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domenica 12 luglio 2020

FESTA DEL MONTE DI RACALMUTO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS. Imprevisti della storia e nuove opportunità

ph ©piero carbone


ph ©Nicolò Licata.
Pubblicata sul Gruppo Facebook:
 https://www.facebook.com/VIVI-Racalmuto-164292564151953/?__xts__[0]=68.ARAcgoxaLh0585WyHZp5xkIVusjjL-0SRlw8-_vR9HwgnMn0TbrAZztKZL5ynnlriKRA1TpNpk7ve1wlX_chAy4SrMzqJFzG-LdPnd2ebWdNDi2Q7qduqCSa7Qlls3GsGuA4fWfdFA-H4nzFgIJJxIldO4SpmK-0Naj29C1FcSMPMMpHbRFnUqg-UiUBhd0CwNs7tddKx50RFmrLr75_5QQtsvzRFb6uD77vY8sDFyk70CiWm8ZmYOgt7SgPxiDAQoxEUaXoIbtbwkED3Ps66b2Fg-cPd1lHxus0c6WZ9MaCfmajsB3IFZYkcnouzkQofh5CNn6Z10WK8gObxpya-7EB&__tn__=k*F&tn-str=k*F



NUOVE PROPOSTE:
I ceri in esposizione alla Piazzetta

"Questa sì che sarebbe una bella installazione storico-artistica!
A volte certe idee scaturiscono da imprevisti e incidenti di percorso!" P. C.



Nuovo Cero degli Emigranti

http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/racalmuto-madonna-monte-niente-festa-quarto-cero-votivo-progetto.html

*
https://www.grandangoloagrigento.it/ultime-notizie/festa-del-monte-a-racalmuto-si-pensa-al-prossimo-anno-con-il-nuovo-cero-degli-emigrati




Condivido da Joe Curto che da Hamilton fa eco alla Proosta di un nuovo Cero degli Emigranti:

Vorrei condividere questo emozionante progetto alle famiglie e alle discese di Racalmutese di Hamilton.
I membri e il presidente dell'Associazione per la promozione del turismo ′′ VIVI RACALMUTO ′′ sono lieti di annunciare che, dopo aver inserito un memorandum d'intesa con varie comunità di migranti di Racalmuto provenienti da tutto il mondo (Canada, Belgio, Francia, Inghilterra, Germania, Venezuela, USA, ecc.) con varie associazioni commerciali, con l'approvazione dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vincenzo Maniglia e dal Comitato di Maria SS. del Monte, presieduto dal rettore Don Luigi Mattina, verrà presentato l'ambizioso progetto per la realizzazione di un nuovo ′′ CILIU
Il progetto è stato creato da Giancarlo Matteliano e Luigi Agrò, figlio di Racalmutese di Hamilton, e molti devoti a Maria SS del Monte con l'obiettivo di rafforzare, nella Fede, e la profonda devozione di tutti i racalmutesi provenienti da tutto il mondo per la loro MADONNA DEL MONTE.
Molti altri, con profondo entusiasmo e interesse, si sono uniti a questa straordinaria proposta dell'Associazione per la promozione del turismo come, le famiglie Martorelli / Campanella (Canada), sig. Antonio Puma (Inghilterra) e la famiglia Chiodo (Belgio).
Saranno coinvolti artigiani, mercanti locali, tutte le famiglie e nuove generazioni di emigranti racalmutesi. Anche coinvolto è il signor. Joe Curto, il presidente del comitato del Festival di Maria SS. del Monte di Hamilton. La comunità di Hamilton come molti già sanno è una delle più grandi comunità racalmutesi di tutto il mondo.
Questa creazione di un Ciliu aggiuntivo che farà parte della storia di Racalmuto sarà chiamata,
′′ Ciliu degli immigrati racalmutesi ′′
Il ′′ Ciliu degli Emigranti Racalmutesi ′′ coinvolgerà professionisti locali come; architetti, artigiani, designer e pittori e la timeline per completare questo progetto sarà il 2021. luglio. Due giovani designer Miriana Chiarelli e Giulia Costumati, molto interessati a questo progetto ambizioso, hanno già iniziato a lavorare su schizzi dell'aspetto iniziale e del design del nuovo ciliu.
Chi vorrebbe avere il proprio nome di famiglia sul ′′ Ciliu degli immigrati racalmutesi ′′ per una piccola donazione, sentiti libero di contattarci via email all'indirizzo racalmutesecommunityhamilton@gmail.com


I would like to share this exciting project to the families and descents of Racalmutese of Hamilton. 
The Members and the President of the "VIVI RACALMUTO" Tourism Promotion Association are pleased to announce that, after having entered into a memorandum of understanding with various communities of immigrants of Racalmuto from around the world (Canada, Belgium, France, England, Germany, Venezuela, USA, etc.) with various trade associations, with the approval of the Municipal Administration, led by Mayor Vincenzo Maniglia and the Committee of Maria SS. del Monte, chaired by the rector Don Luigi Mattina, the ambitious project for the construction of a new "CILIU" will be presented.
The project was created by Giancarlo Matteliano and Luigi Agrò, a son of Racalmutese from Hamilton, and many devotees to Maria SS del Monte with a goal of strengthening, in the Faith, and the deep devotion of all Racalmutese from around the world for their MADONNA DEL MONTE.
Many others, with deep enthusiasm and interest, have joined this extraordinary proposal of the Tourism Promotion Association such as, The Martorelli/Campanella Families (Canada), Mr. Antonio Puma (England), and The Chiodo Family (Belgium).
Artisans, local merchants, all families, and new generations of Racalmutese emigrants will be involved. Also involved is Mr. Joe Curto, the President of the committee of Festival of Maria SS. del Monte of Hamilton. The community of Hamilton as many already know is one the largest Racalmutese community from around the world.
This creation of an additional Ciliu that will be part of the history of Racalmuto will be called,
"Ciliu of the Racalmutese Immigrants"
The "Ciliu of the Racalmutese Emigrants" will involve local professionals such as; architects, artisans, designers and painters and the timeline to complete this project will be July 2021. Two young designers Miriana Chiarelli and Giulia Costumati, who are very interested in this ambitious project, have already started working on sketches of the initial appearance and design of the new ciliu.
Those who would like to have their family name on the “Ciliu of the Racalmutese Immigrants” for a small donation, feel free to contact us by email at racalmutesecommunityhamilton@gmail.com






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domenica 19 aprile 2020

500th Anniversary Celebration - Festa della Madonna del Monte Racalmuto. VIDEO DI SAM MIGLIORE



Grazie a Sam Cino per avere pubblicato questo raro documento e a Dario e Rossana per averlo condiviso su Facebook
Questo raro e prezioso video è stato regalato a mio padre da Sam Migliore. È stato girato e prodotto nel 2003 e cattura la pianificazione e l'anticipazione del 500° anniversario della scoperta della Madonna del Monte nel territorio africano e di come la statua, trasportata in Sicilia dal principe di Castronovo, arrivò a trova una casa permanente a Racalmuto, Sicilia. Il video cattura splendidamente la cultura del popolo racalmutese e il significato religioso che viene dato al santo patrono di Racalmuto, Maria Santissima Del Monte. Il video è stato prodotto dal Professor Sam Migliore, cinematografico, scrittore e professore di antropologia visiva e medica presso la Kwantlen Polytechnic University (Surrey). Il professor Migliore è stato cresciuto ad Hamilton, in Ontario e ha completato il suo dottorato in Antropologia presso la McMaster University. La sua ricerca e il suo lavoro sul Madonna Del Monte Festival e la cultura Racalmutese sono ammirati dalle persone su entrambi i lati dell'oceano; da Racalmuto, Sicilia alla sua città gemella di Hamilton, Ontario, Canada. Sottotitoli aggiunti da Sam Cino.






Piero Carbone da Racalmuto Che sorpresa! Un piacere ritrovarsi in questo  evento del 2003, importante per i racalmutesi di qua e di là dell'Oceano. Conservo un bel ricordo del Prof Sam Migliore che con i suoi studi antropologici ci fa comprendere meglio le nostre origini e la nostra identità



lunedì 10 febbraio 2020

LA VUGLIDDRA. Novena dei bambini a maggio per la Madonna del Monte rievocando Santa Rosalia



Così scrivevo nel 2003


"Nell’economia della festa esterna che progressivamente si è venuta strutturando, il Dramma sacro Maria Vergine del Monte in Racalmuto del Bonaventura Caruselli  apre i festeggiamenti. 
Va fatto notare che la rappresentazione della venuta della Madonna rievocata dal Dramma sacro, detto in dialetto semplicemente "Recita", cade nel primo giorno dei festeggiamenti indicato col termine “triunfu”, forse conservando memoria di altri “triunfi” . 
A tal proposito una digressione: nella festa esterna della Madonna del Monte sono confluiti versi popolari e frammenti di riti spuri, non bene amalgamati con l’insieme in cui sono inseriti, se è  vero che i bambini nelle “piccole processioni” di maggio, andando di casa in casa, continuavano a  cantare fino a non molto tempo fa “Lu canazzu, lu canazzu ci dicìa – Va maritati, va maritati, Rusalia”, alludendo alle tentazioni del diavolo nei confronti della Santuzza, sennonché l’effigie che portavano in processione non era quella di Santa Rosalia bensì quella della Madonna del Monte."

Da LA MADONNA DEL MONTE NEI RIFERIMENTI TESTUALI.

Testi di vario genere sulla Madonna del Monte di Racalmuto

e di alcuni caratteri di essi.

Relazione letta al Convegno celebratosi nel 2003 in occasione del quinto centenario dell'arrivo della  statua della Madonna del Monte a Racalmuto.

Testo raccolto,  dattiloscritto e ciclostilato nel 1978

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LA MADONNA DEL MONTE ATTENDE GLI ATTI

Quando Totò Sardo mi espresse il desiderio di voler incontrare mons. Cataldo Naro per invitarlo come relatore ad un convegno sulla Madonna del Monte di Racalmuto ne fui ben felice.
Alcune circostanze: era la fine del 2002;  mons. Cataldo Naro era stato da poco nominato arcivescovo di Monreale; il dott. Salvatore Sardo rivestiva il ruolo di assessore alla cultura e di vicesindaco;  nel 2003 sarebbe caduto il cinquecentesimo anniversario della venuta "miracolosa", secondo la leggenda, della statua della Madonna detta del Monte a Racalmuto.
Ancora echeggiavano in paese i nove giorni di festeggiamenti per il cinquantenario dell'incoronazione della Madonna nel 1988, i festeggiamenti del 2003 si preannunciavano altrettanto solenni secondo le aspettative. Il convegno si inseriva in questo clima.

Ci recammo in Episcopio a Monreale per estendere l'invito e poi, conoscendo l'indole di mons. Naro e la serietà dello studioso, ritenni opportuno fargli avere alcuni libri per la necessaria documentazione; glieli portai a Poggio San Francesco dov'era in corso un ritiro spirituale condividendo per un giorno intero l'agape fraterna e le evangeliche meditazioni. L'appuntamento per Racalmuto fu confermato.


Mons. Naro venne e alla presenza di vari studiosi e dell'arcivescovo di Agrigento tenne una conferenza ricca di originali spunti di riflessione


Al termine dei lavori il comune diede incarico allo studioso don Biagio Alessi di collazionare gli atti e predisporli per la pubblicazione. 
Le cose non andarono così. 
Il prolungamento dei tempi tecnici e la morte prematura di Padre Alessi, il cui lavoro, ulteriormente sollecitato e giunto a un buon punto, ho potuto visionare nel periodo del mio incarico come assessore tecnico alla cultura, rimandarono la pubblicazione alle calende greche. 
Si sarebbe dovuto recuperare il lavoro già compiuto  presso gli eredi. Non s’è fatto. 

Sarebbe stato bello pubblicare e presentare gli Atti a dieci anni di distanza del convegno, durante la Festa del Monte di quest'anno, che si svolgerà nei giorni di venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 luglio 2013.

Nel frattempo, oltre mons. Naro, qualche altro relatore è morto.  Per non lasciar cadere l’evento nel dimenticatoio, nel 2010 ho chiesto ad Enzo Di Natali, direttore della rivista “Oltre il muro”, di ospitare l’intervento di mons Naro preceduto da una mia breve nota per contestualizzarlo.  P. C.






sabato 13 luglio 2019

INNO A MARIA SANTISSIMA DEL MONTE DI GIUSEPPE MESSANA. Documento fatto pervenire da Beppe Bellavia Messana che ringrazio per la generosa e lungimirante condivisione

Post a cura di Piero Carbone
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INNO DI GIUSEPPE MESSANA
A MARIA SANTISSIMA DEL MONTE

Per avere liberato il popolo di Racalmuto dal flagello del Cholera - 1837 -

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 Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.







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AVVERTENZA METODOLOGICA
Chi cita i documenti sopra riportati o vi fa riferimento è pregato di citare la fonte 
ovvero il Blog Archivio e Pensamenti dove sono stati pubblicati. 

Si anticipa che questi e altri documenti saranno inseriti in un libro curato in solido 

da Giuseppe Bellavia Messana e Piero Carbone.

martedì 9 luglio 2019

COME OGNI ANNO, LA FESTA DEL MONTE. Fra antiche omissioni e nuove anticipazioni. Con Pio Martorana e Beppe Bellavia Messana



FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI MARIA SS. DEL MONTE

Si inizia il venerdì con 21 colpi di cannone, col cosiddetto Triunfu e la Recita "La vinuta di la Madonna di lu Munti". 

La prima volta fu rappresentata nel 1978 su testo di Eugenio Napoleone Messana. Nel 1979 eccezionalmente non ebbe luogo. Nella versione attuale, dal 1980, viene rappresentata anche con i personaggi femminili da me aggiunti: contessa, damigelle, popolana (solo nel 1986 anche due pastori che introducevano la recita vera e propria - chissà se esiste qualche foto?) #festadelmonte #recita





Il Programma (religioso-tradizionale)
 del Comitato dei festeggiamenti



Il Programma laico-integrativo del Comune 



Il testo della Recita del Venerdì
Pubblicazione del 1982.
 In questa edizione, ad integrazione dell'originario testo di Eugenio Napoleone Messana del 1978,
sono stati inclusi il mio testo riferito ai personaggi femminili  da me ideati e introdotti nel 1980
nonché il monologo introduttivo del personaggio Giacinto
scritto dal prof. Nicolò Macaluso.

Pubblicazione del 1988. In questa edizione è stata aggiunta
 la cronaca del gemellaggio con Castronovo di Sicilia avvenuto nel 1986

La reiterata omissione
Schermata  Facebook 2019-07-09 alle 09.48.15

L'anticipazione
Schermata Facebook 2019-07-09 alle 18.01.17




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sabato 21 luglio 2018

NOI, LA FESTA DEL MONTE, LA FACCIAMO COSÌ. Presentazione di Iolanda Salemi, e un annuncio

Grazie al Direttore di "Lumie di Sicilia" Mario Gallo
 per l'ampia e prestigiosa accoglienza dedicata
 alla descrizione della Festa del Monte di Racalmuto
e a Iolanda Salemi,
 ormai assidua collaboratrice di "Lumie di Sicilia",  
attenta nel ricostruire, con grande precisione, aspetti, 
che possono sembrare piccolissimi,  di un rito e di una tradizione, 
ma nel sentimento o nel ricordo,
  per tanti, insignificanti, anche se piccolissimi, non sono. 



Lumie di Sicilia, n. 117 (32 online) - agosto 2018









LA RACCOLTA DEL PERIODICO  
"LUMIE DI SICILIA" 
E' CONSULTABILE SU:

(nello spazio "Inserisci la tua ricerca" 
inserire la parola lumie  o sicilia + Invia Modulo)
                              

Il testo

LA FESTA DEL MONTE
di 
Iolanda Salemi

Premessa
<<Pampilonia nel dialetto dei Racalmutesi vuol dire confusione infernale, chiasso, smisurata allegria... ed una pampilonia di festa nell’ultima settimana di Maggio qui esplode insonne e violenta...>>.
Così Leonardo Sciascia definisce la Festa del Monte, a cui era solito assistere ogni anno. Una festa barocca e colorata, un rito pagano che mischia tradizione e religione, devozione e superstizione.

Festa rossa di sangue e di torrone, di profumo di zucchero filato, di voci di bambini e musica sparata dagli amplificatori delle giostre. Calda di sole e fresca di gelati “a pezzo”, consumati sotto gli ombrelloni dei bar. Festosa di bande musicali che accompagnano ogni momento; scalpitante di cavalli e cavalieri che li incitano per arrivare al momento culminante: l'acchianata di la scalinata di lu munti, la prummisioni, che  le donne fanno a piedi scalzi e gli uomini a cavallo. Il gesuita Girolamo Morreale ha scritto un libro molto documentato sulla presenza della Madonna del Monte a Racalmuto e sulla festa in particolare, tenendo conto anche della tradizione orale. 

Venerdì: Triunfu e Recita
La festa che per secoli era celebrata nel mese di Maggio, da qualche decennio è stata spostata alla II settimana di Luglio, per favorire la partecipazione dei molti emigrati che per le ferie estive ritornano al paese.
Il Venerdì pomeriggio vent'un colpi di cannone segnano l'inizio della festa, segue l'entrata dei “Tammurinara” che sfilano per le vie del paese. Alle ore 20 una grande folla riempie il piano del Monte, dove è pronto il carroccio, trainato dai buoi, su cui è adagiata la statua della Madonna circondata da fiori. La statua non è quella originale, pesantissima, ma una copia in gesso, molto più leggera.
Finita la funzione in chiesa, la processione detta “lu Triunfu”, si svolge per le vie principali, che sono illuminate dalle caratteristiche luminarie. Precedono il carro  il clero, e la folla di gente, infine il corteo storico, con i cavalli bardati e i cavalieri in abiti del Seicento,  che rievoca l’entrata della Madonna a Racalmuto.
Dopo aver attraversato il corso Garibaldi, la processione si ferma in piazza, dove  viene rappresentata la recita, che si conclude con il grido unanime: “viva Maria Matri e Rigina ca a Racalmutu si vosi ristari”.
La tradizionale recita, rappresentata in piazza fin dalle origini, cadde in disuso dopo il 1955. 
Nel 1978, Eugenio Napoleone Messana, sulla scorta del Bonaventura Caruselli e attingendo dal libro di Nicolò Tinebra Martorana,  ricompose in dialetto la Recita in un atto che si concludeva, tranne l’ultima battuta di Ambrogio, con il canto Di Trapani affaccià Maria di Gèsu. Quell’anno la gente assistette allo spettacolo con compiacimento, riconoscendosi nelle battute dei personaggi. 
Nel 1980, Piero Carbone, includendo il mondo delle donne e delle madri, nobili e popolane, per rafforzare la coralità del popolo tutto e dare una ventata di freschezza, aggiunse  una seconda parte con l’introduzione della Contessa e degli altri personaggi femminili. Nonostante qualche isolata resistenza, i nuovi personaggi, apparsi inaspettatamente al seguito della Contessa condotta in portantina, furono accolti unanimemente con rafforzato compiacimento e con commozione, insomma, era stato regalato al paese un altro giorno di festa anche perché la rappresentazione venne spostata dalla domenica al venerdì. Nel 1982 il testo della Recita veniva stampato  nel suo assetto definitivo con l’introduzione, da parte del professore Nicolò Macaluso, del personaggio Giacinto con funzione di Prologo.
Durante i tre giorni di festa i venditori ambulanti montano le loro bancarelle (li barracchi) lungo i lati del corso, dando un’immagine coreografica della piazza. In questi giorni l’odore dominante è quello del torrone e dello zucchero filato, sulle tavole dei racalmutesi non manca la “cubaita”, il tipico torrone fatto con mandorle, pistacchi e miele che già dal nome tradisce l’indubbia origine araba. Mentre la gente prolunga fino a tarda ora le serate, continuando a passeggiare, o a consumare seduti ai tavolini dei bar e i bambini si divertono sulle giostrine.

Sabato: pigliata di lu Ciliu
La mattina del sabato, un tempo in piazza Barona aveva luogo la fiera degli animali, usanza ormai andata perduta, adesso oltre alla messa solenne celebrata in chiesa, si può assistere in piazza al consueto concertino della banda musicale. Ma il momento più importante della festa, è la “presa del Cilio”, che si svolge in piazza alle ore 22, a questo punto la festa si colora di rosso “rossa fiesta, urlante grappolo di gioia”.
Ma vediamo cos'è il Cilio: dal latino cereustradotto nel siciliano ciliu, è un grosso cero posto su un piedistallo e tenuto da sostegni di legno artisticamente lavorati, il quale acceso soleva portarsi dietro l’immagine del Santo. L’istituzione di questi cerei è antichissima, in un documento del 1355 è descritto l’ordine dei cerei di Palermo.
Nei primi tempi il sostegno era piccolo e rudimentale, poi si perfezionò fino a diventare  un  vero e  proprio  monumento religioso processionale di forma artistica. Anticamente veniva trasportato a spalla per mezzo di lunghe aste inserite alla base, negli anni settanta, è stato posto su una base con ruote e viene trainato da un trattore.
In tempi in cui mancava la luce elettrica, le candele e i grossi ceri avevano una grande importanza di utilità pratica e di voto religioso, servivano ad onorare i Santi ma anche ad illuminare la piazza e le chiese, in tale contesto nasce il cero come monumento religioso processionale; infatti arrivati in chiesa i rappresentanti della corporazione del cero facevano le loro offerte di candele.
Già nel 1881 Racalmuto aveva i suoi quattro ceri: quello dei “burgisi”, “ugliara”, “cicirara”, “mulinara”. Quest’ultimo non esiste più, gli altri sono tuttora presenti. Tutti e tre sfilano in ordine di grandezza, che è anche gerarchia sociale, primo il più grande e più bello quello dei “burgisi”, poi quello degli “ugliara”, e infine dei “cicirara”.
Il cero dei borgesi è legato alla presa della bandiera, al centro della piazza, la grande macchina del cilio si ferma, l’autista del trattore dà un lungo segnale con il clakson ed inizia la contesa. Le due fazioni sono schierate, ognuna di loro parteggia per un prescelto, inizia la rissa, piovono pugni e calci il tutto dura dieci o quindici minuti, alla fine il gruppo più forte ha la meglio, il campione riesce a raggiungere la cima della macchina e sventola la bandiera.
Possono partecipare solo i giovani non sposati, infatti è chiamato “lu ciliu di li schietti”, il fortunato che ha preso la bandiera si sposerà entro l’anno. A volte capita che i risentimenti trascinati durante l’anno, trovano in questa occasione momento di sfogo, quindi la lotta si fa particolarmente cruenta. Il vincitore riceve un premio in denaro ma ha l’obbligo di confezionare la bandiera per l’anno prossimo, mentre avrà il privilegio di far partire dalla sua casa il cero ed offrirà un rinfresco a tutti coloro che andranno a “vidiri partiri lu ciliu.

Domenica: prummisioni, messa solenne e processione
La Domenica è la giornata delle “Prummisioni” (ex-voto), chi durante l’anno ha ricevuto la grazia scioglie il voto portando doni al Santuario. Anticamente i doni consistevano in grano o animali adesso si offre denaro, le offerte vengono fatte sia durante la mattinata che nel pomeriggio. Le donne, un tempo, portavano a piedi  scalzi le loro offerte, formando delle piccole processioni,  adesso possiamo dire che le donne che affrontano la lunga scalinata a cavallo portando in braccio i loro bambini, sono più degli uomini.
Una straordinaria attrattiva sono le “Prummisioni” fatte a cavallo, la mattina una folla di parenti ed amici si riunisce nella casa del devoto, dove viene offerto un rinfresco. Fuori è pronto il cavallo bardato con tutti i paramenti, le “cianciane” ed un’immagine della Madonna posta sulla fronte, arrivata la banda si parte in corteo.
Sfilando per le vie principali, si giunge ai piedi della lunga scalinata che porta al Santuario, qui il riluttante animale viene incitato a furia di urla e bastonate a salire la scalinata, arrivando fin dentro la chiesa dove li attende il prete che li benedice.
Il culmine della festa si raggiunge la domenica sera, con la processione. Un grande carro a forma di nave, perché secondo la leggenda la madonna arrivò dal mare, viene preparato su un camion, al centro viene posta la statua della Madonna circondata da angioletti, che un tempo erano bambini travestiti, adesso sono puttini di gesso, attorno fiori e candele.
 La festa si conclude verso le 2, quando in piazza Barona si assiste allo spettacolo dei fuochi artificiali molto gradito dal popolo, infatti due elementi determinano la riuscita della festa, la quantità  e qualità dei fuochi, e la bellezza e ricchezza delle luminarie.
Dopo l’ultimo colpo secco che indica la fine, la folla si dilegua dicendo: “Viva Maria SS. del Monte”, che non è un forte grido di massa istituzionalizzato, piuttosto un grido sommesso e personale che ognuno emette spontaneo. 

La Festa in America
La devozione per la Madonna del Monte a Racalmuto è particolarmente sentita, ma anche da tutti i racalmutesi sparsi per il mondo, numerosi tornano in paese per l'occasione. 
Ad Hamilton, dove è concentrata una comunità di  circa 20.000 emigrati racalmutesi, hanno istituito una analoga Festa del Monte, per mantenere quel legame spirituale che li fa sentire sempre parte del paese natio.
Ai primi del secolo scorso, si celebrava la Festa anche a New York. 

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