Quante centinaia di migliaia di automobili private o di pullman di turisti sono passati accanto a quello che a una decina di metri dallo stradale può sembrare uno dei soliti caseggiati semidiroccati delle nostre campagne? E quanti invece hanno imboccato lo svincolo per visitare il Casale di San Pietro?
Meglio non azzardare cifre, sarebbe sconfortante.
Anche io, che questa strada percorro da quarant'anni ormai, avrei incrementato la sciatta statistica dei non-visitatori se non fosse stato per alcune fortuite circostanze che mi hanno portato ad incuriosirmi.
Veramente finora la mia era stata soltanto una curiosità storica in quanto nei pressi ci sarebbe stato un aspro duello cinquecentesco tra nobili racalmutesi e castronovesi, ma non avevo fatto caso in maniera approfondita alle condizioni del Casale che funge anche da rinomata indicazione toponomastica di una contrada, lu Chianu di San Petru, il Piano del Casale di San Pietro.
Ma l'altro giorno, dopo l'accorato allarme di un appassionato di storia castronovese anche se lui castronovese non è, arrivato all'altezza di San Pietro ho svoltato, ho imboccato la stradella e voracemente mi sono messo a fotografare sotto una pioggerellina insistente e il cielo grigio.
Avendo appreso della mia sortita, Nino Di Chiara mi ha voluto stuzzicare inviandomi la copertina di una pubblicazione riguardante il Casale, ma posso assicurare che non è stata cattiveria, la sua, mi farà avere l'intero libretto in cartaceo e non solo quello: mi ha annunciato che lui e Fiorella Tirrito stanno ricercando qualche altra, per me preziosa, documentazione da farmi avere brevi manu.
Nel mio consueto tragitto da Palermo a Racalmuto, dall'automobile in corsa continuerò a sbirciare con la coda dell'occhio il familiare caseggiato e so che mi verrà la tentazione ogni volta di svoltare la stradella per ammirarlo per rivivere in loco le vicende storiche di cui il Casale è stato teatro.
Ogni tanto sicuramente lo farò, ma sarebbe una bella rinascita per il Casale se le centinaia di migliaia di automobili private e di pullman carichi di turisti non gli sfrecciassero indifferentemente accanto. E con la prospettiva del nuovo tragitto stradale la velocità dei veicoli dovrebbe aumentare.
Il primo di aprile è trascorso ma tra il serio e il faceto viene da fantasticare un'ipotesi: una ricevuta per la visita effettuata da far valere a percentuale di scomputo non so come nella dichiarazione dei redditi.
Forse al Casale di San Pietro si formerebbero code infinite, grazie al ticket, anzi, al bonus sulla bellezza, sulla nostra doverosa memoria storica.
Testo e foto ©piero carbone
bella serie di foto, grazie Piero.
RispondiEliminaL'esterno per fortuna non è stato restaurato, e purtroppo in alcune parti è seriamente ammalorato, ma non cadente. All'interno meglio non entrare: è stato tutto distrutto! ricoperto con intonaco Li Vigni per esterno! il pavimento in mattoni rossi; incredibile! un orrore che solo in Sicilia si può trovare. Di saggi archeologici non ho sentito parlare neanche quando è stato presentato al pubblico, qualche anno fa. Un solo funzionario di Soprintendenza non può avere la responsabilità di un casale bizantino. Sicuramente in buona fede può incorrere in "incidenti" come questo. Occorre che i progetti siano controllati ed esitati da una commissione multidisciplinare di tecnici ed intellettuali. Quanti scempi si preverrebbero!
Il casale intero non è tutto proprietà del comune. L'acquisizione delle varie parti e dei vari proprietari è abbastanza complicata. Certo una volta acquisito tutto si potrebbe pensare a questo ticket. Per ora chiunque volesse visitare la chiesa può farlo contattando il comune e chiedendo dell'assessore Piazza. Farò in modo di aprire e farvela visitare.
RispondiEliminaPer incentivarne le visite meglio il bonus!
EliminaAnche se come dice Angelo Cutaia internamente l'intervento di restauro non è stato di certo un capolavoro di recupero. Quindi poco c'è da vedere. Ma è la storia passata da quella chiesa che ha reale importanza e il luogo stesso.
RispondiEliminaCiao Piero, ci sono passato di recente e ho detto a mia moglie, ma guarda come è bello questo Casale! sarebbe fantastico utilizzarlo per scopi turistici e culturali. Anche tu vedo che ne sei rimasto positivamente colpito. Un affettuoso saluto e un abbraccio!
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