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sabato 11 gennaio 2020

NON SI PUBBLICANO PIÙ "PIZZINI" (DELLA LEGALITÀ). Ricordo di Salvatore Coppola.

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"La Sicilia", martedì' 6 novembre 2007

I  miei "pizzini" della legalità
di 
Salvatore Coppola


In seguito alla presentazione del progetto promosso dall’Assessorato regionale Beni culturali, ambientali e Pubblica Istruzione e l’Ufficio Scolastico Regionale e con la collaborazione Fondazione “Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia” denominato: “I Pizzini della Legalità”, svoltasi il 10 novembre, a Catania, al Teatro Sangiorgi, da parte dell’assessore On. Lino Lenza, 
il sottoscritto Salvatore Coppola, titolare e rappresentante legale della casa editrice coppola editore, con il consenso di quanti (Autori, collaboratori, amici e simpatizzanti) fa presente quanto segue:
Nel comunicato stampa diramato il 9 Ottobre dall'Ufficio stampa dell'Assessorato e nel corso di tale presentazione e di conseguenza sulle pagine dei quotidiani e nei servizi televisivi non si fa alcun riferimento e riconoscimento dell'iniziativa che il sottoscritto ha ideato e in qualità di editore ha realizzato  attraverso una collana denominata I "pizzini" della legalità, tendente alla diffusione della cultura dell'antimafia e della educazione alla legalità attraverso la pubblicazione di piccoli block-notes (7 per 10 cm) contenenti ognuno dei brevi scritti che testimoniano tali valori, distribuiti nelle librerie o altri punti vendita in Sicilia e in Italia, in collaborazione con il Comitato Addiopizzo, il Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato", la Casa Memoria "Felicia e Peppino Impastato, Libera, Associazione, nomi e numeri contro le Mafie.
Il prezzo di tali "pizzini" è di 2 euro, 1 dei quali viene devoluto a tali o altre associazioni che si sono rese (Associazione Antiracket di Mazara del Vallo, Comunità Papa Giovanni XXIII di Acireale… o renderanno disponibili .
Alla data odierna i "pizzini" sono 15:

Felicia Impastato - Madre di Peppino, ucciso dalla mafia  il 9 maggio 1978
Barbara Giangravè  -  Non pagare è bello
Nino Alongi - Il Dio di Padre Puglisi e il Dio di Provenzano
Umberto Santino - Vademecum per andare  Oltre la legalità
Giuseppe Incandela - La ragnatela del pizzo e dell’usura
Rocco Fodale -  Viaggio notturno con l’“Imperatore”
Cicoria ricotta e miele - 15 ricette da usare in caso di “necessità” a cura di Alba Allotta
Gaetano Costa - Procuratore della Repubblica di Palermo, ucciso dalla mafia il 6  Agosto 1980
Chicca Roveri - Maddalena Rostagno - Mauro Rostagno - ucciso dalla mafia il 26 settembre 1988
Marilena Monti - SOGGETTO
Pina Malsano:  Libero Grassi  - una storia assurda senza “la morale della favola”
Dario Robaldo - Agli amici isolani
Giacomo Di Girolamo - “lettera al caro estortore” vincitrice del Premio Libero Grassi 2006
Francesco La Licata - pizzini in entrata - pizzini in uscita - Antiche Poste Provenzano
Rocco Fodale - Ma che mafia… e mafia…

Come si evince dagli Autori e dai titoli, i testi, anche dal punto di vista della forma della scrittura: testimonianze di familiari vittime della mafia, poesia, racconto breve, lettera, articolo di giornale, danno una visione d'insieme della piaga mafia-illegalità.



Il 10 Settembre in collaborazione con il Comune di San Vito Lo Capo e la locale Pro Loco si è svolta una manifestazione a San Vito Lo Capo con la partecipazione di Pina Malsano Grassi, Marilena Monti, Giovanni Impastato e Giacomo Di Girolamo, con la proiezione del filmato A Beatiful Memory - intervista a Felicia e Giovanni Impastato di Anthony Fragola, Dottore in Letteratura Italiana e Comparata e Professore di Broadcasting e Cinema alla Università del North Carolina, a Greensboro. 
La stessa manifestazione, con la partecipazione di Dario Robaldo e Giacomo Di Girolamo e la collaborazione dell'Associazione Chiodofisso (www.chiodofisso.org) aderente a “Libera- Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, si è svolta il 13 Ottobre a Pisa nell'ambito del Festival del libro (13/14/15 Ottobre).

Già l'indomani  dell'annuncio a mezzo stampa e interviste televisive in data 16 Settembre c.a. da parte dell'On. Lenza della preparazione di tale progetto, lo scrivente faceva presente a mezzo mail e, qualche giorno dopo, nel corso di un incontro con il direttore del Dipartimento regionale Pubblica Istruzione, Dott.sa Patrizia Monterosso, illustrava, "pizzini" alla mano, il proprio progetto, specificando che non era soltanto una iniziativa editoriale tout court, ma che prevedeva manifestazione varie, e, incontri nelle scuole di tutta la Sicilia, dal momento che lo scrivente per 25 anni le ha "frequentate", in qualità di agente editoriale di edizioni scolastiche (Loffredo, Minerva Italica, Juvenilia, Sansoni, De Agostini…) per la provincia di Trapani e, per alcuni anni, Agrigento e  poteva contare sulla rete di propaganda, distribuzione e vendita della casa editrice.
Alla fine del colloquio, veniva riconosciuta dalla Dott.sa Monterosso l'esistenza de I "pizzini" della legalità e invitava il sottoscritto a partecipare al gruppo di lavoro per la preparazione del progetto.

Dalla data dell'incontro, lo scrivente non ha avuto alcun contatto fino a giovedì scorso 9 Settembre, quando la responsabile del Progetto, Cleo Li Calzi, gli annunciava che era stato inserito tra i Presenti in sala nel corso dellamanifestazione, alla quale parteciperanno 4000 studenti provenienti da tutta la Sicilia, che avrà luogo lunedì 13 novembre (ore 10), al Palasport di Catania.

Pertanto, dopo aver letto la stampa di questi giorni e visto i servizi televisivi, il sottoscritto non sarà tra i Presenti in sala nella succitata manifestazione in quanto, pur apprezzandone i percorsi e le finalità, si dissocia da ogni coinvolgimento in tale progetto per quanto fin qui esposto e ritiene contraddittorio e non in linea con gli intenti della collana I "pizzini" della legalità della propria casa editrice, cioè la conoscenza, la riflessione e il dibattito sulle condizioni che portano alla mafia e alla illegalità.
Mi riferisco, in particolare, alla diffusione delle magliette che verranno distribuite ai 4.000 studenti. Cosa c'è di più banale, trito e ritrito rito, inutile, mi scuso per la cacofonia, della distribuzione di magliette. Quanti di questi studenti metteranno tale maglietta nel cassetto il giorno dopo forse per non metterla più!
Tutto l'opposto di quello che da anni viene sbandierato ai quattro venti da politici a tutti i livelli, e in generale da quelli che vengono chiamati o si (auto)definiscono "addetti ai lavori" o "esperti" antimafia, e cioè che la mafia e l'illegalità deve essere combattuta con la cultura.
Non sarebbe stato più utile, per esempio, distribuire 4.000 copie de I "pizzini" della legalità in modo che gli studenti cominciassero a conoscere, riflettere, dibattere o in poche parole a sapere cosa sono andati a fare al Palasport di Catania, a parte quello di fare una gita?
Non sarebbe stato più utile distribuire i 4.000 euro alle Associazioni Antimafia o Antiracket visto che, come detto I "pizzini" della legalità costano 2 euro?
Per evitare qualche malpensante o che non ha capito nulla di quanto scritto fino adesso, riguardo ai 4.000 euro restanti, a parte il riconoscimento dell'iniziativa fin qui portata avanti, di tasca propria, il sottoscritto assicura che ben poco resta nelle tasche del sottoscritto, se non la possibilità di potere continuare a produrli, grazie alla fiducia delle stamperie, cartai, ecc. e offrire una cena a quanti, amici e parenti, come si suol dire, partecipano alla produzione. 

Per finire, invita i dirigenti dell'Assessorato e della Fondazione “Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia” a non utilizzare la dicitura I "pizzini" della legalità quale titolo del loro progetto.

Trapani, 12 Novembre 2006                                                             




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Edizione 2007

Edizione 2013






mercoledì 31 ottobre 2018

IL LIBRO DI EZIO NOTO E IL PERCORSO DI SALVATORE COPPOLA. Questa e altre coincidenze non "oppositorum"

Ricordo di Salvatore Coppola, KAOS 2016 a Racalmuto


Quella volta, il 30 ottobre 2016, a Racalmuto, per Kaos, con Ezio Noto ho ricordato l'editore amico Salvatore Coppola su proposta di Peppe Zambito, Anna Burgio e Piera Lo Leggio; saremo ancora insieme il primo dicembre 2018 a Palazzo Bonocore, a Palermo, questa volta per il suo libro "Mio padre non conosce la mia musica" delle edizioni Medinova,  dove non poteva mancare un capitolo dedicato a Salvatore Coppola. 


Sarò tra i presentatori e per l'occasione, nel mio intervento, a proposito di ciò che nel libro si dice e testimonia sull'amico comune, rivelerò una circostanza inedita e assonante con la testimonianza di Ezio.

Nel Capitolo 7  "Salvatore Coppola il Gigante. Dove il buon giorno si sente dal mattino" Ezio così scrive: 

"Arrivato ad un certo punto della mia vita, arriva un marziano a Caltabellotta, lui dice arrivasse da Trapani ma io non gli ho mai creduto."

Sulla provenienza non so, ma sul percorso che l'ha portato sul pizzo di Caltabellotta qualche indizio me l'hanno soffiato.

Ricordando Salvatore Coppola,  Kaos 2014 a Montallegro, con Giacomo Pilati, Nicolò D'Alessandro (a destra nella foto) ed Ezio Noto (a al centro)



ph ©archivio fotografico di  piero carbone



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giovedì 26 marzo 2015

CURRI QUANTU VOI... Ricordando l'editore Salvatore Coppola e i "detti" paterni di Rosemarie Tasca d'Almerita


Voleva fare l'editore, e lo fece. Lo fece a modo suo, con libertà, con difficoltà. Aveva tanti progetti: alcuni li realizzò, altri erano in cantiere; ne so qualcosa per avermi coinvolto in alcuni realizzati e in altri da realizzare. La morte, intervenuta in maniera subdola, ha fatto saltare in aria tutto. Che cosa rimane oggi della sua casa editrice? Che fine ha fatto il catalogo? 

Ma una domanda sulla memoria di ciò che rimane oggi dell'editore Salvatore Coppola, che era soprattutto un generoso idealista, mi spinge a volerlo ricordare attraverso la citazione di uno dei suoi libri che aveva pubblicato in collaborazione con Margana Edizioni, forse una premonizione, codesta collaborazione, in vista magari di un passaggio di testimone. Forse. Se queste erano le sue intenzioni, non ebbe il tempo di far transitare su un altro editore la sua attività, i suoi libri, i suoi autori. Egli, negli ultimi tempi, un'altra occupazione in verità desiderava perseguire: quella di scrivere i propri libri, dopo avere pubblicato generosamente e coraggiosamente quelli degli altri. Non ne ebbe il tempo. Felice parentesi è stata quella di Caltabellotta, nell'aerea Caltabellotta: oasi di letture, di scrittura, di amici. Ma parentesi breve. 

Un autore che è venuto a mancare piuttosto che un autore mancato. Diverso il discorso per la cessazione della sua casa editrice: a rimanere orfani non sono soltanto i suoi autori ma i tanti lettori che nei suoi libri impegnati trovavano un punto di riferimento, uno spazio di libertà, di espressione, un pensiero critico, una volontà di impegnarsi, un atteggiamento di resistenza, quasi una sorta di bandiera.

Oggi è il tempo di fare sventolare quella del ricordo. Attraverso il vento delicato delle pagine sfogliate di un libro leggero. Ma ricco di tanto sapore familiare, di tanta sapienza nostrana.

Una sapienza che ci spinge a considerare minuscoli tutti i problemi talvolta irrisolvibili e le difficoltà insormontabili, in cui tra l'altro Salvatore si dibatté ininterrottamente, specialmente quando arriva d'improvviso la ruspa ineluttabile che li spazza via liberandocene, senza darci però il tempo e la soddisfazione di averli prima risolti.






Rosemarie Tasca d'Almerita, Chi nnicchi - nnacchI? Detti di casa mia e non solo, Margana edizioni - Coppola editore, Trapani 2011. Disegni di Gabriella Saladino

lunedì 12 maggio 2014

PUPI, PUPARI E PIPINI. EZIO CANTA



PUPI, PUPARI E "PIPINI"

Pirandello ci ha rovinati. Con la sua fantasia. Da quando un suo personaggio, don Nocio Pàmpina detto Ciampa, ha sentenziato che siamo "pupo io, pupo lei, pupi tutti", questa "macchia" s'è attaccata  addosso ai siciliani come l'edera agli alti fusti di Eucaliptus. 
A ridosso di Barcelona, in Spagna, qualche anno fa ne ho fotografato un intero bosco. L'edera si arrampica fino ai rami, fino alla cima e quasi li soffoca.

Eppure, a quanto pare, di "pupità" non è morto mai nessuno in Sicilia (ma soltanto in Sicilia?), per la semplice ragione che ciascuno ha riconosciuto questa condizione agli altri, riservando a sé, con tanti pupi a disposizione, il più ambito ruolo di puparo o "pipìno" ovvero padrino, tutor, regista. 

Ed è stato un bene perché a volte è meno dannosa la malattia ignorata della malattia conclamata con il suo strascico di angosce e apprensioni. Esser pupo o pupino e credersi puparo o pipino.
Meglio, meglio assai  una  terapeutica ignoranza. 

Del resto, guai se uno riconoscesse di essere affetto da "pupità" acuta o cronica, specialmente in occasione di scelte importanti della vita privata o pubblica, nella fattispecie nella dimensione familiare, lavorativa, religiosa, politica. Catastrofico sarebbe ritenersi artefice e invece scoprirsi morbida argilla modellata da mani altrui. Da deprimersi.

Ma può avvenire, purtroppo, che si rompa l'incantesimo e si riveli l'inganno: quello che la vita reale a volte sana, interviene l'arte a romperlo. Anche sotto l'apparente, briosa forma di una canzone: 

 


Videoclip:






Ezio Noto di Caltabellotta, un paese che dal suo pizzo di montagna si presta a vedute panoramiche interprovinciali,  è l'acuto autore e interprete consumatissimo della canzone il cui testo ho scannerizzato da Dove il buon giorno si sente dal mattino di Salvatore Coppola, autore tra l'altro  della  Presentazione del videoclip "L'Opera dei Pupi". 







sabato 25 gennaio 2014

NOI CHE RICORDIAMO COPPOLA BATTENDO LE MANI





Il ricordo di Salvatore Coppola aprirà la bella iniziativa intitolata "Kaos", animata da un manipolo di sognatori con l'abile regia di Peppe Zambito e Anna Burgio, che si terrà oggi e domani a Montallegro.

Giacomo Pilati, autore della prima ora per le edizioni Coppola, intratterrà una conversazione con Nicolò D'Alessandro, Daniela Gambino, Ezio Noto e il sottoscritto per una testimonianza su Salvatore sotto i molteplici aspetti del suo essere editore, autore, cittadino impegnato, amico.



Da sx: Nicolò D'Alessandro, Rosario Lentini, Salvatore Coppola
In suo nome sarà conferito il premio per la legalità al giornalista Pino Maniaci, conduttore di Telejato, operatore scomodo e coraggioso dell'informazione.

Ho conosciuto Salvatore come editore con cui abbiamo realizzato due libri (altri erano in progetto) ma ho avuto modo di apprezzarlo anche come siciliano impegnato in tante battaglie per legalità e ho avuto il piacere di averlo amabile amico.


Quando con la mia collega Katia Melfi gli chiedemmo una volta un consiglio, un supporto per una manifestazione sulla legalità nella nostra scuola, grazie a lui ne è venuto fuori un significativo evento con la partecipazione di tanti personaggi impegnati in prima persona contro la mafia e ogni forma di prevaricazione.
Intervennero la vedova di Libero Grassi, Pina Maisano, l'avvocato Michele Costa figlio del procuratore ucciso Gaetano, l'autore Giuseppe Incandela che presentò Un fiume di sangue, i ragazzi di Addio Pizzo a cui sarebbe andato in parte il ricavato dei primi Pizzini della legalità. La manifestazione non costò una lira alla scuola. 

Tanto fu incisivo l'incontro che i ragazzi stessi scrissero in prima persona le loro impressioni, i  loro desideri, la loro rabbia, le loro speranze. 
Egli le raccolse e ne fece un pizzino.

Si parla dei "pizzini della legalità su "Vanity


Tamara Ferrari li recensisce su Vanity Fair del 6 dicembre 2007

Pensieri semplici, ma rivoluzionari se detti da ragazzi che gravitano  su quartieri quali Brancaccio, Guadagna, Ciaculli...


Ediz. 2007 Dirigente Rosalia Di Franco

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E' bello sentire parlare di legalità e di gente che ha deciso di vivere senza paura.
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La mafia usa i pizzini per la criminalità, noi li usiamo per combattere la mafia.
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Con questi pizzini vogliamo dimostrare che se vogliamo si può sconfiggere la mafia.
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Io ho un grande sogno: la Sicilia libera dalla mafia.
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Alcune volte i mafiosi uccidono i padri di famiglia. Non si rendono conto che il male lo fanno ai loro bambini?

Ediz. 2013 Dirigente Vito Pecoraro.
I. C. "Maredolce"



Con lo stesso candido slancio dei giovani autori del pizzino scolastico, l'autore de "La donna che camminava battendo le mani,  dopo il falso incipit dell'amletico dilemma ovvero "la donna che camminava battendo le mani, oppure la donna che batteva le mani camminando", sogna un corteo che procede battendo le mani e man mano va raccogliendo uomini e donne da tutta la terra: Silvia, Rita, Reda dal Marocco, Jana dall'Olanda, Abraha dall'Etipia, Nelso dal Sudafrica, ma anche la vecchietta, un gruppo di studenti, alcuni operai, un meccanico che ha chiuso la sua officina, milioni  di persone.

Quando l'ultimo arrivato chiede perché battono le mani, l'autore risponde: "Battiamo le mani camminando perché vogliamo la pace nel mondo". Una pace invocata,  gridata in tutte le lingue del mondo.


Alla fine, quello che sembrava insensatezza viene rivelato; la donna che camminava battendo le mani oppure che batteva le mani camminando prende tra le sue le mani dell'autore dell'utopica visione e dice: "Grazie, Salvatore, era proprio questo quello che volevo 'dire' con le mie mani".


A Montallegro, e grazie a Kaos, batteremo le mani a Salvatore, non per manifestare scontati apprezzamenti, non ce n'è bisogno, ma per dire che anche noi vogliamo essere partecipi del suo sogno battendo le mani mentre ricordiamo o mentre ricordiamo battendo le mani.  
                                                        Piero Carbone





Un ideale battere le mani con una poesia di uno degli autori pubblicati da Coppola Editore



A SALVATORE COPPOLA

NELL’ATTESA

Mi piacerebbe venire a sapere che il mio amico 
Salvatore Coppola editore, colpito al cuore,

lungo disteso sul letto lui solo in compagnia
della morte ha dato battaglia sino all’ultimo respiro

a quella donnissima zoccolara che si chiama vita
che l’ha sfidato per quanti anni l’ha maltrattato

gli ha messo le corna della malignità, maligni
chi l’ha guardato con l’occhio dell’indifferenza,

ora mi piacerebbe sapere che non gli ha dato vincitoria
che Salvatore Coppola editore è tornato a svolgere i suoi

“pizzini” della sorte, i “pizzini” del sogno della vita.

Nicola Lo Bianco



L'INIZIATIVA PROMOSSA DA GIACOMO PILATI
UN LUOGO PER LICCHIA Editore, Scrittore, Gigante" FIRMA ORA





Salvatore Coppola (Trapani 1951-Palermo 2013) è stato uno dei protagonisti della cultura siciliana degli ultimi trenta anni.
I libri della sua casa editrice fondata nel 1984 hanno costituito l’ossatura di un catalogo che si è arricchito ogni anno di autori importanti e autorevoli, legati tutti da un sincero spirito antimafia.
Una rete che ha coinvolto scrittori italiani e americani (Antonio Fragola, Gaetano Cipolla), artisti internazionali come Nicolò D’Alessandro, parolieri del calibro di Pino Romanelli, talenti della scrittura e della musica come Marilena Monti, narratori come Salvatore Mugno, Giacomo Pilati, Rocco Fodale, Daniela Gambino, Ninì Ferrara, Salvatore Di Marco, Ignazio Apolloni, Pasquale Marchese, poeti come Salvo Ognibene, Piero Carbone e tanti altri. Una rete.
E lui lì dietro a cucire le maglie sottili del cambiamento per avanzare una idea, una ipotesi, per allargare un buco, per preparare un progetto di rinascita culturale.
I suoi pizzini hanno smitizzato i miserabili pizzini di Provenzano , consegnando a pochi euro brevi racconti intrisi del piacere della legalità, uno strumento straordinario di comunicazione fra gli operatori della società civile, volontariato e tutti gli altri protagonisti del mezzogiorno onesto e laborioso.
Un’idea facile ed economica che è servita a finanziare le attività delle associazioni antimafia Salvatore Coppola ha dedicato tutta la sua esistenza alla diffusione dei suoi libri, promuovendo la cultura perfino in zone emarginate dai circuiti editoriali come Scampia; qui ha fondato una piccola succursale della casa editrice .
E’ stato un militante della cultura che ha sacrificato la sua vita, le sue risorse economiche per offrire agli altri la possibilità di raccontare storie, denuncie, testimonianze.
Trapani vuole ricordarlo intestandogli uno spazio all’interno della Casina delle Palme, sede storica di incontri e di dibattiti, di musica e di spettacoli.
Un luogo aperto alla città, per fare rivivere lo spirito di questo gigante della cultura siciliana.



Firma La Petizione






domenica 3 novembre 2013

UN OMAGGIO A SALVATORE COPPOLA


Sul profilo facebook di ieri "A me mi piace la poesia",  Pietro Ciccarelli, giornalista sportivo di lungo corso, poeta di tempra e animatore di diversi profili fb seguitissimi, con mia sorpresa ha voluto rendere "un omaggio a Salvatore Coppola" riportando la poesia "Fotografia sculuruta" e la copertina del libro pubblicato da Salvatore con la sua casa editrice.
Mi fa piacere ritrovarmi a ricordare Salvatore in comunanza ideale con un altro amico.



Na tomba annuvricata
  e chjina di lippu
 la data scancillata
 lu nomu ca un si leggi
 un ancilu chi prega
 na cruci arrugginuta 
e grasti senza hiuri. Sculuruta,
 la fotografia. Nni li pigna 
s'aggiuccanu li ciavuli pi notti. 
"Signori, si chjui!" 

Una tomba annerita
e ricoperta di muschio
la data abrasa
il nome non si legge
una croce arrugginita 
e vasi senza fiori. Sbiadita
la fotografia. Sui pini
si annidano le cornacchie per la notte.


mercoledì 30 ottobre 2013

CIAO, SALVATORE COPPOLA EDITORE




Salvatore Coppola ci ha lasciati. Non ha avuto tempo di vivere come lui desiderava: affidare la casa editrice ad altri e "ritirarsi" a scrivere, a meditare.
 O lo ha fatto in minima parte, lottando contro incertezze e precarietà.

Voleva affidare ai propri testi, ad altri testi oltre quelli già scritti,  la rappresentazione del suo ricco mondo interiore, del suo essere affabilissimo amico, padre, idealista, cittadino partecipe, certosino lavoratore, anacoreta  senza dogmatismi, estimatore del bello, rivoluzionario gentile.

Non ne ha avuto il tempo e le condizioni per attuarlo pienamente o come e nella misura in cui avrebbe voluto, ma Salvatore è ugualmente un grande.
Un grande nel testimoniare, come piccolo editore, valori come l'amicizia, la coerenza, la serietà, la generosità, la lealtà, il promuovere gli altri ma solo per sintonia di valori e magari di idee e di principi, rinunciando ad ogni altro vantaggio pur di non tradire se stesso e quelli che nei suoi principi, nelle sue idee o semplicemente nel suo essere autentico credevano. 
E lui non ha mai tradito, fino alla fine. 

Speriamo di non tradirlo neanche noi, quelli a cui lui aveva dato credito.

Gli autori "Coppola editore" credo si riconoscessero  fra di loro e fraternizzassero, anche senza conoscersi personalmente, non tanto per il comune marchio ma perché Salvatore stesso rappresentava una sorta di bandiera in cui riconoscersi.  

Continui pertanto a vivere la sua casa editrice, testimone del suo operato, del suo operare, e speriamo strumento attraverso il quale continuare a rendere vivo il suo ricordo.