Il maestro Domenico Mannella, sulla scia musicale di collaudate ispirazioni, dagli arrangiamenti dei canti popolari al solenne inno a più voci per la Patrona del suo paese eseguito la prima volta nel 1988 in Piazza Castello dal coro Santa Cecilia di Agrigento, si è lasciato pro-vocare, che in latino significa chiamare, dai versi ottocenteschi di un giovane poeta: di fiore in fiore, di verso in verso, si è propagato un effluvio di ariose note.
Domenico lo ha raccolto, ricomposto in "arie da camera", e ce lo offrirà in teatro il prossimo 23 marzo.
Per comporre le loro opere, diceva il critico Luigi Russo, gli artisti vengono sollecitati dalle "goethiane occasioni", sono quelle che fanno venir fuori esiti artistici misteriosamente sopiti, questa volta a fungere da "goethiana occasione" è toccato ai versi "primaverili", casualmente ritrovati, del racalmutese Nicolò Tinebra Martorana.
fior di giaggiolo
di menta
di margherita
di prato
di viola
di rosa
di lino
Una precisazione a posteriori: nonostante in locandina l'evento sia stato previsto e programmato, con il favorevolissimo consenso dei Commissari, in teatro, è stato poi spostato, in extremis, in altra sede per i soliti attacchi esterni degli immancabili invidiosi di turno (o di sempre).
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