sabato 1 dicembre 2012

VINCENZO CONSOLO E LE CHORISIE DI PALERMO.






Metafora o presagio?

Mi sovviene un ricordo legato alle corisie, rievocate nel romanzo Lo spasimo di Palermo.

Alla fine di un convegno, Consolo fu incuriosito dagli alberi panciuti e spinosi detti anche alberi bottiglia che costeggiano il Viale delle Scienze di Palermo e mostrò il desiderio di conoscerli meglio. 
Anch’io mi trovai con altri convegnisti a sentire quella richiesta. Gli promisi che avrei fatto delle ricerche in proposito e gliele avrei comunicate. Lui gradì molto e mi ringraziò.





Dopo qualche tempo, in occasione della presentazione di un libro sul restauro della chiesa dello Spasimo, gli consegnai una busta con le notizie sulle chorisie speciose, richieste a mia volta al professore Giovanni Liotta della facoltà di Agraria. 

Quando nel 1998 uscì il romanzo Lo Spasimo di Palermo, provai piacere nel ritrovarvi le corisie o alberi del Kapoc; nella scrittura consoliana, le asettiche notizie della botanica rappresentavano soltanto un pretesto: 

“i tronchi rigonfi delle corisie, la minaccia d’ogni lancia o spina, la meraviglia d’ogni rivolta e attorcimento, l’espansione sinuosa delle ramaglie, il fitto cielo delle foglie, la caduta delle radici e lo strisciare gropposo delle magnolie”.


Insomma, quasi una metafora. O, dilatandola nel tempo, e generalizzandola su storici ed esistenziali attorcimenti, un presagio?











http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.it/2012/01/per-vincenzo-consolo-di-piero-carbone.html

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