Infinito è il numero di coloro che, o bene o male, vedono; scarsissimo il numero di coloro che osservano.
Arturo Graf, Ecce Homo, 1908
Per il discorso in immagini qui proposto è secondario specificare che le immagini si riferiscano, anche se non tutte, ai monumenti e ai siti elencati: Piazza Pretoria, Palazzo delle Aquile, Casa Professa, Ballarò, Palazzo Comitini, Istituto Tecnico "Parlatore", "San Cataldo", Spiazzo della Cattedrale, Zisa...
Mi capita spesso, com'è naturale che sia per uno che vi risieda, di guardare la Palermo attraversata di corsa dai turisti, e qualche volta quella nascosta, visitata solo in alcune occasioni da pochi fortunati, nell'uno e nell'altro caso si rischia di guardare senza vedere o di vedere senza osservare, di archiviare quell'esperienza, insomma, in un'immagine scontata e superficiale, da cartolina, acquisita come diciamo noi curriènnu curriènnu, "correndo correndo" ovvero di corsa.
Ho avuto la fortuna di passeggiare Palermo con un amico fotografo che interrogava quello che vedeva con la macchina fotografica così come un neurologo colpisce col martelletto la rotula del ginocchio: l'uno ricorre all'espediente per far venire fuori la reattività neurologica e misurarla, l'altro per carpire ai monumenti e agli attraversamenti interrogati la bellezza nascosta: modanature occulte, soggetti scabrosi, scorci secondari, miniature rifinitissime, sensuali forme, lapidi sottovalutate, quadretti di vita dimenticata, luci e ombre incisive, geometrie perfette...
In questo modo dovremmo rieducarci a guardare vedendo e a vedere osservando "scontate" certezze, percepite, sovente, con superficialità.
Ne trarremmo ricchezze inaspettate.
Intanto, è un piacere condividere quelle scovate da Danilo Patella.
Foto di Danilo Patella
È proprio vero, guardiamo ma non osserviamo mai abbastanza. Basta andare in giro mezza giornata per scorgere tante meraviglie, in ogni angolo, basta soffermarsi e alzare lo sguardo. L' importante è trovare sempre del tempo da dedicare a quello che ci circonda e magari immortalare queste meraviglie per godersele in ogni momento e trasmettere, perché no, delle emozioni a chi le osserva.
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