sabato 9 febbraio 2013

CARISSIMA LOULOU. 4 di 5 - Oltre la tragedia rusticana


Fatti e personaggi di cui si parla sono delineati sinteticamente nel post
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/02/carissima-loulou-introduzione.html





Federico MESSANA
Divagazione sentimentale di Luisa Hamilton

4






SORTITE E INDIETREGGIAMENTI
"Carissima,
No, 
questa volta non avete lette bene fra le righe. Rileggete con più calma la mia lettera e leggendola vi persuaderete che è la lettera di un galantuomo che vi vuol bene, d'un amico schietto, di un amico sicuro, che ha voluto dirvi tutto in una volta, per rendere netta la sua propria situazione a vostro riguardo.
Io mi credetti in dovere di parlarvi di mia moglie perché non mi piace ingannarvi; se voi mi scrivete nell'opinione che le vostre lettere siano lette da mia moglie. 
Io vi ripeto che una volta si leggeva tutto, che ci siamo persuasi entrambi che questo non è possibile, che io avrei dovuto scrivere altrimenti per esser sicuro di non fare nessuna pena a mia moglie; cioè di scrivere cose false, cose non sentite: il che non mi è possibile.


NON TUTTI I SICILIANI SI SOMIGLIANO

Ma io ero lontano dall'immaginazione che voi avreste applicato il mio discorso al caso vostro. Se io vi dissi tanto è per amore della vostra pace, non per mia stanchezza. 
Eppure voi mi assicuraste che vostro marito era un carattere confidente, io accettai questa vostra dichiarazione lietamente. Vostro marito ha perfettamente ragione di aver fiducia pienissima in voi; non tutti i siciliani si somigliano!





RINTUZZATO, LA RASSICURA: NIENTE DI MALE, PER CARITA'. MA FORSE...

Le vostre lettere, ve lo posso assicurare, non contenevano una sola espressione che debba rincrescervi d'averci messa, ed io non so perché l'ultima mia lettera vi abbia messa in imbarazzo; non lo so proprio e me ne stupisco; io ero anzi nell'opinione che essa vi avrebbe tranquillizzata intieramente, poiché vi dicevo in somma che ora avrei potuto scrivervi con più libertà. 

Limitavo la vostra corrispondenza a un termine fisso, non perché le vostre lettere di Oron mi siano sembrate soverchie, tutt'altro, né perché mi pesi il rispondervi; ma perché non mi pare che nel seno della vostra famiglia potrete scrivermi più spesso. Se lo potrete, tanto meglio, tanto meglio! E non ve lo dico con le labbra, ma col cuore!

NON SONO UN AMICO VOLGARE

Ed ora via, riprendiamo il nostro linguaggio naturale. Era bene che voi sapeste come le cose stanno. Ma non vi è ragione alcuna per voi di turbarvi. Le vostre lettere mi giungono carissime; se le mie per voi hanno la stessa virtù, non temete che io sia mai tardo a rispondervi. 
E datemi qua le due mani, e guardatemi bene negli occhi per assicurarvi che non sono un amico volgare, ma il vostro fidissimo e deditissimo Degubernatis".

E dopo questo chiarimento, in risposta alle proteste di Loulou, eccone un altro.
"Firenze, 26 luglio 1884
Carissima Loulou,
Aspettavo per rispondervi d'aver ricevuto una nuova vostra lettera. Ora sono felice d'averla ricevuta. Essa è degna di voi ed oso dire di me. Io avevo bisogno di una vostra dichiarazione precisa intorno al modo con cui vostro marito avrebbe accolto il seguito della vostra corrispondenza. 


Anche rimanendo innocentissima la nostra corrispondenza, quando fosse troppo frequente, quando si prendesse l'abitudine di conversare fra noi quasi ogni giorno, mi parrebbe impossibile che il vostro eccellente marito, per quanto fiducioso giustamente e pieno di stima del tesorino che egli possiede, non ne dovesse sentire alcuna pena. 

UN MARITO LIBERALE, MA CON PRUDENZA

Egli sarebbe superiore ad un uomo o sarebbe un uomo indifferente se, essendone consapevole, egli si mostrasse soddisfatto del calore crescente d'un carteggio della sua gentile compagna con un estraneo, per quanto venerabile.

Era necessario che ci facessimo un giorno, anzi in tempo, una tale dichiarazione. E se la mia lettera vi fece versare una lacrima ve ne domando perdono; ma per quella lacrima versata, io credo che ora noi possiamo scriverci con maggiore libertà, sapendo bene fin dove possiamo andare e dove è conveniente che ci fermiamo, per non creare fra noi alcuna situazione imbarazzante, che ci portasse d'interrompere una corrispondenza fin qui solamente benefica.




MIA MOGLIE E' BUONA, MA E' NATA COL SOSPETTO

 Io non posso mostrare a mia moglie le nostre lettere, perché la più innocente di esse basterebbe a farle pena. Nei primi anni del nostro matrimonio, io usavo comunicarle tutte le lettere che ricevevo e che scrivevo; mia moglie è buona, intelligente, affettuosa, ma è nata col sospetto, e prende ombra di tutto; è carità verso di lei, non metterla a parte se non delle cose alle quali essa stessa può prendere una parte viva. 
La mia corrispondenza poi ha preso da alcuni anni proporzioni tali che mia moglie avrebbe un bel da fare a seguirla ormai tutta.


UN COMPROMESSO CON LA MOGLIE: TRA DIFFIDENZA E INDIFFERENZA

Le lettere che scrivo e quelle che ricevo sono tali che se mia moglie avesse il carattere di vostro marito, essa potrebbe leggere ogni cosa; ma essendo più pronta a ricevere impressioni e a sentirne pena, è obbligo mio evitarle qualsiasi dolore. 
Se io le nascondessi soltanto le vostre lettere, me ne vergognerei per me, per voi, per lei. 
Da oltre dieci anni abbiamo insieme convenuto che era meglio che essa non leggesse le mie lettere. 
Io non le occulto, quando ne ricevo. Ma la prego di non leggere se non le lettere che le passo, perché credo possano interessarla. 
In tal modo abbiamo la pace, 
che non esisterebbe se io avessi l'obbligo di commentare, attenuare, quasi scusare le espressioni un po' affettuose che possano trovarsi nelle lettere dei miei amici.


Didascalia originaria: "The Villino" (a Bordighera)

TIMORE CHE LE LETTERE DIVENTINO FORMALI: SE LE LEGGE IL MARITO

Da questa mia confessione, voi non vi meraviglierete, io spero, che abbia desiderato sapere proprio da voi quello che sentirà vostro marito nel leggere la nostra corrispondenza. Dopo quanto me ne scrivete, io non ho bisogno di sapere altro, e vi assicuro che non mi troverò più imbarazzato a scrivervi.

Ho capito anch'io benissimo che al vostro ritorno a Bordighera e della mia famiglia presso di me, il vostro carteggio diverrebbe naturalmente più raro, perché e voi ed io saremo distolti da altre cure. 

Noi ci scriveremo forse una volta al mese o quando il cuore sarà più grosso e sentirà il bisogno d'uno sfogo; ma, io ho voluto prevedere un caso; nella frequenza della nostra corrispondenza tra Firenze ed Oron, le nostre lettere, senza che ce accorgiamo noi stessi, per semplice e naturale virtù di crescente simpatia, possono aver preso un poco più di calore che non avessero un mese fa; riscrivendovi a Bordighera sarebbe difficile e non degno di noi il raffreddarle per dissimulazione; e però ho dovuto assicurarmi che vostro marito non abbia a sentirne qualsiasi pena.


In Irlanda
VI STRINGO TUTTE E DUE LE MANI

Non ci sarà pericolo mai che io abbia a scrivervi alcuna parola meno conveniente, o allontanarvi con le mie lettere da alcuno dei vostri doveri, se la cosa fosse pure possibile, il che, conoscendovi, non credo assolutamente; come voi non dovete temere d'avere nelle vostre lettere dirette a me usata alcuna espressione che possa dare occasione ad alcuna interpretazione sospetta. 

Ma io dovevo una volta aprirvi intiero l'animo mio, e vi scrissi come vi avrei parlato, cordialmente, non per fermare, ma per rendere più agevole la nostra corrispondenza. Ora mi sento libero, e pregandovi di mandare un bacio alla vostra bambina, e un affettuoso saluto per me a vostro marito, vi stringo tutte e due le mani, pregandovi di concedermi la più ampia indulgenza per questo sproloquio, e di credermi sempre vostro di cuore,
Angelo Degubernatis".




1 commento:

  1. Mentre stavo pubblicando i vari post, Federico Messana mi ha fatto pervenire questa nota integrativa che ritengo interessante e utile per chi si appassiona alle carte ritrovate, dovunque, di chiunque.

    NOTA SULLE LETTERE PUBBLICATE

    I documenti della storia di Luisa e Don Eugenio sono assolutamente originali in quanto trattasi di lettere scambiate tra gli attori in questione.

    E cosa può esserci di più originale ed autentico di una lettera scritta in tempi non sospetti? Purtroppo mancano le tante lettere che il DeGubernatis spedì a Luisa da Firenze tranne alcune, le prime che, a giudizio di don Eugenio o per puro caso, si sono salvate dal falò purificatore. In particolare:

    1) presso la biblioteca di Firenze, nel “Fondo DeGubernatis”, ho trovato un centinaio di lettere spedite da Luisa al professore (dovrebbero essere tutte)

    2) presso i vari luoghi di residenza dei Caico ho rintracciato 5 lettere spedite da DeGubernatis a Luisa e tutte le lettere di don Eugenio inviate alla moglie dal soggiorno obbligato di Palermo, in attesa di potere rientrare a Montedoro, dopo il benestare dei fratelli
    3) si sono perse, perché bruciate da don Eugenio, tutte le altre lettere del DeGubernatis. Peccato, perché così non ho compreso il rammarico di don Eugenio per le eventuali proposte sconvenienti avanzate dal DeGubernatis a Luisa.

    Dalle lettere comunque si evince la serietà e la durezza di carattere di donna Luisa che intesta le lettere sempre con un “gentile signore” rivolto al DeGubernatis (nonostante i due incontri avvenuti a Firenze, di cui uno da sola), ed un tiepido “caro Eugenio” rivolto al marito, mentre questi si sprofonda in “mia cara Lulù”, “mia carissima Lulù”.

    Il DeGubernatis invece inizia con un “gentile signora” per passare al “cara signora” e poi al “piccola cara birichina”. Cosa avrà scritto in seguito per fare adirare don Eugenio, mite e paziente oltre ogni limite? Non ci resta che immaginarlo visto che lui stesso si attribuisce di possedere “la pazienza del ciuco”.

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