei in cui si sono riattivate le produzioni per il restauro con nuove malte di gesso degli antichi abitati. Ci siamo chiesti se il nostro nuovo ‘oro’ non possa essere questo materiale povero che, con le nuove tecnologie, possa trovare applicazioni di ampio raggio. Ci fa piacere che la Regione abbia avuto fiducia nel Convegno: a partire da questo primo momento, forse sarà possibile recuperare una peculiarità del nostro territorio“.
Malgrado tutto, 4 gennaio 2019

Nel chiedere lumi alla Professoressa, ebbi conferma a viva voce che lei, altrettanto stupita, in effetti non aveva rilasciato una vera e propria "intervista" ma una semplice, veloce dichiarazione che poi ha ritrovato pubblicata sotto forma di intervista-conversazione o conversazione-intervista, insomma con domande e risposte: se fosse stata dichiaratamente intervista, non avrebbe mancato di fornire altri dati e altre informazioni. 

Una dichiarazione è una dichiarazione e non deve essere per forza esaustiva, nella sua sintetica parzialità sarebbe rimasta lì a se stante, ma inserita in un intiero articolo sembra avallarlo mentre invece è il giornalista che, senza virgolettato e dimostrandosi informatissimo,  si profonde nei minimi dettagli circa l'organizzazione del Convegno citato e a piacer suo o secondo sue valutazioni inserisce alcuni nomi. Non potrebbe essere altrimenti. 

Ebbene, in tutto l'articolo salta giusto giusto il mio nome, chissà perché, con tutto quello che avevo fatto per il rinato interesse riguardante il mondo, negletto, del gesso, prima e a monte del Convegno nonché il mio concreto apporto al Convegno stesso con alcuni suggerimenti e coinvolgimenti vari tra cui quelli di Giuseppe Pasquale Palumbo,  Angelo Cutaia, Isabella Martorana Messana, il Coro Terzo Millennio diretto da Domenico Mannella, la Nuova compagnia di canto e musica popolare favarese diretta da Giuseppe Maurizio Piscopo, il gruppo Facebook  Siciliando che vanta oltre 64.000 iscritti, etc. e avrebbe dovuto parteciparci anche il prof. Sergio Bonanzinga interessato fin dall'inizio ai canti tradizionali di issara esistenti e recuperati a Racalmuto. Tempi permettendo, ancora altri contributi si sarebbero potuti inserire nel Convegno.

In ogni caso, le successive, ripetute ed inequivoche dichiarazioni della prof.ssa Marina Castiglione, una delle anime e organizzatrici del Convegno, non lasciano ombra alcuna di dubbio, ma molte  altre ombre vengono proiettate semmai da un certo modo, allegro o superficiale o frettoloso o fazioso o poco rispettoso  o poco professionale o malevolo, di fare giornalismo. Nei miei confronti purtroppo non è la prima volta. Non so con altri. La casistica non è casuale.
Peccato che, per una semplice conversazione ammannita come articolo, possa incorrere in tale casistica, o parzialmente lambirla, un giornale che vanta indubbie professionalità e sponsorizzazioni di autorevoli personaggi del mondo giornalistico! 

Al di là dei casi personali, con un tal procedere, per l'idea che lo Scrittore racalmutese aveva del giornalismo, di un certo giornalismo, non mi pare si onori Leonardo Sciascia, eletto da "Malgrado tutto" a suo nume tutelare. Tanto meno nella ricorrenza del trentennale della morte che si dovrebbe celebrare adeguatamente.

Lo dico con serenità, e con un certo distacco: ciascuno ne tragga le conclusioni che vuole. 
Senza trascurare le premesse però. 

P.S.
A mio  parere, piuttosto che ignorarlo, si doveva potenziare l'input "gipsofilo" racalmutese appunto perché proveniente dallo stesso territorio in cui è nato il giornale "Malgrado tutto"  e che sul territorio, di cui il giornale spesso si occupa giornalisticamente e non solo,  avrebbe potuto avere una ricaduta positiva per maggiormente valorizzarlo, come è accaduto o sta accadendo nel territorio limitrofo di Caltanissetta.

4 gennaio 2019




6 gennaio 2019

"Può un social contribuire alla ricerca scientifica sollecitando gli studiosi a riunirsi e a lavorare in èquipe? È quello che è accaduto la scorsa estate, quando sul blog “Archivio e pensamenti” di Piero Carbone, attivo operatore culturale di Racalmuto, ha avuto inizio un dialogo a distanza tra architetti, etnomusicologi, linguisti, antropologi, storici.
Tema del dibattito: il gesso.
A proposito di questo minerale poco studiato ma molto usato, sono emersi interessi diversi e ricordi d’infanzia sopiti attorno a cui si è costituita una piccola comunità che ha cominciato a interagire.
Dal blog si è passati ad una delle pagine facebook più frequentate dagli appassionati di cultura tradizionale, Siciliando (1). 
E da qui è scaturita l’organizzazione scientifica del  convegno La Sicilia del gesso. Stratificazioni, tecniche costruttive e cultura che avrà luogo il 12 gennaio dalle ore 9.00 a Caltanissetta, presso la Sala Magna del Consorzio universitario sito in C.so V. Emanuele 92.


"Il Convegno, organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo intende approfondire gli aspetti geologico-naturalistici del gesso e i suoi diversi usi in ambito architettonico, rurale e urbano, storico-artistico ed etnoantropologico. Si tratta del primo convegno interdisciplinare dedicato all’argomento e ciò può apparire incredibile se si pensa che tutta la Sicilia centrale è caratterizzata dalla  stratificazione geologica gessoso-solfifera. 
Essa, però, è assai più nota e studiata sul versante delle miniere di zolfo, attorno a cui si sono concentrate le prime ricognizioni sociologiche e che ha ispirato molte importanti pagine letterarie. 
Non così è accaduto al gesso, la cui presenza nel territorio è ancor più capillare e “domestica” rispetto alla produzione industriale dello zolfo. 
Sebbene si tratti di un materiale di larghissimo impiego e sebbene alimenti ancora un settore economico-produttivo vitale, ad oggi manca una ricognizione complessiva sulla sua storia naturale e sulla civiltà da esso determinata."
Marina Castiglione


(1)
Colgo l'occasione per ringraziare gli amici di "Siciliando", da me coinvolti nella fase promozionale  e divulgativa del Convegno, per la generosa adesione  alla causa del gesso e specificatamente per la  documentazione videofotografica del Convegno stesso.  P. C.


9 gennaio 2019



Schermata Facebook 4 gennaio 2019 alle 18.36.59

Schermata Facebook 9 gennaio 2019

Brochure









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