Visualizzazione post con etichetta Petralia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Petralia. Mostra tutti i post

sabato 15 settembre 2012

LA CONTESSA CE L'HA

Scultura di sale di Damiano Sabatino

Il sale e i siciliani, il sale e la Sicilia, il sale in Sicilia. Insula deriva da sale? “Salitudine. Insolitudine”. Il comisano Gesualdo Bufalino ci ha teorizzato sopra: “In realtà, dovunque ci si volga in Sicilia il sale appare una forza, una condizione e un destino”. Presente nei riti e nelle superstizioni: sale dietro la porta, contro la jettatura, lanciarlo a spaglio sull’olio versato per neutralizzarne spaventi di disgrazie.
Si vada a scavare in quel capitoletto delle Parrocchie di Regalpetra dedicato a ciò che intorno a sé il sale muove, ai titolari delle concessioni, alle condizioni a dir poco precarie, al mondo di scavata pena, di fresca bianchezza e di molteplice utilità. Asciutta neve. Umida bambagia. Mondo che genera un sentimento a raggiera. “Sale sulla piaga” doveva essere titolo al libro campato sulle piaghe di un paese.
Il sale, connaturale all’ambiente, è come connaturato alla storia e alla cultura  dei regalpetresi. È diventato linguaggio.
Bòtta di sali! Si dice, “colpo di sale!”, nell’augurare a qualcuno un malanno derivante dall’uso smodato del cloruro di sodio. “Paese del sale” e controdenominato Regalpetra, con storica antonomasia.
Che il prete abbia messo poco sale, essere “senza sale”, ‘nsalanùtu, si dice di chi abbia poco cervello. “Mangiare sette salme di sale” occorre per conoscere l’amico vero. Una zucca la si può condire quanto si vuole, anche con una bisaccia di sale, ma resta sempre zucca: per dire invariabilità di una cosa vanamente e variamente camuffata.
Al contrario, “avere sale” si dice quando si hanno giudizio, saggezza e un’intelligenza non disgiunta da altre qualità tipiche del savoir-faire: una miscela istintivamente dosata di esprit de finesse e di spagnola acuidad. Avere sale overro essere sagacemente pronti e lucidamente “pratici”. Come i regalpetresi, appunto, e le regalpetresi.
La tradizione vuole che un servo, destinato a sicura morte per aver preso a colpi di archibugio il Conte suo padrone, sia stato salvato e nascosto dalla graziosa Contessa, testé vedova. Gli armigeri lo ricercarono invano nel contado mentre quello si trovava al sicuro nel castello. Quando finalmente lo scovarono e volevano arrestarlo, la contessa si oppose con le seguenti parole:
“La morte del servo non fa tornare in vita il padrone”.
E alzò l’ampia veste in segno di protezione.
Avere sale, ecco il punto: l’ingegno che salta fuori in un baleno quando al dolore per la perdita del marito si sarebbero aggiunte le sofferenze di altre privazioni. In una Contessa di ventiquattro anni colpisce tanta magnanimità in favore di un povero servo, e giovane, che pur l’aveva orbata del suo caro, anziano consorte. Il morto era morto, ma il servo con i suoi servigi poteva distrarla dal dolore.



Il sale fisico si spiritualizza sublimando le sue qualità: si trasmuta, trasforma, transustanzia in altro da sé, in frutto d’intelligenza pratica, teorica, applicata. Di quest’ultimo tipo d’intelligenza è Sciascia a confermarne l’esistenza, la vitalità, rispondendo ad una domanda di Domenico Porzio.
“Com’è questa storia che il pino di Pirandello sta morendo? È una malattia?”.
“Sta morendo perché è vecchio. Ma si può salvare, con tutti gli accorgimenti tecnici che ci sono oggi. Soprattutto occorre liberarlo dal selciato: le radici non respirano, l’acqua non penetra. E poi bisogna affidarlo alle cure di uno specialista. C’è un giovane che è molto bravo in queste cose, è di Racalmuto e insegna alla Facoltà di agraria. Mi ha detto che l’amministrazione comunale non risponde a queste sollecitazioni: perché si sono messi in testa di sostiruirlo con un pino di plastica”.
Le origini della salina sapidità (salipidità?) si perdono nella notte dei tempi.


Il brano è tratto da Eretici a Regalpetra, Ettore Grillo Editore, Enna 1997.                             Vincenzo Consolo, nel ringraziarmi, con una bella e preziosa lettera, per il libro inviatogli, della categoria degli “insalanùti” ne fa un criterio di giudizio: 


Milano, 29 ottobre 2000
Caro Carbone, 
con molto ritardo ho finalmente letto il suo godibilissimo "Eretici a Regalpetra". Mi sento onorato di essere stato accomunato agli abitanti di Regalpetra, che hanno "l'eresia scritta nei geroglifici del sangue". Mi sono appassionato ai notai, preti, gesuiti, farmacisti, medici, contadini di questo straordinario paese del sale, così diverso dal mio S. Agata "insalanùtu". Cordiali saluti. 
Vincenzo Consolo

martedì 28 agosto 2012

SCULTURE DI SALE



"Sicilinconia", scultura di sale di Damiano Sabatino (2012) ispirata ad una mia poesia.
Lodevole iniziativa quella di valorizzare con l'arte le storicissime e radicatissime miniere di sale siciliane.


Foto fornite dagli organizzatori





Testo di Mario Li Puma pubblicato su 

http://www.madonielive.com/?id=17043


Successo per la XXII Sagra del sale. La manifestazione ha avuto consensi di pubblico e di critica dei tanti visitatori che in questi giorni sono giunti, da tutta la Sicilia ed oltre, nella piccola frazione di Raffo di Petralia Soprana. Un appuntamento, organizzato dall’Associazione Raffo Sport Club, ormai consolidato e di grande richiamo come dimostrano i contatti, provenienti da varie parti d’Italia, ricevuti dagli organizzatori e alcune presenze della provincia di Savona che ormai da qualche anno scelgono la Sagra del sale per passare alcuni  giorni in Sicilia.

 L’edizione di quest’anno, la numero XXII che si è tenuta dal 19 al 26 agosto, ha proposto un programma  fitto di appuntamenti che hanno interessato una intera settimana. Non è mancato nulla: arte, sport, musica, mostre, laboratori per bambini, incontri  e dibattiti, degustazioni e soprattutto il salgemma proveniente dalla vicina miniera Italkali.

 Di grande attrazione è stato l’appuntamento pomeridiano “Sale-lab”, curato dall’associazione SottoSale, che ha coinvolto studiosi, bambini e gente comune con un laboratorio nel quale sono stati sperimentati i vari usi del  sale esaltando altresì l’identità storico culturale della comunità. Stupore hanno creato le bellissime sculture di salgemma eseguite dagli artisti:  Momò Calascibetta, Gianfranco Macaluso, Mariano Brusca, Enzo Rinaldi e Damiano Sabatino. 

Ogni giorno che passava il blocco di sale che era stato consegnato ad ogni artista prendeva forma sotto gli occhi di tanti visitatori che sono anche ritornati più volte per scoprire l’idea dell’artista . Così come ogni giorno, nel laboratorio “Sale-Lab” sono stati presenti più di venti bambini che, grazie alle attività organizzate dall’assistete sociale Rina Santangelo e l’assistente all’infanzia Rosa Li Puma, hanno scoperto e maneggiato il salgemma, alimento millenario dai 14 mila usi. 

Curioso è stato l’appuntamento con il “Volley on Salt”, curato dal professore Vittorio Macaluso,  che ha visto gareggiare in incontri di pallavolo,  su un campo dove la base non era di sabbia ma di sale, tanti ragazzi provenienti da vari paesi delle Madonie. Tra gli appuntamenti infrasettimanali si è tenuto anche con i sindaci delle alte Madonie per ragionare sulle problematiche e sui temi che oggi interessano da vicini il territorio madonita. L’incontro dibattito “Pensiamo … alle Madonie” era inserito nel solco che ormai è stato scavato a Raffo trasformando la  piccola borgata anche in laboratorio politico-sociale grazie alle iniziative del Centro Studi Epifanio Li Puma che promuove attività legate al valore della memoria, della legalità, della politica e dell’ambiente nel nome del sindacalista che ha dato il nome al Centro. 

Tutte le sere c’è stata musica e la possibilità di degustare prodotti locali all’insegna della serenità e del buon vivere. A metà settimana, al centro dell’attenzione, sono passati i gruppi folkloristici di Romania, Brasile e Argentina che hanno dato vita, assieme al gruppo locale Gurafo, al XII Raduno del Folklore “Petralia Soprana Città del Sale” chiudendo l’intera manifestazione. 

Sabato sera la vera e propria Sagra con degustazioni di salsiccia, ceci ed altri prodotti e la distribuzione del sale. Una autentica invasione di gente che ha goduto della splendida serata passeggiando lungo la strada, di stand in stand, mangiando e ballando fino alla distribuzione del salgemma che quest’anno è stata avviata dal “Rito del Sale”,  una breve rappresentazione sull’utilizzo del salgemma. 

Altra novità di questa edizione è stata la 1^ estemporanea di pittura a tema libero alla quale hanno partecipato gli artisti madoniti Giuseppe Farinella, Marco Bellina, Sebastiano Zafonti, Andrea Di Gangi, Gianluca Bellina, Leonardo Inguaggiato, Giusi Russo e Gianni Prisinzano. 
Ogni artista ha realizzato a Raffo, nella giornata di domenica, una propria opera scegliendo liberamente la tecnica e il tema. I premi sono andati: a Leonardo Inguaggiato classificatosi terzo, Giusi Russo seconda e Gianni Prisinzano primo.


Testo di Mario Li Puma pubblicato su 

http://www.madonielive.com/?id=16962


Il sale continua ad essere protagonista nelle Madonie.

Dopo sculture di sale che lo scorso anno hanno incuriosito e colpito tanta gente, questa edizione propone la sperimentazione, attraverso un laboratorio, dei vari usi di questo alimento millenario. L’appuntamento, curato dall’associazione SottoSale, ha già avuto grande successo.

Studiosi, bambini e gente comune da qualche giorno invadono la sede dell’Associazione Raffo Sport Club alla scoperta delle sculture e del sale da poter toccare, manipolare, colorare, scolpire e da utilizzare in svariati modi. “Sale –Lab” è inserita nel programma della XXII sagra del sale che si concluderà domenica prossima con il raduno internazionale del folklore.

Nel laboratorio vengono anche sperimentati i vari usi del sale al fine di far conoscere meglio questo minerale, alimento millenario, e allo stesso tempo consolidare l’identità storico-culturale della comunità di Raffo.

Protagonisti di questo evento sono gli artisti Momò Calascibetta, Gianfranco Macaluso, Mariano Brusca, Enzo Rinaldi e Damiano Sabatino. Assieme a loro, ad animare la fantasia dei bambini che giornalmente partecipano al laboratorio sono l’assistete sociale Rina Sanfilippo e l’assistente all’infanzia Rosa Li Puma.

I lavori sui blocchi di sale vengono realizzati in appositi spazi che sono diventati luoghi di produzione e fruizione ed anche di intreccio di differenti esperienze artistiche in un clima di collaborazione e contaminazione. Il progetto artistico promuove la realizzazione di arte e forme di espressione tramite performance, progettazione di sculture, installazioni e fotografia tutto naturalmente con un unico soggetto: il sale. “L’obiettivo di “sale lab” – affermano gli organizzatori – è quello di valorizzare il sale come elemento d’arte e al contempo quello di trasformare Petralia Soprana in un luogo dove sia possibile produrre cultura legata al sale sviluppando anche aspetti quali la gastronomia, salute e benessere, testimonianza e memoria storica, usi e tradizioni”.

Per tutta la settimana il visitatore potrà toccare con mano il salgemma che da milioni di anni è conservato nel territorio madonita con una storia tutta da raccontare e valorizzare.

Tra le memorie geologiche c’è il deposito di salgemma in contrada Raffo: una montagna di sale che oggi è diventata la cava da cui viene estratto il sale da parte della società Italkali, un giacimento di salgemma, patrimonio geologico naturale di grande valore, unico nel suo genere come l’esperienza del laboratorio Sale-Lab.