Foto della Chiesa del Santissimo pubblicata da Dario Navarino; al piccolo locale che ospitava la radio si accedeva attraverso la porta circoscritta https://www.facebook.com/photo.php?fbid=170146159862553&set=a.128790047331498.1073741831.100006015100615&type=1&theater |
Il post di ieri su radio "Al Minsar" ha suscitato un amarcord che sembrava stesse lì lì per essere da tempo evocato, stando alle testimonianze, ai ricordi, alle precisazioni che ne sono seguiti sia pubblicamente sia nella posta privata; tra i vari commenti quello di Ignazio Licata era così esteso e articolato che mi è sembrato opportuno impaginarlo come un post autonomo, facendo rivivere così lo spirito di una radio giovanile che con massima apertura non tendeva ad escludere, ad allontanare, a discriminare, a circoscrivere cerchi di superiorità morale o intellettuale.
Nel suo piccolo è stata altamente socializzante, tra virgolette rivoluzionaria, come Radio Out di Peppino Impastato o Radio libera di Danilo Dolci, se per rivoluzionaria però intendiamo che alcuni giovani, coadiuvati in questo caso paternamente da un uomo di chiesa, hanno potuto esprimere la loro modernità, criticare, dire la loro.
Non possiamo non esprimere gratitudine a chi ha dato vita a questa iniziativa, forse ha funzionato da stimolo ad analoghe iniziative, a future carriere professionali, sicuramente lascia il rammarico che tante intelligenze, tanti con le loro competenze e la loro umanità, non abbiano potuto continuare a dare il loro contributo alla crescita della nostra comunità perché allontanatisi per emigrare altrove.
Forse la piccola grande storia di una piccola grande comunità sarebbe stata migliore. Sicuramente diversa. Chissà. Piero Carbone
Ignazio Licata |
Caro Piero, questa Radio insieme a tante altre attività teneva il paese più vivo, più sveglio, questi sono alcuni ricordi scritti per il tuo blog archivioepensamenti, spero di non aver fatto torto a nessuno, la mente fa brutti scherzi sicuramente ho dimenticato tante persone, a cui chiedo scusa !!
La prima radio privata racalmutese
di
Ignazio Licata
Racalmuto era uno dei pochi paesi della nostra provincia che non aveva una radio privata, erano gli anni 80, primi mesi del 1980, quando dalla mente di Santino Petruzella, ma sopratutto dalla sua abilità nel costruire un piccolo trasmettitore sotto l'attenta guida dello zio "lu zi Benito" nasce la prima radio privata Racalmutese.
Di quel nucleo iniziale fanno parte altri amici, Bartolomeo Scibetta, Angelo Marchese, le prime trasmissione partono dai locali antistanti la chiesa di San Giuliano, lì la radio resta poco, per trasferirsi successivamente presso i locali di Via della repubblica dove resterà per circa 10 anni sotto l'ala protettrice dell'Arciprete Alfonso Puma a cui si deve il nome della Radio.
I primi anni di Radio Alminsar sono stati bellissimi, pieni di entusiasmo e di iniziative, con un po' di narcisismo devo ammettere che il meglio della gioventù di quegli anni si è alternato al microfono della radio, la pubblicità veniva curata dal grandissimo Benito Cacciato, senza far torto a nessuno volevo ricordare alcune voci di punta della radio, da Raffaella Picone, Luigi Castiglione, Peppino Agrò, Vincenzo Provenzano, Nicola Scibetta, Lorella Farrauto, Gigi Restivo,Filippo Tapparello Nicolo' Giangreco e tanti altri che non ricordo, facevano parte di quel nucleo originario anche Giancarlo Macaluso il quale assieme a Gaetano Savatteri curavano un settimanale informativo con dei jingles registrati con la voce di Luigi Galluzzo.
Per anni la radio, quella radio è stata un punto di riferimento per tanti giovani, un punto di riferimento per tutto il paese, come non ricordare l'Arciprete Alfonso Puma e il suo Pensiero del mattino, puntualmente andato in onda per anni alle 8 del mattino con la rubrica il santo del giorno dove puntualmente l'Arciprete ricordava gli amici o conoscenti che portavano il nome del santo facendo loro gli auguri.
Radio Alminsar è stata anche la radio che per prima ha trasmesso in diretta tanti consigli comunali, tante manifestazioni culturali che si svolgevano in quel periodo, la stessa Rassegna delle canzoni per bambini puntualmente ogni 26 di dicembre, la Santa Messa in onda ogni domenica dalla Chiesa madre, un settimanale dal nome "ECCLESIA" prodotto e distribuito dalla CEI, insieme ad altre emittenti cattoliche della provincia Radio Alminsar faceva parte di un circuito provinciale Radio Rete, che trasmetteva a rete unificate un'ora di trasmissione al giorno. L'ultimo ricordo è per l'amico tuttofare il grande Giovanni Bufalino.
Il neoeletto sindaco Enzo Sardo porge gli auguri natalizi agli ascoltatori di Radio Al Minsar
|
Il post di ieri
Credo che valga la pena riportare un commento dello stesso Ignazio Licata pubblicato su fb perché ci offre ulteriori elementi di riflessione sulle molteplici dinamiche che possano avere suscitare in una piccola comunità l'avvento di un fatto nuovo qual è stato la nascita di una radio, strumento per la diffusione non solo delle canzonette ma anche delle informazioni e conseguenti opinioni.
RispondiElimina"Carissimo Piero, ti voglio raccontare un aneddoto, squisitamente politico, sono stato definito da un personaggio di punta delle coop bianche: "chi è quello lì che la domenica mattina si pulisce la bocca dietro ad al microfono", questo signore per essere un democristiano ha poco di cristiano ma molto di democristiano, insomma per essere una radio cattolica non ci siamo inginocchiati davanti (allora) allo strapotere democristiano: questa sicuramente è stata la fine di Radio Alminsar, e al sottoscritto, che non deve niente a nessuno, non restava altro che emigrare, trovare il proprio futuro altrove, lontano da dove ......!".
Opinione non isolata, a quanto pare, se qualche altro commentatore sulla "fine di radio alminsar" concorda pienamente.
Santino Petruzzella, uno degli artefici diRadio "Al Minsa" ci offre la seguente, interessante testimonianza.
RispondiEliminaInviata il 25 gennaio 2014
NASCITA E PRIMI PASSI DI "RADIO AL MINSAR"
Frequentavo il 4° anno delle Scuole Superiori e potevo avere 17 anni nel 1980, quando parlando con un compagno di scuola mi disse che esistevano dei piccoli kit per hobbisti che trasmettevano in FM (modulazione di frequenza).
Io ero un po’ appassionato di elettronica , avevo gia provato a realizzare qualcosa , partendo dal nulla , saldando ad uno ad uno resistenze , transistor, led su circuiti stampati realizzati a mano. Mi affascinava il mondo radioamatoriale (l’antesignano dei cellulari) , l’idea delle dirette, dei ponti radio, della possibilità di organizzare anche qualcosa che vedevamo solo da lontano . “una Radio”.
Fu così che ne parlai per primo ad Angelo Marchese , anche lui appassionato di elettronica, col quale decidemmo di approfondire l’argomento e cercare il kit in scatola di montaggio per la realizzazione di un piccolo trasmettitore che coprisse almeno l’intero paese.
Trovammo il kit ad Agrigento, in un negozio, in Via Empedocle .
Costava 120.000 lire. Parlammo del progetto con la nostra cerchia di amici, ai quali l’idea piacque.
Per raggiungere la somma ,oltre alla quota versata da ciascuno, aggiungemmo il ricavato di un sorteggio che organizzammo senza dire la motivazione.
Tra i fondatori (così allora eravamo orgogliosi di chiamarci) Carmelo Chiarelli, Camillo Santalucia, Carlo Vinci, Bartolomeo Scibetta, Giovanni Gueli, Piero Giancani. Ignazio Licata.
Comprato il kit lo montammo , senza non poche difficoltà, e riuscimmo dopo qualche settimana a farlo funzionare .
Le prime prove di trasmissione li facevamo con un “mangiadischi” Philips ed un vecchio microfono di un registratore.
A questo punto occorreva una sede; siccome frequentavamo l’oratorio di San Giuliano, chiedemmo a Padre Curto se potevamo utilizzare i locali sovrastanti la Sacrestia.
Padre Curto ci concesse di potere trasmettere da San Giuliano , ma solo negli orari in cui l’oratorio era aperto. La soluzione ci stava stretta e dopo qualche settimana di rudimentali trasmissioni decidemmo di chiedere a Padre Puma se ci poteva mettere a disposizione i locali dell’allora sede dell’ Azione Cattolica (ubicati sopra il Santissimo) , il quale subito ci mise a disposizione quella che fu definitivamente la sede della radio.
Come chiamare ora la nostra Radio ? Radio Racalmuto, Centro Radio Racalmuto o Centro Trasmissioni Racamuto? La denominazione che ci sembrò tra le più identitarie fu quella suggerita da Padre Puma:”Radio Al Minsar “.
Padre Puma ci spiegò che “Al Minsar” significava “maniero” e che si identificava col “Castelluccio” ( addirittura Lui stilo’ un bozzetto in cui era raffigurato il “Castelluccio” sormontato da un antenna che irradiava onde )
Trasferita la sede in Via della Repubblica si innescò un processo moltiplicatorio di avvicinamento e di condivisione all’iniziativa di gran parte della cittadinanza .
Subito arrivò anche la pubblicità:
la maggior parte dei titolari di attività commerciali e artigianali di Racalmuto erano orgogliosi di pubblicizzare i loro prodotti o le loro aziende a radio “Al Misar”.
Con le prime entrate finanziarie comprammo le prime attrezzature (giradischi , mixer , microfoni ).
Le prime registrazioni della pubblicità si svolgevano presso il locali dell’Azione Cattolica , con 10 15 ragazzi e ragazze seduti attorno al vecchio tavolo di ping pong.
Da quel momento la radio “divento’” un punto di riferimento.
Santino Petruzzella
Seguito del commento di Santino Petruzzella:
EliminaCon orgoglio riporto un recente post di un vecchio amico che vive a Pavia:
Ciao Santì, un po' di tempo addietro mi ricordo di averti postato un mio ricordo su Radio Al Minsar, quando con l'Amico Peppi venivamo da Grotte a trovarvi a Racalmuto e vi trovavamo in quel piccolissimo stanzino buio con tutto il pochissimo materiale per iniziare la costruzione della vs prima Radio cittadina.
Mi ricordo quei potenziometri "scassati che servivano per regolare il volume" e che gracchiavano a ogni minimo movimento. Ci si divertiva con poco allora e vi era una grande solidarietà e compartecipazione di spirito. Un ricordo indelebile delle numerose volte che con Peppi L. abbiamo condiviso insieme a tutti gli amici Racalmutesi.
Un caro saluto a tutti quelli che in quegli anni si riunivano vicino all'entrata della Radio e si divertivano, in amicizia e spensieratezza. Ciao Santiiiiii
Negli anni, chi per motivi di studio chi per motivi di lavoro, a poco a poco ci siamo allontanati, sino alla definitiva chiusura, avvenuta anche perche’ entrava in vigore la nuova legge di regolamentazione sulle frequenze .
Al di là delle polemiche e dei campanilismi , e’ stato un bel periodo di aggregazione e crescita sociale.
Il resto lo ha gia’ scritto Ignazio Licata al quale va fatto un plauso che da subito e sino alla chiusura ha curato i palinsesti e l’organizzazione con molto spirito di sacrificio.
Santino Petruzzella
Porta bene ben ricordare.
RispondiElimina