martedì 18 luglio 2017

ZACCANELLO - ZACCANIEDDRU - VIENE DA ZÀCCANU: LACRIMA E FANGO PER MOLTA ACQUA. Disquisizione linguistica del prof. Nino Russo


Guardando Monte Grifone a Palermo

ZÀCCANU
di
Nino Russo

Sono contento di poter esaudire la richiesta di ( per me) Totò Nangano, mio amico, mio medico e mio cugino per non lontana ascendenza paterna. 
Caro Totò, ZÀCCANU ( pronunziato con la Z sorda, come fosse scritto TSÀCCANU ) è la variante siciliana dell’antico vocabolo italiano ZÀCCARO ( anch’esso pronunziato con la Z sorda ), la cui versione moderna è il femminile ZÀCCHERA ( pure qui la Z è sorda, TS! ). Da ZÀCCHERA, il verbo “inzaccherare” - “inzaccherarsi” 
L’etimologia del termine rimanda al longobardo ZAHHAR, il cui significato-base era LACRIMA ed anche schizzo di fango finito addosso agli abiti e alle scarpe, e successivamente un luogo dove c’era mota, fango liquido per presenza di molta acqua. Venne da ultimo chiamato ZÀCCANU il luogo melmoso dove si radunavano le pecore prima della mungitura, e pure l’insieme di grumi di fango e sterco che restavano attaccati al loro vello.

A Maredolce


ZÀCCANU era altresì un corso d’acqua non limpido per presenza di fanghiglia. ZÀCCANU era quello che in italiano si chiama “pozzanghera”. ZÀCCANU era ancora quello che tua madre diceva che avevi fatto sul pavimento di casa, quando in inverno - adolescente sventato - entravi senza esserti nettate le suole impantanate delle scarpe. “ Bravo! Facisti ‘u bellu zaccanu! Quannu trasi rintra, t’ha stuiari i pìari!” Ti l’è rittu cchiossà ri na vùata!....” .
Quanto ai corsi d’acqua di cui parli, la cui scaturigine erano le sorgive ed il laghetto sotto la chiesa di San Ciro, sulla balza di monte Grifone - io appartengo all’ultima generazione di brancaccioti che si è dissetata in quelle acque fredde e cristalline e che ha fatto il bagno in quel lago; tua madre vi ha lavato la lana dei materassi quando è andata sposa, come mia madre e le mie zie - ricordi perfettamente la loro topografia.

Monte Grifone visto dal Castello di Maredolce

Il più imponente di quei corsi - della portata di 14 zappe! - era capace di portarsi via una lavandaia mingherlina che vi fosse caduta dentro. Attraversava “SUPRA U CIUMI” tutta la via Conte Federico a partire dalla piazza dei Signori, dove c’era una grande vasca circolare dalla quale si diramavano le condotte che portavano l’acqua fino agli orti di Torrelunga e Romagnolo. Il corso raggiungeva in tempi lontani da noi il ponte dell’Ammiraglio, mettendo in moto la quindicina di mulini che scandivano il suo percorso lungo tutta la via Brancaccio. 
In quello sopravvissuto in via San Ciro, dietro la statua di San Gaetano ed il busto di Puglisi, veniva macinato salgemma delle Madonie. Quand'ero ragazzino, ricordo che lo vendeva insieme ad altre merci una seconda cugina di mio padre, "' 'a za Carmela 'a Salara". La ricordo con affetto.


Gli Archi di San Ciro



Ieri su facebook


Piero Carbone da Racalmuto Dalle parti di Racalmuto c'è una contrada chiamata Zaccanello

Rispondi
1
22 min
Gestisci
Piero Carbone da Racalmuto Nino, col tuo permesso vorrei pubblicare il post sul mio blog, ti fa piacere?

Rispondi
1
21 minModificato
Gestisci
Nino Russo Vossia è padrone di disporne a suo piacimento! Può farmi solo tantissimo piacere. Un abbraccio affettuoso!
Gestisci
Piero Carbone da Racalmuto Grazie!!!! Che generoso e grande che sei! E si può dire che Zaccanello viene da Zaccano!

Rispondi
1
18 minModificato
Gestisci

Nino Russo Ovviamente sì. lo puoi annunciare anche col megafono, perché l'etimo è solo e soltanto quello. Per la prima volta posso affermare, infatti, che non ho formulato una congettura, come dico sempre per serietà scientifica, ma appurato la verità.Insomma non ho dubbi che sia così. Perdona la vanità

Rispondi
1
9 min
Gestisci
Piero Carbone da Racalmuto Ma che dici? Ti dobbiamo soltanto ringraziare. Le tue amorevoli passeggiate linguistiche (vere e proprie disquisizioni) hanno una doppia funzione: conoscitiva ed educativa perché mostrano un altro modo di usare i social. E poi, accusare gli altri di vanità spesso è l'alibi degli ignoranti: lanciano bombe a mano che si rivelano modesti sfiati.

Rispondi
1
2 min



Il mio Zaccanello d'estate
(d'inverno rispetta l'etimologia)












Nessun commento:

Posta un commento