Visualizzazione post con etichetta quella memorabile serata. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta quella memorabile serata. Mostra tutti i post

venerdì 24 gennaio 2014

UNA FOTO TIRA L'ALTRA. CHE SERATA!

Mai e poi mai, quando incominciai a parlarne con Domenico Mannella, avrei potuto immaginare che dal desiderio di disegnare qualche contorno più preciso ad un ricordo vago, e precisamente di una certa serata a Racalmuto che ha visto il concorso di tre, e quali tre!, poeti  nonché di musicisti e appassionati di tradizioni popolari,  ne discendesse una profluvie di altri ricordi, testimonianze, foto. Una festa, una festa della memoria: sulla quale ci siamo intrattenuti abbondantemente nei post precedenti e su cui, per i fecondi addentellati connessi, continueremo ad occuparci. 

Riguardo a quella serata, alle prime foto di Domenico Mannella si sono aggiunte quelle di Lina Alfano ma ora con questa ultima arrivata, di Nino Vassallo, possiamo documentare visivamente altre presenze e altri momenti significativi.

Un motivo in più per incrementare quella che negli ultimi tempi sembra una tendenza, quasi una moda, ma che in altre parti ha già dato consolidati frutti, e cioè una raccolta sistematica di foto che testimoniano  il nostro passato. E non chiamatela solo nostalgia: se si sa leggere, se si sa interrogare, una foto, come un reperto archeologico, potrà rivelarci un mondo, e magari indizi per capire meglio noi stessi.
Grazie, Nino, per l'ulteriore documentazione che hai fornito di quella serata. 


Da sinistra: 
Bernardino Giuliana, Eugenio Napoleone Messana, 
Ignazio Buttitta, Carlo Puleo.



http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/01/eventi-virtuosi-che-generano-eventi.html




mercoledì 22 gennaio 2014

"TIERRA" Y RECUERDOS Y PENSAMIENTOS. Commenti di G. Salvo, A. Cutaia, E. Chiarelli



Questi commenti erano stati inseriti dai rispettivi autori in coda al post "Quella memorabile serata. Dimenticata" pubblicato il 7.1.2014 e sparito nello stesso giorno, ripubblicato ieri, in versione pressoché identica, col titolo "Eventi virtuosi che generano eventi"
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/01/eventi-virtuosi-che-generano-eventi.html


Pubblico i commenti a parte per dare loro un maggior rilievo.




Giovanni Salvo:

Caro Piero, nel mio piccolo, precisamente quando ho avuto le “mani in pasta” al Municipio, ho cercato di spendermi in tal senso.

Anche io, rispolverando la memoria, ho tentato di ricordare quei momenti fulgidi, che tu oggi rispolveri opportunamente, che lasciavano ben sperare, di una Racalmuto creativa legata alla sua memoria, e dunque al suo passato.

Non so se si può dire, ma finanziai una mia idea, ossia la registrazione di alcuni canti tipici, che rischiavano, in qualche modo, di venire dimenticati, molti dei quali legati proprio ai gruppi folk del tempo che stiamo rievocando.

In realtà doveva essere un progetto più ampio, legato alla ristampa della tesi della Prof. Isabella Messana, di cui conoscevo l’esistenza, e che sapevo avere dato molti spunti.

Naturalmente non dimenticai alcune poesie su Racalmuto del notaio Pedalino e del Prof. Alfonso Scimè, da intercalare tra i brani musicali, che sono state incise e recitate con la calda e professionale voce di Patrizia Carta.

Scelsi la copertina, un particolare di un quadro raffigurante un momento della festa del monte, donato al comune da un pittore racalmutese, i brani e le poesie da registrare, tra i quali La vinuta di la Madonna di lu Munti, Lu suli sinni va, U’ surfararu, U’ issaru, Sicilia terra pirduta, Oli’ Oli’ Ola’, La gilusia, etc.

Tenevo tanto venisse inciso il toccante brano sull’emigrazione attribuito a Polifemo e Ciccio Macaluso, del gruppo Regalpetra, Sicilia terra pirduta, preceduto dalla poesia di Pedalino Di Rosa La Nustalgia.

Volli venissero coinvolti tutti i gruppi di musica popolare in primis i reduci dei vecchi gruppi folkloristici, con in testa il coro "Terzo Millennio" (radice "Virrinedda").

Per far ciò dovetti affidarmi alla frangia “amichevole” della burocrazia comunale, che tu ben conosci, impastata in qualche modo con il tema del mio desiderio, e tra delusioni e soddisfazioni il lavoro fu realizzato.

Il titolo “Fiesta” non lo diedi io bensì quanti coinvolti alla realizzazione, i quali, alla racalmutese maniera, finirono per intestarsi l’idea, impossessandosene e minimizzando persino la mia già modesta prefazione.

Evidentemente erano già i tempi in cui i politici non contavano un... tubo.

Un fatto è certo: il CD esiste e ne possiedo ancora qualche residuo di copia che vi farò avere, con immenso piacere.
Nonostante non sia mai riuscito neanche a fare una degna presentazione. 
Ma questa è un'altra storia.





Una struggente versione del canto "U Surfararu" eseguito dal Coro "Terzo Millennio"


Angelo Cutaia: 

Mi ricordo bene la mostra, la conferenza e la serata al cinema. 
Conoscevo il prof. Antonino Uccello per essere stato, un paio d'anni prima, a visitare la sua Casa Museo, la prima che io abbia conosciuto, a Palazzolo Acreide. 

In quella occasione fu lui a guidarci personalmente per le sale ricchissime di cimeli. 
Della mostra ricordo pure che vi era una lucerna romana, proveniente dalla contrada "Donna Fala" con raffigurato il pavone. 
Seppi molti anni dopo che il pavone rappresenta il Cristo e dunque potei apprezzarne l'alto valore storico quale uno dei pochi reperti paleocristiani di Racalmuto. 

Avevo realizzato anche una registrazione della serata. Chissà dove sarà quella cassetta! Il pezzo più pregevole era per me il cantu di li issara
Il maestro Mannella potrebbe, in qualche modo, riproporcelo. Ora so, caro Piero, che subito ti brillerà nella mente una manifestazione rievocativa e ripropositiva. 
Beh, magari in estate, sai dove possiamo realizzarla. 




Eduardo Chiarelli:

Pio Martorana ha davvero attuato un giro in tutto il mondo. 
Anni fa, raccontandogli che mi trovavo in Portogallo, mi ha elencato una dozzina di località, tra cui Lisbona, Nazarè , Coimbra, Porto , Setubal  e Sagres,  tutte città  dove si era esibito. 
Un affettuoso abbraccio anche al Maestro Mannella.

 


Piero Carbone:

I vostri commenti sono testimonianze che arricchiscono il ricordo di quella speciale serata. Grazie.




Altri commenti:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/01/quella-memorabile-serata-virrineddra-e.html




La immagini sono tratte dai cd  "Fiesta" e "Tierra".

La copertina del cd "Tierra" è di Segio Amato



UN RICORDO TIRA L'ALTRO. Una precisazione sulle immagini.
Il ricordo dell'ormai "famosa serata"  ha sollecitato il commento di Giovanni Salvo che ha ricordato una sua iniziativa quando era assessore ma per un lapsus ha scritto "Tierra" invece di "Fiesta"; io a Palermo avevo sotto mano  il cd "Tierra", ho scannerizzato la copertina e l'ho pubblicata; Giovanni, da Agrigento,  mi corregge e mi promette che prossimamente da Racalmuto mi invierà le immagini corrette; contemporaneamente da Riva del Garda (potenza di Internet) si accorge dello scambio Ignazio Licata che prontamente col cellulare fotografa e invia le immagini corrette di Fiesta.
Mentre armeggio col blog una notifica mi segnala un link postato da Peppino Agrò, rimanda ad un canto inserito nel cd "Fiesta" eseguito dal Coro Terzo Millennio; non mi pare vero e lo inserisco.
E tutto grazie ad un iniziale ricordo, ad altri ricordi concatenati e ad un lapsus. 
Una propizia occasione per parlare prossimamente dei dei due cd che contengono tanta musica tradizionale e non solo, racalmutese o di racalmutesi. Grazie a tutti e in particolare a quella "memorabile serata".


martedì 21 gennaio 2014

EVENTI VIRTUOSI CHE GENERANO EVENTI. Quel post riproposto


Il poeta Ignazio Russo di Sciacca


Questo post è stato già pubblicato in forma pressoché identica martedì 7 gennaio 2014 col titolo QUELLA MEMORABILE SERATA. DIMENTICATA. Ma all'indomani è sparito, non so per quale causa misteriosa o più banalmente per una mia involontaria manovra improvvida. Le reazioni a quel post sono documentate  in un altro post dell'8 gennaio 2014 il cui link è:

Ripropongo il post sparito con qualche integrazione testuale e fotografica.


Il presentatore della serata Egidio Terrana, di Grotte, ammira compiaciuto l'abbraccio del
Presidente del Circolo di Cultura, Luigi Alaimo, con il Direttore dell'Associazione culturale folcloristica "A Virrineddra" Domenico Mannella, organizzatori dell'evento assieme all'Assessorato alla Cultura di Racalmuto.

Di tanto in tanto mi scorrevano davanti agli occhi gli stessi fotogrammi, riconoscevo qualche personaggio, ma sempre fugaci e interrotti come avveniva con le fragili pellicole in poliestere di una volta, rimandavano però allo stesso evento.

Un anno fa circa, quando di quella memorabile, mitica serata ne parlai a Domenico Mannellla, non pensavo di poter mettere in sequenza quei labili fotogrammi e farne una stabile carrellata.
Recentemente, davanti ad un tè caldo, in una fredda e umida serata racalmutese, Domenico mi ha fatto la sorpresa, ha portato con sé alcune foto rinvenute rimischiànnu, rovistando, dormienti cassetti...

Quella mitica, o quasi obliata, serata diventava reale, dai contorni sempre più definiti, anche grazie ai tanti nomi, agli aneddoti, ai particolari emersi dal pozzo fondo di una memoria risalente a quarant'anni addietro.

L'assessore alla Cultura di Racalmuto Matteo Petruzzella 
consegna la pergamena ricordo agli artisti.



I miei ricordi, in fondo, si limitavano alla presenza di Ignazio Buttitta che ha recitato "a tia, a tia, a tia..." dopo avere chiesto di spegnere alcuni fari ché gli impedivano di guardare negli occhi il pubblico e di Ignazio Russo che ha recitato una toccante poesia sul Natale, era un'invettiva e si concludeva con un messaggio di speranza indirizzato a tutti gli uomini della terra: Quannu c’è a paci ni lu munnu: è Natali, è Pasqua ogni jornu...
"C'era anche Bernardino Giuliana di San Cataldo - aggiunge Domenico, - che ha recitato Lùcinu, lùcinu li citalèni..." non dimentico dell'antica piaga delle miniere e dei minatori.

Una parte del pubblico della platea


Sono intervenuti inoltre il maestro Franco Li Causi, l'autore  tardivamente riconosciuto della canzone popolare Vitti na crozza, gli zampognari di Agrigento e anche i Dioscuri, allora sconosciuti, che hanno voluto essere presenti ad un evento artistico percepito come importante e di grande valenza culturale, "del resto gli organizzatori, - precisa Domenico, che in qualità di direttore dell'Associazione culturale folcloristica "Virrineddra" è stato uno degli animatori, - si prefiggevano di esaltare la cultura siciliana valorizzando i canti popolari siciliani e racalmutesi in particolare."


Uno dei fratelli Faro al fischietto
 e Giuseppe Giuffrida con un insolito strumento


"Un evento unico nel panorama culturale agrigentino," precisa il maestro Mannella, che oramai ha dato la stura ai ricordi e precisa che ad organizzarlo sono stati in sinergia il Circolo di Cultura presieduto da Luigi Alaimo, l'Assessorato alla Cultura retto da Matteo Petruzzella e dall'Associazione culturale folcloristica "Virrineddra" presieduta dallo stesso Mannella.

Consegna della pergamena ricordo ad Egidio Terrana.
Da sx: Lina Alfano, Angela Adile, Egidio Terrana, Luigi Alaimo.

Nello stesso giorno, di pomeriggio, al Circolo di Cultura c'è stata la mostra dei pani e dei dolci tradizionali di Sicilia, di Racalmuto, di Agrigento, di Palma di Montechiaro..., "abbiamo portato le tovaglie da casa, quelle che si usavano in quel periodo, e il professore Antonino Uccello ha tenuto una conferenza sull'importanza delle tradizioni popolari".

Il prof Antonino Uccello dell'Università di Catania, fondatore della Casa Museo
 di Palazzolo Acreide,  presenta la mostra dei pani e dei dolci tradizionali di Sicilia.

In serata c'è stato lo spettacolo al cine teatro "Vittoria" che d'estate fungeva da arena quando il tetto scorrevole spariva dalle teste degli spettatori e lasciava intravedere le stelle. 

Ma quella sera il tetto scorrevole non fece alcun movimento sulle teste del numeroso  pubblico, accorso da tutta la provincia, costituito da oltre mille persone, perché lo spettacolo si tenne col freddo natalizio e sul fondale del palcoscenico si poté ammirare un grande telone con la rappresentazione dei monumenti più significativi di Racalmuto tra cui il Castello Chiaramontano detto "u Cannuni."

"E tutti, chiosa tra un ricordo e l'altro, Mannella, sono intervenuti gratis, ai più lontani soltanto un rimborso spese".

Lu zi Peppi Giuffrida di Catania e uno zampognaro di Agrigento

Quasi a ricalcare la mia presenza tra il pubblico all'eccezionale evento, rievocai ancora più nette sensazioni scaturite dall'ascolto di Ignazio Russo e di Ignazio Buttitta: "Da Aspra, lo andò a prelevare Giuseppe Sferrazza Papa" disse quasi inavvertitamente Domenico, riferendosi a Buttitta: fu un indizio  che colsi al volo. 

Telefonai a Giuseppe che, sorpreso, della rievocazione di un fatto così lontano, lo integrò con altre notizie: la serata è stata arricchita dalle presenze di lu zi Peppi Giuffrida di Catania, suonatore di marranzano e costruttore di tamburelli, "con un suo tamburello Piuzzu Martorana ha girato il mondo",  nonché dei fratelli Faro, anch'essi di Catania, appartenenti ad una famiglia di famosi friscalittara, suonatori e costruttori di friscaletti, i tradizionali fischietti siciliani.

Il poeta Ignazio Buttitta


Ma torniamo a Buttitta.
"Andai a prenderlo ad Aspra, - dice Giuseppe, - con la mia fiat 124 grigia, che ne ha fatta di strada trasportando gli strumenti musicali del Gruppo folcloristico A Virrineddra per tuta la Sicilia e una volta a Sciacca, invitati da Ignazio Russo al quartiere San Micheli...".

Un fiume in piena, in vena di ricordi. 
Lo riporto al viaggio con Buttitta. 
"Quando arrivai ad Aspra, Buttitta non stava tanto bene e la moglie non voleva che uscisse di casa per timore di qualche malanno; discussero un poco ma la situazione lasciava presagire che avrei fatto il viaggio di ritorno da solo, poi, per fortuna, accadde un imprevisto, quando la moglie si recò nell'altra stanza per andare a prendere non ricordo se una medicina o una bevanda calda, Buttitta scattò in piedi e avviandosi verso l'uscita si rivolse a me con queste veloci parole: 
Scappa, Peppi, prima ca me mugghieri si nn'adduna e chiuj u cancellu. (Corri, Giuseppe, prima che mia moglie se ne accorga e chiuda il cancello).

Uscimmo e dietro di noi con un'altra macchina ci seguì una sua nipote in compagnia di un'altra persona e con loro avrebbe fatto il viaggio di ritorno dopo lo spettacolo a Racalmuto a cui teneva tanto".

"Ma l'altra persona è Carlo Puleo!" ho sbottato quando ho visto il secondo gruppo di foto fattemi pervenire da Lina Alfano, il maestro Carlo Puleo, l'amico indivisibile di Ignazio in tutte le sue peregrinazioni siciliane e che sarebbe ritornato nell'aprile del 2008 a Racalmuto in occasione del gemellaggio di Racalmuto e Bagheria  e la celebrazione dell'intitolazione di una Piazza a Ignazio Buttitta di cui il maestro Puleo aveva scolpito un medaglione donato al comune di Racalmuto.
La ricorda bene, quella serata, Carlo: "Una serata indimenticabile. Con il grande Ignazio."


L'intervento di Buttitta:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/01/parru-cu-tia.html


La lapide nel laboratorio del marmista zi Vicienzu Conti  con 
il medaglione di Carlo Puleo durante la scultura del nome  

A proposito di riconoscimenti, nella stessa foto è riconoscibile anche l'ex sindaco Eugenio Napoleone Messana, e chissà quanti verranno riconosciuti da altri.

Chissà quanti altri aneddoti ci sarebbero da raccogliere su quella serata. Spero che prendano forma. 
Ho il presentimento che altre fotografie riaffioreranno.




Intanto, mi pare che si è in parte disciolta la nebbia che stava condannando all'oblio un avvenimento così importante per la comunità racalmutese sotto tanti punti di vista, non ultimo perché conferma una radicata cultura musicale, indica un metodo e testimonia l'impegno, l'entusiasmo e lo spirito di iniziativa di tanti giovani.

L'esposizione dei pani e dei dolci tradizionali siciliani al Circolo di Cultura

Così,  ieri. Buon auspicio per il tempo a venire. Del resto la vitalità di alcuni fatti storici consiste nella loro fecondità, anche se se ne perde la memoria, quando, come quello racalmutese al cine teatro Vittoria di tanti anni fa,  genera altri fatti, insomma la vitalità di un evento che genera altri eventi. Anche se sotterraneamente.
"Un evento che genera eventi, quando c'è buon vento...".


Se questi eventi, scaturiti da peculiari motivazioni in vista di determinati obiettivi, poi abbiano tracciato una strada e fino a che punto essa è stata percorsa e seguita  nei decenni successivi, è questione che varrà la pena approfondire.


Gruppo folcloristico "A Virrineddra"

Dall'alto a sinistra:  Ninetta Alaimo - Peppi Picone - Mariangela Mattina - Mannella Junior - Nannina Giancani - Totò Alfano - Giovanna Romano - Pio Martorana - Carmela Cardillo - Enzo Scimè -Giovanna Odorico - Lillo Sardo - fisarmonicista Francesco Macaluso nipote di lu zì Cicciu Macaluso  - Franca Scimè - Giovanni Giancani - Antonietta Brucculeri - Peppi Papa - Graziella Mannella - Peppi Cardillo - Antonietta Alaimo - Nino Vassallo - Sole - Giudice - Lina Alfano - Peppi Tascarella - Angelo Scimè di via F. Martini  - Enzo Sardo - Mimmo Mannella - Alfredo Mattina - Mario Sardo - Angelo Scimè (detto "scienza"); i due piccoli sono il nipote di Giancani (Manta) ed il fratello di Giovanna Odorico. 



Angelo Scimè, dalla cui bacheca fb riprendo i nomi sopra citati, così ricorda l'esibizione di quella serata:

"Mentre la gente, al teatro, aspettava di vederci sul palco, noi entrammo da dietro direttamente in sala cantando e suonando, una serata indimenticabile".


Le foto a corredo di questo post sono state messe a disposizione da Domenico Mannella e Lina Alfano.

La seguente foto, sopraggiunta successivamente, viene messa a disposizione da Nino Vassallo:


Da sx: 
Bernardino Giuliana, Eugenio Napoleone Messana, Ignazio Buttitta, Carlo Puleo.




Eduardo Chiarelli
il giorno 07/01/14