Silenzio di tetti e di cortili nell’Agrigento medievale, scalinate
infinite e tortuose, gelsomini penduli, balconi spalancati, canarini, e qualche
donna piegata con flessuoso movimento ad innaffiare le graste di menta e basilicò, a battere stancamente
scendiletti, sollevando nuvolette di polvere, incurante degli sguardi
spioventi di qualche passante
assorto e lubrico che ha l’aria di turista.
E “Santo Spirito” che è stata una sorpresa: monastero di
monache, biblioteca dismessa, lo sappiamo, e fuga di archi del Trecento a
incorniciare, tra coppie di colonnine, semiovali
di cielo o rettangoli di alluccicante mare.
Dentro, raccolte assorte di strumenti antichi, di quadri “del Lo Iacono, donate dal Sindaco che ha
fatto una cosa buona per la città e per tutti noi, anzi, abbiamo un locale così
pieno da non essere secondi a nessuno” va ripetendo il custode-guida-critico d’arte
a visitatori giapponesi, europei ed americani.
“Il Sinatra aveva un fratello ingegnere” e mostra foto. “Ha
donato la sua bella collezione alla città, perché era amico del Lo Iacono.
Prego, se la vuole mettere, una firma, e un piccolo commento, se le è piaciuta.
Grazie.“
- Prego.
Appunti domestici. Agosto 1999.