Visualizzazione post con etichetta Elogio della follia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Elogio della follia. Mostra tutti i post

venerdì 14 settembre 2012

INTELLIGENTI FINO ALLA FOLLIA


Oggi come non mai, e con una certa interessata insistenza,  Racalmuto-Regalpetra viene associato alla mafia, che non si può negare. Non si deve. Anzi, si deve riconoscere il male per curarlo. Va bene. 

Oggi è la mafia, domani potrà essere qualche altro fenomeno. Ma sarebbe opportuno integrare quest’univoca associazione di idee. Sia per Regalpetra sia per i racalmutesi, che sono anche altro. Per fortuna. Senza escludere di poterci scherzare su.



Un anonimo passeggiava dalla Matrice al Padreterno. Gli sbocciò sulla bocca questo triturato e triturante pensiero:
“Io penso di pensare quando sto seduto e non invece quando sono in piedi”.
Innamoratosene, lo ripeteva spesso. A chi, affannosamente, gli richiedeva dilucidazioni, rispondeva secco:
“Io la penso come me”.
E tirava innanzi, gettando nella nera disperazione gli interlocutori amareggiati del loro cervello non adatto a capire. Capivano di non capire, questa era la loro consolazione.
“Che filòsamo!”
dicevano e lo lasciavano andare.
Un altro non ragionava, capiva. Intuitivamente. Testa di zucca colma di prelibatezze, per dono di natura. I contadini lo ringraziavano e lo benedicevano per gli annunciati e dannosi temporali. L’intuitivo “udiva” gli echi dei tuoni un giorno prima.
Incomunicabile sapienza, veggenza pluviale: il massimo della follia. Negarselo sarebbe  follia peggiore.
Ma anche questa forma di insensatezza offre i suoi doni e presenta le sue benemerenze. I regalpetresi non le sono ingrati e non pensava certamente a loro Erasmo quando a questa forma di alterata intelligenza fa dire:
“Non c’è stato nessuno che abbia celebrato i meriti della Follia con un discorso riconoscente”.
È stato un agronomo controcorrente ad associarla al più caro e più sacro dei prodotti dell’uomo fin dall’antichità.                                                                                                                          Pane e follia, sostentamento al corpo, ossigeno alla mente.                                                                   La causa dell’eccesso d’intelligenza, rasente il patologico, sarebbe da imputare all’abbondanza di silicio nel terreno e quindi al grano che l’assorbe e si fa pane.                                                         Per tal motivo, Regalpetra rigurgita di uomini di genio e d’ingegno fuori misura, singolari e strani. Terra felice dove è rimasta sconosciuta l’invidia fintantoché a ciascuno non mancava quello che avevano tutti gli altri: mangiavano lo stesso pane.
Ma con le nuove politiche agrarie s’è coltivato sempre meno il grano nelle campagne regalpetresi; è incominciato ad arrivare da lontano.                                                                                  Il pane non contiene più il silicio succhiato dalle spighe. Venendo meno la pedologica ragione, i regalpetresi, piuttosto che rinunciare all’effetto cui erano abituati, sono andati a cercarsi un’altra causa. Altrove…


Questo brano è tratto da Eretici a Regalpetra, con prefazione di Claude Ambroise, Ettore Grillo Editore, Enna 1997. Un  libro introvabile, perfino nelle librerie di Racalmuto, da dove l’editore-distributore lo ha ritirato subito dopo la pubblicazione, “per venderlo su Internet”. Altrove non so. Ma una cosa non escludeva l’altra. Ho sempre fatto fatica a sapere il destino di questo libro. Un vero mistero. Forse sarebbe il caso di offrirgli un’altra chance, ripubblicandolo.