Visualizzazione post con etichetta Nicola Bravo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nicola Bravo. Mostra tutti i post

martedì 12 luglio 2016

COLPA DEL GATTO? Filosofia proverbiosa con prezzemolo e ortiche

Proverbi, detti e ridetti

1.

Lu pitrusinu era spampazzatu,
vinni la gatta e ci jì a pisciari.
Ora comu cuonzu la nzalata?
Nenti pi nenti, ardicula pistata.


2.

Il prezzemolo era maltrattato,
venne la gatta per andarci a orinare.
Ora come condisco l'insalata?
Invece di niente, ortica pestata.

Commento:
Meno male che l'insalata non si condisce con il prezzemolo!




1. Giovanni Proietto, prototipi di gatto / Ex 500 - tecnica mista su tela - cm 54x76,5 - 2010
2. Giovanni Proietto, prototipi di gatto / tà - tecnica mista su tela - cm 156x148 - 2012
Quadri fotografati alla mostra Non dire gatto presso "L'Altro ArteContemporanea", Via Torremuzza, 6 - Palermo (venerdì 21 marzo - venerdì 4 aprile)

sabato 4 luglio 2015

METTI UNA MOSTRA A VILLA WHITAKER, ANZI DUE, E LE MOSTRE DIVENTANO TRE. Carla Horat e Gino Merlina lo sanno




Lo sapevano, Carla Horat e Gino Merlina, che, pur esponendo soltanto loro due, le mostre sarebbero state tre; la Horat per esperienza di tante mostre in tanti luoghi, Gino Merlina, lo sapeva ugualmente, anche se di mostre nella sua vita ne ha fatte meno delle dita di una mano, ma non poteva non saperlo visto che gli ambienti di Villa Whitaker, dove le mostre sono state allestite, ha contribuito lui stesso, con i suoi meticolosi e raffinati restauri di opere d'arte e suppellettili, a preservarli, nonostante l'usura del tempo e un incipiente incendio,  a conservarli belli e preziosi, e si direbbe sontuosi perché sontuosa è Villa Whitaker a Malfitano; giardini, edificio, arredi, suppellettili, prestigio e potenza degli Ingham-Whitaker, facevano di questa dimora una tappa "obbligata" di tante teste coronate e di tanti artisti che transitavano a Palermo al tempo della Belle Epoque. 


Ebbene, in questa sontuosa cornice hanno voluto esporre i loro quadri Gino Merlina e Carla Horat, non temendo che i visitatori venissero distratti da tante sirene e da tanti richiami curiosi, artistici, esotici, bensì consapevoli di aggiungere con i loro quadri bellezza a bellezza, sensibilità odierne a sensibilità antiche.


I minuziosi disegni a matita, a puntasecca, dei due artisti catturano del resto l'attenzione e fanno astrarre dalla opulenza e dallo sfavillio delle suppellettili whitakeriane, incastonate tra preziosi pavimenti in marmo, arazzi grandi quanto le pareti, tetti istoriatissimi, scenografiche scale arricchite di stucchi e ori, e trasportano in un altro mondo perché nel delimitato intrico di linee e di sfumature di quei disegni si scopre un mondo, un altro mondo, si colgono l'essenza di una natura che sembra altra, di un'umanità inesplorata più che insondabile.


Vi ritorno sempre con piacere a Villa Whitaker, non solo per gli incontri odierni, ma anche per i tanti ricordi ad essa legati. 


Per inquadrare meglio i due artisti e i loro lavori vengono riprodotti di seguito locandina e brochure di presentazione. (P. C.)









La Sicilia. Ediz. di Palermo, venerdì 3 luglio 2015






















Ph ©pierocarbone






mercoledì 3 dicembre 2014

VISIBILI TORRI NELLA TORRE INVISIBILE





Ci son volute ben trentacinque torri trentacinque per rendere visibile ai palermitani una torre altissima e strategica, strategica e strabica al punto da avvistare nel medioevo nemici prossimi, aggirantesi  furtivi intorno alle mura del Cassaro, e oggi capace di proiettare lo sguardo lontano e farci individuare amici oltre il mare, oltre le colline libanesi, fino alla lontana Siria.




Ce ne dà la descrizione non uno stratega militare ma un artista che vi ha organizzato una mostra di ben trentacinque torri di Babele incise e ce ne illustra le finalità.
Anche la descrizione della visita alla mostra con le peculiari modalità di ascensione fino all'estremo pinnacolo vale la pena di conoscere, per espugnare la torre dall'interno e "riappropriarsene", giacché, fino all'altro ieri, chiusa e invisitabile. Che dico? Invisibile!                                     
                                                                                                             Piero Carbone





Trentacinque 
Torri di Babele
 nella
 Torre
 di San Nicolò
 all'Albergheria

 di

 Nicolò D’Alessandro



STRUTTURA DELLA TORRE E FINALITA' DELLA MOSTRA

Accanto alla Chiesa di San Nicolò di Bari all’Albergheria, sorge la trecentesca Torre civica, fatta edificare dalla universitas palermitana nel XIII sec., come torre di vedetta, per difendere le mura del “Cassaro”. 
La costruzione quadrangolare, ora divenuta campanile, risulta, però, svincolata ed isolata dalle strutture della Chiesa. 
La torre di San Nicolò all’Albergheria, dall’impianto rigoroso e severo di grossi conci, è composta da quattro livelli. È stata edificata con pietrame a grossi conci di massi tufacei squadrati. 
Il primo piano, che introduce alla canonica della Chiesa, è formato da un vano quadrato coperto da volte a crociera. 
Una scala in muratura porta al piano successivo. 
Il secondo piano, anch’esso quadrato è come quello inferiore ed è coperto con volte a crociera. 
Una scala elicoidale, sempre del periodo medioevale permette l’accesso agli altri due piani.



Ed ancora si può raggiungere il tetto.
Da questa terrazza sulla parte più alta della torre, accanto alle campane della Chiesa, si può ammirare il più bel panorama della città antica. 
La scelta di questa straordinaria costruzione, pressoché sconosciuta ai palermitani, dialetticamente parlando, è una sede particolarmente suggestiva per accogliere le “trentacinque Torri di Babele nella Torre”. 
La manifestazione artistica alla quale ne seguiranno altre, ha lo scopo di richiamare l’attenzione su un monumento ignorato che non appartiene agli itinerari turistici della città.





MODALITA' PER VISITARLA

La mostra che si articolerà nei quattro piani potrà essere visitata stabilendo un turno alle visite data l’esiguità dello spazio e soprattutto per un ragionevole sistema di sicurezza poiché la scala in muratura del primo e del secondo e la scala elicoidale per accedere agli altri due piani consente la salita ad un visitatore per volta. 
Sarà quindi necessaria una turnazione logistica affidata alla Cooperativa Terradamare che gestirà ed assisterà i visitatori. 
Poiché non a tutti sarà possibile affrontare la difficoltà delle scale per raggiungere i vari piani, i lavori saranno in mostra, nello stesso periodo, presso la Galleria L’Altro ArteContemporanea che ospiterà quindi le stesse opere per consentirne una visione meno “faticosa”. Le opere sono messe in vendita soltanto a scopi benefici. 
L’eventuale ricavato sarà interamente devoluto all’Unicef per l’emergenza Siria.








Link correlato:



Foto ©pierocarbone

domenica 26 ottobre 2014

UNA METAFORA DEL NOSTRO TEMPO: LA TORRE DI BABELE. Mostre a Palermo



Per questo
 la si chiamò
 Babele, 
perché
 là 
il Signore 
confuse 
la lingua 
di tutta la terra
 e di là
 il Signore
 li disperse
 su tutta la terra.

Genesi XI, 9


LE TORRI ALLA TORRE


Locandina


TRENTACINQUE TORRI DI BABELE NELLA TORRE DI SAN NICOLO'

DAL 24 OTTOBRE ALL' 8 NOVEMBRE 2014 

(in collaborazione con l'Accademia di BB.AA. di Napoli
e il patrocinio dell'UNICEF
 e della Presidenza del Comune di Palermo)

Mostra a cura di 
Nicolò D'Alessandro e Patrizio Di Sciullo
 Organizzazione:
 Nicola Bravo

Il gruppo Ghanese UNITY CHOIR

 sarà presente alla Galleria L'altro ArteContemporanea


Le mostre:

Torre di San Nicolò All'Albergheria, via Nasi, 18

Galleria l'Altro ArteContemporanea, via Torremuzza, 6 ) 





















Per vedere le altre acqueforti clicca il seguente link:




Alguien construye a Dios en la penumbra"

"Qualcuno costruisce Dio nella penombra"

Jorge Luis Borges, "Baruch Spinoza" in La moneta di ferro.
Traduzione di Cesco Vian (ediz. Rizzoli)

IN GALLERIA

















IL CORO GANESE ALLA MOSTRA









  
























SUL TERRAZZO GUARDANDO IL MARE





















Dalla  Bibbia di Gerusalemme

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco".
Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento.
Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra".
Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.
Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.
Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro".
Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

GENESI XI, 1-9


Foto ©pierocarbone