Quasi un omaggio all’arte povera di Burri, nella composizione di materiali misti e di riciclo, nella tecnica del rattoppo, recupero, conservazione…(foto diPiero Carbone da Racalmuto)
Piero Baiamonte stupende ri-letture dell'immagine che emozionano per intensità e analisi del dettaglio, come appunto solo le immagini del bianco e del nero riescono a suggerire, in cui, lo scatto e la scelta dell'immagine di Piero Carbone da Racalmuto, il mio intervento nel riportarla al bianco e nero con tutte le sue sfumature tonali che riecheggiano i segni del tempo, le magistrali interpretazioni descrittive di Nicolò D'Alessandro e Salvatore Romano si intrecciano nella "lettura" come nell'interessante dialogo (quasi casuale) e appunto per questo di sincera e appassionata condivisione...
in…decoro – itinerari e riflessioni su un contemporaneo da reinventare |
Openings…Racalmuto
by Piero Baiamonte
“come prefazione letteraria i portoni anticipano i suoi retroscena, gli spazi e le atmosfere custodite e che si fanno storia, mentre i dettagli identificano la maestosità, l’armonia o la semplice funzionalità di accesso” - (foto realizzate in collaborazione con Andrea Baiamonte) --
Testo critico di Dario Orphèe:
“Quelle di Piero Baiamonte non sono affatto ciò che sembrano: porte antiche, ovviamente usurate. Ma portali del tempo, che dall'uscio in poi accompagnano lo spettatore al passato.
Un passato che, probabilmente, la gente del luogo ha valicato più volte; e i passanti più giovani appena notato: senza rendersi conto dei secondi, dei minuti, delle ore che cigolavano insieme alle cerniere.
La pietra del luogo fa da cornice, in archi a botte, che ricoprono le iniziali dei notabili del paese; poi il bucato steso, che profuma al sole; il legno intarsiato nei dettagli, che tira fuori disegni melodici; i pomelli sbiaditi insieme ai numeri civici; i divieti che mettono all'erta, e i lucchetti nuovi e luccicanti (con teneri bastoni di legno inchiodati, quasi a rafforzare il desiderio di custodire una curiosità); le buche delle lettere colme di variopinte pubblicità, o vuote di monocrome vite ormai passate; bassorilievi che potremmo incontrare in musei; muschi e sterpaglia (quell'erba tinta che inghiotte tutto e impaurisce, simbolo della natura che prevale); i battenti antichi che continuano a vivere dirimpetto i citofoni elettrici, guasti.
Ciò che può apparire drammatico, e Baiamonte non me ne voglia, anche se ritengo lo abbia meditato a lungo in sé, sono quelle serrature, tanto semplici che il vento può decodificare, o a doppia mandata, chiuse, arrugginite e, in alcuni casi, sicuramente non funzionanti.
Come si può chiudere il tempo?, vien da pensare.
E se esso venisse chiuso, che ruolo giocherebbe la malinconia nel circo dei sentimenti umani? Baiamonte, l'ideatore della ricerca, silente fornisce una risposta: le porte diventano immediati biglietti da visita, ma nelle semplici osservazioni offrono, viceversa, ciò che al loro interno è celato”.
Un passato che, probabilmente, la gente del luogo ha valicato più volte; e i passanti più giovani appena notato: senza rendersi conto dei secondi, dei minuti, delle ore che cigolavano insieme alle cerniere.
La pietra del luogo fa da cornice, in archi a botte, che ricoprono le iniziali dei notabili del paese; poi il bucato steso, che profuma al sole; il legno intarsiato nei dettagli, che tira fuori disegni melodici; i pomelli sbiaditi insieme ai numeri civici; i divieti che mettono all'erta, e i lucchetti nuovi e luccicanti (con teneri bastoni di legno inchiodati, quasi a rafforzare il desiderio di custodire una curiosità); le buche delle lettere colme di variopinte pubblicità, o vuote di monocrome vite ormai passate; bassorilievi che potremmo incontrare in musei; muschi e sterpaglia (quell'erba tinta che inghiotte tutto e impaurisce, simbolo della natura che prevale); i battenti antichi che continuano a vivere dirimpetto i citofoni elettrici, guasti.
Ciò che può apparire drammatico, e Baiamonte non me ne voglia, anche se ritengo lo abbia meditato a lungo in sé, sono quelle serrature, tanto semplici che il vento può decodificare, o a doppia mandata, chiuse, arrugginite e, in alcuni casi, sicuramente non funzionanti.
Come si può chiudere il tempo?, vien da pensare.
E se esso venisse chiuso, che ruolo giocherebbe la malinconia nel circo dei sentimenti umani? Baiamonte, l'ideatore della ricerca, silente fornisce una risposta: le porte diventano immediati biglietti da visita, ma nelle semplici osservazioni offrono, viceversa, ciò che al loro interno è celato”.
commenti su fb al post:
RispondiEliminaEttore Liotta:
Un ingresso che, senza voler essere iperbolici, potrebbe pensarsi suggerito da ( o che ha ispirato) Mondrian, forse.
Piero Baiamonte:
emergono interessanti riflessioni, scaturite da un semplice ma proficuo "scatto" fotografico e con le sue conseguenti condivisioni, utili a spunti e considerazioni come il titolo magistralmente suggerisce
Piero Baiamonte:
il bello della condivisione e degli scambi di proprie interpretazioni