giovedì 20 dicembre 2012

DA MONTEDORO VIA MILANO




In questo momento Racalmuto sta vivendo un momento difficile. 

E' bello pertanto leggere apprezzamenti e riconoscimenti riandando al suo passato, sperando che si proiettino sul presente assieme agli auguri di Buon Natale. 

Ricambio e ringrazio Federico Messana, montedorese, per le sue riflessioni e gli auguri inviati da Milano.






E' con molto piacere che ho ricevuto e letto i tuoi messaggi (o meglio i tuoi scritti) e non posso che complimentarmi! Montedoro e Racalmuto sono stati così vicini nei decenni passati sia per discendenza (tante famiglie, anche la mia, discendono da Racalmuto), sia per la miniera che ha affratellato quanto vi hanno lavorato.


Anche mio padre vi lavorò per parecchi anni come meccanico, ed io stesso (all'epoca studiavo geologia) mi avventurai in quei meandri per ben due volte.

Racalmuto è molto più bella e caratteristica di Montedoro, anche se forse il nostro paese negli ultimi anni si è un po' abbellita ed ha preso qualche iniziativa in più. Io sono a Milano dagli anni sessanta, ma spesso venivo con gli amici in certe trattorie dove si mangiava molto bene.

Con altri amici ci siamo presentati alla Noce, da Sciascia, per chiedere una prefazione al libro della Caico Hamilton, tradotto in "Vicende e costumi siciliani", che conoscerai. Sciascia prese tempo e non se ne fece nulla. Ma perchè?
In un passo del libro Luisa Hamilton visita il Castello accompagnato dal campiere Alessandro Augello di Montedoro. Questi prende come guida un certo prete, conoscitore dei luoghi racalmutesi, che illustra tutto alla perfezione. Tornando in paese a dorso di cavallo Alessandro spiega a donna Luisa che quel "prete" era uno dedito al malaffare e che girava sempre armato. Donna Luisa inorridita gli chiese come mai avesse osato tanto e se non l'avesse messa in pericolo. Alessandro la rassicurò e le disse che quel prete, tutto sommato, era "la persona più intelligente di Racalmuto"!

Sciascia si offese a tal punto che in quei giorni fece invece la prefazione al libro su Racalmuto di Tinebra Martorana, dove si dilunga a spiegare che Racalmuto era più grande, più bella, più.........di Montedoro.
E' una sciocchezza, come vedi, e mi vien da ridere solo a pensarci.Non voglio dilungarmi oltre.

Un caro augurio di Buon Natale. Ciao


                                                             Federico Messana

 













1 commento:

  1. Testimonianza molto interessante, che conferma ancora una volta l'indole di Leonardo Sciascia, il quale da una parte dice peste e corna di Racalmuto, dall'altra lo ama di un amore tanto profondo da far apparire le sue espressioni aspre come segni di indignazione, non di odio o autentico disprezzo.

    Angelo Campanella

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