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domenica 24 febbraio 2019

GOGNE ANTICHE E GOGNE MODERNE. Sempre nel nome di Sciascia mal citato e mal seguito (nel trentennale della morte)



 "Piazzetta" di Racalmuto -
Monumento alla gogna
ovvero al "cuddraru"
rievocato da Leonardo Sciascia in Morte dell'Inquisitore



Gaetano Savatteri si vende Sciascia (e il paese) due volte: prima nel libro Non c'è più la Sicilia di una volta per rottamare Sciascia e ora con questo articolo per invitare a dare una mano di aiuto o contributo di idee all'ex amico e recentemente bersagliato Sindaco di Racalmuto fornendo, all'indirizzo in calce, suggerimenti per rendere maggiormente comprensibile il messaggio sciasciano della gogna (l'antico cuddraru), quest'ultima per rinnegarla... ma nei fatti Savatteri (& C.) sostiene nuove forme di gogna attraverso il "suo" giornale "Malgrado tutto" che ha una rubrica destinata ad hoc, "Colpi di spillo", che si dovrebbe ribattezzare "Colpi di gogna" o "Moderno Cuddraru", e sempre citando l'"obsoleto" Sciascia naturalmente. 

Mi piacerebbe che leggesse questo commento chi ha letto anche i "Colpi di spillo" a me graziosamente indirizzati e magari le mie domande e osservazioni che li hanno "provocati". 

Morale: non si può lucrare due volte su una contraddizione. 

P.S. 1 - A che serve chiedere l'amicizia su fb se contemporaneamente attacchi quella persona? 

P. S. 2 - Così si ricorda e celebra Sciascia, nel suo paese, nel trentennale della morte?



I LOVE Sicilia








venerdì 15 marzo 2013

ROTTAMARE PER INNOVARE. ATHOS A PAVIA


In un post precedente si è parlato dell'inaugurazione della mostra di Athos Collura al prestigioso Castello di Pavia:


Qui e ora di quella mostra se ne sbandiera l'antiinaugurazione.



Nel comunicato stampa si annunciava una "performance dissacratoria" in occasione dell'inaugurazione della mostra, ed è anche vero che la memoria storica  rimanda ad altre stagioni storiche in cui gli artisti si esibivano con gesti clamorosi e l'happening, forma inedita di rottura, era di moda: Allan Kaprow, Robert Whitman, Claes Oldenburg, Red Grooms, Jim Dine...


Athos, con la sua teatrale performance dissacratoria, nel bel mezzo di una solenne inaugurazione, con le sue bolle di sapone, con i suoi colpi d'accetta, proprio col gesto forte di rottura, ha giocato con la dissacrazione stessa,  facendo valere il suo gesto non solo come una reale volontà di rottura: rottura col passato, con le proprie forme artistiche originali, divenute di successo e ripetitive,  con le forme artistiche altrui, tradizionali o banalmente commerciali. 


Il gesto esibito, accanito, azzardato, di Athos, forse voleva essere inteso anche come citazione per dire "non si può essere originali, rivoluzionari, ogni giorno, ripetendo sempre le stesse cose fino all'estenuazione" soltanto per obbedire al mercato. 


E così Athos, fra sincerità d'intenzioni e polemica "citazione", si è scagliato realmente contro i suoi quadri-merce, disposto a pagare un costo altissimo.  In metafora, infatti, si è tirato la zappa sui piedi: d'ora in poi deve trovare un'altra via alla sua arte, se non vuole condannare i pennelli al silenzio.

 Non sono consentiti ritorni.





Il "gesto" di Athos alla mostra di Pavia: