Anonimo
Il vento, sfuggente fenomeno naturale, spontanea immagine di sentimenti e pensieri, di inquietudini e slanci, di entusiasmi e scoramenti, personali e collettivi, di spirito che si effonde o di vacua impermanenza, foriero di sensi, del senso, dell'intera vita.
Capita spesso di evocare il vento, di fraternizzare con esso, per esprimere , quando vi si riesce, sensazioni poetiche.
Il vento nei poeti spagnoli, ad esempio: soffia costante, e denso.
Il vento nei poeti spagnoli, ad esempio: soffia costante, e denso.
Silba el viento, grande y frío
Sibila il vento, freddo e grande
Juan Ramón Jiménez, El adolescente.
Ya libre y feliz, como viento que no alla ni rosa, ni mar, ni molino
Libero e felice come il vento che non trova né rosa né mare né molino
José Hierro, Canto a España
Viento contra viento.
Yo, torre sin mando, en medio.
Vento contro vento.
Io, torre senza dominio, in mezzo.
Rafael Alberti, Nocturno.
Gigante hoja que el viento
riza y empaja en el mar...
Onda gigantesca che il vento
increspa e spinge nel mare...
Gustavo Adolfo Béquer, Rimas
Trad. di Ileana Schwiger Acuti
Gigante hoja que el viento
riza y empaja en el mar...
Onda gigantesca che il vento
increspa e spinge nel mare...
Gustavo Adolfo Béquer, Rimas
Trad. di Ileana Schwiger Acuti
Il vento soffia in ogni dove; ognuno cerca di afferrarlo o significarlo come può.
Vientu, siemmu vientu.
Li seculi cummoglianu lu
suli
e lu suli li squaglia comu
cira.
Li palori ìnchinu lu munnu
e lu munnu li scarpisa comu
pira.
Pozzu vinciri lu friddu di
la morti
sulu ccu disidderiu e
puisia.
Essiri. Unn’essiri. Duranu
un mumentu.
C’era, un c’è cchiù. Cu
l’arrigorda?
Vientu, siemmu vientu.
I secoli coprono il sole
e il
sole li scioglie come cera.
Le parole riempiono il mondo
e il mondo le calpesta
come pere.
Posso vincere il freddo della morte
solo con desiderio e
poesia.
Essere. Non essere. Durano un istante.
C’era, non c’è più. Chi se lo
ricorda?
Vento. Siamo
vento.
Viento, somos viento
Los siglos recubren el sol
Y el sol los derrite como cera.
Las palabras llenan el mundo
Y el mundo las pisa como peras
Puedo ganarle al frío de la muerte
Nada más que con deseo de poesía.
Ser. No ser. Tardan un instante.
Hubo, y ya no hay. ¿Quién se acuerda?
Viento, somos viento
Trad. di Juan Diego Catalano
Il vento nel poeta inglese Shelley
RispondiEliminaOde to the west wind
In questa poesia l'autore auspica che l'umanità possa rigenerarsi come la natura sotto l'effetto del vento, e che il poeta possa avere nella società un ruolo di eminente attivismo.
Quest'opera ha tre livelli interpretativi. Il primo è l'arrivo del vento freddo come agente atmosferico. Il secondo livello è il vento visto come aria di rivoluzione che porta quindi novità e una nuova società. Il terzo livello è il vento visto come l'ispirazione che ha il poeta, che quindi porta quest'ultimo a scrivere le sue opere
I
O wild West Wind, thou breath of Autumn's being,
Thou, from whose unseen presence the leaves dead
Are driven, like ghosts from an enchanter fleeing,
Yellow, and black, and pale, and hectic red,
Pestilence-stricken multitudes: O thou,
Who chariotest to their dark wintry bed
The wingèd seeds, where they lie cold and low,
Each like a corpse within its grave,until
Thine azure sister of the Spring shall blow
Her clarion o'er the dreaming earth, and fill
(Driving sweet buds like flocks to feed in air)
With living hues and odours plain and hill:
Wild Spirit, which art moving everywhere;
Destroyer and Preserver; hear, O hear!
II
Thou on whose stream, 'mid the steep sky's commotion,
Loose clouds like Earth's decaying leaves are shed,
Shook from the tangled boughs of Heaven and Ocean,
Angels of rain and lightning: there are spread
On the blue surface of thine airy surge,
Like the bright hair uplifted from the head
Of some fierce Maenad, even from the dim verge
Of the horizon to the zenith's height,
The locks of the approaching storm. Thou dirge
Of the dying year, to which this closing night
Will be the dome of a vast sepulchre
Vaulted with all thy congregated might
Of vapours, from whose solid atmosphere
Black rain, and fire, and hail will burst: O hear!
III
Thou who didst waken from his summer dreams
The blue Mediterranean, where he lay,
Lulled by the coil of his crystalline streams,
Beside a pumice isle in Baiae's bay,
And saw in sleep old palaces and towers
Quivering within the wave's intenser day,
All overgrown with azure moss and flowers
So sweet, the sense faints picturing them! Thou
For whose path the Atlantic's level powers
Cleave themselves into chasms, while far below
The sea-blooms and the oozy woods which wear
The sapless foliage of the ocean, know
Thy voice, and suddenly grow grey with fear,
And tremble and despoil themselves: O hear!
IV
If I were a dead leaf thou mightest bear;
If I were a swift cloud to fly with thee;
A wave to pant beneath thy power, and share
The impulse of thy strength, only less free
Than thou, O Uncontrollable! If even
I were as in my boyhood, and could be
The comrade of thy wanderings over Heaven,
As then, when to outstrip thy skiey speed
Scarce seemed a vision; I would ne'er have striven
As thus with thee in prayer in my sore need.
Oh! lift me as a wave, a leaf, a cloud!
I fall upon the thorns of life! I bleed!
A heavy weight of hours has chained and bowed
One too like thee: tameless, and swift, and proud.
V
Make me thy lyre, even as the forest is:
What if my leaves are falling like its own!
The tumult of thy mighty harmonies
Will take from both a deep, autumnal tone,
Sweet though in sadness. Be thou, Spirit fierce,
My spirit! Be thou me, impetuous one!
Drive my dead thoughts over the universe
Like withered leaves to quicken a new birth!
And, by the incantation of this verse,
Scatter, as from an unextinguished hearth
Ashes and sparks, my words among mankind!
Be through my lips to unawakened Earth
The trumpet of a prophecy! O Wind,
If Winter comes, can Spring be far behind?
traduzione
RispondiEliminaO Selvaggio Vento dell'Ovest, tuo è il respiro d'Autunno-
Tu dalla quale inosservata presenza le foglie morte
son guidate, come fantasmi che fuggano da un incantatore,
Gialle, e nere, e pallide, e rosso intenso,
Moltitudini colpite dalla pestilenza! — O tu
Che conduci al loro scuro letto invernale
i semi alati, dove riposano giù al freddo,
ognuno come un cadavere dentro la sua tomba,
finché la tua azzurra sorella Primavera soffierà
il suo corno sulla terra sognante, e riempirà
(Guidando i dolci germogli come greggi da nutrire nell'aria)
con vivide sfumature ed aromi la pianura e la collina -
Spirito Selvaggio, che si sposta ovunque —
Distruttore e Preservatore — ascolta, O ascolta!
Tu sul quale flusso, tra la scoscesa commozione del cielo,
nuvole sciolte come foglie marcescenti della terra son sparse,
scosso dai rami aggrovigliati di Cielo e dall'Oceano,
Angeli di pioggia e fulmine! Essi sono stesi
sulla superficie blu del tuo leggero ondeggiare,
come i luminosi capelli sollevati dalla testa
di qualche feroce Menade, perfino dal ciglio pallido
dell'orizzonte all'altezza dello zenith—
le chiuse della tempesta che si avvicina. Tu canto funebre
del morente anno, cui questo scorcio di notte
sarà la cupola di un vasto sepolcro,
coperto da una volta con tutta la tua adunata potenza
di vapori, dalla quale solida atmosfera
Nera pioggia, e fuoco, e grandine scoppieranno: —O ascolta!
Tu che svegliasti dai suoi sogni estivi
l'azzurro Mediterraneo, ove esso giace,
cullato dolcemente dalle spire dei suoi ruscelli cristallini,
accanto a un'isola di pietra pomice nella baia del Baiæ,
e vedesti nel sonno antichi palazzi e torri,
vibranti entro il giorno dell'onda più intensa,
tutti coperti di muschio azzurro, e fiori
cosí dolci, che il senso viene meno nel raffigurarli!
Per i cui percorsi i poteri d'equilibrio dell'Atlantico
si spaccano negli abissi, mentre lontano al di sotto
le infiorescenze marine e i fangosi boschi che indossano
il fogliame avvizzito dell'oceano, conoscono
la tua voce, e crescono subitamente grigi impauriti
e tremolano e si spogliano: —O ascolta!
Fossi io una foglia che trasporti, o vento,
fossi una nube che segue il tuo volo
fossi un'onda gonfiata dal tremendo
tuo soffio: e fossi anch'io potente, solo,
libero come te, che mai nessuno
ha incatenato! Un tempo, vagabondo,
correvo e ti seguivo lungo il cielo:
tu percorrevi a passi azzurri il mondo
e sognavo di starti al fianco. Ma ora
sanguino fra le acute spine, stanco:
ti prego, alzami, vento, come un'onda
o una foglia, o una nuvola! Io gemo,
da una catena d'ore imprigionato,
io che ero come te: orgoglioso e libero,
come te: coraggioso e mai domato.
Fa di me la tua lira, come lo è anche la foresta:
che importa se le mie foglie cadono come le sue!
Il tumulto delle tue potenti armonie trarrà da entrambi
un profondo tono autunnale, dolce anche se triste.
Sii tu, o fiero spirito, il mio spirito!
Sii tu me, o impetuoso!
Guida i miei pensieri morti su per l'universo,
come foglie appassite per affrettare una nuova nascita!
E, per l'incantesimo di questo verso, diffondi,
come ceneri e faville da un focolare inestinguibile,
le mie parole fra l'umanità!
Sii attraverso le mie labbra per la terra addormentata
la tromba di una profezia! O vento,
se viene l'Inverno, può esser lontana la Primavera?
RispondiElimina"Fossi io una foglia che trasporti, o vento,
fossi una nube che segue il tuo volo...
...ti prego, alzami, vento, come un'onda
o una foglia, o una nuvola!
Bellissimi versi.
Grazie, Enzo, per avere arricchito col vento shelliano altri venti di altre temperie.
Fenomenologia del vento (parte iniziale dell'articolo):
RispondiEliminahttp://www.nazioneindiana.com/2013/07/22/letichetta-di-spinoza/
Di buono c'è che la poesia può fare il miracolo di allungare il giorno...
RispondiElimina