giovedì 18 dicembre 2014

I GIOVANI, IL BRODO E IL VINO NOVELLO



Si dice giovane, ma in che senso?

In occasione della scelta dei candidati per ricoprire un ruolo pubblico, si invoca come ripetitivo rito la giovane età, indice di rinnovamento. In sintonia con le sopraggiunte mode enologiche del momento, in contrapposizione alle antiche: una volta si decantava di preferenza il vino stagionato e il brodo di gallina vecchia; oggi, il vino novello; in quanto al brodo, lasciamo stare.





Ma rinnovamento anagrafico significa automaticamente riqualificazione di vecchie pratiche, di vecchie politiche?





Evidentemente segno che no.

Non è questione esclusivamente di età o di numero di mandati.

Altrimenti, se il criterio anagrafico o temporale fosse un criterio assoluto di bontà, dovremmo cambiare pure quegli opinionisti di oggi che giovani non sono e che i giovani invocano.

Alla malapolitica si tagliano le gambe se si applicano nel pubblico alcune "semplici", vecchie virtù che tali sono, o almeno in qualche misura lo erano, nel privato: coerenza e lealtà: per coerenza e lealtà essere disposti in qualsiasi momento ad andarsene a casa, e restarci. 






Un cittadino non si dimette dall'essere cittadino se esercita questa funzione in diverso modo. Anzi, a volte, mutare ruolo serve ad avvalorare ciò che si è fatto e ciò che si è stati in precedenza.

Se si è stati qualcosa.




Foto: ©archivioepensamenti

1 commento:

  1. Una volta si diceva anche che: Li primi cagnola s´arramazzanu!

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