Blog di Piero Carbone (da Racalmuto, vive a Palermo). Parole e immagini in "fricassea". Con qualche link. Sicilincónie. Sicilinconìe. Passeggiate tra le stelle. Letture tematiche, tramite i tags. Materiali propri, ©piero carbone, o di amici ospiti indicati di volta in volta. Non è una testata giornalistica. Regola: se si riportano materiali del blog, citare sempre la fonte con relativo link. Contatti: a.pensamenti@virgilio.it Commenti (non anonimi). Grazie
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martedì 20 novembre 2018
sabato 22 agosto 2015
POESIE IN TEDESCO E RICORDI DI BRIGANTI SOTTO IL PINO. Con Anne Cristhel Recknagel
Sizilien –
Land der Agaven und der Tauschungen
Tocheter des Völkergemischs
Bastardin – tugendhaft
Deine Saat ist über die Welt verstreut.
Vom Etna fileβt ein Blut, das zu Stein wird
A distanza di quasi vent’anni, con mia grande sorpresa,
Anne Cristhel Recknagel mi ha fatto risentire sotto il pino dello Zaccanello le
poesie a suo tempo tradotte in tedesco per il "Festival Italia" che si
tenne a Stuttgart.
Anne venne per la prima volta in Italia nel 1958 per la sua
tesi di dottorato sui riflessi letterari del brigantaggio e da allora
idealmente non se ne è mai distaccata, parla benissimo l’italiano, ama
l’Italia, il meridione, in particolare la Sicilia. Se le affinità elettive sono
profonde e tenaci non c’è spread che tenga a frenarle.
Anche se il progetto iniziale di tradurre in italiano la sua
tesi di dottorato, in vista di una pubblicazione, non andò in porto, si
vorrebbe sperare che qualche editore lo riprenda per offrire nuovi sguardi alla
nostra storia passata non sempre serenamente e disinteressatamente
scandagliata.
Terra d'agavi e d'inganni
Sicilia
terra d'agavi e d'inganni
figlia d'incroci bastarda
e virtuosa. Il tuo seme
è sparso nel mondo.
Dall'Etna
cola un sangue
che s'impetra.
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| In visita alla Farm Cultural Park di Favara |
Links correlati:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/05/un-gradito-invito-stuttgart-al-festival.html
http://www.buonenotizie.it/in-evidenza/2014/01/24/favara-la-coppia-che-fa-rivivere-la-citta-con-larte-e-la-cultura/
giovedì 13 agosto 2015
AMMAZZA. O È AMMAZZATO. A Raphael Alberti
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| Traduzione inglese di Gaetano Cipolla |
poesia pubblicata nella raccolta:
Premio "Città di Marineo" 2015
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| "Poeti del Sud: Rafael Alberti con Ignazio Buttitta". Foto di Carlo Puleo. |
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| Gaetano Cipolla con Ignazio Buttitta. Foto di Carlo Puleo |
Un grazie a Carlo Puleo per la disponibilità a pubblicare le foto
di Ignazio Buttitta con Rafael Alberti e Gaetano Cipolla
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| Rafael Alberti al II Incontro dei popoli del Mediterraneo (1982) che si sono tenuti a Mazara del Vallo ad opera di mio padre Rolando. Flora Certa |
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| Rafael Alberti e Rolando Certa |
Un grazie a Flora Certa per queste due foto in ricordo e a testimonianza
di una stagione feconda di interessanti e significative iniziative culturali.
Link correlato:
Interpretazione di un testo poetico di Rafael Alberti
martedì 16 giugno 2015
DIECIMILA PAPAVERI ROSSI INFUOCANO LA MEMORIA. Poesia di Giuseppina Geluso tradotta e ritradotta da Mario Gallo
Per una poesia americana di Giuseppina Geluso
Firenze, 23 novembre 2010
ciao, un quesito: ho tradotto, in italiano e poi in siciliano, per una signora 89nne siculo americana, che conserva una venerazione per la memoria del nonno, emigrato da Caltabellotta, una sua poesia in inglese (vedi allegato).
Ho tradotto "papaveri" con paparina, ma ripensandoci credo di avere sbagliato: il plurale dovrebbe essere "paparini. Dico bene?
Grazie, un abbraccio, Mario
Ho tradotto "papaveri" con paparina, ma ripensandoci credo di avere sbagliato: il plurale dovrebbe essere "paparini. Dico bene?
Grazie, un abbraccio, Mario
Ten Thousand Poppies
When only a child
he left sapphire blue
of Sicilian sky
peacock palette
of Mediterranean
fields of poppies
ran down towards the sea
ten thousand blooms
of blazing red
rolled in swells
of soft tropic breezes
his tales beckoned me
to his isle
across the great ocean
a world unlike mine
the fields I found
the poppies gone
ten thousand wildflowers
run down towards the sea
transfixed I gazed
at flowering fields
a young boy
romped in childish joy
my father’s abandon
as he danced among
ten thousand poppies
Diecimila papaveri
Quando, appena un bambino,
lasciò il blu zaffiro
del cielo di Sicilia
variopinta tavolozza
del Mediterraneo
campi di papaveri
scorrevano verso il mare,
diecimila fiori
di fiammeggiante rosso
riversati nel gonfiore
di morbide brezze tropicali
le sue storie mi chiamarono
alla sua isola
attraverso il grande oceano,
un mondo diverso dal mio
i campi che trovai,
i papaveri perduti,
diecimila fiori selvatici
scorrevano verso il mare
pietrificata, guardai
verso campi fioriti,
un ragazzetto
ruzzava in fanciullesca letizia:
l’abbandonarsi di mio padre
mentre danzava
fra diecimila papaveri
Decimila paparini
Quannu, era un picciriddu,
lassau u blu zaffiru
dû celu sicilianu,
tavulozza di milli culura
dû mari nostru Miditirraniu;
tappita di paparini
arruzzuliavanu a mari,
decimila ciuri
di russu focu
sdivacati nto ‘nsaccu
di rizzatura di ventu ‘ntra mari;
i storî chi cuntava mi chiamaru
all’isula chi lu vitti nasciri
navicannu pi lu mari ‘nfinitu,
nautru munnu pi mia;
i campìa c’attruvai,
i paparina oramai persi,
versu u mari ora currianu
decimila ciuri sarvaggi;
alluccuta, taliai
nto ‘nmari di campìa ciuruti
un picciutteddu
pazzu di gioia:
l’abbannunarisi di me patri
mentr’abballava
‘nmezzû decimila paparini.
Foto di Mara Gioia
domenica 22 febbraio 2015
"MONUMENTO AL CORAGGIO" DI CALOGERO RESTIVO
Quando ricevo posta in paese entro in una sorta di ansia perché non vedo l'ora di aprire quella busta o quel pacco e vedere di cosa si tratta o, se lo so, non vedo l'ora di leggere ciò che mi scrivono, di scorrere una rivista, sfogliare il libro di un amico.
- Ma è arrivata? - mi chiedono i mittenti se vedono ritardare la risposta che ne confermi la ricezione.
A volte non lo so nemmeno io, per saperlo debbo andare in paese, non sempre infatti riesco ad identificare la posta arrivata dalla descrizione che me ne fa mia mamma nella cui abitazione la posta approda come un gabbiano dopo un lungo volo, né mi va di tartassarla con domande precise perché la metterei in ambasce, da pochi indizi però me ne faccio un'idea.
Ma alla domanda, qualche giorno fa, di Calogero Restivo, non ho saputo rispondere perché la posta a volte resta religiosamente sigillata per una sorta di rispetto, specialmente se mia madre, da certi indizi o a naso, se la prefigura di una certa importanza, di una certa riservatezza. Il mistero rimane intatto.
Cosicché, all'attesa trepida di Restivo si è aggiunta trepida la mia, non vedendo l'ora di andare in paese per rifornirmi di affetti, di sapori tradizionali e aprire finalmente la busta con il libro atteso.
E in effetti, l'ho trovato, con dedica.
E' stata una piacevole sorpresa, anche se me l'aspettavo, si trattava infatti di una raccolta di poesie, quella che non mi aspettavo era la traduzione in rumeno. "Traducere ín limba română de Daniel Dragominescu, Ana-Maria Oncescu".
L'ho sfogliato, nel giro di qualche ora l'ho letto e vi ho ritrovato l'inconfondibile voce, con il tono e la cadenza di un sentimento antico, di una sensibilità moderna.
Non mi diffondo oltre per non interferire con me stesso visto che della poesia di Restivo mi sto occupando per altri versi.
Tra tante poesie lette, ne ho scelto una per condividerla con amici e visitatori che bazzicano da queste parti. A loro vorrei dedicarla, a voi, al coraggio di ciascuno.
giovedì 4 dicembre 2014
LA PROMESSA, COMMUTATA, DI VINCENZA
De su jardín cuando florecieran
No quiero la flor entera ni tampoco
El tallo, todo lo que yo quiero es
Un pequeño beso de Vicenta.
nni l'urticieddu so quannu 'ncumenza.
Nun vuogliu né cavuli né trunza
vuogliu na vasatedda di Vicenza.
Lo spasimante italiano
Vincenza mi ha promesso sparacelli
del suo giardino quando saran pronti.
Non voglio cavoli e manco sparacelli,
Canto d'amore della tradizione popolare siciliana.
Mia liberissima traduzione in italiano.
Traduzione in spagnolo della mia amica Paqui López Buyo
La versione in siciliano è riportata in A lu Raffu e Saracinu. Storia pi cantastorii (Lavoro e altro nei luoghi d'acqua racalmutesi, “La Bottega di Hefesto”, Palermo 1988. Prefazione di Salvatore Pedone.
Foto ©pierocarbone
sabato 4 ottobre 2014
LU LUSTRU FA MURIRI / LIGHT KILLS
lu lustru fa muriri
“Su oscuridad, su luz, son belezas
iguales.”
Luis
Cernuda, Quisiera estar solo en el Sur.
La sua oscurità, la sua luce, sono bellezze
uguali.
Scavà trent’anni un muru
cchjossà di quattru metri,
e notti e juornu sempri era a lu
scuru.
Comu un cunigliu scava sutta terra
iddru scavà ppi vidiri lu suli.
Na cucchjareddra comu scavaturi.
Nivura pena e nivura cunnanna.
Muratu vivu, sulu ntre na turri.
Quannu lu muru tuttu spirtusà,
vitti lu lustru. Un lampu.
Assaccumà.
L’àppi a disiddèriu di nna vita
na hiacchiteddra, granni quantu un
ugnu
pi vidiri scurari e po’
agghiurnari.
Suli,
disiddèriu di nna vita,
un pirtusiddru è granni quantu un
mari.
Lu scuru è morti.
Lu lustru fa muriri.
La luce fa morire. Scavò per trent’anni un muro / (spesso) più di quattro metri, / e notte e giorno sempre era al buio. / Come un coniglio scava sotto terra / lui ha scavato per vedere il sole. / Un cucchiaio per escavatore. // Nera pena e nera condanna. / Murato vivo, solo dentro una torre. / Quando il muro ha completamente forato, / ha visto la luce. Un lampo. Rantolò. // Lo ebbe come desiderio di una vita, / uno spiraglio grande quanto un’unghia, / per vedere annottare e poi aggiornare. // Sole, / desiderio di una vita, / un forellino è grande quanto un mare. / Il buio è morte. / La luce fa morire..
Da "The Poet Sings For All / Lu Pueta canta pi tutti", Legas, New York - Ottawa 2014. Introduzione e traduzione di Gaetano Cipolla.
Link correlato:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/09/nino-provenzano-e-lu-pueta-canta-pi.html
Da "The Poet Sings For All / Lu Pueta canta pi tutti", Legas, New York - Ottawa 2014. Introduzione e traduzione di Gaetano Cipolla.
Link correlato:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/09/nino-provenzano-e-lu-pueta-canta-pi.html
mercoledì 10 settembre 2014
NINO PROVENZANO E "LU PUETA CANTA PI TUTTI / THE POET SINGS FOR ALL" SU "ARBA SICULA"
Sul numero XXXV della rivista bilingue "Arba Sicula" Nino Provenzano ha recensito il mio libro di poesie dialettali Lu Pueta canta pi tutti / The Poet Sings for All tradotte in inglese da Gaetano Cipolla. Un sentito grazie a Nino Provenzano per l'attenzione critica e al direttore di "Arba Sicula" il prof. Gaetano Cipolla.
Foto propria: Salita del Raffo 1988
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