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mercoledì 12 agosto 2020

IL GESSO RACCONTATO 1. Annuncio


Così come alcuni stanno portando avanti un loro racconto sul gesso, secondo le loro versioni e le loro omissioni, anch'io snocciolerò il mio; se talvolta, e in perfetta autonomia, i due racconti avranno punti di contatto nella materia trattata e risulteranno dissonanti, ciascuno sarà responsabile dinanzi al proprio pubblico, e all’altrui, dello strumento e della musica che suona. (Nella foto, la calcara di mio nonno Calogero, in contrada “Buovu”). 

Il racconto avviene sul web perché sul web è iniziato in maniera sistematica, per quanto mi riguarda, con un Post pubblicato domenica 22 luglio 2018.

P. S. Un pensiero-guida di Luigi Russo:
“La critica, quella famosa critica, di cui oggi si incomincia a scoprire ingenuamente la necessità è già liberalismo, ed essa non è un fatto arbitrario, un post factum, una cosa che può esserci e può non esserci, ma è la stessa coscienza riflessa dell’azione, e però è un’azione più illuminata. E là dove non si vuole critica, dove la si combatte come una nemica, sorge il surrogato, la calunnia”.


giovedì 23 luglio 2020

SULLA PROPOSTA DI AMEDEO FALCI AL CONVEGNO "LA SICILIA DEL GESSO" E I RELATIVI ATTI PUBBLICATI. Un Parco del Gesso in Sicilia



Al Convegno di Caltanissetta del 12 gennaio 2019 "La Sicilia del gesso", Amedeo Falci, nel suo intervento, ritenne che finalmente fosse giunto il tempo di lanciare ufficialmente un'idea da lungo tempo maturata ovvero la costituzione in Sicilia di un Parco del gesso alla stregua  delle vie del gesso così  come esistono in Emilia dalle parti di Carpi o  delle tante vie del vino. L'idea fu bene accolta e sottoscritta dai convegnisti e altri sostenitori.

Negli Atti del convegno, però,  pubblicati nel febbraio 2020, la relazione  di Amedeo Falci con la "sua" proposta  operativa del Parco del gesso non c'è. L'assenza è stata subito notata quando in anteprima sono state anticipate in pdf, tra gli addetti ai lavori, la copertina con le pagine di Presentazione, Prefazione e l'Indice degli Atti. A quanto pare, secondo i curatori del volume, la relazione non è pervenuta in tempo. E non solo la sua.

Si sanno i termini temporali - a quo -  ovvero quando e come è nato e si è svolto  il Convegno,  ma non le ragioni della improcrastinabilità della pubblicazione degli Atti - ad quem - tali da non potere attendere la ricezione delle relazioni che ne sono rimaste fuori, pertanto, in favore del processo che si prefigge di valorizzare il ritrovato mondo del gesso,  che  ci si augura vada oltre il Convegno e gli stessi Atti, ritengo di fare cosa memoranda riproponendo il post e il video di Amedeo Falci con la sua proposta di costituire un Parco del gesso in Sicilia. Un Parco che comprenda tutta l'area, interprovinciale, gessoso-solfifera.

Va ribadito in ogni caso il plauso a chi meritoriamente ha voluto e realizzato la pubblicazione degli Atti.  Per amore del rinato interesse verso il mondo del gesso - si spera fecondo, ininterrotto  e operativo -, osservazioni ed eventuali integrazioni come le presenti, e altre che potrebbero seguire, in cartaceo o sul web, sono tassativamente da intendersi come desiderio disinteressato di arricchire  un  dialogo così come sul web è nato: nel rispetto di tutti, dei motivi che legano ciascuno al mondo del gesso, nella fedeltà dei fatti.


Post del 16 gennaio 2019

ANCHE IN SICILIA "LE VIE DEL GESSO". Terza tappa di un fecondo percorso dal blog "Archivio e Pensamenti" al Convegno di Caltanissetta "La Sicilia del gesso" e oltre

" ...si sono fatte Le vie del vino, fare Le vie del gesso in certe aree è più facile. Dobbiamo essere tutti uniti...  Le condizioni per fare un Parco ci sono. Se tutti ci sediamo attorno a un tavolo, umilmente, scordandoci le nostre presunzioni e arroganze di cultura che abbiamo, può essere che ci riusciamo. Questa è la mia proposta." Alberto Amedeo Falci. 
Intervento al Convegno di Caltanissetta La Sicilia del gesso, sabato 12 gennaio 2019 (Sala magna del Consorzio Universitario).

Da sx:
Ing. Alberto Amedeo Falci, Prof.ssa Marina Castiglione, 
Prof. Giovanni Arnone, Presidente del Consorzio Universitario di Caltanissetta


Intervento dell'ing. Alberto Amedeo Falci.
Video


Ieri, nel chiedere l'amicizia su Facebook all'ingegnere Alberto Amedeo Falci che aveva lanciato l'idea di un Parco del gesso interprovinciale al Convegno di Caltanissetta "La Sicilia del gesso", mi complimentavo per la fulmineità della proposta.

Mi ha colpito la risposta: l'idea c'era già, e da tempo, ma era mancata l'occasione per proporla.

Fa piacere constatare che il lavoro di riscoperta e promozione del mondo del gesso che ho iniziato spontaneamente nel luglio 2018 e proseguito nei mesi successivi, tramite il blog "Archivio e Pensamenti", abbia riscontrato entusiasmo e consensi di tanti e da tante parti della Sicilia, innescando processi virtuosi ovvero favorendo in qualche modo non solo virtualmente ma anche di fatto un clima propizio alla nascita di idee e iniziative che, a quanto pare,  erano, inespresse, nell'aria e quasi in incubazione o isolate. Purtroppo da troppo tempo. 

Il Convegno "La Sicilia del gesso", organizzato da Marina Castiglione, che ha coinvolto il mondo accademico, e Giuseppe Giugno, con il patrocinio del Consorzio Universitario  di Caltanissetta e dell'Associazione Culturale "Alchimia", a cui ho contribuito concretamente oltre ad ispirarlo con un propedeutico lavoro di sensibilizzazione, ne è stato il primo risultato. Altri a sua volta il Convegno ne ha prodotto.

Ora, la proposta del Comitato Promotore "La Terra promessa è sotto i nostri piedi" mira non solo a riscattare il gesso dal lungo silenzio  ma anche a proiettarlo "progettualmente" nel futuro con il coinvolgimento di "quanti vorranno aderire".  P. C.



Screen shot Facebook 15 gennaio 2019


VIE DEL GESSO
Documento del Comitato Promotore
Caltanissetta, mercoledì 16 gennaio 2019

C’è una Terra promessa sotto i nostri piedi. 
 E questa terra è fatta di gesso. 
Da anni Caltanissetta attende di recuperare la sua identità riscoprendo i circuiti minerari legati all’estrazione e lavorazione dello zolfo. Nell’attesa di un sempre procrastinato rilancio della legge regionale per la realizzazione del Parco Geominerario della Sicilia, siamo rimasti fermi, soprattutto nella nostra città. A Villarosa, a Valguarnera, a Casteltermini, a Sommatino, a Riesi, a Montedoro, a San Cataldo iniziative private e pubbliche hanno recuperato parte degli impianti di archeologia industriale o del patrimonio etno-antropologico consentendone la fruizione a fini turistici sebbene manchi un sistema di messa in rete. Da noi persino la sistemazione di un unicum come il Cimitero dei minatori morti durante l’incidente di Gessolungo del 1881 è parziale e il sito difetta nella gestione.

A pensarci la civiltà dello zolfo è durata un paio di secoli e ha segnato il paesaggio esclusivamente nelle cave. Perché lo zolfo era merce ed era merce che veniva estirpata con il sangue e la fatica e veniva venduta per scopi prevalentemente bellici arricchendo pochi proprietari.

Invece esisteva in superficie, sopra gli strati di zolfo e sopra quelli di sale, un altro minerale che è stato meno invasivo, meno drammatico nei suoi aspetti socio-lavorativi, un minerale che non è stato narrato: il gesso.

Vero “collante” del nostro territorio è proprio il gesso, balatino, alabastrino, tripolino che sia: da Valguarnera a Partinico, da Villafrati a Sant’Angelo Muxaro, da Marineo a Caltanissetta, da Salemi a Sutera, da Favara a Pietraperzia, da Racalmuto a Montedoro esso cementa un’ampia parte della Sicilia centrale con propaggini importanti in quella occidentale e, ancora oggi, molte cave sono in produzione.

Un minerale che contrassegna siti archeologici, habitat botanici, grotte, forme carsiche epigee o superficiali, serre montuose, regie trazzere, masserie e bagli, centri urbani, cave e relitti di fornaci, pozzi e ovili, decori artistici per l’architettura laica e quella religiosa. Un minerale “pacifico”, che non ha causato guerre né direttamente né indirettamente. Molti dei siti siciliani “Natura 2000” (SIC e ZPS) rientrano all’interno della stratificazione gessoso-solfifera e sono già tutelati da apposite norme: basterebbe aggiungere a questi itinerari il ripristino di alcune strade della transumanza, la manutenzione di fornaci, il recupero di antichi mulini in gesso, dei laboratori d’arte, etc..

Un materiale ecologico e duttile come il gesso è oggi alla base di progetti europei per il recupero dei centri storici in Francia e in Spagna, esso, quindi, è un possibile alleato per uno sviluppo sostenibile e per la crescita di un indotto non soltanto turistico.

La proposta delle “Vie del gesso” è emersa all’interno del Convegno La Sicilia del gesso, svoltosi a Caltanissetta il 12 gennaio e che ha visto seduti attorno ad un tavolo geologi, naturalisti, architetti, botanici, etnomusicologi, linguisti, imprenditori, docenti, scultori, storici dell’arte. La proposta, avanzata da Amedeo Alberto Falci al termine della sua relazione e immediatamente abbracciata da tutti i presenti, è una proposizione politico-culturale analoga e qualitativamente più ricca del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, un parco di oltre duemila ettari situato nell’entroterra romagnolo tra Imola e Faenza.

Una doppia scoperta: quella di sentirsi uniti attorno ad un argomento sinora ignorato e, soprattutto, attorno ad un progetto comune al quale si comincerà a lavorare da subito con quanti vorranno aderire mettendosi in contatto con il comitato promotore. Un progetto bello e possibile.


Comitato promotore
Marina Castiglione, Università degli Studi di Palermo; Giuseppe Giugno, PHD e Presidente dell’Associazione culturale Alchimia (Caltanissetta); Giuseppe Agnello, scultore, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo (Racalmuto); Antonino Anzalone, imprenditore (San Cataldo); Giovanni Arnone, Presidente Consorzio Universitario di Caltanissetta; Calogero Barba, docente e artista (San Cataldo); Laura Bonura, docente e socia del CSFLS (Partinico); Michele Brescia, Associazione mineralogica e della cultura della solfara di Sicilia (Caltanissetta); Maria Teresa Campisi, Università degli Studi Enna-Kore; Piero Carbone, scrittore (Racalmuto); Mario Cassetti, architetto e Dirigente scolastico (Caltanissetta); Enrico Curcuruto, geologo e docente del Liceo Scientifico delle Scienze applicate “S. Mottura” (Caltanissetta); Angelo Cutaia, ingegnere (Racalmuto); Fiorino Ettore, perito minerario e collezionista di minerali (Caltanissetta); Amedeo Alberto Falci, ingegnere e naturalista (Caltanissetta); Manlio Geraci, scultore (Palermo); Amedeo Giammusso, perito minerario (Caltanissetta); Lillo Giuliana, scultore (Caltanissetta); Leandro Janni, Presidente regionale di Italia nostra Sicilia; Paolo Lo Iacono, Presidente Ordine degli architetti (Caltanissetta); Francesco Longo, docente del Liceo Scientifico “S. Savarino” (Partinico); Antonella Mamì, Università degli Studi di Palermo; Vincenzo Ognibene, architetto e scultore (Palermo); Giuseppe Palumbo, ispettore onorario per i beni culturali del Museo “Antiquarium Arturo Petix” (Milena); Nino Pardi, docente dell’Istituto “Virgilio” di Mussomeli (Sutera); Arcangelo Pirrello, geologo (Caltanissetta); Fabiola Safonte, Presidente IRPAIS, Istituto di Ricerca e Promozione delle Aree Interne della Sicilia.




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foto e video ©piero carbone


"Può un social contribuire alla ricerca scientifica sollecitando gli studiosi a riunirsi e a lavorare in èquipe? È quello che è accaduto la scorsa estate, quando sul blog “Archivio e pensamenti” di Piero Carbone, attivo operatore culturale di Racalmuto, ha avuto inizio un dialogo a distanza tra architetti, etnomusicologi, linguisti, antropologi, storici. Tema del dibattito: il gesso. A proposito di questo minerale poco studiato ma molto usato, sono emersi interessi diversi e ricordi d’infanzia sopiti attorno a cui si è costituita una piccola comunità che ha cominciato a interagire."
Marina Castiglione

venerdì 8 febbraio 2019

SUL CONVEGNO DI CALTANISSETTA, IL GESSO E I CANI AIZZATI (IN METAFORA). "Malgrado tutto" mente sapendo di mentire (per un giornale non è granché)

Figueres, Teatro-Museo Dalì, 2010 - ph ©piero carbone

LEGITTIMA DIFESA DA UNA INFONDATA ACCUSA
di Piero Carbone

Ora che "Malgrado tutto", in un articolo firmato collettivamente La Redazione, mi dà del bugiardo, corredando il grazioso articolo con un bel Pinocchio dal naso lunghissimo, voglio capire perché.
Mi dichiaro pronto a chiedere scusa in caso affermativo ma attendo delle scuse in caso negativo. Il soggetto, si badi, non è un episodico battibecco ma attiene la paternità e la qualità del nostro operare.

I redattori del giornale, che non sono solo redattori ma all'occasione tante altre cose, pensavano di avere fatto il bel colpo nella speranza di vanificare tutto quello che ho lamentato nel corso di tanti anni.

Non si tratta di questioni personali ma della visione e gestione culturale delle risorse di un territorio che vanno dal nome di Sciascia alla Fondazione omonima al Teatro Regina Margherita al Premio Racalmare Sciascia, riguardano l'approcciarsi alla politica e agli incarichi, l'utilizzazione non disinteressata dell'informazione, etc. etc. etc.

Lo ha bene descritto uno di loro: "Mi dispiace, io non ci sto. Non si può trascinare l'onore e la storia di un giornale nel pantano delle beghe politiche. [...] Probabilmente stanno naufragando tutte le certezze con cui in questi anni abbiamo svolto il nostro mestiere di giornalista: non avere un piede in due staffe, raccontare la politica ma non farla, evitare strane commistioni col potere."
Giancarlo Macaluso, Macaluso contro Savatteri: "Tieni fuori il giornale", Malgrado tutto web, 01/04/2014

Mi dispiace per loro, i cosiddetti "ragazzi di Malgrado tutto", cosiddetti "ragazzi" vista la loro età: dovranno aspettare la prossima bugia, se mai ve ne sarà, per vanificare tutto quello che finora ho scritto. Ma si ricordino che a prescindere dalle mie possibili bugie future, il passato rimane intatto e fermo come un macigno in attesa di smentite e di risposte.
E veniamo all'oggi che rappresenta l'ennesimo episodio di una lunga costumanza.

Nell'articolo "Le bugie di Carbone con le gambe di gesso",  firmato La Redazione,  si sostiene che la professoressa Marina Castiglione smentirebbe su Facebook  la mia accusa di omissione nei confronti del giornalista Salvatore Picone perché sarebbe stata lei stessa  ad omettere il mio nome e non il giornalista.
L'omissione della Castiglione è vera solo che io non mi riferivo alla sua omissione ma a quella del giornalista che di nomi nell'articolo ne fa diversi.

Cito: "Il convegno durerà un intero giorno, dalle 9 alle 19, e si svolgerà nella sala magna del Consorzio universitario di Caltanissetta di corso Vittorio Emanuele. Per l’occasione saranno esposte opere d’arte di Giuseppe Agnello e Carlo Sillitti. Interverranno, inoltre, il coro filarmonico “Terzo Millennio” di Racalmuto e la Compagnia di Canto e Musica Popolare di Favara." (Si dà il caso che il Coro e la Compagnia da me coinvolti al Convegno di Caltanissetta eseguissero anche mie canzoni su surfarara, salinara e issara).

La Castiglione, che tanto apprezzo come studiosa e con la quale ho avuto la fortuna di condividere l'entusiasmante avventura del rinato interesse per il gesso, è stata generosa nel volere scagionare il giornalista, ma la sua dichiarazione dimostra il contrario. Lei è generosa, ma io non posso risultare autore di una bugia se la sua dichiarazione non la comprova.

A telefono veramente avevo capito anche un'altra cosa: la meraviglia di essersi ritrovata in un'intervista con domande e risposte mentre lei aveva rilasciato una volante dichiarazione su cui il giornalista avrebbe montato l'articolo con tanto di domande e risposte. 

La Castiglione nella sua precisazione su Facebook afferma che è stata proprio lei ad omettere il mio nome, ma non solo il mio a dir la verità,  perché nella sua "dichiarazione" a "Malgrado tutto"  ha parlato volutamente e  soltanto degli "aspetti che avrebbero potuto essere utili per il rilancio di un comparto produttivo e di un terriorio [...] senza fare l'elenco delle persone coinvolte".
"Senza fare l'elenco delle persone coinvolte". Non solo non fa l'elenco ma non fa alcun nome in particolare.
Dunque, lei ha voluto parlare solo di idee, mentre il giornalista ha parlato di nomi coinvolti nel convegno, facendone alcuni e omettendone altri. 
Io nel mio Post non mi riferivo all'omissione della Professoressa bensì inequivocabilmente a quella di Picone e quindi del giornale dove l'articolo è pubblicato. Ciascuno risponde delle proprie omissioni non di quelle altrui. La bugia non esiste perché non ho attribuito l'omissione di qualcuno  a qualcun altro.

Così io avevo scritto nel mio Post:
Una dichiarazione è una dichiarazione e non deve essere per forza esaustiva, nella sua sintetica parzialità sarebbe rimasta lì a se stante, ma inserita in un intiero articolo sembra avallarlo mentre invece è il giornalista che, senza virgolettato e dimostrandosi informatissimo,  si profonde nei minimi dettagli circa l'organizzazione del Convegno citato e a piacer suo o secondo sue valutazioni inserisce alcuni nomi. Non potrebbe essere altrimenti. 
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2019/02/se-malgrado-tutto-omette-non-intervista.html

Pertanto, l'accusa di "Malgrado tutto" di avere sostenuto, da parte mia, una bugia ovvero una "minchiata", cito tra virgolette l'aulico linguaggio dell'accusa, la rimando con dimensioni  maggiorate al mittente.

Ma perché ritengo una omissione significativa quella del giornalista Picone?  Perché in riferimento alla sua stessa domanda "Come è nata l'idea del Convegno", al precedente oblio e al rinato interesse sul gesso,  ignorando quello che ci stava a monte del convegno e del rinato interesse sul gesso,  e dunque omettendo anche nomi,  è come se avesse parlato di un matrimonio celebrato dalla sposa senza lo sposo. La sposa si è sposata da sola? La Redazione del giornale "Malgrado tutto"  qualifica un tal procedere "scrupoloso". 

Se l'immagine sponsale non rende ne propongo un'altra.
Immaginate che un signore abbia individuato e scelto un terreno, che abbia procurato alcuni semi, li abbia seminati, li abbia governati e quando le spighe sono alte e mature  si reca al campo per organizzare il raccolto ma da lontano vede un gran trambusto di mietitrebbie e camioncini pronti per il trasporto, cerca di avvicinarsi per capire cosa si stia armeggiando nel terreno e per tutta risposta gli vengono aizzati contro i cani come se fosse un intruso o un estraneo che accampa indebite pretese.
Questo lascia intendere l'articolo contro di me firmato collettivamente dalla Redazione di "Malgrado tutto" e mi sembra una enormità (ma perché non firmano con nome e cognome quando fanno i loro attacchi?): 
"Così sul suo blog ha messo in fila una filippica, una delle sue solite prediche, per dimostrare che il convegno sul gesso l’aveva inventato lui e che quei cattivoni di “Malgrado tutto” volevano togliergli il merito."

E' un esempio, si capisce, genericissimo, né voglio accampare pretese di proprietà esclusiva su alcunché ma neanche esserne escluso: lo preciso altrimenti mi becco un altro articolo con altre infondate accuse.

Tutti possiamo sbagliare nello scrivere un articolo o nell'interpretarlo ma passare alle conclusioni sbagliate o pre-giudicare è un'altra cosa. "Malgrado tutto", purtroppo, e dietro pseudonimo, in passato l'ha fatto più di una volta nei miei confronti. Vorrei capire perché è successo anche questa volta.

Perché il giornalista Picone omette il mio nome anche se legato alle stesse domande poste  nel suo articolo "Riscopriamo la Sicilia del gesso" visto che non si basa soltanto sulle risposte della prof.ssa Marina Castiglione ma si profonde nel dare notizie e nomi sul Convegno? Dal web, dove circolano decine e decine di post sull'argomento? Dalla brochure dove si fa riferimento al sito dove questi post si potevano leggere? 





Ci sono due possibilità di risposta all'omissione di cui sopra: o il giornalista sapeva e ha deliberatamente omesso il mio nome e il mio ruolo facendo le sue libere valutazioni - e allora lo dica - o non sapeva e allora le informazioni dell'articolo riguardante il rinato interesse sul gesso e il convegno di Caltanissetta non si sa da dove le abbia apprese risultando però lacunose e andavano integrate. In termini di logica filosofica, è un "dilemma cornuto", lo so, ma che c'è di strano in questa richiesta?
A mio parere, da non giornalista, su questo si doveva rispondere e questo si doveva chiarire nell'articolo di risposta ai miei rilievi e non svicolare con una infondata accusa, offendendo per giunta?

E ora la prova regina di tanto mio dissertare. 


"Ospite molto apprezzato di questo spazio il poeta a docente Piero Carbone, che ha proposto una poesia dal titolo: “Vita di Issara”, mestiere, ha ricordato Carbone, di cui non si parla più in Sicilia. Piscopo ha musicato il testo di questa poesia, che sarà inserito in un libro/cd curato da lui e Salvatore Ferlita per la casa editrice Lussografica di Caltanissetta."
Sapete a)dove?  b)quando?  c)in quale circostanza? d)da chi sono state scritte queste parole? 
a) Su "Malgrado tutto" https://www.malgradotuttoweb.it/non-sempre-la-maestra-porta-carbone/  b) il 23 settembre  2018; c) in occasione della presentazione del libro "La maestra portava carbone" di Piscopo e Ferlita al Circolo Unione di Racalmuto; d) dalla Redazione di "Malgrado tutto". 
Si dà il caso che Salvatore Picone sia vicepresidente del Circolo Unione, redattore del giornale "Malgrado tuto" nonché presentatore, assieme a Luciano Carrubba, dell'evento: sarei scortese a pensare che non si sia accorto della mia performance o non abbia letto l'articolo sul suo giornale.  Di gesso già si parlava.
Cliccando il link dell'articolo si possono ammirare le belle foto di Angelo Pitrone.

https://www.malgradotuttoweb.it/non-sempre-la-maestra-porta-carbone/

Come conclusione rinnovo la proposta avanzata nel precedente Post: 


P.S.
A mio  parere, piuttosto che ignorarlo, si doveva potenziare l'input "gipsofilo" racalmutese appunto perché proveniente dallo stesso territorio in cui è nato il giornale "Malgrado tutto"  e che sul territorio, di cui il giornale spesso si occupa giornalisticamente e non solo,  avrebbe potuto avere una ricaduta positiva per maggiormente valorizzarlo, come è accaduto o sta accadendo nel territorio limitrofo di Caltanissetta.





L'Input del Convegno





Sull'origine del Convegno di Caltanissetta

Alcuni commenti su Fb



Link correlati:
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lunedì 4 febbraio 2019

SE "MALGRADO TUTTO" OMETTE... Non-intervista a Marina Castiglione sul rinato interesse per il gesso e il relativo Convegno di Caltanissetta



Contrada "Calcare" a Racalmuto


Faccio questa nota a malincuore ma ritengo ugualmente di farla per rispetto della verità e dei lettori di giornali  poiché quanto si legge su "Malgrado tutto" è manchevole rispetto a quanto è scritto altrove, sempre sullo stesso argomento, e potrebbe indurre anche in futuro a dubbi, confusione ed errati giudizi sui fatti narrati e sulle persone direttamente o indirettamente coinvolte.  

Quando, a pochi giorni dal convegno "Le vie del gesso" che si sarebbe tenuto a Caltanissetta il 12 gennaio 2019, lessi l'articolo di Salvatore Picone con alcune domande a Marina Castiglione, rimasi di stucco e perplesso astenendomi tuttavia dal pensar male di alcuno se prima non mi accertavo sulle risposte e su una in particolare che l'intervistata avrebbe dato. 


Alla domanda su come è nata l'idea del Convegno, si legge una risposta che non s'accorda completamente con l'altra versione  che la stessa Marina Castiglione avrebbe dato in altre sedi sul Convegno e sulla sua genesi.

Domanda:
Come è nata l’idea del convegno?


Risposta: 
“L’idea del convegno è nata dalla conoscenza di alcuni progetti europei in cui si sono riattivate le produzioni per il restauro con nuove malte di gesso degli antichi abitati. Ci siamo chiesti se il nostro nuovo ‘oro’ non possa essere questo materiale povero che, con le nuove tecnologie, possa trovare applicazioni di ampio raggio. Ci fa piacere che la Regione abbia avuto fiducia nel Convegno: a partire da questo primo momento, forse sarà possibile recuperare una peculiarità del nostro territorio“.
Malgrado tutto, 4 gennaio 2019

Nel chiedere lumi alla Professoressa, ebbi conferma a viva voce che lei, altrettanto stupita, in effetti non aveva rilasciato una vera e propria "intervista" ma una semplice, veloce dichiarazione che poi ha ritrovato pubblicata sotto forma di intervista-conversazione o conversazione-intervista, insomma con domande e risposte: se fosse stata dichiaratamente intervista, non avrebbe mancato di fornire altri dati e altre informazioni. 

Una dichiarazione è una dichiarazione e non deve essere per forza esaustiva, nella sua sintetica parzialità sarebbe rimasta lì a se stante, ma inserita in un intiero articolo sembra avallarlo mentre invece è il giornalista che, senza virgolettato e dimostrandosi informatissimo,  si profonde nei minimi dettagli circa l'organizzazione del Convegno citato e a piacer suo o secondo sue valutazioni inserisce alcuni nomi. Non potrebbe essere altrimenti. 

Ebbene, in tutto l'articolo salta giusto giusto il mio nome, chissà perché, con tutto quello che avevo fatto per il rinato interesse riguardante il mondo, negletto, del gesso, prima e a monte del Convegno nonché il mio concreto apporto al Convegno stesso con alcuni suggerimenti e coinvolgimenti vari tra cui quelli di Giuseppe Pasquale Palumbo,  Angelo Cutaia, Isabella Martorana Messana, il Coro Terzo Millennio diretto da Domenico Mannella, la Nuova compagnia di canto e musica popolare favarese diretta da Giuseppe Maurizio Piscopo, il gruppo Facebook  Siciliando che vanta oltre 64.000 iscritti, etc. e avrebbe dovuto parteciparci anche il prof. Sergio Bonanzinga interessato fin dall'inizio ai canti tradizionali di issara esistenti e recuperati a Racalmuto. Tempi permettendo, ancora altri contributi si sarebbero potuti inserire nel Convegno.

In ogni caso, le successive, ripetute ed inequivoche dichiarazioni della prof.ssa Marina Castiglione, una delle anime e organizzatrici del Convegno, non lasciano ombra alcuna di dubbio, ma molte  altre ombre vengono proiettate semmai da un certo modo, allegro o superficiale o frettoloso o fazioso o poco rispettoso  o poco professionale o malevolo, di fare giornalismo. Nei miei confronti purtroppo non è la prima volta. Non so con altri. La casistica non è casuale.
Peccato che, per una semplice conversazione ammannita come articolo, possa incorrere in tale casistica, o parzialmente lambirla, un giornale che vanta indubbie professionalità e sponsorizzazioni di autorevoli personaggi del mondo giornalistico! 

Al di là dei casi personali, con un tal procedere, per l'idea che lo Scrittore racalmutese aveva del giornalismo, di un certo giornalismo, non mi pare si onori Leonardo Sciascia, eletto da "Malgrado tutto" a suo nume tutelare. Tanto meno nella ricorrenza del trentennale della morte che si dovrebbe celebrare adeguatamente.

Lo dico con serenità, e con un certo distacco: ciascuno ne tragga le conclusioni che vuole. 
Senza trascurare le premesse però. 

P.S.
A mio  parere, piuttosto che ignorarlo, si doveva potenziare l'input "gipsofilo" racalmutese appunto perché proveniente dallo stesso territorio in cui è nato il giornale "Malgrado tutto"  e che sul territorio, di cui il giornale spesso si occupa giornalisticamente e non solo,  avrebbe potuto avere una ricaduta positiva per maggiormente valorizzarlo, come è accaduto o sta accadendo nel territorio limitrofo di Caltanissetta.

4 gennaio 2019




6 gennaio 2019

"Può un social contribuire alla ricerca scientifica sollecitando gli studiosi a riunirsi e a lavorare in èquipe? È quello che è accaduto la scorsa estate, quando sul blog “Archivio e pensamenti” di Piero Carbone, attivo operatore culturale di Racalmuto, ha avuto inizio un dialogo a distanza tra architetti, etnomusicologi, linguisti, antropologi, storici.
Tema del dibattito: il gesso.
A proposito di questo minerale poco studiato ma molto usato, sono emersi interessi diversi e ricordi d’infanzia sopiti attorno a cui si è costituita una piccola comunità che ha cominciato a interagire.
Dal blog si è passati ad una delle pagine facebook più frequentate dagli appassionati di cultura tradizionale, Siciliando (1). 
E da qui è scaturita l’organizzazione scientifica del  convegno La Sicilia del gesso. Stratificazioni, tecniche costruttive e cultura che avrà luogo il 12 gennaio dalle ore 9.00 a Caltanissetta, presso la Sala Magna del Consorzio universitario sito in C.so V. Emanuele 92.


"Il Convegno, organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo intende approfondire gli aspetti geologico-naturalistici del gesso e i suoi diversi usi in ambito architettonico, rurale e urbano, storico-artistico ed etnoantropologico. Si tratta del primo convegno interdisciplinare dedicato all’argomento e ciò può apparire incredibile se si pensa che tutta la Sicilia centrale è caratterizzata dalla  stratificazione geologica gessoso-solfifera. 
Essa, però, è assai più nota e studiata sul versante delle miniere di zolfo, attorno a cui si sono concentrate le prime ricognizioni sociologiche e che ha ispirato molte importanti pagine letterarie. 
Non così è accaduto al gesso, la cui presenza nel territorio è ancor più capillare e “domestica” rispetto alla produzione industriale dello zolfo. 
Sebbene si tratti di un materiale di larghissimo impiego e sebbene alimenti ancora un settore economico-produttivo vitale, ad oggi manca una ricognizione complessiva sulla sua storia naturale e sulla civiltà da esso determinata."
Marina Castiglione


(1)
Colgo l'occasione per ringraziare gli amici di "Siciliando", da me coinvolti nella fase promozionale  e divulgativa del Convegno, per la generosa adesione  alla causa del gesso e specificatamente per la  documentazione videofotografica del Convegno stesso.  P. C.


9 gennaio 2019



Schermata Facebook 4 gennaio 2019 alle 18.36.59

Schermata Facebook 9 gennaio 2019

Brochure









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venerdì 18 gennaio 2019

POSSIBILI "GEMELLAGGI DI GESSO". Parco Regionale della Vena del Gesso (in Emilia Romagna) - Vie del Gesso di Sicilia (in fieri)

Lungo le vie del vino e del gesso. 
Anche in Sicilia non mancherebbero.


Parco Regionale della Vena del Gesso
http://www.brisighella.org
screen shot

Cristalli di gesso. Foto di Eugenio Giannone (Cianciana)


Le Vie del Gesso. 
Comitato Promotore
screen shot

Link
La Via dei Gessi in Sicilia. Video
https://www.youtube.com/watch?v=NJ9wEgzrguk&feature=youtu.be


LE VIE DEL GESSO. Proposta del Comitato Promotore: La Terra promessa è sotto i nostri piedi



Caltanissetta, 16.01.2019 
La Terra promessa è sotto i nostri piedi

C’è una Terra promessa sotto i nostri piedi. E questa terra è fatta di gesso

Da anni Caltanissetta attende di recuperare la sua identità riscoprendo i circuiti minerari legati all’estrazione e lavorazione dello zolfo. Nell’attesa di un sempre procrastinato rilancio della legge regionale per la realizzazione del Parco Geominerario della Sicilia, siamo rimasti fermi, soprattutto nella nostra città. 
A Villarosa, a Valguarnera, a Casteltermini, a Sommatino, a Riesi, a Montedoro, a San Cataldo iniziative private e pubbliche hanno recuperato parte degli impianti di archeologia industriale o del patrimonio etno-antropologico consentendone la fruizione a fini turistici sebbene manchi un sistema di messa in rete. 
Da noi persino la sistemazione di un unicum come il Cimitero dei minatori morti durante l’incidente di Gessolungo del 1881 è parziale e il sito difetta nella gestione.

A pensarci la civiltà dello zolfo è durata un paio di secoli e ha segnato il paesaggio esclusivamente nelle cave. Perché lo zolfo era merce ed era merce che veniva estirpata con il sangue e la fatica e veniva venduta per scopi prevalentemente bellici arricchendo pochi proprietari. 
Invece esisteva in superficie, sopra gli strati di zolfo e sopra quelli di sale, un altro minerale che è stato meno invasivo, meno drammatico nei suoi aspetti socio-lavorativi, un minerale che non è stato narrato: il gesso.

Vero “collante” del nostro territorio è proprio il gesso, balatino, alabastrino, tripolino che sia: da Valguarnera a Partinico, da Villafrati a Sant’Angelo Muxaro, da Marineo a Caltanissetta, da Salemi a Sutera, da Favara a Pietraperzia, da Racalmuto a Montedoro esso cementa un’ampia parte della Sicilia centrale con propaggini importanti in quella occidentale e, ancora oggi, molte cave sono in produzione.

Un minerale che contrassegna siti archeologici, habitat botanici, grotte, forme carsiche epigee o superficiali, serre montuose, regie trazzere, masserie e bagli, centri urbani, cave e relitti di fornaci, pozzi e ovili, decori artistici per l’architettura laica e quella religiosa. 
Un minerale “pacifico”, che non ha causato guerre né direttamente né indirettamente. Molti dei siti siciliani "Natura 2000" (SIC e ZPS) rientrano all’interno della stratificazione gessoso-solfifera e sono già tutelati da apposite norme: basterebbe aggiungere a questi itinerariil ripristino di alcune strade della transumanza, la manutenzione di fornaci, il recupero di antichi mulini in gesso, dei laboratori d’arte, etc..

Un materiale ecologico e duttile come il gesso è oggi alla base di progetti europei per il recupero dei centri storici in Francia e in Spagna, esso, quindi, è un possibile alleato per uno sviluppo sostenibile e per la crescita di un indotto non soltanto turistico.

La proposta delle “Vie del gesso” è emersa all’interno del Convegno "La Sicilia del gesso", svoltosi a Caltanissetta il 12 gennaio 2019 e che ha visto seduti attorno ad un tavolo geologi, naturalisti, architetti, botanici, etnomusicologi, linguisti, imprenditori, docenti, scultori, storici dell’arte. La proposta, avanzata da Amedeo Alberto Falci al termine della sua relazione e immediatamente abbracciata da tutti i presenti, è una proposizione politico-culturale analoga e qualitativamente più ricca del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, un parco di oltre duemila ettari situato nell’entroterra romagnolo tra Imola e Faenza.

Una doppia scoperta: quella di sentirsi uniti attorno ad un argomento sinora ignorato e, soprattutto, attorno ad un progetto comune al quale si comincerà a lavorare da subito con quanti vorranno aderire mettendosi in contatto con il comitato promotore. 
Un progetto bello e possibile. 

Comitato promotore

Marina Castiglione, Università degli Studi di Palermo
Giuseppe Giugno, PHD e Presidente dell’Associazione culturale Alchimia (Caltanissetta)
Giuseppe Agnello, scultore, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo (Racalmuto)
Antonino Anzalone, imprenditore (San Cataldo)
Giovanni Arnone, Presidente Consorzio Universitario di Caltanissetta
Calogero Barba, docente e artista (San Cataldo)
Laura Bonura, docente e socia del CSFLS (Partinico)
Michele Brescia, Associazione mineralogica e della cultura della solfara di Sicilia (Caltanissetta)
Maria Teresa Campisi, Università degli Studi Enna-Kore
Piero Carbone, scrittore (Racalmuto)
Mario Cassetti, architetto e Dirigente scolastico (Caltanissetta)
Enrico Curcuruto, geologo e docente del Liceo scientifico “S. Mottura” (Caltanissetta)
Angelo Cutaia, ingegnere (Racalmuto)
Fiorino Ettore, perito minerario e collezionista di minerali (Caltanissetta)
Amedeo Alberto Falci, ingegnere e naturalista (Caltanissetta)
Manlio Geraci, scultore (Palermo)
Amedeo Giammusso, perito minerario (Caltanissetta)
Lillo Giuliana, scultore (Caltanissetta)
Leandro Janni, Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
Paolo Lo Iacono, Presidente Ordine degli architetti (Caltanissetta)
Francesco Longo, docente del Liceo Scientifico “S. Savarino” (Partinico)
Antonella Mamì, Università degli Studi di Palermo
Vincenzo Ognibene, architetto e scultore (Palermo)
Giuseppe Palumbo, ispettore onorario per i beni culturali del Museo “Antiquarium Arturo Petix”(Milena)
Nino Pardi, docente dell’Istituto “Virgilio” di Mussomeli (Sutera)
ArcangeloPirrello, geologo (Caltanissetta)
Fabiola Safonte, Presidente IRPAIS, Istituto di Ricerca e Promozione delle Aree Interne della Sicilia