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venerdì 10 ottobre 2025

PREMIO "ANTONIO VENEZIANO" IV EDIZIONE 2025 - MENZIONE D'ONORE


Ringrazio il Presidente e la Giuria del Premio Letterario "Antonio Veneziano" per la Menzione d'onore conferitami per il libro POESIE SOTTO IL PINO. VIENTU E STIZZANIA nel corso della cerimonia tenutasi venerdì 10 ottobre 2025 al Teatro della Consolazione di Palermo.
Libro edito da Spazio Cultura Libreria Macaione, Palermo 2022; Prefazione del prof. Salvatore C. Trovato; in copertina "Immagine mediterranea" di Salvatore Caputo; direttore della collana "Spazio Poesia" Nicola Romano.




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lunedì 9 gennaio 2023

PREMIO FIMIS 2022 (POESIA) - N. Macaione ("Spazio Cultura") consegna tar...


Lancio della notizia COMUNICATO STAMPA delle Associazioni Culturali “Studio 71” Palermo e “Friends Of Isola delle Femmine -Pittsburg” Venerdì 16 Dicembre 2022 alle ore 16:30 presso l’Hotel Eufemia di Isola delle Femmine, Via Nazionale n. 30, verranno consegnati i premi: FIMIS 2022 “Una vita per l’Arte” La giuria del premio, alla sua XV edizione, anche quest’anno ha voluto assegnare l’ambito riconoscimento a personalità che si sono distinte per il loro impegno nel mondo delle arti, della scrittura, della fabbrilità, nella ricerca e nel sociale. Il Premio è stato conferito: per la Pittura a Andrea Volo; per la Scultura a Calogero Barba; per la Fotografia a Melania Messina; per la Poesia a Piero Carbone; per l’Attività Culturale al Museo Internazionale delle Marionette “A.Pasqualino”; per l’Incisione a Giovanni D’Alessandro; per la Comunicazione a Felice Cavallaro; per la recitazione a Sergio Vespertino; per l’Attività sociale a “Diving Center Saracen”; per la Musica a Giuseppe Milici; per la Critica d’Arte ad Aldo Gerbino; per il Territorio a I.C. Statale “F.Riso”; per il Teatro al Teatro Stabile Biondo Palermo; per la Ricerca Scientifica a Anna Grassellino; Premio speciale per le attività sociali a Renato Costa. Add. stampa e p.r. Mariella Calvaruso




giovedì 2 novembre 2017

CON ANNA MARIA BONFIGLIO IL 24 NOVEMBRE. Amicizia, musica e poesia




Condivido l'invito
 con il doppio piacere 
di "incontrare" anche pubblicamente la poesia dialettale 
di Anna Maria Bonfiglio
e condividere l'evento con
Nicola Romano,  
Tommaso Romano,
il mezzosoprano Lorena Scarlata, 
il pianista Salvatore Scinaldi,
gli amici ed estimatori di Anna Maria,
gli "amici" in Facebook 
 e i lettori del blog "Archivio e Pensamenti"
 naturalmente!
D'amuri e di raggia.



Il Presidente dell'Associazione Kaleidos-Natale Patti 
invita la S.V. alla presentazione del libro di Anna Maria Bonfiglio
D’AMURI E DI RAGGIA
(Edizioni agemina)

che avrà luogo a Palermo il giorno 24 novembre 2017, alle ore 17,30 nel salone dell’Istituto dei ciechi Florio Salomone, via Angiò 27. 
Relatori:
Prof. Piero Carbone da Racalmuto
Prof. Tommaso Romano
Coordinerà l’evento il poeta Nicola Romano
Interventi musicali:
Lorena Scarlata (mezzosoprano)
Salvatore Scinaldi (pianista)

Seguirà un drink di ringraziamento. Vi aspettiamo!






Alcune suggestive chiavi interpretative dell'attività poetica di Anna Maris Bonfiglio si possono ravvisare nella recensione della raccolta "Album"  del critico Francesco Carbone.

Insiemenell'arte, Trimestrale di cultura, informazione, attualità e spettacolo
 edito dall'Associazione Scrittori e Artisti,
anno 10 - n. 3/4 - Luglio-Dicembre 1991.










venerdì 9 settembre 2016

COMPLICE È IL PAESAGGIO, NEL ROMANZO DI GIUSEPPE ROMANO. Presentazione oggi al Museo del disegno



Oggi al Museo del disegno
Palermo, via Mogia 8
Presentazione del romanzo di Giuseppe Romano, Come una carezza
Edizioni Arianna

Con interventi di Piero Carbone, Salvo Ferlito, Nicola Romano



Di un romanzo se ne può parlare  da diversi punti di vista,  quello recentemente letto di Giuseppe Romano, che si presenta oggi al Museo del Disegno, Come una carezza (Edizioni Arianna), ne offre parecchi sul versante esistenziale e sociologico, e altri relatori sicuramente li scandaglieranno, io invece sono tentato di soffermarmi su un aspetto meno analitico, apparentemente meno introspettivo: il paesaggio.

http://www.edizioniarianna.it



La ragione è dovuta al ricordo di alcuni appunti sulla campagna toscana confrontata con quella siciliana risalenti ad un  appunto domestico di giovedì 15 ottobre 1998.

L’input per rileggere quegli antichi appunti me lo ha dato il riferimento al paesaggio con le sue descrizioni nel romanzo di Giuseppe Romano.


Nel Capitolo I, il paesaggio amico, familiare, spensierato, vien fuori da cromatissime quanto veloci pennellate:

“…con gregge da pascolare si dirigeva per colline e campi verdi, inebriandosi di quei paesaggi. Le belle giornate di quel fine marzo gli garantivano parecchie scorribande per i prati ancora verdi delle montagne; da lì scorgeva gli aguzzi tetti delle case ed il campanile della chiesa… 
Passo dopo passo Antonio sentiva soltanto il crepitio delle suole consumate contro il brecciolino. Quando prese le pecore da pascolare, non aveva altri pensieri per la testa che godere di quella libertà, tra i campi sparsi di ginestre e gli odori intensi della natura.”, pag. 21.



Nel Capitolo II, il trasferimento della famiglia del protagonista, Antonio, da Bisacquino a Castelnuovo in Val di Cecina, viene sancito dal paesaggio, non inerte contenitore o spettatore ma compartecipe del destino dei migranti che lasciavano alle spalle una situazione problematica e andavano incontro al sogno di una vita migliore.  
Il viaggio viene scandito in due tempi che assumono il valore di una rappresentazione scenica: il paesaggio che si lascia e il paesaggio che si trova.




Il paesaggio che si lascia.

“Sedeva accanto al finestrino, quasi accucciato nel suo sedile di  antico vagone di terza classe, dove attraverso i vetri sporchi ammirava per la prima volta l’azzurro del mare e le onde increspate rincorrersi una dopo l’altra. 
Il suo volto imberbe, dove spuntavano occhi azzurri e profondi, nascondeva un forziere nel quale erano nascosti segreti inconfessabili. Li avrebbe portati con sé, lontani da Bisacquino, seppellendoli nel piano silenzioso amaro del dolore”. Pag. 29

Come un intermezzo.

“Quel treno procedeva veloce verso  luoghi lontani e sconosciuti. 
La notte trascorsa su quel vagone, cigolante e rumoroso, acuiva nel silenzio respiri profondi di viaggiatori stanchi…”.
Pag 29


Il paesaggio che si trova.

“La Sicilia era alle spalle. 
La strada ferrata serpeggiava tra boschi e anonimi paesi, tra ponti e stazioni sonnecchianti. 
La Toscana fino a quel momento era soltanto una macchia marrone nelle cartine geografiche della classe elementare.” Pag. 30

“Nei giorni a seguire, Antonio e la sua famiglia cominciarono a prendere dimestichezza con il nuovo mondo: la nuova casa condivisa con i parenti, facce nuove e scolpite nella loro secolare memoria, case strette le une alle altre a formare un reticolo urbano ordinato, immutato ed immutabile. 
Quello non era Bisacquino, non assomigliava per nulla a qualsiasi paese della Sicilia. La gente era sempre intenta a lavorare, andava via di fretta ed amava riunirsi in associazioni politiche; 
lì trascorrevano le serate attorno ad un buon bicchiere di Chianti e a volte si scatenavano in chiassose feste paesane. ” pag 31

“La vita a Castelnuovo Val di Cecina si trascinava monotona fra la bottega del panettiere, i campi da coltivare e la fattoria. […] 
La nostalgia si era impossessata delle sue giornate e dei suoi pensieri, permeandolo di malinconia. Così l’anno 1959 volgeva al termine e l’autunno aveva ingiallito i rami di alti castagni, faggi, sugheri ed ebani. 
Le piogge abbondanti avevano riempito i letti dei fiumiciattoli vicni al borgo e la temperatura gradualmente si era irrigita”. Pag. 31


Giovanni Papini:

La campagna che sento io, la campagna mia, è quella di Toscana, quella dove ho imparato a respirare e a pensare; campagna nuda, povera, grigia, triste, chiusa, senza lussi, senza sfoggi di tinte, senza odori e festoni pagani, ma così intima, così familiare, così adatta alla sensibilità delicata, al pensiero dei solitari.
Campagna un po’  monacale e francescana, un po’ aspra, un po’ nera, ove senti lo scheletro di sasso sotto la buccia erbosa, e i grandi monti bruni spopolati si rizzano a un tratto, quasi a minaccia delle valli placide e fruttifere.
Campagna sentimentale della mia fanciullezza; campagna eccitante e morale della mia gioventù, campagna toscana magra ed asciutta, fatta di pietra serena e di pietra forte, di fiori onesti e popolani, di cipressi risoluti, di quercioli e di pruni senza moine, quanto mi è più bella delle campagne famose del sud, colle palme e gli aranci e i fichi d’India e la bianca polvere e il furente sole d’estate” (Un uomo finito).


Vitaliano Brancati

“Toscana: il paese, che scorre ai due lati del treno, sembra conservato in un armadio: appassito dal tempo più che dalla stagione. […] Campagne magre, al confronto di quelle siciliane. I miei amici e conterranei, che sospirano amaramente al pensiero di vivere in paesi e cittadine, si confortino pensando che quanto manca alle nostre città, al paragone di queste, manca a queste campagne al paragone delle nostre.
I campi siciliani sono metropoli vegetali: e questi, paesini. […] In quelle campagne, si vive una vita intensa. 
Qui invece, in questi campi, la vita vegetale esiste senza dubbio, ma al confronto di quella che si svolge in Sicilia, è rada, impacciata, leggermente provinciale come, nella sfera dei rapporti umani, la società dei paesini”.




martedì 28 giugno 2016

SICILIA... CHE? La proposta di Nicola Romano, oltre "voragini" ed "appigli"

Neo-logismi accesi o parole come neon spenti?
E per parafrasare il titolo dell'ultimo suo libro di poesie,
credo che la proposta non abbia la pretesa
 di essere un "appiglio" per colmare semantiche "voragini" di sorta o altrui,
semmai c'è a monte tanta sapienza e ironia e autoironia da intenderla però seriamente
senza alcuna intenzione censoria o pretesa esclusiva o "esclusivizzante".
Di che si tratta?
Il poeta Nicola Romano ha lanciato una proposta su 
 LETTERATURA DELLA SICILIANITUDINE
Gruppo facebook ideato e promosso da Pietro Ciccarelli:





 Ringrazio l'amico Nicola per l'affettuosa citazione e in omaggio alla proposta cito 
dal suo penultimo libro pubblicato, che ho molto apprezzato,
 la poesia "Sole"
perché, al di là dei nomi, la Sicilia è come il "suo" sole
da cui ognuno rapisce un raggio
e lo frantuma "in mille aghi"
per giungere all'estremo "tornante del viale"
per comprendere "i segni del viaggio"
e dunque
i termini geminati dalla parola "Sicilia" 
diventati a loro volta sostantivi quasi autonomi
- sicilitudine sicilinconia sicilianitudine - 
etc. etc. etc.
veicolano in fondo significati
riconducibili alla parola-madre che li ha generati
per rimanerne, la Sicilia-Sole, a sua volta infarinata
dal pulviscolo di esperienze sentimenti immagini idee individuali.








Nicola Romano declama una sua poesia in occasione della presentazione a Sciacca 
del libro recentemente pubblicato
 Voragini ed appigli, Pungitopo edizioni, Patti 2016

Link:









venerdì 27 settembre 2013

BUONE NOTIZIE PER RENZO COLLURA E LUIGI INFANTINO

Nel complimentarmi per l'esito lusinghiero della sua mostra di pittura  ai Musei Civici di Pavia con migliaia di visitatori paganti, Athos Collura si schermisce e dirotta il discorso sugli amici comuni, sulla Sicilia in generale, su Palermo, su Racalmuto e Grotte in particolare di cui è originario suo padre.


Ma oltre al solito, decennale o forse ventennale (sic!) rammarico palermitano per la retrospettiva sempre programmata e mai realizzata da dedicare a suo padre Renzo, valente pittore nonché attivo e fattivo direttore della Civica Galleria d'arte moderna "Empedocle Restivo"; assieme all'altro ultradecennale rammarico della sfumata Fondazione grottese "Renzo Collura" alla Torre; assieme a queste notizie "grigie" ne trapela una più luminosa, quella dell'interessamento all'opera di Renzo Collura da parte di critici e operatori culturali nelle plaghe lombarde dove l'apprezzamento di Philippe Daverio è notorio.

Ma una notizia  non grigia me la riserva, sebbene indirettamente, anche per Racalmuto e consiste nell'interessamento di Enrico Stinchelli, il musicologo di fama e celeberrimo conduttore del programma La Barcaccia su Radio 3,   per il tenore racalmutese Luigi Infantino.

Athos mi regala anche il personale ricordo di avere conosciuto Infantino a Palermo in occasione della Lucia di Lammermoore in quanto facente parte del coro del Teatro Massimo. Una passione per il canto e l'opera lirica soppiantata ma non cancellata da quella della pittura.



La ghiotta notizia accende la mia curiosità e mi spinge a contattare Enrico Stinchelli nel modo immediato offerto dalla rete. Chiedo l'amicizia e di far parte del suo Official Fan Group. Vengo accettato nel gruppo e tra i suoi amici: è l'occasione per confermare il giudizio su Luigi Infantino  e inviarmi un paio di links.

Sorpresa nella sorpresa, dalla Germania  si inserisce nel dialogo il cantante Nicola Romano che lavora presso Staatstheater Darmstadt 2. Bass Extra - Chor, anch'egli orgoglioso del nostro tenore Luigi Infantino ma sollecitamente collegato all'altro tenore racalmutese Salvatore Puma: i due tenori come i Dioscuri, inscindibili nel ricordo e nella comune appartenenza.



Piero Carbone:
Grazie per avermi accettato nel gruppo.
17 settembre alle ore 23.32 nei pressi di Palermo
A Nicola Romano e Monica Highlander Paccagnella piace questo elemento.

Enrico Stinchelli:
benvenuto!


Piero Carbone:
come ti avevo scritto, so che ti stai interessando di Luigi Infantino; ne sono orgoglioso anche come suo concittadino.



Enrico Stinchelli:
è stato un grandissimo artista, ho conosciuto la figlia a Roma



Enrico Stinchelli:

http://www.youtube.com/watch?v=f_eSX_kdxX4


Luigi Infantino "E la solita storia del pastore" L`Arlesiana
Luigi Infantino sings "E la solita storia del pastore from L`Arlesiana by Francesco Cilea with orchestra Milano 1958


Piero Carbone:
qualche anno fa a Racalmuto si è organizzato un premio a lui intitolato in collaborazione con la moglie, poi, purtroppo non se n'è fatto più nulla; noi siciliani siamo fatti così, sprechiamo la bellezza.



Enrico Stinchelli:
mi dispiace, ma speriamo che a Racalmuto vengano intraprese nuove iniziative, perché siamo davanti a
un grande artista davvero, eccone un'altra testimonianza:

http://www.youtube.com/watch?v=MLJHrsiljhI



GIUSEPPE TADDEI & LUIGI INFANTINO "ALL`IDEA DI QUEL METALLO"

Giuseppe Taddei and Luigi Infantino sings " All`idea di quel metallo" from Il Barbiere di Siviglia by Gioachino Rossini (1792-1868)Orchestra Sinfonico di Milano della RAI
Fernando Previtali, conductor
Milano 195018 settembre


Nicola Romano:
Grande Infantino e non dimentichiamo Salvatore Puma.
22 settembre


Nicola Romano:
Benvenuto, caro Paesano Piero Carbone, onorato di vederla in questa pagina.



Riporto di seguito l'annuncio di Enrico Stinchelli sulla sua bacheca fb del varo di un nuovo ciclo del programma La Barcaccia:


22 settembre
Signore e signori, oggi alle 13 inizia un nuovo ciclo di Barcaccia su Radio3, da Matera. Siamo al 25mo anno, di un programma quotidiano dedicato all'opera lirica, caso - credo - unico al mondo. Oltre 5000 puntate! La più grande soddisfazione è quella di aver fatto conoscere, giocando, uno dei patrimoni più importanti per l'umanità, vanto della cultura italiana, e di aver fatto ciò coinvolgendo anche coloro non propriamente appassionati d'opera ma disposti a divertirsi con noi, e a entrare nel meccanismo delicato che separa la passione dall'apprendimento. Un saluto a tutti e a tra poco!




Links correlati:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/un-teatro-e-tre-tenori-racalmuto.html

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/il-bel-canto-e-la-macchina-parlante.html

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/03/athos-al-castello-di-pavia.html

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/03/rottamare-per-innovare-athos-pavia.html

domenica 30 giugno 2013

LA POESIA "NON TIRA"





E' più attraente il delitto che non la bontà. Giornalisticamente parlando.

SMARAGDOS, Il pistacchio e lo scornabecco, Edizioni Piùcheclandestine, Uusimaa, senza data. Libera traduzione.






  • Per una riflessione che forse potrà tornare di una qualche utilità, se di utilità si può parlare in simili faccende, riporto i commenti suscitati dal pensiero smaragdosiano sopra citato e pubblicati gli uni e l'altro su fb.


    Giuseppe LeoneSusanna SpinaOrtis Ann, Angelo Campanella e Pietro Gioja piace questo elemento.
  • Rita Grazia Mattina Penosamente reale !
  • Ortis Ann purtroppo
  • Nicola Romano Piero, una volta ho chiesto ad una TV privata se poteva venire a riprendere un importante incontro. Risposta: "Se c'è il morto noi corriamo"
  • Piero Carbone Una volta, sai, dovevano dare, secondo una spontanea promessa, ampio spazio ad una notizia riguardante la poesia. Ebbene, soppiantata a mia insaputa, nonostante mi riguardassero la poesia e la promessa, da una doppietta: la dichiarazione di un politico che si drogava e la confessione esistenziale di un pluriomicida. Lo spazio per la poesia, via!, kaputt! La motivazione? Droga e mafia tirano di più. Nelle vendite, probabilmente. Io la pensavo in modo diametralmente opposto: non negare il negativo nella società, va bene, ma neanche il positivo. Eccetto che le notizie riguardanti la poesia non siano ritenute più deleterie. Se mi convincono di questo, allora va bene. Se mi convincono...