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mercoledì 2 luglio 2025

"TRA PENSIERI E DISCORSI" DI MARISA TOSCANO. Presentazione del libro a Mistretta


"Ora, rispetto alla precedente raccolta, questa nuova plaquette di versi, Tra pensieri e discorsi, nel suo incipit muta l'atteggiamento nostalgicamente introspettivo e si proietta con rinnovata espansività nella magica dimensione di un tempo che assorbe l'eterno, grazie al vitale contatto fisico con la neonata nipotina; magia della esistenza che rinnovandosi ad ogni nuova generazione attrae e calamita a sé l'attenzione, rivoluzionando il mondo circostante".        Dalla Prefazione di Filippo Giordano.


Dalla precedente pubblicazione d'esordio, Simintì, estrapolo la suggestiva considerazione linguistica di Melo Freni a proposito del termine che ha dato titolo al libro: 

"Ma che vuol dire Simintì'? Quantu 'mporta?

Eh sì, che non importa nulla sviscerarne il senso. Resta una parola incantata, sospesa nell'aria, bellissima nella sua imprendibilità, che è stata pescata in chissà quali nuvole della fantasia e sistemata lì, nel novero dei termini che fanno favola e mistero".                                           Dalla Prefazione di Melo Freni.

Una poesia tratta dalla raccolta "Tra pensieri e discorsi. In parte dialettali", 2024

PALORI

Palori pinzati

Palori sparati

Palori r'amuri

Palori ri petra

Palori ri cori

Palori muti

Palori vuciati suspirati cantati sussurrati

Palori pintuti...

Macari l'avissi masticatu

Mi l'avissi agghiuttutu

O palori mai ritti

chi s'arrunculianu nno stomaco

comu na palummedda chi nun po vulari.


Parole

Parole pensate

Parle a vanvera

Parle d'amore

Parole di pietra

Parole di cuore

Parole mute

Parole gridate sospirate cantate sussurrate

Parole di pentimento

Magari le avessi masticate

Le avessi ingoiate

O parole mai dette

che si smuovono nella pancia

Come una colomba che non può volare.

Marisa Toscano





 
 

martedì 28 aprile 2020

AVVOCATIINPOESIA #iorestoacasa #altempodelcoronavirus






Leggerezza non è superficialità.
CompagniaAvvocatiAttori Agrigento pubblica un video molto bello. Tra poesia e simpatia..
Condividete il video ed il buon umore 😀

I brillanti avvocatattori in poesia anche su facebook


Grazie e complimenti a Piera per aver ravvivato con pathos e brio 

Li gradi su di fierru etc etc. 

Le grate son di ferro...



domenica 1 marzo 2020

LUNA NON È. ANCHE SE SFERICA



Anchi si tunna, luna
nun è; petra mi parsi, 
petra pirciata o... 
- si pensa e nun si dici
si dici si unu sfasa,
quannu s'arriva, arriva -
na mala...
 ma mala pinsata.
p. c.


Modo di dire:
(Averle) ...quantu / comu li bocci di lu Munti



ph ©piero carbone

venerdì 28 febbraio 2020

IL CORONAVIRUS SBARCA A PALERMO. Nino Russo lo saluta così


IL CORONAVIRUS SBARCA A PALERMO

Auguri di pronta guarigione!

Perché lasci i tuoi monti, o bergamasca,
il fresco nido, e cali come un corbo
su questa vecchia urbe rivierasca,
portandovi bel bella il nuovo morbo?

E’ stato detto a ognuno di star fermo;
tu invece, smaniosa “cusciulera”,
t’alzi un mattino e fai: “volo a Palermo,
del Sinovirus prima messaggera,

perché codesti grulli di sicani,
che si danno per grandi padreterni,
non abbiano a restarsene lontani
dalle ambasce d’altrui, dagli altrui inferni."

Hai colpito il bersaglio, ci hai centrati:
appena uditi i primi bollettini,
già un gregge di grulli scervellati
dava l’assalto ai grandi magazzini.

Comunque sia, essendo tu qui giunta
ospite sacra, ti affidiamo al cuore
misericorde e dolce dell’Assunta,
alla sua grazia e al suo materno amore.






ph ©piero carbone
La porta della Vittoria
Oratorio dei Bianchi 
ottobre 2019

mercoledì 13 febbraio 2019

VIVEVAMO IN CASE DI GESSO. Poesia di Calogero Restivo

Aggiungi didascalia


IL MARE PER NOI

Il mare per noi
che vivevamo in case di gesso
che  si appoggiavano  le une alla altre
come vecchi ubriachi per non cadere
erano i fianchi dei monti
che si tingevano di verde
nei mesi di aprile e maggio.

Prima e dopo
il giallo assillante
di sabbia di deserto
e delle stoppie riarse.

Per noi che vivevamo
chiusi come in una riserva
dai monti che circondavano il paese
il mare era un colore
ed un racconto che scopriva
quando si incominciava a sillabare
nei vecchi libri di lettura.

Non era facile capire però
quanto era grande
 e quanta acqua conteneva
cento-mille volte forse
la vasca della Fontana
da cui si attingeva acqua
e torcicollo le donne
che altere e quasi regali
le brocche le portavano sulla testa
difese solo da una "spera"
di vecchio scampolo di stoffa.

Attaccati alle gonne
occhi affamati e nasi gocciolanti.

Poi arrivavano i poveri
che si dicevano diventati ricchi
all'altro capo del mondo
che raccontavano
che l'America era così lontana
che occorreva navigare trenta giorni
e forse più circondati sempre
da acque torbide smosse da venti
con onde alte come palazzi
che in quel paese li facevano alti
fino a "grattare" il cielo.

Noi bambini ascoltavamo
la bocca aperta
come quando attorno al braciere
i vecchi
raccontavano le storie di Orlando
eroe innamorato della bella Angelica
che si fece scoppiare il fegato
a soffiare inutilmente nel corvo
per cercare l'aiuto che non venne
senza capire ma rapiti
dal suono nenia delle prole
che conciliavano il sonno.


Poesia tratta dalla raccolta L'erba maligna di Calogero Restivo,
Edizioni Lampi di stampa,  Milano




martedì 28 agosto 2018

venerdì 2 febbraio 2018

NOSTALGIA DI SICILIA A TUNISI. Nota di Soumaya Bourougaaoui

Grazie, Soumaya, per l'amore che porti alla Sicilia.
Con piacere ripropongo nel blog la tua interessante nota su facebook.




YOUTUBE.COM





Link del video a cui si fa riferimento:
https://www.youtube.com/watch?v=uhCyhQqS4-M&feature=share

.I saracini (cosi vennero chiamati gli arabi in occidente) mossero alla conquista della sicilia(827) dopo aver…

" POETI ARABI DI SICILIA, la nostalgia della terra natia..." Bellissimo film documentario da vedere!
La Sicilia è terra del sole, del mare, dei paesaggi incantati, della natura incontaminata: è la terra della poesia.Intorno all’anno Mille vi prende vita un’importante scuola poetica araba che, in quasi tre secoli di attività, lascerà tra i manoscritti dell’ANDALUSIA e del NORD AFRICA le tracce preziose di una ricca produzione e di un indelebile intreccio di culture.

Con il passare degli anni e con il cambiamento politico e religioso, questo patrimonio viene trascurato nel suo territorio originale, cioè l‘ITALIA. Attraverso la testimonianza di artisti quali il Pittore /Scultore M° Bruno Caruso, il gruppo musicale Milagro Acustico, di personalità del mondo accademico quali la Prof.ssa Francesca
Corrao che con la sua opera omonima “Poeti Arabi di Sicilia “ già vent’anni fa,descriveva l’importanza di circa tre secoli di dominazione araba della sua cultura e la grande influenza in tutti i campi.

A circa un millennio di distanza, cerchiamo di far rinascere questa grande ricchezza culturale, ognuno a suo modo, rendendolo vivo con l’esperienza ed una nuova sensibilità, cioè quella di contribuire alla conoscenza di questo grande patrimonio che, purtroppo i testi scolastici italiani non trattano in maniera approfondita.

La DOMINO FILM, nella persona del regista Mohamed Kenawi, ed in collaborazione con l’associazione socio-culturale “IL MONDO DI DAMARETE “ di Roma , attraverso il canale di ALJAZEERA Documentary , riconoscendo il grande patrimonio culturale, storico, artistico della Sicilia, (soprattutto quella parte legata alla presenza arabo-islamica,) vuole con questo documentario, favorirne e promuoverne la conoscenza nell'attuale mondo arabo (e non solo).

Il Canale Documentary vuole realizzare un progetto che contribuisca concretamente ad incrementare il DIALOGO CULTURALE ED INTERRELIGIOSO tra mondo occidentale e mondo arabo partendo dal loro punto d'incontro : LA SICILIA .
© IL MONDO DI DAMARETE Associazione Socio–Culturale.





















Post correlato con la traduzione in arabo dell'Inno di Maredolce
da parte di Soumaya Bourougaaoui

lunedì 27 novembre 2017

LA VOCE "INCONFONDIBILE" DI ANNA MARIA BONFIGLIO. Presentazione del libro "D'amuri e di raggia"




Venerdì 24 novembre 2017, all'Istituto dei ciechi, presentazione del libro D''amuri e di raggia di Anna Maria Bonfiglio, organizzata dall'Associazione Kaleidos.

Tommaso Romano ha enucleato la poetica di Anna Maria con le sue venature psicologiche, formali, estetiche, in sintesi, a prescindere dalla lingua adottata, definisce la sua poesia "una voce inconfondibile..." .

Io mi sono soffermato sulla scelta della forma dialettale adottata e sulle assonanze con altri poeti.

Il discordo introduttivo, sapientemente propedeutico, di Nicola Romano, che qui si riporta, ha fornito le coordinate per intendere e inquadrare il processo evolutivo di una poetessa a tutto tondo che approda ad " una poesia di largo respiro e che si conferma squisitamente 'autentica'”.


Interventi musicali:
Lorena Scarlata (mezzosoprano) 
Salvatore Scinaldi (pianista)

Foto di Viviana Taormina e Maria Pia Lo Verso
















Dopo vent'anni D'amuri e di raggia
di 
Nicola Romano

A distanza di circa vent’anni dalla pubblicazione della sua plaquette intitolata Spinnu, Anna Maria Bonfiglio – ritornando alla “pura fonte del linguaggio materno” (come ebbe a dire nei confronti della sua poesia in siciliano il poeta castelbuonese Giuseppe Mazzola Barreca) ha dato adesso alle stampe, con gli accurati tipi dell’edizioni Agemina e con una brillante prefazione della poetessa Ester Monachino, una seconda raccolta di poesie che porta il titolo D’amuri e di raggia, un titolo che da solo introduce i contrasti e le dualità delle nostre altalenanti pulsioni, e che senz’altro viene ad essere qui congruente con la metafora d’una Sicilia piena di contrasti, una terra che ci ha abituati a convivere con la gioia e la disperazione, con l’amarezza e, fortunatamente, anche con la speranza.

L’insieme si contraddistingue soprattutto per la presenza d’immagini fortemente interiorizzate e rivestite da un linguaggio dialettale incisivo ed appropriato, una sorta di valore aggiunto se si pensa che il dialetto vuole appartenere alla precisa espressione del nostro mondo “privato”, alla sfera della nostra matrice identitaria. Da osservare che, se nella prima raccolta “Spinnu” la nostra Autrice aveva ritenuto opportuno inserire a margine d’ogni testo la traduzione di alcuni particolari vocaboli, in questa raccolta - pur non entrando nei meriti che da sempre risultano afferenti alla questione dialettale - tende soltanto a puntualizzare, nella sua breve premessa che è da considerare “tecnica”, di avere usato un dialetto aderente alla sua parlata originaria, “avendo cura di non trascurare l’aspetto ortografico e grammaticale, pur riducendo al necessario l’uso dei segni diacritici”. 

Questa, oltre ad essere una sua considerazione tecnica, è una precisazione ”professionale” che fa comprendere quella che è la sua costante attenzione verso il dialetto siciliano e verso le sue antiche o attuali problematiche, anche se tale premessa alla fine sembra risultare ininfluente per quello che è il connotato poetico in questione che, mettendo da parte qualsiasi concetto prettamente sintattico-grammaticale, aspira a voler comunicare con il lettore in un linguaggio che, come sappiamo, è un codice, un cifrario la cui decodificazione è affidata alla sensibilità e all’avvertenza di chi legge.
E comunque, siamo in presenza d’una poesia di largo respiro e che si conferma squisitamente “autentica”, e che essa è figlia d’un percorso attento ed evoluto che ha condotto la Bonfiglio verso una gemmazione di toni ancora più sicuri e di colori nuovi in un contesto, per tanti versi, già maturo e ancor di più profondamente pensoso d’immagini.

L’arghi fannu lu lippu a la carina; 
la luna s’addummisci a la campia; 
li labbra s’assuppavanu di meli; 
ora lu tempu è cutra ca m’accupa… 

sono lacerti di endecasillabi altamente lirici che sicuramente s’insinuano nel solco emotivo e nella sensibilità di ognuno di noi, versi che conducono dentro luoghi o atmosfere di rarefatto coinvolgimento.

E quella dicotomia, quel contrasto che sembra annunciarsi nel titolo non trova poi corrispondenza nella trattazione delle due opposte condizioni d’animo, dal momento che parlando sia d’amuri che di raggia, la Bonfiglio sembra adottare uguali toni armonici, la stessa tensione di linguaggio, nonchè la stessa dolce fluidità espressiva che conferiscono allo spazio, in cui è collocata l’intera raccolta, una sua oggettiva compiutezza poetica. 
D’altronde – come ebbe a dire Andrea Camilleri in una sua recente nota sulla nostra Autrice – “nella poesia di Anna Maria Bonfiglio c’è una perfetta adesione, in un certo senso gioiosa, alla vita, manifestando un equilibrio che le consente di non essere mai banale e mai allo stesso tempo ricercata”.










martedì 21 novembre 2017