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giovedì 28 maggio 2015

OMAGGIO ALLA CHAPMAN. Una mostra fotografica permanente a Milena su una civiltà che sembra esotica


Un destino fotografico accomuna Milena a Montedoro, grazie a due donne, una di origine inglese, Louise Hamilton Caico,  alla quale ho dedicato diversi post, e l'altra americana, Charlotte Gower Chapman, entrambe hanno documentato un mondo che a loro poté sembrare "curioso", "primitivo" e dunque degno di essere raccontato, studiato, fotografato.

All'interno dell'Antiquarium "Arturo Petix" di Milena, a cura di Giuseppe Palumbo, sono esposte le foto che la sociologa americana Chapman inserì nel libro dedicato al "villaggio" nisseno, frutto della ricerca sul campo effettuata negli Anni Venti del secolo scorso.
Straordinario documento di una civiltà che a quasi un secolo di distanza sembra lontana e distante, esotica come quella Maori della Polinesia, ma qui, nel mondo evocato e documentato da quelle foto sono le "nostre" radici.
Non soltanto quelle dei milenesi che a quel tempo si chiamavano milocchesi.
Noi eravamo!





























2 maggio 2015
Visita all'Antiquarium in occasione dell'incontro per programmare le tappe dell'escursione del 30 e 31 maggio a Racalmuto e a Milena
da parte dei gruppi archeologici "Drepanon" di Trapani e "Xaire" di Salemi.
Da sx: Angelo Cutaia, Giuseppe Palumbo, Leonardo Lombardo, Antonella Altese.  

Giuseppe Palumbo


Giuseppe Palumo con Antonella Altese, presidente del Gruppo archeologico Drepanon





Links correlati:

Quando il libro della Chapman venne presentato a Montedoro



Ph piero carbone

domenica 1 settembre 2013

IL "MODELLO MILENA" E I TERRAZZI DI RACALMUTO






L'acquazzone mattiniero non lasciava presagire nulla di buono, ma nel pomeriggio si è potuto svolgere regolarmente l'incontro culturale sui terrazzi di Racalmuto: Peppe Palumbo ha intrattenuto oltre  un'ora e mezza l'interessato uditorio sulla sua attività di ricercatore e animatore culturale di Milena.
Scoperte archeologiche, valorizzazione delle tradizioni popolari, collaborazione con l'Università, realizzazione dell'Antiquarium, struttura della Casa Museo della civiltà contadina, sono state alcuni aspetti del suo intrattenimento ravvivato dalla proiezione di inedite diapositive. E' emerso da tutto ciò un "modello Milena" che ha dato i suoi frutti.


Mentre sul terrazzo di Totò Bufalino e Mirella Vinci si allargava lo sguardo su uno spettacolare panorama, Peppe Palumbo ci trasportava in epoche assai lontane con le sue appassionate ricerche e i suoi ritrovamenti.  Un terrazzo che nelle pause musicali il giovane Giuseppe Sardo trasformava in auditorium naturale con la sua tromba, inondando la vallata con le note di My Way.
Un tipico carretto siciliano costruito e dipinto dall'artigiano Dino Agrò richiamava l'idea di una mostra in una giocosa galleria d'arte visto che era collocato accanto al tavolo imbandito di tipici taralli racalmutesi e vino rosso della locale cantina "La Torre".


Le escursioni storico-archeologiche sono state integrate dalle digressioni di Angelo Cutaia autore tra l'altro di un pregevole volume sulle regie trazzere e conoscitore come pochi del territorio racalmutese.


Un incontro, si può dire, denso e ricco di testimonianze, di arte, di cultura, ma senza averne le arie. Del resto, democraticamente, la cultura soffia dove vuole ("se ha fiato" ha chiosato un amico). Lillo Conte vi ha dedicato un reportage che sarà pubblicato prossimamente in un post appositamente dedicato. Tra gli intervenuti, molti appassionati delle materie trattate nella serata, tra cui Calogero Messana da Montedoro, gli archeologi Domenico Romano e Carmelo Falco, e poi Luciano Carrubba, Renato Volpe, Paolo Cino, Lucy Scimè, Iolanda Salemi. Idealmente presenti Nicolò Rizzo autore della locandina e il professore italoamericano di origini racalmutesi Sam Migliore che ci ha fatto pervenire in pdf un testo su Charlotte Gower Chapman autrice di un famoso  saggio su Milena quando ancora si chiamava Milocca.


Qualcuno tra i presenti, incuriosito, e a completamento di quanto ascoltato e visto, ha lanciato la proposta di organizzare una gita a Milena per visitare i siti archeologici descritti, le "robbe", l'Antiquarium, la Casa Museo. Se si attuerà, ci sarà un "cicerone" speciale che ci guiderà.


Il successo dell'iniziativa ha convinto gli organizzatori che simili incontri si potrebbero ripetere.





Foto © Piero Carbone

sabato 24 agosto 2013

RIMPIANTO DEL "SINGLE" SICILIANO




Una sera d'agosto, Angelo Cutaia mi propone di andare a visitare una mostra a Milena curata da un suo amico. 
E' una sorpresa, un arricchimento.  
Il curatore della mostra, un personaggio: propugnatore di tante iniziative, meritevole di tante scoperte; l'oggetto delle sue ricerche uno e uno solo, Milena, ammirata, scandagliata sotto molteplici aspetti, quello etnoantropologico, quello minerario, quello archeologico, aspetti non dissimili da quelli di Racalmuto, motivo questo di confronto e di rimpianto per le occasioni mancate. 
Là musei e antiquarium, nel paese che una volta veniva chiamato dai milocchesi Palermu u picciulu, "la piccola Palermo", una fiera di desideri irrealizzati, seppure sconfinata riserva di potenzialità. 

Altro che rimpianto del single siciliano (celibe in italiano, schièttu in dialetto) che tra l'altro  è soltanto una porziuncola della mostra! 

Con Angelo ci assuppiamo  ("assorbiamo") la mostra. Documentiamo le nostre impressioni con le fotocamere dei telefonini. Conversiamo con Pasquale Giuseppe Palumbo e ci lasciamo dandoci un appuntamento a Racalmuto, per continuare l'amabile e arricchente conversazione.





QUANN'ERA SCHIETTU

Quann'era schiettu lu sapivanu tutti
ca suonnu di la notti 'un ni vidia.

Iera patruni di tutti li vutti
unni vulia viviri vivìa.

'Un c'eranu palazza e mancu grutti
unni putia dormiri durmia.

Mi maritavu e mi scurdavu a tutti
ca sugnu amatu di l'amanti mia.




QUAND'ERO CELIBE

Quand'ero celibe lo sapevano tutti
che il sonno della notte trascuravo.

Ero padrone di tutte le botti
e dove volevo bere bevevo.

Non distinguevo i palazzi dalle grotte
dove mi capitava di dormire dormivo.

Mi ammogliai e ho trascurato tutti
ché sono amato dall'amante mia.



Poesia della tradizione orale di Milena, una volta detta Milocca, da me liberamente tradotta.
Seguono alcune foto prematrimoniali esposte nella mostra tenutasi recentemente a Milena a cura di Pasquale Giuseppe Palumbo.







Aggiungi didascalia
"Di solito la sposa ha un vestito di seta dai colori vivaci e uno scialle nero sul capo.

A guardarle dal fondo della chiesa è difficile distinguere la sposa dalla suocera dal momento che siedono una accanto all'altra davanti all'altare maggiore."

Charlotte Gower Chapman, Milocca a sicilian village.







La Chapman incrocia Racalmuto, che è a due passi da Milena, non in Sicilia ma in America dove nel volume 5 Histories of Antropology Annual il Professore di Antropologia Culturale alla Kwantlen University College di Vancouver (Canada) Sam Migliore, di origini racalmutesi, le ha dedicato uno studio dalla pagina 110 alla pagina 151 (gliene chiederò un piccolo estratto da pubblicare sul blog).

Chiedo scusa per la qualità delle foto riprodotte solo per documentare il ricordo di una mostra visitata.