Metafora o presagio?
Mi sovviene un ricordo legato alle corisie, rievocate
nel romanzo Lo spasimo di Palermo.
Alla fine di un convegno, Consolo fu incuriosito dagli
alberi panciuti e spinosi detti anche alberi bottiglia che costeggiano il Viale
delle Scienze di Palermo e mostrò il desiderio di conoscerli meglio.
Anch’io mi
trovai con altri convegnisti a sentire quella richiesta. Gli promisi che avrei
fatto delle ricerche in proposito e gliele avrei comunicate. Lui gradì molto e
mi ringraziò.
Dopo qualche tempo, in occasione della presentazione
di un libro sul restauro della chiesa dello Spasimo, gli consegnai una busta
con le notizie sulle chorisie speciose, richieste a mia volta al professore
Giovanni Liotta della facoltà di Agraria.
Quando nel 1998 uscì il romanzo Lo
Spasimo di Palermo, provai piacere nel ritrovarvi le corisie o alberi del
Kapoc; nella scrittura consoliana, le asettiche notizie della botanica
rappresentavano soltanto un pretesto:
“i tronchi rigonfi delle corisie, la
minaccia d’ogni lancia o spina, la meraviglia d’ogni rivolta e attorcimento,
l’espansione sinuosa delle ramaglie, il fitto cielo delle foglie, la caduta
delle radici e lo strisciare gropposo delle magnolie”.
Insomma, quasi una metafora. O, dilatandola nel tempo, e generalizzandola su storici ed esistenziali attorcimenti, un presagio?
http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.it/2012/01/per-vincenzo-consolo-di-piero-carbone.html
Mi sovviene un ricordo legato alle corisie, rievocate nel romanzo Lo spasimo di Palermo.
“i tronchi rigonfi delle corisie, la
minaccia d’ogni lancia o spina, la meraviglia d’ogni rivolta e attorcimento,
l’espansione sinuosa delle ramaglie, il fitto cielo delle foglie, la caduta
delle radici e lo strisciare gropposo delle magnolie”.
Insomma, quasi una metafora. O, dilatandola nel tempo, e generalizzandola su storici ed esistenziali attorcimenti, un presagio?
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