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domenica 26 luglio 2020

VALE PER TUTTI. O NO? Pensamenti sotto il pino sul principio di non contraddizione


Il criterio vale sempre, non possono darsi due o tre verità contrapposte: vale anche per i cosiddetti "ragazzi", in dialetto "carusi", quarantenni, cinquantenni, e sessantenni di "Malgrado tutto" con il loro mentore a spron battuto Cavallaro: qualcuno sta mentendo. 
Su tante cose o sono bugiardi loro o è bugiardo chi sostiene che sono loro i bugiardi. 
I fondatori dello "storico" foglio "cittadino di commento e cultura" ad esempio: prima sapevamo e leggevamo che erano tre. L'altra sera, invece, abbiamo letto e ascoltato che sono due e soltanto due. E il terzo? Omesso. Cancellato. Kaputt.
Sono curioso di sapere come andrà a finire, perché tutte le vicende umane, sosteneva il buon Falcone, hanno una fine. E secondo me, la pantomima, eclatante, spudorata, senza freni inibitori, dell'altro ieri sera al castello chiaramontano per celebrare i primi quarant'anni del giornale diretto da sempre (o quasi) dal grottese Egidio Terrana, accelera l'incubazione di tanti indizi. 
Attribuendola agli altri, è stata buttata giù la maschera. 
Non so se i ragazzi di "Malgrado tutto" e il loro mentore sanno il latino ma vale anche per loro, anche se sono giornalisti, l'oraziana constatazione: De te fabula narratur.
Ne va di mezzo l’idea di giornalismo. Ne va di mezzo l’idea di cultura. Ne va di mezzo l’immagine di un paese.



Numero Unico - Novembre 1980.
Direttore Responsabile: C. (Carmelo) Arrostuto 
da https://www.malgradotuttoweb.it/le-nostre-prime-pagine-raccontano-2/


giovedì 7 novembre 2019

IL MIO "GIARDINO DELLA DISCORDIA" CITATO NEL NUOVO LIBRO DI FELICE CAVALLARO "SCIASCIA L'ERETICO"

Ancora non ho avuto li libro di Cavallaro tra le mani, ringrazio l'amico che in occasione  della presentazione del libro ieri alla Feltrinelli di Palermo si è imbattuto nella citazione e me l'ha voluta comunicare inviandomi il testo fotografato.




Citazione a pag 41 di un passo tratto da "IL GIARDINO DELLA DISCORDIA. Racalmuto nella Sicilia dei Whitaker" , Coppola editore, Trapani 2006, nel nuovo libro di Felice Cavallaro, "SCIASCIA L'ERETICO", Solferino editore, Milano 2019


http://www.solferinolibri.it/libri/sciascia-leretico/



Presentazione del libro "Sciascia l'eretico" di Felice Cavallaro

Pubblico
 · Organizzato da Fondazione Sicilia e altre 2 persone
  • Lunedì 11 novembre 2019 dalle ore 17:30 alle 20:30
    Prossima settimana1519°C Rovesci

    Villa Zito
    Viale della Libertà 52, 90143 Palermo

https://www.facebook.com/events/427634584616194/












mercoledì 1 maggio 2019

ONORE AI GIORNALISTI DI REPORT. Sul sistema Montante e dintorni



Facendo seguito ad una precedente puntata di Report, quella andata in onda lunedì 29 aprile 2019 mi ha suggerito alcune riflessioni



IL LINK DEL PROGRAMMA





I giornalisti quasi racalmutesi o racalmutesi a convenienza che andavano a braccetto con Antonello Montante o lo celebravano sui giornali nazionali e locali, cartacei e online, e anche letterariamente con falsi storici, nonché con pieces teatrali appositamente dedicate, dovrebbero chiedere scusa ai racalmutesi in primis e in generale ai loro stessi lettori, altro che dichiarare “caro nemico” me e condannarmi all'ostracismo mediatico (sic!) su "Malgrado tutto" con una specie di "metodo Boffo" semplicemente perché scrivo, tengo un blog e per la mia attività culturale in favore del mio paese svolta volontariamente e gratuitamente! Altro che paese di Sciascia! 
Sarebbe questo il loro paese della ragione? 
Non era certamente questa la strada della scrittura che lo Scrittore avrebbe voluto indicare.
screen shot
Link:  Report e il sistema Montante





giovedì 14 marzo 2019

FONDAZIONE SCIASCIA: "SPACCHETTAMENTO" SÌ, "SPACCHETTAMENTO" NO. E LE DIMISSIONI? Sulla proposta del prof. Antonio Di Grado


Doppio busillis sulla proposta del prof. Antonio Di Grado di spacchettare la Fondazione Sciascia: l'anima della Fondazione altrove, l'edificio come museo o mausoleo a Racalmuto. 
La fa in quanto direttore letterario in carica, già dimissionario. 

Ma il prof. Di Grado non si era dimesso coram Facebook, con tanto di motivazioni e di interviste a radio e giornali,   dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sciascia di cui ha fatto parte per oltre vent'anni e da Direttore letterario a cui l'aveva designato lo stesso Leonardo Sciascia all'interno del Comitato Scientifico di Organizzazione e Vigilanza? 
Tutto loro decidevano, Comitato scientifico e Consiglio di amministrazione. 
Contro chi prendersela? 
Si possono autospacchettare le responsabilità? 

Inoltre: perché tanta imprecisione nonostante i tanti giornalisti professionisti impegnati in prima persona a gestire la notizia delle dimissioni  con tanto di articoli firmati prima, durante e dopo?

Non sarebbe forse il caso che la Fondazione Sciascia si dotasse di un proprio organo per la divulgazione delle notizie che la riguardano o che tali notizie diramasse a tutti i giornali, attraverso canonici e inequivoci comunicati stampa? Sarebbe una prassi  più equa nel rispetto di altre testate giornalistiche e più democratica. L'eventuale imprecisione di una sarebbe corretta dalla precisazione di un'altra.


DATE E DATI IN FILA
in ordine crescente
A
4 aprile 2016, intorno alle ore 09:00

Il prof. Di Grado fa sapere di essersi dimesso dalla Fondazione Sciascia, 
tramite una comunicazione pubblicata su fb

"Mi sono dimesso dalla Fondazione Sciascia, che ho diretto per 25 anni: decisamente troppi, per chi come me crede nell'avvicendamento e nel ricambio generazionale pur sentendo il dovere di mantenere fede a un mandato conferito, prima della scomparsa, dal grande scrittore che mi onorò della sua amicizia e della sua fiducia. Non credo nelle cariche a vita così come nutro riserve sul radicamento racalmutese della Fondazione, effetto di una nobile e generosa illusione di Sciascia ma causa di marginalità e di insabbiamento nelle secche delle faide strapaesane. Auguro agli amici buon lavoro e un sollecito rilancio di quella bellissima istituzione." 
B
4 aprile 2016
Il prof. Antonio Di Grado motiva le proprie dimissioni dalla Fondazione Sciascia.
Intervista a Radio Radicale


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C
4 aprile 2016.
Intervista di "Malgrado tutto" sulle dimissioni
 "da direttore letterario e consigliere di amministrazione della Fondazione"

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D
11 settembre 2018
Videoregistrazione di Radio radicale.
Anniversario dell'Affaire Moro.
Intervento del prof. Di Grado in quanto "direttore scientifico della Fondazione"
(Inconsueto che ad organizzare e  coordinare l'incontro letterario
 sia stato il giornalista Felice Cavallaro,
 in quanto consigliere segretario e tesoriere del Consiglio di Amministrazione della Fondazione,
e non invece il "Direttore letterario": probabilmente avrebbe invitato anche l'editore Sellerio
 che l'Affaire Moro aveva pubblicato)


*
E
12 settembre 2018
Cronaca di Malgrado tutto:
"...interventi animati da Antonio Di Grado, direttore scientifico della Fondazione, Massimo Bordin, notista politico del pianeta radicale, e Adriano Sofri, il fondatore di Lotta Continua oggi commentatore e inviato per reportage nei Sud del mondo."

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F
6 marzo 2019
Proposta spacchettamento della Fondazione Sciascia del prof Antonio Di Grado in quanto 
"direttore letterario della Fondazione Sciascia"

*
G
9 marzo 2019
Il Sindaco di Racalmuto Emilio Messana controbatte la proposta del prof Di Grado

Alcuni passaggi della risposta del Sindaco di Racalmuto nonché Presidente della Fondazione "Leonardo Sciascia:
"Ora, per venire al punto, nessuno ha mai visto l’istituzione di Viale della Vittoria alla stregua di un villaggio turistico. Né ho mai scorto la presenza – contrapposta – di due anime: quella locale e quella scientifica. Per fare convivere tutte le spinte esiste un consiglio di amministrazione che agisce disinteressatamente nel suo complesso e a favore della comunità letteraria e dello sviluppo della diffusione dell’opera e del pensiero sciasciano.
Inutile nascondersi, problemi non sono mancati. Ma Comune ed eredi, secondo me, hanno sempre cooperato, dando piena esecuzione all’atto costitutivo.
Il Comune ha concesso i locali dell’ex Centrale Enel e versato un miliardo delle vecchie lire per dotare la Fondazione di un robusto capitale. Gli eredi hanno consegnato la collezione di ritratti di scrittori, i libri, le lettere."
*
Mio P. S. 
Colgo l'occasione per sollecitare il Presidente della Fondazione Sciascia di dare risposta alla richiesta prot. n. 17 del 18 luglio 2014 (sic!) tramite la quale si chiedono i verbali dei consigli di amministrazione ai quali ho partecipato in quanto assessore alla cultura tra il 2007 e il 2008, se previsto dai regolamenti ovviamente, ma una risposta qualsiasi si dia cortesemente.

Mi dispiace notare queste "piccole" inadempienze proprio nell'anno in cui, in paese, mi aspettavo di trovare programmi e fermenti culturali e organizzativi per celebrare il trentennale della morte di Sciascia e mi sono trovato invece ad apprendere da "voci" di piazza nonché da autorevoli rappresentanti della politica locale che, addirittura, la famiglia dello Scrittore ancora attende la delibera comunale con la nomina a consigliere segretario e tesoriere eletto del giornalista Felice Cavallaro.

Se si può, si recuperi il tempo perduto. 
Certe eredità vanno meritate, senza scadenza temporale. 
Noblesse oblige. O si tratta in fondo, come sostiene il prof. Di Grado, che tra l'altro ringrazio per i generosi giudizi su alcuni miei antichi scritti, soltanto  di una "generosa illusione" da parte di Sciascia nei confronti della comunità di suoi concittadini? 
Rinnovo intanto il mio dispiacere per le dimissioni, purtroppo inequivoche, del prof. Salvatore Fodale dalla Fondazione Sciascia, precedute dalle schermaglie polemiche con i giornalisti, non racalmutesi, Gaetano Savatteri e Felice Cavallaro, che nell'esprimere le loro opinioni lo facevano a titolo esclusivamente personale e non rappresentavano il sentire dei racalmutesi.  Certamente non il mio.
P. C.

*
Post del 4 aprile 2016 sulle dimissioni annunciate:



mercoledì 2 gennaio 2019

MA PERCHÈ CAVALLARO FA FINTA DI NIENTE? Sulle futuribili sorti magnifiche e progressive del Teatro Margherita di Racalmuto e su altro ancora

Palermo (Biblioteca comunale, dicembre 1990, 
alla presentazione de "Il mio Sciascia"

Felice Cavallaro, sul giornale che sostiene e da cui è ricambiato, lancia un allarme e un appello: "E’ l’ultimo tagliando per tutti, non solo per il Gattopardo di turno. E Racalmuto adesso ha bisogno davvero di riscoprire un vorticoso attivismo invasivo se vuole riaprire il Teatro Regina Margherita e rivitalizzare la Fondazione Sciascia decimata sia dalle dipartite di valorosi consiglieri sia dalle dimissioni di storici protagonisti del consiglio di amministrazione." https://www.malgradotuttoweb.it/e-lultimo-tagliando-per-tutti-non-solo-per-il-gattopardo-di-turno/


Il Gattopardo di di turno sarebbe l'attuale sindaco Emilio Messana che andava bene finché lui e i "ragazzi di Malgrado tutto" amoreggiavano col sindaco  e in giunta c'era uno dei "ragazzi di Malgrado tutto" a fare l'assessore e lo stesso Felice Cavallaro è stato votato dal sindaco per far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia come consigliere segretario con funzione di tesoriere subentrando al prof. Salvatore Restivo Pantalone; pubblicizzare ed esaltare il proprio "fare", ignorare o denigrare il "fare" degli altri, questa del resto è sempre stata la storia e la natura di Malgrado tutto da quando i "ragazzi" ora ultratrentenni e ultra sessantenni  sono stati Presidenti di "Premi" o sindaci o assessori o congiunti o amici di assessori o consiglieri o presidenti o congiunti del consiglio di amministrazione  della Fondazione Sciascia o della "Fondazione" Teatro  Regina Margherita, anzi, che dico?, quest'ultima non era Fondazione anche se come tale è stata indicata, e anche  da Cavallaro, in consiglio di amministrazione, amministrata.

Gli altri componenti erano Andrea Camilleri presidente, Giuseppe Dipasquale direttore artistico, Francesco Giambrone e Antonio Foscari in consiglio di amministrazione. Vicepresidente era Gaetano Savatteri, forse scambiando la presunta, fantomatica e inesistente Fondazione, giuridicamente intesa, per una bicicletta siciliana di cui lui sa bene la storia vera e quella inventata.
E sì, di questo si tratta, Felice Cavallaro faceva parte di una Fondazione Teatro Regina Margherita, spacciata per tale ma in realtà inesistente.  

Su tali premesse, la storia del Teatro Regina Margherita riaperto dall'amministrazione comunale guidata dal malgradotuttiano Luigi Restivo Pantalone, dopo quarant'anni di chiusura e frettolosamente riaperto senza tutte le autorizzazioni di rito, per farlo inaugurare da un presidente della Repubblica, non poteva non avere l'instabile percorso che ha avuto riportando il teatro alla ri-chiusura.

Nonostante i miei e altrui pubblici appelli, nessuno mai dei responsabili di allora ha rabberciato smentite, giustificazioni o scuse. E allora mi chiedo e chiedo, alla luce non proprio luminosa del passato riguardo la gestione del Teatro comunale Regina Margherita: cosa vorrebbe proporre ora  Felice Cavallaro? Con quale credibilità per il futuro visto che opaca è rimasta quella del passato? Le carte finite in Procura allora hanno fatto archiviare il caso ma una risposta a tanti interrogativi  non è stata mai data.

Scrivano su questo e su altro, Felice Cavallaro e Malgrado tutto, ne hanno i mezzi anche a livello nazionale, per far luce ed evitare in futuro gli errori del passato, scrivano anche sull'evanescente Parco letterario Regalpetra,  tanto per portare un  esempio e non certo per dare suggerimenti da parte di chi giornalista non è.


Purtroppo, in questa doppia verità mi sono imbattuto, mio malgrado, quando sono stato assessore alla cultura e come tale membro di diritto del consiglio di amministrazione della presunta Fondazione Teatro Regina Margherita: tutte le carte inerenti la documentazione del Teatro in quel frangente si trovavano in Procura per accertamenti e quindi non ho potuto visionare nulla sui vari aspetti "costitutivi" e gestionali del Teatro, e io avevo il dovere istituzionale di informarmi, di sapere e far sapere in consiglio comunale e alla cittadinanza. Mi sono informato e ho fatto la sorprendente scoperta.

Di questa disavventura ne ho scritto in un post qualche anno fa, adducendo la documentazione ufficiale degli uffici regionali preposti al riconoscimento delle Fondazioni in Sicilia.

 Tralascio lo stato in cui sono stati trovati certi ambienti di servizio del Teatro e non  ironizzo sul doppio cognome dell'allora sindaco come invece sui nomi fa, o tenta di fare,  sotto pseudonimo,  il giornale Malgrado Tutto,  scimmiottando uno pseudo metodo Boffo nei miei confronti e condannandomi con tanto di foto segnaletica alla Wanted all'ostracismo mediatico, nel disperato tentativo di  rendere non credibile quanto finora son venuto scrivendo nel corso di tanti lustri.

Nonostante la certificazione addotta nel 2007, di "Fondazione Teatro Regina Margherita"  torna a scrivere, come se niente fosse, Malgrado Tutto in un articolo successivo a firma di Gigi Restivo ovvero dell'ex sindaco Luigi Restivo Pantalone.

Io adduco le carte ufficiali e articoli pubblicati, gli altri si facciano una loro idea e se vogliono traggano le conclusioni circa la gestione delle istituzioni culturali in Sicilia e sul modo di fare giornalismo.

P. S.
I consiglieri comunali dovrebbero pur dire qualcosa visto che il Teatro è comunale.

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DOCUMENTI.


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Fondazione sì

Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2


Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2

Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2

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Fondazione no
"Con la presente si riscontra la nota prot. 11226del 22.11.2007, di pari oggetto, per comunicare che agli atti della  Scrivente Segreteria Generale, non risulta alcuna istanza di riconoscimento relativa alla fondazione in oggetto segnata"

Oggetto: Richiesta notizie fondazione "Teatro Margherita"


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Mia esperienza raccontata nel seguente Post:


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L'articolo di Malgrado tutto:


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Miei Post:

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Post  sulla riapertura del Teatro (da altri siti):


giovedì 29 novembre 2018

LO SCRIVEVA GIANCARLO MACALUSO NEL 2014, NON IO. Alcuni leggono una cosa e ne pensano un'altra

Nelle polemiche, 
c'è chi scambia buzzìchi pi lanterni;

c'è chi, invece di smentire puntualmente  affermazioni altrui con carte, date e fatti "alla mano", reagisce dilatando le froge  e scantonando con poca classe e molto livore (ma il livore è fumo, non arrosto: impuzza, annerisce e basta); 

c'è  chi, non avendo argomenti ad hoc, tenta di demolire per altre vie la credibilità altrui, nel vano sogno di fare sparire le nubi dal cielo disegnando sull'ombrello aperto un sole sorridente;

c'è chi, nel timore di dovere ribattere e controribattere  di persona, si nasconde molto "coraggiosamente", e poco lealmente, dietro uno pseudonimo (ma uno a chi risponde? all'aria? a nessuno?  al nom de plume?);

c'è chi, non sapendo dire altro, tenta disperatamente di minimizzare o ridicolizzare le attività e la creatività altrui (ma se non valgono nulla, non è meglio non evocarle? Evocarle significa riconoscerne l'esistenza! Ciò vale terribilmente anche per le persone, gli autori di qualcosa, etc.);

c'è chi cita e... comu veni la pena si cunta. P. C.




Giancarlo Macaluso in primo piano nel fermo immagine del filmato postato su you tube:

CARRETTIERI E LAVANDAIE. Rievocazione etnografica (1987)... 
Prima Parte


"Mi dispiace, io non ci sto. Non si può trascinare l'onore e la storia di un giornale nel pantano delle beghe politiche. [...]

Probabilmente stanno naugrafando tutte le certezze con cui in questi anni abbiamo svolto il nostro mestiere di giornalista: non avere un piede in due staffe, raccontare la politica ma non farla, evitare strane commistioni col potere.

Certo, si può cambiare opinione; ma mi resta, al fondo, una specie  di retrogusto amaro, una piega malinconica per come la cosa è stata ed è gestita. Sono deluso anche da tutto il contorno: Egidio Terrana, Salvatore Picone, Gigi Restivo, Felice Cavallaro e compagnia cantando. Il giornale da questa storia avrebbe dovuto rimanere fuori invece di ridursi a una sfiatata trombetta di potere, sia pure di uno che ama molto Racalmuto e di uno che quel giornale ha contribuito a nascere, crescere, rafforzarsi.

Evidentemente non c’è posto per me. Questo sicuramente è l’ultimo contributo che do al mio vecchio giornale, prendendone le distanze. 

Un amico poco fa mi ha telefonato dicendomi che è arrivato il momento di una nuova 'voce' a Racalmuto, di un nuovo giornale. Arriverà, presto, si chiamerà: Malgrado tutti."

Giancarlo Macaluso, Macaluso contro Savatteri: "Tieni fuori il giornale", Malgrado tutto web, 01/04/2014
Sulle scale del Municipio di Racalmuto,
in occasione della mostra di Pippo Bonanno a Racalmuto nel 1989.


ph ©archivio e pensamenti blog

venerdì 16 novembre 2018

PER I SESSANT'ANNI DEL GATTOPARDO AL "PIRANDELLO" DI AGRIGENTO TIRANDO IN BALLO ANZITEMPO UN ANNIVERSARIO DI SCIASCIA. Condotti "manu manuzza" lungo la "Strada degli Scrittori"


Come si lucra due volte sugli stessi autori, una volta per "rottamarli" e "defungerli" e un'altra volta ( e con molta in-coerenza) per celebrarli. 


Una passerella in più val bene una celebrazione ad hoc

E' questo il percorso della Strada degli Scrittori di Felice Cavallaro che invita Gaetano Savatteri (si invitano, si difendono e celebrano sempre tra loro ormai tra Fondazione Sciascia, Malgrado tutto e Strada degli Scrittori)? 



Link in qualche modo correlati:

Screen shot:
 https://www.facebook.com/stradadegliscrittori/?__tn__=kCH-R&eid=ARDQhqi5lXE7ym7kAZ1Tfih0PgcD4pdEiNIkDfB-ll21MZMYe3HZMQwO2S3DJ_lVqWAoTTcN5pVxUoBI&hc_ref=ARSPCtwut092nFfjQqpeSTzU6c1PE2YbM6KsCQ7n7PblzFrwdVrCt1WbrSJJ9yAjxTc&fref=nf&__xts__[0]=68.ARDcLne7dVodNSJ4MyXpcYWf1TaktOv3hCeuTtNPNj7tPGq9PwkQmY3zMVcX-cnLlG5YgbaONTX6LpQ9gXyK53LBWYHEFcOAeRgF15rZfeW2kULe5zRyNE5rBQM985mXP6Wro9dwLi5UE_nAHAOSp7C4a3BJXsu-6MTlHIGlwvTsH7DNumSPxwGhLPggZ_GSwc3Lvqcxcy9qK5ObUUl_f8d4ccYbhKhHFkuCtQQR70APAneeYGOgGnVoIUTIiiH7pUyP6bVQaShX-o767oDs6p3v4yqhFOQhK0LElmTCFNwgLF8UWV9qckg6O2C6jILbldlt0dtqz_flWyOhz94J_Uxd

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Aveva scritto Gaetano Savatteri:
«Non ne posso più di Verga, di Pirandello, di Tomasi di Lampedusa, di Sciascia. Non ne posso più di vinti; di uno, nessuno e centomila; di gattopardi; di uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà. E sono stanco di Godfather, prima e seconda parte, di Sedotta e abbandonata, di Divorzio all’italiana, di marescialli sudati e baroni in lino bianco. Non ne posso più della Sicilia. Non quella reale, ché ancora mi piace percorrerla con la stessa frenesia che afferrava Vincenzo Consolo ad ogni suo ritorno. Non ne posso più della Sicilia immaginaria, costruita e ricostruita dai libri, dai film, dalla fotografia in bianco e nero. Oggi c’è una Sicilia diversa. Basta solo raccontarla.»
Cit. da Non c'è più la Sicilia di una volta, ed Laterza.
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Ma non si può pedalare sempre in discesa!

Anonimo
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"Prego la Vostra Real Maestà di voler scusarmi se non indosso la divisa di Corte; sono soltanto di passaggio..."
Tomasi Di Lampedusa, Il Gattopardo, cap. I
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"Iu surfaru sugnu"
Leonardo Sciascia, Occhio di capra.



Altri link:
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