In tempi di crisi non si sa veramente a quale santo votarci.
Nel 1626, Agrigento, infestata dalla peste, escogitò una bella pensata per liberarsi dal flagello: non riuscendo a trovare rimedio che si rivelasse efficace decise di votarsi non ad uno soltanto ma ad una molteplicità di santi, una sorta di assicurazione statistica nel caso uno o l'altro non fosse risultato decisivo.
E oggi?
Se non è peste è disoccupazione, se non è colera è crisi economica, se non è moria è spread, e se non sono santi sono partiti.
Sperando che la loro moltiplicazione, come speravano gli agrigentini nel 1626, funzioni.
E intanto la peste...
Sperando che la loro moltiplicazione, come speravano gli agrigentini nel 1626, funzioni.
E intanto la peste...
«In nomine sanctae et individuae Trinitatis Patris, Filii et Spiritus
Sancti — Amen.
« Questa magnifica città di Girgenti, conoscendo, che per li suoi peccati,
et per giusto giudicio di Dio è stata visitata con la tribulatione del morbo
contagioso, et vedendo, che di giorno in giorno cresce, e che non bastano li
rimedy humani a guarirla, mettendo tutta la sua speranza in Dio padre, et in Gesù
Christo suo figliolo, si revolgi a domandarli perdono, e chieder la celeste
medicina della sua infinita clemenza, et pietà, et acciò maggiormente possi
placare il suo giusto sdegno, recorre alla sua piatusissima madre, et alii
santi suoi padroni et protetttori, acciò colla sua santa intercessione rendino
1'ira di Dio placabile.
Laonde li spettabili D. Andrea Del Porto, D. Franccsco Maria Montaperto,
D. Juanni Gamez, et il dottor D. Marcello Trainti, giorati, con 1' intervento
dell' illustrissimi e molto reverendi signori canonaci della Cathredale D.
Corrado Bonincontro, D. Francesco Magro, Di Giovanni Carchia, D. Filippo
Marino, D. Sigismondo Tagliavia, D. Vito Alaijmo, don Francesco Greco, D.
Francesco Navarra, D. Epifanio di Mole, D. Gaspare Traina, D. Francesco De Fide
e D. Thumasi Quaglia
suplichevuli, prostrati inanzi il ss. Sacramento, ed alii piedi della
beatissima Vergine, promettono mandare con una torcia ad accompagnare il ss. Sacramento, che, quantevolte sonerà
1'orologio, dirsi l’ave Maria,
digionare le sette vigilie delle sette
feste della Madonna,
et in honore della stessa la processione ogni anno alii ij d'agosto
della reliquia delli santissimi capelli;
confirmano dippiù la laudabile consuetudine di farsi ognanno li festi
dei santi Libertino,
Gregorio
et Gerlando
et Vittoria, nostri padroni;
confirmano
dippiù la processione ognanno di s. Sebastiano,
ed anco
si pigliano per devot' et avvocati d'essa città li gloriosi s. Rocco,
ed il
beato Felici cappuccino;
ultmamente
promettino fare la festa cola processione sollenne a s. Rosalia nel suo giorno,
et cossi
esortino tutti li suoi successori e citatini in perpetuo a fare observare questi
proponimenti, a gloria di Dio e della sua santa Madre, e suoi santi padroni e
protettori. — Amen.
— A 27
aprile 1626.— Canonicus D. Philippus Marino compilator etc.
Dai Privilegi della Cattedrale, Vol. II, pag. 110
v. citati in Giuseppe Picone,
Memorie storiche agrigentine, Agrigento 1984,
seconda ristampa anastatica
dell’edizione del 1866
I quadri e i disegni sono di Pietro D'Asaro detto "Il Monocolo di Racalmuto" (1579-1647).
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