martedì 21 aprile 2015

NON È QUESTIONE DI NUMERI. Il Mediterraneo non sia un cimitero

Quando i naufraghi furono trecento al largo di Lampedusa ci fu commozione e sdegno; da parte dei politici europei venne preso l'impegno di impedire il sopraggiungere simili sventure. Il Papa venne a lanciare una ghirlanda di fiori sulle acque pietose dov'erano affogati gli immigranti.
Dopodiché il mondo ritornò alle sue routines: sbarchi guerre economia. Casi isolati di immigrati morti nella traversata sui barconi sovraccarichi.

Sul mondo scombussolato da discutibilissime ragioni,  politiche più generali dovrebbero cercare di porvi rimedio per non gettare a mare la dignità di uomini, quella di tutti, assieme alle vite degli altri. Intanto, si dovrebbe fermare ogni traffico di esseri umani fonte di lucro per una "semplice" traversata: a che è servita una millenaria tecnologia altrimenti? Una considerazione semplice, semplicistica e banale. Ancora più semplice sarebbe sperare in un miracolo e far camminare i disperati sulle acque. Finora, tollerare che avvenisse ancora quello che era già avvenuto, sopportare il silenzio o l'indignazione soltanto sommessa, da piccolo trafiletto in un giornale,  o la non notizia dei morti isolati o a piccoli gruppi disseminati nel mare e nel tempo è stato meno "banale"?




Ma l'altro giorno l'elevato numeri di morti annegati, 900 o forse più, ha fatto ridiventare notizia la morte, i morti, gli immigrati. Come se per considerare la vita e la morte di un uomo ci fosse bisogno dei numeri multipli. Né silenti né inattivi.

Queste non sono analisi sotto qualche profilo specialistico ma moto di pietà, di indignazione, di rabbia della coscienza. Per dire: non è questione di numero. E lo dice con fermezza Roberto Puglisi nelle seguenti riflessioni estrapolate da un suo articolo. 


"No, Signora, non discutevano di teologia. Quegli uomini invocavano Dio. Dove è finito il pianto che non sia retorica? Dov'è il sentimento della misura colma? Quanti altri dovranno spegnersi ancora, con una preghiera sulle labbra? Non c'è più una lacrima da spendere, c'è una contabilità da aggiornare; una tombola di numerini estratti che hanno smarrito ogni sembianza di umanità. E la chiamiamo accoglienza".

L'articolo


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