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domenica 31 luglio 2016

DOPO IL POST PERSONALE, UN COMUNICATO ISTITUZIONALE. Sempre sul murales di Beata Kukawska e Agnieszka Smiech a Racalmuto


Quando giovedì scorso, 28 luglio 2016, per le motivazioni già espresse, mi sono soffermato sul murales in lavorazione a Racalmuto, 


 mi sono astenuto dal rivelare il soggetto e i riferimenti artistici del murales stesso immaginando che, come si soleva fare una volta con i lavori degli artisti,  lo si dovesse rivelare ufficialmente ad opera  ultimata, magari con una bella cerimonia: non certo con scatti di istantanee informali, in tenuta deshabillé.

ph ©piero carbone 30 luglio 2016 a

Sempre convinto di ciò, per una forma di rispetto del Progetto e di coloro che l'avevano varato e lo stavano realizzando, mi sono astenuto ancora una volta dal pubblicare le nuove foto che ho scattato appena ieri, sotto il sole cocente di mezzogiorno, dove già si intravedevano chiaramente figure e abbozzi che rimandano a noti e familiari quadri di Pietro D'Asaro conosciuto come Monocolus Rcalmutensis. 

ph ©piero carbone 30 luglio 2016 b


Sennonché, proprio oggi,  guardando la posta, leggo la comunicazione  di Renato Volpe,  "dell'Ufficio Cultura del Comune di Racalmuto", successiva al mio post del 28 luglio, in cui tiene a precisare che verrà diramato un comunicato stampa da parte del comune con dettagliate e particolareggiate notizie su questo e su altri murales, mentre quello delle due artiste polacche Beata Kukawska e Agnieszka Smiech è ancora in lavorazione.

Vista la natura pubblica dell'argomento e la finalità pubblica di un "comunicato stampa", pubblico la lettera con cui si annuncia la diramazione di tale comunicato stampa: 
"30-lug-2016 13.30 murales racalmuto.
Caro Piero, ti invio una nota che stiamo girando a tutti i giornali, relativa al murales di Racalmuto. Grazie per l'articolo pubblicato su archivi e pensamenti.Renato".

Per non indurre ad erronee destinazioni sui motori di ricerca il nome esatto del blog è "archivio e pensamenti".

Tralascio altro, ma visti i rapporti di collaborazione che ci sono stati in precedenza riguardo a talune iniziative, mi sarei aspettato che l'assessore alla cultura competente me ne facesse cenno la sera stessa del 30 quando, assieme a tanti altri amici e conoscenti, ci siamo incontrati casualmente in Piazza, come suole avvenire naturalmente in paese,  eccetto che non ne sapesse nulla.

Comunque, sono ben felice che la scelta di uno dei soggetti da affrescare sia caduta su Pietro D'Asaro. Del Pittore avevo avuto modo di occuparmene nel post 
e, per associazione di idee, mi è sovvenuto l'omaggio di Renzo Collura al Pittore racalmutese: http://archivioepensamenti.blogspot.it/2016/02/1-i-quadri-parlati-di-renzo-collura.html)
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A questo punto decade la mia accortezza di non rivelare lavori non ultimati, e da me fotografati, documentati per il piacere di vedere nascere un'opera d'arte fino alla sua completa forma che mi richiama dialetticamente la Psicologia della Gestalt.
 

ph ©piero carbone 30 luglio 2016


ph ©piero carbone 30 luglio 2016 c

Il post del 28 luglio 2016: Mistero a Racalmuto. Si tratta di un muro. o di un murales.
Pubblico di seguito la "nota"  e le immagini che fungeranno da corredo iconografico al comunicato stampa che verrà diramato tramite i giornali e che è stato recapitato anche a me, anche se debbo precisare che il mio è un semplice blog personale e non una testata giornalistica. 

Il comunicato del Comune di Racalmuto

Io scrivo e pubblico senza alcun vincolo della professione giornalistica ma guidato dall'interna bussola che mi fa virare verso le sicilincònie e le sicilinconìe.  Ma quel che ho lo metto a disposizione come quel popolano che offrì a un re di passaggio l'acqua della fonte vicina con le mani ionte, visto che non c'erano a portata di mano preziosi e adeguati recipienti. 
Mi auguro che anche questa pagina possa replicare le 3.795 visualizzazioni di ieri e il blog le 13.557 visualizzazioni tra il 29 e il 30 luglio 2016. 


Foto a corredo del Comunicato stampa a cura del Comune di Racalmuto


Pietro D’Asaro pop art: un murales ricorda il Monocolo


Chiunque attraverserà quella strada o prenderà un caffè in uno dei bar della zona, avrà modo di ammirare un murales che richiama alcuni particolari di opere di Pietro D’Asaro.

Un’idea alquanto originale, quella di legare la pittura del “Monoculus Racalmutensis” alla pittura murale e alla pop art, nata grazie all’intuizione dell’assessore alla Cultura del Comune di Racalmuto Salvatore Picone che così spiega il progetto realizzato in stretta collaborazione con l’Università polacca “Marii Curie-Sklodowska” di Lublino: 

“Grazie all’Erasmus, la prestigiosa Università di Lublino, con cui Racalmuto ha stretto una fattiva collaborazione, ha concesso a due studentesse di svolgere nel nostro paese il loro programma. In un primo momento avevamo deciso di realizzare un murales dedicato a Falcone e Borsellino. Ho chiesto il parere ad alcuni artisti e docenti della scuola media, tra cui Giuseppe Agnello e Sergio Scimè, e a vari cittadini, che hanno consigliato di rendere omaggio, in qualche modo, a Pietro D’Asaro, come il Caravaggio sotto il ponte a Varese. E così ho chiesto di realizzare, oltre all’opera dedicata a Falcone e Borsellino che sarà realizzata sempre in quella zona frequentata dai giovani, un qualcosa che richiamasse l’opera del nostro grande pittore del Seicento”.

Il murales è in corso di realizzazione in via Garibaldi, vicino la scuola media dedicata proprio a Pietro D’Asaro, da parte di Beata Kukawska e Agnieszka Smiech nell’ambito del progetto Erasmus voluto dal Prof. Danylo Tkanko dell’Università “Marii Curie -Sklodowska”. Le due studentesse, il cui lavoro è coordinato da Renato Volpe dell’Ufficio Cultura del Comune, hanno presentato diversi bozzetti all’amministrazione comunale.

Accanto alle figure tratte da opere del Monocolo – un particolare della Madonna della Catena, conservato nella Chiesa Madre di Racalmuto e della Sacra Famiglia conservato a Cammarata – la scritta, di impatto, “Ra – CALM – uto”.

Calm, acronimo di calma, di tranquillità. Semplice, ma di grande effetto.

“Come Alda Merini sui Navigli, o il centro di Berlino o i celebri murales di Boston, vogliamo raccontare il contemporaneo e lasciare anche un segno su un grigio passato di cemento – dice l’assessore Picone - Colori nuovi e nuove visioni, aperte all’Europa e al mondo. E’ tutto un percorso che stiamo tracciando, legato naturalmente a quanto ereditato dal tempo, ovvero dai nostri beni culturali, ma con riflessioni sul presente e su quello che l’arte ha oggi da dire. E su questa strada ci muoviamo anche al Mu.Ra., il nascente museo del Castello Chiaramontano legato naturalmente all’arte sacra nostrana, ma soprattutto all’arte contemporanea”.

“La collaborazione con la Polonia – conclude – continuerà grazie anche al nuovo gemellaggio con la città di Opole Lubelskie. Dopo questo lavoro su D’Asaro, le due studentesse inizieranno a lavorare al progetto dedicato ai giudici Falcone e Borsellino. Anche qui un omaggio alla nostra terra, ai siciliani onesti con il murales della legalità che sarà realizzato nei pressi della Caserma dei Carabinieri”.
Fin qui il comunicato stampa.

2. Foto a corredo del Comunicato stampa a cura del comune di Racalmuto
Una precisazione non posso non farla per dovere professionale, relativamente alla spiegazione di Ra-CALM-uto, e anche, se si vuole, prima di diramare il comunicato, correggerlo in tempo, al fine di non dare adito a riserve da parte di quei giornalisti infarinati di retorica che finirebbero col non pubblicarlo. Si eviterebbero, durante la lettura, precisazioni distraenti da parte dei lettori. La Racalmuto universalmente metaforizzata genera altre attese sull'uso delle retorica.

Dunque, nel comunicato, CALM viene definito impropriamente "acronimo", con la seguente spiegazione: "Calm, acronimo di calma, di tranquillità. Semplice, ma di grande effetto."

Per la retorica l'acronimo è tutt'altra cosa, non corrisponde correttamente, ad esempio, alla spiegazione data dal vocabolario on line Treccani.it:
"Nome formato unendo le lettere o sillabe iniziali di più parole"; non è, quindi, una parola privata della lettera finale.

Ma queste, italianamente dette, bazzecole sono.


3. Foto a corredo del comunicato stampa a cura del Comune di Racalmuto
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giovedì 28 luglio 2016

MISTERO A RACALMUTO. Si tratta di un muro. O di un murales?



Erano i primi di luglio. Mi ha colpito la riservatezza, o meglio, il fare misterioso, quasi a nascondersi, delle due ragazze che a terra accosciate armeggiavano con colori e rulli: la cosa mi avrebbe lasciato indifferente o rispettosamente lontano se non fosse stato che erano davanti ad un muro pubblico. 

E quando c'è aria di "lavori in corso" nelle strutture pubbliche e spazi di pertinenza non si può stare tranquilli perché alla curiosità subentra l'apprensione: sono sempre in agguato interventi della cui inadeguatezza o inopportunità  o semplicemente modalità (lo dico col condizionale) ci si potrebbe rendere conto a lavori ultimati quando spesso nulla si può fare per ritornare indietro. 
I recenti lavori alla Rupe del Bastione non insegnano nulla? 

E andando indietro nel tempo, se ci fosse stata una scaltrita sensibilità civica e più interessamento, disinteressato, forse avremmo ancora in piazza i basoli in pietra lavica al posto dell'asfalto, e l'acciottolato al Piano della Badia invece del catrame, e le facciate di talune chiese meno "ducotonate", e la Pescheria ripristinata, e la Fontana di San Pasquale nella solenne semplicità originaria...


Ma qui si trattava di un semplice e recente muro in cemento, almeno apparentemente. 
Tuttavia, essendo di pertinenza pubblica, l'interessamento non era curiosità da perdigiorno ma quasi un dovere civico, anche se è scomodo e contro ogni tornaconto esercitare una coscienza critica, attiva e partecipativa. E' molto più comodo far finta di non vedere, coscientemente tacere. 
Sennonché, in questi casi non si può dire "mi faccio i fatti miei", "che me ne importa". Importa, importa. Eccome! Sarà il cittadino alla fine a fruirne. E ognuno di noi lo è.


Dunque, mi avvicinai. Chiesi delicatamente che lavori stessero facendo; a primo impatto, invece di una risposta ci fu quasi uno schermirsi. E perché mai? Cosa c'era da nascondere? Subito però compresi che non c'era da nascondere nulla perché le due ragazze non parlavano l'italiano e avevano difficoltà a farsi capire. 
C'era anzi una tale voglia di comunicare che alla fine compresi perfettamente: sul muro in cemento dovevano realizzare un murales; la difficoltà di farsi capire era dovuta al fatto che io non sapevo il polacco. 


La voglia di comunicare, miracolosamente, fece dissolvere il muro linguistico  che prima era un impedimento: le simpaticissime Agnieszka Śmiech e Beata Kukawska, questo il loro nome dalla pronuncia non facile,  erano polacche e frequentavano Università di Maria Curie-Sklodowska University di Lublino, erano ospiti del comune di Racalmuto all'interno di un progetto che prevedeva scambi culturali con alcune cittadine della Polonia. Ne fui contento.


Andai via, ma con una grande curiosità.  In realtà hanno fatto qualche riferimento riguardante il soggetto del murales e i possibili riferimenti pittorici, ma più che rivelarlo in anticipo mi piace vederne gli sviluppi, come giusto che sia.



Dopo una decina di giorni la parete, appositamente preparata, incominciava ad "animarsi". 


Oggi ho visto che sulla bianca parete da affrescare è comparso RA-CALM-UTO.



Rimane ancora tanta superficie da affrescare: buon lavoro, ragazze.


Fateci sognare! 


Al prossimo appuntamento.


ph ©piero carbone