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giovedì 23 gennaio 2020

CONTROVENTO, È VOLATO ANCORA PIÙ IN ALTO. Ieri alla Feltrinelli inaugurazione della collana Polemos con il libro navarriano di Lavinia Spalanca su Pasolini polemico, passionale, proteiforme

Hanno conversato con l'autrice e curatrice della collana
 Roberto Sottile e  Salvatore Ferlita.
Ottavio Navarra ha presentato la collana Polemos.
Letture di Mario Mauro.

Flash:

Un editore che allarga lo sguardo e valica gli orizzonti isolani.

Pasolini manca. Di Pasolini c'è bisogno. Pasolini c'è: la sua opera è viva.

Rivalutazione del dialetto come riconoscimento di valore a ciò che è periferico.

Tramonto del dialetto come tramonto di un mondo, e "ritorno" del dialetto.

Pasolini antisistema.

Mai recensioni asettiche o generiche: le riconduceva a sé.

Per Sanguineti, troppo intelligente e troppo antipatico.

Autorevole, voce critica, nonostante la sua vocina un po' stridula.

Ha esplorato l'inferno (sociale) col suo corpo.

Le sue profezie.

Creatività non inquadrabile in schemi, in ambiti chiusi, in ruoli statici:
narratore innovativo, poeta civile, critico tagliente,  cineasta irriverente e sui generis: il film che si faceva  libro e non viceversa.

Pasolini e la Sicilia.

Pasolini e Sciascia.

Scelta delle letture: poesia alla madre e stralci da Una vita violenta.

P. S.

E io mi chiedo, e chiedo:
perché Pasolini ha definito il poeta dialettale Giuseppe Pedalino Di Rosa "sedizioso"?











giovedì 8 agosto 2019

LA SPARTENZA DI TOMMASO BORDONARO NEL DOCUFILM DI SALVO CUCCIA. I contributi di Santo Lombino e Giuseppe Maurizio Piscopo

La Rai in uno speciale del TG1 ha trasmesso il docufilm di Salvo Cuccia sul libro La spartenza di Tommaso Bordonaro, originario di Bolognetta ed emigrato  negli Anni Settanta del secolo scorso negli Stati Uniti d'America.

Le immagini riproducono alcuni fotogrammi del filmato, tranne la schermata fb di uno scambio di battute con Santo Lombino che si è prodigato per la promozioe del libro di Bordonaro. 

A Giuseppe Maurizio Piscopo, autore della musica della sigla finale, abbiamo rivolto alcune domande. 

I link in coda rimandano all'originale e toccante articolo di Franco Pullara, direttore di Siciliaonpress, e un'intervista al regista Salvo Cuccia.

Il libro di Tommaso Bordonaro, La spartenza,  è stato pubblicato in una nuova edizione dall'editore Navarra.







Piero Carbone
Complimenti, Santo. Onore al merito per avere "scoperto" La spartenza di Tommaso Bordonaro così come Giorgio Bassani ha "scoperto" Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. A parte qualche analogia, diversi in tante cose e da collocare su diversi livelli ma il metodo del saper valorizzare quello che fino ad allora non lo era stato, è il medesimo.

Santo Lombino:
Caro Piero, ti ringrazio, certamente il paragone è azzardato, ma facciamo quel che possiamo!










 



Alcune domande al maestro Piscopo, autore della musica di chiusura del docufilm,  a proposito del brano Ellis Island.


P. C.
Quando hai composto "Ellis Island"?

Piscopo:
" Ho composto questo brano per il libro-cd Merica. Viaggio verso il nuovo mondo "Sciascia" Editore dopo aver fatto un indimenticabile viaggio in America nel 1986 alla ricerca delle nostre radici. 
Sono convinto che questo libro sia uno dei più riusciti tra i cinque libri progettati sulla Sicilia clandestina. 

P.C.
Come è avvenuto il contatto con il regista Salvo Cuccia?

Piscopo:
Un giorno ho realizzato un'intervista sul cinema per il giornale Sicilia On Press diretto da Franco Pullara al regista dal titolo: "Quando in paese arrivava il cinematografo". 
L'intervista ebbe un grande successo e venne pubblicata insieme ad altre 60 interviste nel libro Sogni e passioni edito da Medinova di Antonio Liotta. 

P. C.
E la scelta del brano per il docufilm?

Piscopo:
Non appena il regista sentì il brano "Ellis Island" rimase affascinato e incantato. Volle inserirlo nel docu-film su Tommaso Bordonaro tratto dal celebre libro La Spartenza ora pubblicato in una nuova edizione  da Navarra Editore. 

P.C.
Come valuti il docufilm inserito dal Tg 1 nella sua programmazione?

Piscopo
Lo Speciale Tg1 andato in onda l'altra sera ha immortalato questa Sicilia autentica di emigranti che ha sofferto, ha fatto conoscere la voce ed il volto di Santo Lombino che si è impegnato per la pubblicazione di queste memorie. 
E' la testimonianza dei viaggi della spartenza in un lungo percorso di stenti e di dolore. E' la Merica di come eravamo quando a partire eravamo noi "


P.C.
Il libro sulla Merica non l'hai scritto da solo.

Piscopo:
ll ibro sulla Merica l'ho scritto con Salvatore Ferlita e con la collaborazione di Francesco Meli, Marcello Benfante, Toni Trupia, Silvana Polizzi, Roberto Tripodi, Alessandro Russo, Luigi Sferrazza, Gaetano Pennino, Claudio Paterna,con le musiche di Peppe Calabrese e con le esecuzioni della compagni popolare favarese di Domenico Pontillo, Nino Nobile, con le foto di Giovanni Moroni e Angelo Pitrone.


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mercoledì 2 novembre 2016

TORNA, TORNA L'EMIGRANTI. L'altra faccia dell'immigrazione: la nostra. Testo (inattuale?) di una canzone




Ritrovarsi al punto di partenza 

Ti la scordi la Merica! L’emigrazione di Caltabellotta verso gli Stati Uniti d’America (1892-1924).  Il titolo del libro di Calogero Pumilia, esposto e presentato al Castello Chiaramontano di Racalmuto domenica scorsa, in occasione del “Festival della letteratura, dell’editoria e dell’identità siciliana -Kaos”,  mi ha richiamato altri libri dedicati all’emigrazione siciliana: Entromondo di Antonio Castelli, Tutti dicono Germania Germania di Stefano Vilardo, Luigi che sempre ti penza di Gigi Borruso;
e mi ha fatto riprendere tra le mani una vecchia poesia: nel rileggerla, ho avvertito l’esigenza di integrarla con alcuni versi per attualizzarla, collegando un fenomeno riemerso in tempi recenti con impellenza al suo antecedente storico.

In tempi di immigrazione, sembra un paradosso che la stessa terra - agognata come meta, punto di approdo di una terra promessa - spinga dolorosamente i residenti ad andare via. Ma non lo è.



Torna, torna l’emigranti.
Lu trenu va, lu trenu torna.



Strofa di apertura:

L’emigranti di na vota
na valigia di cartuni
ora sunnu laureati
ma nun cancia lu cupiuni.

Nun sirvieru propriu a nenti
sacrifici di li patri
si li figli ann’a scappari.
Peggiu ancora di li latri!

Rit.: 
Lu trenu va, lu trenu torna,
lu paisi si lu sonna. 

I
Torna, torna l’emigranti
duoppu un annu di stranìa,
si sunnava a lu paisi
mentri era ancora n via.

Si sunnava, si sunnava la Funtana,
li parienti, li parienti ccu l’amici,
lu turrenu, la jittèna, la taverna,
penza chissu, penza chissu ed è filici.

Rit.: 
Lu trenu va, lu trenu torna,
lu paisi si lu sonna. 


II
Po’ s’assetta a lu scaluni
di la casa di so patri,
quannu era picciliddru
di lassarlu un si sunnava.

Lu travagliu, mmalidittu lu travagliu,
tutti dicinu e lu trovanu “a ddrà via”!
C’è cu lassa li so figli, la muglieri.
Malasorti! Malasorti! Camurrìa!

Rit.: 
Lu trenu va, lu trenu torna,
lu paisi si lu sonna. 


III
Ma, purcazza la miseria!,
nfami Giuda e tradituri!
Duoppu un misi o tri simani,
lu bigliettu ppi turnari.

A sirpenti, silinziusu, già lu trenu
di luntanu, cotu cotu, scumparisci,
ma ogni annu, rabbiusa, all’emigranti,
la spiranza comu un lampu ci annivisci.

Rit.: 
Lu trenu va, lu trenu torna,
lu paisi si lu sonna. 

Strofa di chiusura:

Stu lamentu comu un fadu,
di li patri e di li figli,
è canzuna chi t’accrappa
la cuscenza si la strigli.

Stu lamentu comu un fadu,
di li patri e di li figli
è canzuna ca un finisci
si li spini un fannu gigli.


Ritornello (finale):
Lu trenu va, lu trenu un torna,
si nni jeru li so jorna.

©piero carbone




Testi citati:
Antonio Castelli, Entromondo, Lerici editore
Stefano Vilardo, Tutti dicono Germania Germania, Garzanti editore
Gigi Borruso, Luigi che sempre ti penza, Navarra editore
Calogero Pumilia, Ti la scordi la Merica!, Aulino editore

Il nucleo originario del testo Torna, torna l'emigranti è stato pubblicato in Pensamenti, Coppola editore, Trapani 2008, con Prefazione di Salvatore Di Marco. 

giovedì 6 settembre 2012

RECENSIONE IN FORMA DI LETTERA INDIRIZZATA A GIORGIO DI VITA


Sono uno degli insegnanti che nel mese di maggio di quest’anno ha organizzato la presentazione del tuo libro alla scuola media “Quasimodo” Palermo. 

Anche se con ritardo (ma la lettura e i commenti alle nostre letture hanno scadenza?) volevo esprimerti il mio apprezzamento per la  storia che hai ricostruito, per il modo, il tono e il taglio: con l’impostazione diaristica parli di te in prima persona, della tua esperienza a Radio Aut, e sullo sfondo si vede e si sente Peppino, ancor più autentico perché lontano da ogni retorica celebrativa o semplicemente aneddotica.

Lo si intravede con il suo modo di fare, con le sue idee, prima e dopo i famosi cento passi, senza alcuna ostentazione delle sue prese di posizione.

Non c’è piagnisteo per come è andata a finire ma la rivendicazione con orgoglio di un’esperienza di vita accanto a lui, tanto che una semplice scritta rievocativa di quella esperienza, ancora dopo 34 anni, ti “scalda il cuore”. 
E l’espressione, nell’età adulta, col trascorrere del tempo e l’accumulo delle esperienze e dei disinganni, penso non voglia avere un significato banalmente sentimentale.

La scritta è quella composta sul muro di una casa a Terrasini:

“RADIO AUT
98.800 MHZ
GIORNALE
DI CONTROINFORMAZIONE
1977-1980
DA QUESTA SEDE
PEPPINO IMPASTATO
HA ANIMATO
LA LOTTA ALLA MAFIA
TERRASINI 9-MAGGIO-2003”

Giorgio DI VITA, Non con un lamento. 
Peppino Impastato, vertigini di memorie
Navarra Editore – Sicilia, 2010.




Foto da Internet