Dalla bacheca fb di Irene Soggia 25 luglio 2017, alle ore 23:25
A distanza di un anno da quando l'avevo intervistata assieme a Maria Anna Giangrasso, sono ritornato a Lercara Friddi per incontrare la pesarese Irene Soggia in occasione del My Way Festival, la manifestazione di musica jazz ormai alla nona edizione che si ripropone di scoprire nuovi talenti musicali.
Alla fine del concerto, dopo festosi saluti, ho mostrato il desiderio di rivedere la "sua creatura" ovvero il museo dedicato a Frank Sinatra, conosciuto financo in America, e che avevo visitato l'anno prima vicino Piazza Abate Romano nei locali della Pro Loco in corso Giulio Sartorio.
Irene non fece una piega, solo precisò che il museo non si trovava più lì e che i materiali erano stati ospitati provvisoriamente nella sala Palagonia.
Era domenica 22 sera, era tardi, la mostra era ormai chiusa.
Chiesi allora se si potesse visitare nei giorni a seguire. Irene cambiò espressione, un velo di tristezza e di delusione calò sul suo volto come il sipario a conclusione di una scena: disse che non sarebbe stata visitabile perché l'indomani mattina sarebbe stata smontata per essere impacchettata. Destinazione? Ignota, non per segretezza ma semplicemente perché Irene sapeva che doveva sloggiare e basta. Nessuna idea o proposta di locali alternativi.
Di fatto il museo dedicato a Frank Sinatra sarebbe cessato di esistere e a niente era valsa la sua donazione frutto di una quarantennale raccolta di reperti e storici cimeli.
Ne fui sorpreso, rimasi senza parole, il pensiero mi andò subito ai ventimila uccelli rari impagliati dell'area mediterranea che gli eredi di Pip Whitaker avrebbero voluto donare alla Regione Siciliana. Generosa intenzione vanificata per complicazioni burocratiche: oggi, chi vuole ammirare o studiare quegli esemplari deve recarsi a Edimburgo.
Dopo la ferale notizia ebbi modo di sentire un barista che vantava l'interesse di tanti turisti e visitatori per il My Way Festival e il Museo dedicato a Frank Sinatra. Quando gli comunicai quello che poco prima avevo appreso, ci rimase male: penso avrà derubricato la notizia come bufala, amenità o una delle tante "sparate" sciorinate da soliti o insoliti clienti.
Pensando ai tanti Lercaresi e non che non avrebbero voluto che una simile notizia fosse vera, ho sperato anch'io che la vicenda si evolvesse con un lieto fine e in effetti Irene l'indomani, alla mia telefonata preoccupata, mi comunicò che si prolungavano i tempi della mostra nella sala Palagonia fino a mercoledì.
Speravo.
Ma ieri, martedì, implacabile l'annuncio ufficiale di Irene sulla sua bacheca fb, con una esortazione amaramente ironica: "Dai, Frank, saluta Lercara, qui non c'è posto per te. Tanto assurdo quanto ridicolo."
E come didascalia ad una foto allegata: "AAA: il cugino FRANK legge annunci per alloggi".
Come finirà?
Il Museo Frank Sinatra farà le valigie per andare via da Lercara come hanno fatto i suoi genitori tanti anni fa?
O andremo un'altra volta a Edimburgo?
Immagino il dispiacere e il disappunto di quel barista che orgogliosamente legava il nome del paese al May Way Festival e al Museo dedicato a Frank Sinatra.
Speriamo che il presente appello venga raccolto e amplificato affinché non si vanifichi il museo donato da Irene Soggia e il senso stesso del donare.
L'intervista su you tube
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