Circa dieci anni fa, un mio amico, colpito dal lutto per la precoce scomparsa del nipotino, mi ha chiesto di scrivere una poesia da inserire in un'antologia di testimonianze liriche. Proprio per rispetto di quel dolore dissi di no: non potevo certo lasciarmi andare in accademiche compenetrazioni. Era per me irriverente fingere sentimenti così strazianti.
Inaspettatamente, mi venne davanti agli occhi l'immagine di un usignolo che cantava sulla tomba di un'ignara vita stroncata, per farle godere la piacevolezza del suo canto. Ma invano, ovviamente.
Tuttavia, per non sprecare vanamente quel canto, da chi non ne poteva più godere viene l'invito generoso di andare ad esibirlo ad altri. Altrove. Con un ovvio ma terribile messaggio: la vita continua per chi continua ancora ad averla.
La poesiola, con - la dedicatoria "a S." - venne pubblicata nell'antologia "La sala dell'Idromele. Poesie in memoria...". La sala dell'Idromele, ha scritto Filippo Salvatore Oliveri in Premessa, "è il luogo dove stanno i santi, i beati e gli eroi". Oggi, nel ricordo di S., vale come pietoso pensiero per i nostri morti.
Un lusignuolo
è venuto a cantare
a cantare su la tomba mia
un lusignuolo
è venuto a cantare.
Cantava da Dio.
O uccelletto,
dolce lusignuolo,
se mi svegliassi
un attimo! Non
sento! Ti
Disegni di bambini con matite colorate su carta cm. 7 x cm. 7
La foto del cardellino tra i rami è di Giuseppe Sardo Viscuglia
La Corisia, da me fotografata, intreccio di fiori e spine, svetta nell'atrio dell'Oratorio di Santa Cita in Palermo
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