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mercoledì 14 febbraio 2018

PER SAN GERLANDO. Auspicio sacro e auspicio profano: Agrigento capitale della cultura 2020 con la Cattedrale aperta





AKRAGHIOS GERLANDUS
         ALLE SOGLIE DEI MILLENNI
                di Piero Carbone
                       Per un santo  che venne a ricristianizzare la Sicilia nell’XI secolo.
                      
                       Primo corista :               Sì, lasciasti Besançon,
                                                          in tempi di pericolo
e di errori. Oh!.
                      
Secondo corista:         Da Ruggero chiamato
                                   primicerio a Mileto,
                                   primus matriculae.

Primo corista:             Urgeva l’evangelo
                                   a fronte degli errori
edificare.       

                       Secondo corista:         Mosso da sacro ardore,
                                                          venisti, nuovo Saulo,
                                                          ad Agrigentum.
                      
Primo corista:             Tu, su dalla Città Alta,
                                   giù nella Valle del Caos
                                   parlasti ai morti.

Secondo corista:         Alle ossa incredenti
                                   infondesti la vita.
                                   Inutilmente?
                                                                     
Primo corista:             Urgeva l’evangelo
                                   far rifiorire anchora,
                                   gemma di luce.

Secondo corista:         Di templi senza fede
                                   nel nostro Dio trovasti
                                   rubre macerie.

                       Primo corista:             Di pietra, di certezze,
                                                          tu ergesti sull’altura
                                                          un nuovo tempio.
Primo e secondo
 corista:                        Grati ti siamo anchora
                                                          nei torpidi momenti,
                                                          o san Gerlando.
Primo e secondo
corista:                        Ritorna, o Akraghios,
                                                          ora che il gran millennio
                                                          si schiude. Amen.


                                         









ph ©piero carbone

giovedì 4 maggio 2017

CATTEDRALE DI PALERMO: GUGLIE E MERLETTI "CLASSICI"






Guglie e "merletti" della cattedrale di Palermo visti e fotografati di sera dalle alte e ampie finestre del Liceo classico Vittorio Emanuele II, in occasione della notte nazionale dei licei; notte bianca e open day del 13 gennaio 2017.







ph ©pierocarbone 2017 

domenica 12 febbraio 2017

MULTIFORMI PRESEPI DI TUTTO IL MONDO ALLA CATTEDRALE DI PALERMO. Ecumenismo in simbolo e un ricordo del prof. Antonino Buttitta


...e mi ricordo, a proposito di folklore natalizio,  quando nel 1981, per conto della Pro Loco, da un appunto leggo ch'era il 7 marzo, io e Tamì Restivo andammo a prelevare in taxi, dalla sua abitazione in via Volturno, il professore Antonino Buttitta, docente di Antropologia culturale e allora preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, per tenere una conferenza al Circolo di Cultura sul tema "Cultura e Folklore", in occasione della presentazione della musicassetta riproducente i canti popolari natalizi di Racalmuto. Ne conservo come cimelio una foto.

Il Professore parlò a braccio, disquisì sul concetto di cultura ed esaltò il valore della memoria e la sua importanza nell'identità di un popolo. Riferì di una ricerca sul campo nel nord Europa, forse in Finlandia. Al termine chiese privatamente riscontro sulla facilità e comprensione del linguaggio adottato. Da studente universitario, provai orgoglio ed emozione per cotanta dimestichezza: era il Preside della mia Facoltà.

Anche il viaggio da Palermo a Racalmuto non fu indifferente.

All'andata ricca di spunti fu la conversazione.
Al ritorno, più dialettico fu il confronto; le idee svicolano dalle gerarchie.

...e di una sortita ad Aragona Caldare ho vaga contezza, dopo che il taxista ebbe decantato un tipico prodotto locale.
P.C.



















ph ©laura carbone

giovedì 17 novembre 2016

SONO SALITO SUI TETTI PER RINGRAZIARVI, NEL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO

Ho ricevuto e sto ricevendo tanti auguri per il mio compleanno e di ciò sono grato e onorato.

Non che non lo meritino, gli amici, che io salga sui tetti per ringraziarli solennemente in modo da farlo sentire a tutti e non dimenticare nessuno, ma le cose, in realtà,  sono andate diversamente: mi sono ritrovato sui tetti della Cattedrale di Palermo perché accompagnavo gli alunni in visita guidata, tuttavia, nella sua casualità, la singolarità dell'esperienza mi ha fatto vivere inaspettate emozioni e suggerito tante riflessioni.

Non mi è sembrato vero che all'eccezionale esperienza potessi associare, idealmente, il mio ringraziamento. 
Anche se gridati sui tetti vi assicuro che i ringraziamenti sono individuali. Grazie a te, a te, a te...



Passeggiare sui tetti

Coincidenze che inducono a fantasticare: compleanno sui tetti.
Se si passeggia sui tetti di Palermo, sul tetto della Cattedrale, i pensieri, se ne può star certi,
 inseguono l'occhio che spazia a 360 gradi, e non si limitano all'ondulato cerchio dell'orizzonte ma intraprenderanno voli elicoidali, sopra i tetti,  appunto, molto sopra, oltre, oppure sotto i tetti, molto sotto, insomma verso l'alto e verso il basso, in volute dinamiche 
come fossero tortili colonne barocche. 
Pensieri. Sguardo. In verticale.  Usque ad sidera, usque ad inferos.

Metafora, il tetto, del giorno genetliaco, vero spartiacque del tempo (della nostra vita): 
arrotolato all'indietro 
eppure da srotolarsi ancora in avanti. 
Il genetliaco è un momento fuori dall'ordinario, come passeggiare sui tetti, festosamente, 
ma poi si deve scendere o... salire. 
Sui tetti non si abita.