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martedì 6 ottobre 2015

"DALLA MENZOGNA BISOGNA POI USCIRNE". Vittorini lo diceva. Ma è ancora valido?




"Maestri" rimossi

Guardandoci intorno, e non solo dal lato della politica, la domanda, circa l'attualità del pensiero di Vittorini, credo volga in favore dell'attualità; e direi, purtroppo.  






novembre '56


DALLA MENZOGNA BISOGNA POI USCIRNE

Le considerazioni di opportunità politica, se implicano una deformazione della verità dei fatti, si risolvono sempre, presto o tardi, proprio a danno della parte politica  in favore del cui prestigio vengono operate. 
In quanto presto o tardi s'impone, per la parte stessa, la necessità di uscire (se vuol sopravvivere) dall'arido terreno della menzogna; e allora, se tutto è stato menzogna, tutto crolla". 
(Tempo presente, n. 9, 1956)

in Elio Vittorini, Diario in pubblico, Bompiani, Milano 1991. Prima edizione 1957.

Quarta di copertina

mercoledì 19 novembre 2014

IL "METODO BOFFO" E IL "METODO BOFFINO"



Chi mette in atto il "metodo Boffo" rappresenta il braccio secolare di una moderna Inquisizione prêt-à-porter: alla portata di tutti, tascabile e laica, dal momento che non è prerogativa di una sola chiesa né di un solo ordine religioso come in antico lo era dei domenicani.
Con una differenza: l'Inquisizione garantiva il silenzio, il "metodo Boffo" provoca la loquacità, col suo proliferarsi.
Link:





A suo tempo mi aveva fatto impressione il colore fucsia dei calzini del giudice Misiani, non per il colore in sé ma perché tirato in ballo da un certo giornale per risalire alla presunta poca serietà del giudice e delle sue sentenze: uno che portava calzini fucsia si era permesso di giudicare personaggi vicini, vicinissimi al giornale stesso. Come potevano essere credibili le sue sentenze?, sembrava il messaggio dal cromatico accostamento.
Ma è questo il compito del giornalismo? Rubare il lavoro ai critici d'arte?





L'onorevole Angelino Alfano, doveva certo conoscerlo, il perfido metodo, quando temendo il sibilo dei venti contrari, lanciò il messaggio, chissà se per timore o per sfida, "contro di me il metodo Boffo, no!"
Anche la recente evocazione del "metodo Boffo", da parte di Pierluigi Bersani all'assise del Pd, mi ha fatto impressione, e mi ha fatto parimenti impressione il commento di chi dice che Pierluigi abbia sbagliato ad evocarlo, il famigerato metodo, perché avrebbe arrecato male al PD; come se non si riconoscesse il diritto alla potenziale vittima di difendersi da un pretestuoso attacco perché si danneggiano terzi.
Ma non certo è colpa dell'offeso se vengono tirati in ballo terzi.





Un tal modo di pensare, di metterci una pietra sopra o una cazzuolata di cemento, non suona alla fine come un invito a subire in silenzio per rendere più micidiali e devastanti gli effetti dell'infame metodo?

Infame se viene da destra e infame se viene da sinistra.

Infame perché di materia grave e greve si tratta, roba pesante ("greve" per Sabatini Coletti è anche altro): ci vanno di mezzo l'integrità, l'innocenza, la dignità delle persone.

Si vogliono distruggere ruoli e carriere ma si finisce con il lanciare bombe che distruggono indiscriminatamente tutto ciò che si trova nel loro raggio.

Si vorrebbe minare la serenità personale e familiare del bersaglio, della persona che si vuole destituire di serietà, di credibilità, nel tentativo di neutralizzare gli effetti del suo operato o delle sue parole. Tutto ciò non è riprovevole?

Chi, con un solo articolo o una serie pianificata, se ne fa artefice, con quali occhi (della coscienza) può guardare dritto negli occhi i figli propri o quelli altrui, senza provare un moto di vergogna o di rimorso ( e, si spera, di pentimento)?





Non meno grave e greve se, in scala ridotta, alcuni cercano con intenzione di azzannare come possono e contemporaneamente vorrebbero nascondersi o schermirsi dicendo che, lontani mille miglia da ogni metodo Boffo, loro intendono soltanto buffoneggiare con un innocente "metodo Boffino".
Ma a che pro?
Sono questi i meriti per gli avanzamenti di carriera?
Smessi i panni dei denigratori, come possono, codesti operatori dell'informazione, essere credibili ancora una volta?
Se vengono seppellite le notizie vive ovvero vere per far danzare come su una graticola le notizie false e le non-notizie, alla fine il giornalismo diventerà esso stesso la necropoli promiscua dell'informazione.




Questo metodo, insomma, che una volta si chiamava semplicemente calunnia, mi ha indotto a pubblicare una nota su fb il 18 ottobre e a citare una riflessione smaragdosiana il 22 dello stesso mese. Con qualche piccolissima integrazione, ripropongo qui l'una e l'altra. Non si sa mai.

E con una doverosa glossa: quanto degni di considerazione sono coloro che, per nessun prezzo (anzi, pagandone di persona uno altissimo), non si prestano a falcidiare preordinati bersagli con tali pratiche truculente e barbare!






NOTA su fb
22.10.2014:


Che tempi luminosi! La Non-Verità contro la Verità 1 a 0 in una partita non giocata ma ugualmente raccontata. L'acefala calunnia contro l'ignaro bersaglio.

Alcuni giornalisti ragionano così: contro gli altri va benissimo il "metodo Boffo", ma se in una giornata di vento e di tempesta fai notare che hanno una ciocca di capelli fuori posto, reagiscono, e come se reagiscono!; magari dicono che quella ciocca non è la loro; per una ciocca fuori posto notata, strepitano che è un'offesa al decoro personale e un attentato alla libera informazione; invocano querele.

E allora, viene da filosofare: solo il sedere degli altri dev'essere prestantemente dicotilèdone?

(E il vento che scompiglia i capelli?).

Smaragdos, Lo scornabecco non è un animale. Parainedito.


Da destra:

Da sinistra:






IL "METODO BOFFO"? NO! NO! NO!


Rifletta sulla "barbarie" e sulle "sconcezze" evocate dal post allegato

chi denigra sui giornali o su altri mezzi di informazione invece di ragionare e controbattere con la tecnica della logica, con il fedele riscontro dei fatti, con l'obiettiva citazione delle idee in questione, con il rispetto della persona altrui oggi per essere rispettato lui un domani;

chi offende o vuole offendere con arbitrarie e strumentali associazioni di oggetti, colori, idee, film, immagini;

chi riduce tutto a una pierinata altrui nel disperato tentativo di togliere credibilità a chi potrebbe dire la verità (la verità non è una proprietà - o una colpa o una virtù - privata);

chi crede di essere furbo e potente oggi (potrebbero cambiare il vento e la sorte, e potrebbero trasformarsi in cavoli amari un domani);

chi crede che il "metodo boffo" e/o "boffino" siano la formula magica per trasformare di riflesso la zucca in carrozza e i topi nei bianchi cavalli della fiaba antica;

chi crede di intimidire evocando vicende giudiziarie innocentemente chiuse e concluse, vera e propria "monnezza" insomma;

chi tira fuori particolari insignificanti o inventati di sana pianta per torcerli a pugnali arroventati...

Per me è semplicemente inciviltà oltre che un'arma improvvida: potrebbe ritorcersi su chi l'ha brandita.

Ci vorrebbe un po' di vangelo: non fate agli altri...





Il post che deve far riflettere:













ph ©pierocarbone

giovedì 11 settembre 2014

LE STRADE DEGLI SCRITTORI E QUELLE DEI GIORNALISTI






nota su fb 11 settembre 2014 alle ore 11.58

Premesso che ognuno è libero di classificare le notizie “lente” o “rock”come ha fatto Celentano in una famosa trasmissione, per i giornali una tale classificazione è rischiosa se le notizie“rock” vengono enfatizzate e quelle ritenute “lente” vengono ignorate, specialmente se le "lente" possono risultare oggettivamente importanti e utili per i cittadini lettori. A mo’ di esempio riporto una sequenza di fatti e considerazioni.

1. Un Senatore della Repubblica segnala alcune  "lesioni" sul viadotto di una superstrada in costruzione che sarà attraversata, a opera ultimata, da centinaia di migliaia di autoveicoli;

2. alcuni giornali cartacei e online ne danno la notizia;

3. altri, no, o perlomeno nulla si legge in prima pagina con eguale risonanza (ma non è “rock” una notizia che riguarda la salutee la sicurezza stradale dei cittadini?)

4. in particolare, rientra nel punto 3 un giornale che finora ha aggiornato i lettori sull'avanzamento dei lavori con toni entusiastici e avveniristici, con tanto di foto superpatinate;

5. l'impresa in qualche modo collegata ha in precedenza finanziato iniziative culturali e incarichi che ha visto coinvolti e interessati la stessa testata e alcuni giornalisti di codesto giornale on line che non dà notizia dell'allarme del senatore della Repubblica (o forse la notizia si trova in qualche sottorubrica poco visibile perché non si dica che la notizia è stata ignorata?);

6. in precedenza, questo giornale, che oggi sottovaluta la suddetta notizia del ponte lesionato, ha tentato di mettere a tacere, con tanto di ostracismo mediatico in effigie e "in verbis", chi si è permesso di fare critiche o rettificare il suddetto giornale on line circa notizie inesatte vissute in prima persona;

7. alla luce dei recenti fatti documentati da un senatore della Repubblica ovvero “come ti gestisco le notizie lente e quelle rock”, le considerazioni e le conclusioni sui comportamenti nel presente e nel passato ognuno le trarrà da sé (o vuoi vedere che alla fine della giostra la “colpa” sarà di chi subisce le notizie inesatte e non invece di chi le dà!);

8. nelle more di altre notizie, di ogni riparazione e/o chiarimento rasserenante si potrebbero utilizzare vie di comunicazioni alternative di mare o di aria;

9. ma non tutti possono permettersele.



http://www.lasicilia.it/articolo/quel-viadotto-sulla-statale-640-appena-costruito-gi-lesionato

http://agrigentoweb.it/2014/09/09/statale-640-ruvolo-lesioni-a-un-viadotto_160836?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook

http://www.trs98.it/?p=113533

http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/sopralluogo-ruvolo-statale-640-agrigento-caltanissetta.html


http://www.grandangoloagrigento.it/allarme-del-senatore-ruvolo-ponte-della-640-gia-lesionato-prima-della-consegna/

http://www.scoopsquare.com/post/it/2014/09/09/15/3566946-ponte-lesionato-prima-della-consegna.html