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mercoledì 14 febbraio 2018

PER SAN GERLANDO. Auspicio sacro e auspicio profano: Agrigento capitale della cultura 2020 con la Cattedrale aperta





AKRAGHIOS GERLANDUS
         ALLE SOGLIE DEI MILLENNI
                di Piero Carbone
                       Per un santo  che venne a ricristianizzare la Sicilia nell’XI secolo.
                      
                       Primo corista :               Sì, lasciasti Besançon,
                                                          in tempi di pericolo
e di errori. Oh!.
                      
Secondo corista:         Da Ruggero chiamato
                                   primicerio a Mileto,
                                   primus matriculae.

Primo corista:             Urgeva l’evangelo
                                   a fronte degli errori
edificare.       

                       Secondo corista:         Mosso da sacro ardore,
                                                          venisti, nuovo Saulo,
                                                          ad Agrigentum.
                      
Primo corista:             Tu, su dalla Città Alta,
                                   giù nella Valle del Caos
                                   parlasti ai morti.

Secondo corista:         Alle ossa incredenti
                                   infondesti la vita.
                                   Inutilmente?
                                                                     
Primo corista:             Urgeva l’evangelo
                                   far rifiorire anchora,
                                   gemma di luce.

Secondo corista:         Di templi senza fede
                                   nel nostro Dio trovasti
                                   rubre macerie.

                       Primo corista:             Di pietra, di certezze,
                                                          tu ergesti sull’altura
                                                          un nuovo tempio.
Primo e secondo
 corista:                        Grati ti siamo anchora
                                                          nei torpidi momenti,
                                                          o san Gerlando.
Primo e secondo
corista:                        Ritorna, o Akraghios,
                                                          ora che il gran millennio
                                                          si schiude. Amen.


                                         









ph ©piero carbone

mercoledì 27 febbraio 2013

A QUALE SANTO VOTARCI




In tempi di crisi non si sa veramente a quale santo votarci.

Nel 1626, Agrigento, infestata dalla peste, escogitò una bella pensata per liberarsi dal flagello: non riuscendo a trovare rimedio che si rivelasse efficace decise di votarsi non ad uno soltanto ma  ad una molteplicità di santi, una sorta di assicurazione statistica nel caso uno o l'altro non fosse risultato decisivo.  

E oggi?

Se non è peste è disoccupazione, se non è colera è crisi economica, se non è moria è spread, e se non sono santi sono partiti.
Sperando che la loro moltiplicazione, come speravano gli agrigentini nel 1626, funzioni.

E intanto la peste...




«In nomine sanctae et individuae Trinitatis Patris, Filii et Spiritus Sancti — Amen.

« Questa magnifica città di Girgenti, conoscendo, che per li suoi peccati, et per giusto giudicio di Dio è stata visitata con la tribulatione del morbo contagioso, et vedendo, che di giorno in giorno cresce, e che non bastano li rimedy humani a guarirla, mettendo tutta la sua speranza in Dio padre, et in Gesù Christo suo figliolo, si revolgi a domandarli perdono, e chieder la celeste medicina della sua infinita clemenza, et pietà, et acciò maggiormente possi placare il suo giusto sdegno, recorre alla sua piatusissima madre, et alii santi suoi padroni et protetttori, acciò colla sua santa intercessione rendino 1'ira di Dio placabile.

Laonde li spettabili D. Andrea Del Porto, D. Franccsco Maria Montaperto, D. Juanni Gamez, et il dottor D. Marcello Trainti, giorati, con 1' intervento dell' illustrissimi e molto reverendi signori canonaci della Cathredale D. Corrado Bonincontro, D. Francesco Magro, Di Giovanni Carchia, D. Filippo Marino, D. Sigismondo Tagliavia, D. Vito Alaijmo, don Francesco Greco, D. Francesco Navarra, D. Epifanio di Mole, D. Gaspare Traina, D. Francesco De Fide e D. Thumasi Quaglia




suplichevuli, prostrati inanzi il ss. Sacramento, ed alii piedi della beatissima Vergine, promettono mandare con una torcia ad accompagnare il ss. Sacramento, che, quantevolte sonerà 1'orologio, dirsi l’ave Maria,
digionare le sette vigilie delle sette feste della Madonna,
et in honore della stessa la processione ogni anno alii ij d'agosto della reliquia delli santissimi capelli;
confirmano dippiù la laudabile consuetudine di farsi ognanno li festi dei santi Libertino,
Gregorio
et Gerlando
et Vittoria, nostri padroni;
confirmano dippiù la processione ognanno di s. Sebastiano,
ed anco si pigliano per devot' et avvocati d'essa città li gloriosi s. Rocco,
ed il beato Felici cappuccino;
ultmamente promettino fare la festa cola processione sollenne a s. Rosalia nel suo giorno,

et cossi esortino tutti li suoi successori e citatini in perpetuo a fare observare questi proponimenti, a gloria di Dio e della sua santa Madre, e suoi santi padroni e protettori. — Amen.

— A 27 aprile 1626.— Canonicus D. Philippus Marino compilator etc.

Dai Privilegi della Cattedrale, Vol. II, pag. 110 v. citati in Giuseppe Picone, 
Memorie storiche agrigentine, Agrigento 1984, seconda ristampa anastatica 
dell’edizione del 1866





I quadri e i disegni sono di Pietro D'Asaro detto "Il Monocolo di Racalmuto" (1579-1647).