giovedì 6 luglio 2017

MATTARELLA AL TEMPIO DELLA CONCORDIA: LA VENDETTA DI PIRANDELLO. Povero Sciascia! Altro che Strada degli Scrittori!


Madonna della mazza, in via Maqueda a Palermo 

Tra pirandellismo e astuzia della Ragione

Il 10 dicembre 1986, nel cinquantesimo anniversario della morte di Luigi Pirandello, lo scrittore di Racalmuto Leonardo Sciascia tenne il discorso commemorativo a Palermo, al Palazzo dei Normanni. Ma come mai a Palermo se Pirandello era di Agrigento dove, in contrada Caos, era nato una sera d'estate, "come una lucciola sotto un gran pino" etc etc etc?

Perché non si misero d'accordo Sciascia e il pirandelliano di ferro Enzo Lauretta sulle modalità della commemorazione, e dunque, con un atto, innaturale e inopportuno, di forza, Sciascia, nel commemorare Pirandello, diede lo schiaffo ad Agrigento portandosi il Presidente Francesco Cossiga a Palermo, nel cuore del potere isolano, a Palazzo dei Normanni.

Si dà la coincidenza che quel giorno Giovanni Macchia, se non ricordo male, nella commemorazione  dell'anniversario sul  Corriere della Sera fa esplicito riferimento all'atteggiamento di un Pirandello che rifugge le pompe mondane del potere preferendo le segrete stanze della coscienza dell'uomo.

Sta di fatto che Pirandello veniva commemorato, contemporaneamente, ad Agrigento, a missa vascia, con messa letta o dimessa,  sotto tono, e a Palermo in grande apparato e col Presidente della Repubblica.

Ebbene, a trent'anni, quattro mesi e 26 giorni, arriva puntuale, per pena del contrappasso, la vendetta di Pirandello: oggi, 6 luglio 2017, il sindaco di Racalmuto, si reca ad Agrigento, nella solenne cornice del Tempio della Concordia,  a conferire la cittadinanza onoraria al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,  lasciandosi alle spalle il concittadino famoso Leonardo Sciascia, quasi non ritenendo opportuno che il neo concittadino onorario  potesse ritornare a Racalmuto per la quarta volta.

Ma la vendetta di Pirandello non sarebbe stata tale se non avesse fatto emergere sicule contraddizioni con una punta di pirandellismo, venendo a coincidere con il mega evento portato avanti con dovizia di eventi e di mezzi da Felice Cavallaro denominato Festival della Strada degli Scrittori.

E in che cosa il comico pirandellismo fa emergere le contraddizioni mentre si consuma una vendetta? In questo: la strada degli scrittori avrebbe dovuto celebrare una strada sul cui percorso afferiscono tanti scrittori di talento, e tra Agrigento e Racalmuto si contano Pirandello e Sciascia. Ma non ditelo al Presidente della Repubblica: cittadino di Racalmuto, sì, ma senza Sciascia!


da fb



Dal profilo Facebook:

RAHAL-"notiziando" tra la gente
E così... «notiziando qua e là»...molti racalmutesi non sanno della "cittadinanza onoraria" che verrà data al Presidente Mattarella, da una ristretta rappresentanza...ma non a Racalmuto!!!!!...bensì ad Agrigento!!!...come se Racalmuto fosse una città fantasma...o di appartenenza al Comune di Agrigento!!!...probabilmente la decisione sarà stata presa a causa della mancanza di tempo per un riassetto generale del Comune!!!!!!!!...e si....perché appare tanto squallida e «arsa» come certi «Agri» limitrofi.....
Ai cittadini...le amare riflessioni...
Colgo l'occasione per invitarvi all'assemblea cittadina che si terrà lungo la scalinata di via della Repubblica, a Racalmuto, g.4/7/17 h 18.30"....come da volantini e manifesti!!!!



Giaocchino Tonino:
Cosa vi succede? Perché non è possibile? Lo sapete che sono altri a scegliere i percorsi da fare per motivi di sicurezza? Poi, i topolini, roba vecchia di tante altre amministrazioni... siate ragionevoli, è festa.
Piero Carbone:
Ma, caro Tonino, non risulta una forzatura o una furbata? 
Far sembrare che il Presidente viene in Sicilia ad accettare la cittadinanza mentre viene per tutt'altro in tutt'altro tragitto!
Mi sa che stanno esagerando nel volere ad ogni costo certe benedizioni.
E ti dico di più, a maggior ragione se la sicurezza era stata sufficiente e collaudata per altri presidenti poteva andare bene anche questa volta per uno che in fondo a Raclamuto c'era stato diverse volte in diverse occasioni. 
In tutto questo una cosa logicamente non va: dare la cittadinanza senza la città e senza i concittadini in nome dei quali e per i quali la cittadinanza si dà, non pare proprio una cittadinanza.
E' tutt'altro.
Forse un'assonante onoranza.
Non chiamiamola allora cittadinanza seppure onoraria.


Testo e foto: ©Piero Carbone







Nessun commento:

Posta un commento