Visualizzazione post con etichetta arte. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta arte. Mostra tutti i post

sabato 14 aprile 2018

LA PORTA APERTA DI FILIPPO GRILLO PRONUBA DI DIALOGO. Pensando, con tragica attualità, alla Siria

La pubblicazione odierna del "Portale est-ovest" di Filippo Grillo, con la nota a suo tempo richiestami dal suo autore,  per la tematica coincide con l'inaugurazione a Palermo della BIAS-Biennale Internazionale d'Arte Sacra  ed è resa attuale, per i rimandi simbolici, dalla recrudescenza del "problema" siriano: nel gioco delle alleanze e delle contrapposizioni internazionali, si traduce concretamente in bombe morte distruzione tragedie umane flussi migratori sofferenza e morte anche di bambini. 

L'arte che può fare? 

Addita i problemi, disinteressatamente li pre-vede perché li teme e vorrebbe scongiurarli, sempre sperando che la bellezza viri in presa di coscienza e atti di buona volontà. 

Ciascuno in questo mondo interpreta un ruolo più o meno attivo, volontariamente, involontariamente, quello dell'artista, nella sua apparente ininfluenza sui fatti del mondo e della storia, pur attinente alla stessa materia impalpabile dei sogni, si rivela a volte di una tragica, vera, innegabile necessità.


Filippo Grillo, Portale Est-Ovest, collage, 2017



Una porta per aprire su mondi comunicanti non in conflitto
di Piero Carbone


La porta è l’antropizzazione di un varco. 

Il processo dell’attraversamento in natura rappresenta la non interruzione di un continuum, di qua e di là sono biunivocamente intercambiabili rispetto al varco, il suo attraversamento rappresenta un’incognita, è vero,  ma anche un arricchimento perché oltre il varco il territorio può offrire altre risorse. 

Per l’uomo invece passa in secondo piano l’attraversamento, una porta lo interrompe, lo regola, lo carica di significati e simbolismi per cui non c’è più un continuum naturale ma una dualità e quindi una contrapposizione. 

Non contento di questa dualità terrena, terrestre, la proietta nel mondo delle sue idee e dei suoi desideri resi ipostatici, così si ha la porta dell’inferno e del paradiso.


La porta di Grillo, coloratissima, ricchissima di forme e colori, assemblata in collage con immagini e scritture che sono indistamente echi di forme, culture, mondi, sembra voler azzerare la dualità dell’al di qua e dell’aldi là, riassumendo simbolicamente quella dualità in un punto d’incontro, nella porta stessa, non più, dice l’artista “il punto di passaggio tra Oriente e Occidente”. 

La porta del resto come artificiale diaframma “è – sempre secondo l’artista - un punto astratto, è un luogo della mente, è un luogo ideale che sta nella ‘cultura’ degli uomini e non nella natura, ma gli uomini sulla terra lo hanno reso quasi fisico: è un punto dove i conflitti si manifestano ancora, nel terzo millennio, dopo lunghi e sanguinosi scontri dei secoli precedenti. 
E'  un punto dove le differenze sulla visione del mondo non vengono ancora interpretate come arricchimento ma come contrapposizione.” 



Insomma, la coloratissima porta occupa con la sua arte il vuoto, cattura attenzione e incanta, impedisce strategicamente l’attraversamento ma per annullare ogni possibile al di qua e al di là  poiché questo ha storicamente rappresentato dualità, conflitto, contrapposizione, con il concorso e la complicità delle politiche e delle ideologie. 

E’ una porta “pensata”, quella dell’artista partinicense.

L’arte infatti addita un’altra via, altri percorsi, altri attraversamenti, con la speranza che la  porta finalmente apra su mondi comunicanti e non in conflitto. 
Il sinuoso portale a sesto acuto,  con la sua festa di colori, con il suo ottimismo cromatico, li preannuncia.

Link e post correlati:
L'evento BIAS

L’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identita’ Siciliana
Sebastiano Tusa
Il Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Sergio Alessandro
La Direttrice del Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo
Valeria Li Vigni
hanno il piacere di invitare la S.V.
alla 
Biennale Internazionale d’Arte Sacra
delle credenze e religioni dell’umanità
LA PORTA | Porta itineris dicitur longissima esse
Sabato 14 aprile 2018, Vernissage
Palazzo Belmonte Riso ore 18,30
Concerto d’inaugurazione ore 21,00 nella Cattedrale di Palermo




*
I timori:

"Sia fatta luce..."
Non si può bombardare nel dubbio o nel sospetto (che potrebbero rivelarsi infondati come in Iraq)





lunedì 16 febbraio 2015

AGRIGENTO COME HOLLYWOOD. La cartolina di Toto Cacciato


In questi giorni Agrigento viene associata alle immagini dei gruppi folkloristici che con danze, suoni e canti etnici vi giungono da tutto il mondo per la Festa del mandorlo in fiore, una festa del folklore che culmina nel simbolo per eccellenza di Agrigento e cioè nell'empedoclea, nella pindarica Valle dei Templi. 

Dal passato dell'aura classica, attraverso il policromo presente del folklore multietnico, qualcuno ha ben pensato di proiettare Agrigento nel futuro di un set cinematografico, assimilandola addirittura al più famoso e rappresentativo simbolo del cinema americano: HOLLYWOOD.

Significherà qualcosa?

Bisognerebbe chiederlo all'agrigentino doc che l'ha ideato, l'artista Toto Cacciato, che mi fa piacere omaggiare con la pubblicazione di questa "sua" cartolina inviatami tempo fa al vecchio indirizzo di Palermo: non l'ho voluta ritoccare per non cancellare le tracce del tempo.

Forse la risposta bisogna evincerla dalle pieghe della sua attività di artista e di operatore culturale o dal senso del suo percorso umano e artistico che da Vicenza, dove ha vissuto e operato lungamente, l'ha riportato nelle plaghe da cui era partito.

Di un suo suggestivo progetto varrà la pena parlarne quando con la partenza dei danzanti gruppi folkloristici sarà ritornata nella Valle il sacro, millenario silenzio.









Links correlati

L'opera artistica di Toto Cacciato

La mostra al Castello Chiaramontano

Rappresentazioni classiche nella Valle dei Templi





domenica 27 aprile 2014

SE L'ARTE FA BENE AL CUORE. L'arte, lo sport e i trapanesi






Sto bene e mi piace l'arte
 o
 Mi piace l'arte e sto bene




L'antico poeta Alfano, che non ha nulla a che vedere con altri Alfani posteriori, sostiene che intorno al Mille "la medicina fiorì a Salerno".

Mille anni dopo, in situazione speculare, è il medico Francesco Paolo Sieli, professore di Medicina dello sport, a portare a Trapani musica, poesia e pittura nell'incantevole e riscoperto Villino Nunzio Nasi.



L'occasione è data dalla realizzazione del Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica a cura del laboratorio europeo di ricerca medico-subacquea di Trapani. 

Sapevamo della scuola di medicina salernitana il detto mens sana in corpore sano ma per l'evento medico-artistico odierno  ne occorrerebbe un altro tendente però allo stesso scopo e cioè che l'arte contribuisce al benessere spirituale e a quello fisico, ma intanto bene è espresso il connubio con il titolo dell'intera manifestazione del 24 aprile e cioè "L'arte incontra lo sport".  Pertanto "Sto bene e mi piace l'arte" o "Mi piace l'arte e sto bene". L'arte come terapia, come condizione  o come conseguenza?



A questo avrà pensato il dottor Sieli, con la sua anima artistica, anche in qualità di Presidente della Società Mediterranea di Medicina dello Sport.  Società che cerca di diffondere queste convinzioni nel mondo della scuola e dello sport, propagandando la cultura della prevenzione, "impegnata da oltre un trentennio nella formazione medico-scientifica dei sani principi di un buon stile di vita che, attraverso una regolare attività fisica ed una corretta ed equilibrata alimentazione, combattendo la sedentarietà e tutti i tossici voluttuari (tabacco, alcool, droghe), permettano il mantenimento del migliore stato di salute psicofisico e sociale e prevengano le malattie croniche invalidanti".





Sollecitato magari dall'incantevole sede della Società, il Villino Nunzio Nasi, incastonato fra gli scogli e i flutti del mare, proiettato con lo sguardo sulla terraferma ma anche, in un fantastico diorama, sul forte a mare della  Colombaia e le isole Marettimo, Levanzo e Favignana sagomate come balene che vanno in apnea.


Mentre le navi lasciano scie schiumose e i gabbiani al tramonto sollecitano vespertine citazioni dantesche, quando il desio "ai naviganti intenerisce il core".


A partire da questa suggestiva sede, si è pensato, come dice il dottor Sieli, "alla programmazione di eventi atti ad avvicinare la Cittadinanza trapanese presso questo meraviglioso sito. Da qui nasce l'idea,  - prosegue, - di realizzare una manifestazione L'Arte incontra lo Sport dove pittori e poeti siciliani possano rappresentare e parlare, permettendone sempre più la divulgazione, attraverso la loro arte del mondo dello Sport" .


Per il coinvolgimento di musicisti e pittori, ha attinto alle sue conoscenze e alle sue preferenze estetiche ma per i letterati e i poeti si è voluto affidare alla riconosciuta dimestichezza di Marco Scalabrino con la letteratura siciliana e in particolare con il mondo emergente e sommerso insieme dei poeti dialettali siciliani.  





Il coinvolgimento di ben 9 poeti ha di fatto costituito una rassegna di poesia dialettale a sé. Ciascun autore ha declamato una poesia sul tema dello sport. Poesie e rispettivi autori: Rizza!! di Vincenzo Adamo, Forza Trapani di Nino Barone, Lu cchiù granni jucaturi di lu munnu di Piero Carbone, Lu sportu di Alberto Criscenti, Lu sporti di la vita di Giuseppe Gerbino, Sport onuri e 'nsignamentu di Giuseppe Ingardia, Lu 'ncantu di lu sport di Alberto Noto, Ginnastica !? di Marco Scalabrino Lu sporti è lealtà di Giuseppe Vultaggio.



Per la prosa, Giuseppe Di Marco ha presentato e letto alcuni racconti del padre Franco, autore e trascrittore tra l'altro, questi, di racconti dialettali appresi dall'affabulatore da lui stesso scoperto Berto Giambalvo.


La mostra dei pittori Rocco Poma e Nello Previti si protrarrà fino al 9 maggio. 

Altre manifestazioni dovrebbero seguire e "nella programmazione futura, - promette e si ripromette il presidente Sieli, - si intende parlare di Sport attraverso il mondo della filatelia, nel connubio con l'enogastronomia locale e, con storici locali, narrare anche del passato sportivo trapanese."



Viene il sospetto che, secondo tale programma, l'arte incontrerà, non solo gli sportivi di una città, ma la città stessa,  con reciproco arricchimento. E benessere.




Il post che sto preparando: "Un Villino in mezzo al mare", dedicato al Villino Nunzio Nasi
  

Foto proprie