domenica 8 dicembre 2013

LA FESTA DELL'IMMACOLATA NELLE CRONACHE, CONTROVERSE, DI RACALMUTO


Padre Cipolla scrive a mons. Antonino Raia per la festa all’Immacolata









            A Sua Eccza Revma
            Mons. Antonino Raia – Vicario Capitolare
                                                          Girgenti

            Il sottoscritto, nella qualità di Rettore della Chiesa Conventuale di S. Francesco di Assisi, espone alla E. V. Revma quanto segue:

            Da tempo immemorabile si è solennizata (sic) ogni anno in detta Chiesa la festa di M.ria SS. Immacolata, con grande pompa sì interna, che esterna, e ciò con l’aiuto dell’elemosina che porgono i fedeli, non essendovi alcuna rendita in questa Chiesa.

            Da alquanto tempo questa festa si introdusse nella Chiesa del collegio, però non si solennizza con elemosina del popolo, ma per mezzo di rendita. Poscia si introdusse nella Chiesa di S. Anna, dove si trova la Confraternita dei Terziarii di S. Francesco di Assisi. Finalmente l’anno scorso nella Chiesa del Carmine e di Maria SS. del Monte. E in tutte e tre queste chiese con limosina dei fedeli.

            Per la festa entro la Chiesa per l’intiera novena concorrono alcuni fedeli pagando ognuno uno così detta mattinata, cioè una somma con cui si possa sovvenire alle spese della giornata. Per quella fuori di Chiesa, come sarebbe la musica, i fuochi artificiali, la processione ed altro, concorrono tutti gli altri pagando per così dire le immagini dell’Immacolata che vengono loro distribuite. 

Or nella Chiesa di S. Francesco ogni giorno di novena si spendono non meno di £.10.80, dovendosi pagare il Predicatore, l’organo, i Sacerdoti assistenti, i cantori e gli abbondanti ceri, come richiede la consueta solennità: mentre nelle altre Chiese non si spendono che quattro o cinque lire solennizzando con minor pompa. Il Rettore della Chiesa S. Francesco è tenuto alla pompa fuori Chiesa, come richiede il popolo e la consuetudine; il che non riguarda gli altri Rettori. 

Da ciò sorgono due gravi inconvenienti: 

Primo, che riguardo alle mattinate avviene quasi una concorrenza; perché le persone che devozione o per voto devono far solennizzare qualche mattinata, invece di farla solennizzare nella Chiesa S. Francesco dove attese le spese si richiedono non meno di £. 10.80, la fanno celebrare nelle altre Chiese, dove non si richiedono che quattro o cinque lire, e qualche volta anche meno. 

Secondo, che distribuendosi dal Rettore di S. Francesco le immagini di Maria SS. Immacolata, per provvedere, coll’elemosina riscossa in tal modo, alla solennità esterna; non tutti si ricevono tali immagini, e quindi non tutti concorrono alle spese adducendo la ragione che concorrono alla festa solennizzata in altre Chiese. 

E’ vero che tali rettori non raccolgono elemosine pubbliche, ma private tra i congregati; ma è vero ancora che i congregati costituiscono un gran numero, superiore, come credo a mille persone; e precisamente sono quelli che solamente sogliono concorrere alle feste.

            Il sottoscritto vedendo da una parte che il popolo richiede la festa con la solita pompa; e dall’altra che non può raccogliere tali somme da eguagliare le spese, ha pregato il Revmo Parroco che lo si esimesse dall’obbligo di far la festa, almeno esterna. Ma avendone ricevuta risposta negativa, non potendosi andar contro l’aspettazione del pubblico: si presenta alla E. V. Revma pregandola a dare un provvedimento, esonerando l’oratore dall’obbligo della festa, o imponendo che questa non si solennizzi in altre Chiese... almeno dove non c’è stata alcuna consuetudine.

            Racalmuto 4 novembre 1898

            Di S. E. Rev.ma

            Mons. Canco Antonino Raia



Post scriptum
Padre Cipolla merita una giusta memoria

Mentre Padre Cipolla ancora sconta post mortem un'ingiusta e infausta fama, apprendiamo che in vita, in quanto Rettore della chiesa "povera" di San Francesco era tenuto a solennizzare la festa dell'Immacolata dell'8 dicembre dovendo sostenere  un'onerosa somma  perché, come egli stesso sconsolatamente scrive, "il Rettore della Chiesa S. Francesco è tenuto alla pompa fuori Chiesa, come richiede il popolo e la consuetudine; il che non riguarda gli altri Rettori". 

Ecco il punto, lui è tenuto alle spese, gli altri no e per giunta hanno uguale diritto alla raccolta delle offerte, della "limosina". 

Non se ne vorrebbero ricavare amare conclusioni e cioè che è penalizzato in qualche modo sempre chi fa ed è tenuto a fare.

Ma, per quel che può valere, in giusto risarcimento della sua memoria, va ricordato che Padre Cipolla è da annoverare tra i racalmutesi che hanno lasciato beni e case perché ne usufruissero i posteri concittadini. 

Altre presunte e vociferate pecche, a lui ascritte e da dimostrare, non esimono i beneficati da un doveroso sentimento di gratitudine.
                                                                                      Piero Carbone

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