Da anni si aspettava la riapertura del Teatro Regina Margherita che a quanto pare prossimamente riaprirà i battenti. Lo speriamo e ce lo auguriamo con tutto il cuore. La sola esistenza dei teatri nei piccoli centri della Sicilia era motivo di ammirato stupore per il francese Dominique Fernandez.
Dopo i restauri culminati nel 2003 con l'inaugurazione, a porte chiuse, solennizzata dalla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dello scrittore Andrea Camilleri, il teatro in realtà, tra un periodo di chiusura e l'altro, è stato aperto solo a intermittenza a causa di vecchi e nuovi adempimenti da ottemperare.
Anche nel periodo del mio assessorato, dalla fine di maggio 2007 al 24 aprile 2008, si è avuta l'ennesima riapertura, usufruendo degli spettacoli del Brass Group di Palermo, a cui è seguita, con i Commissari e la nuova Giunta, un lungo periodo di chiusura, che si è protratto per lungo tempo e fino ai nostri giorni.
Di mancate, imminenti, riaperture, dopo periodi di inamovibile chiusura, anche io sono stato vittima, ben due volte, con due iniziative programmate nel 2013 e nel 2015, la prima volta financo con la locandina esposta in bacheca, e poi sfumati.
Ma negli ultimi tempi a quanto pare è stata trovata finalmente la soluzione all'ennesimo problema che ostacolava la riapertura del Teatro. Il problema legato alle misure antincendio riguardava i velluti ignifughi e le imbottiture in spugna dei braccioli delle poltrone e di altre parti.
Una soluzione aveva indicato qualche anno fa Giuseppe Guagliano, quando in qualità di consigliere comunale faceva parte della Commissione Cultura, suggerendo per le imbottiture l'utilizzazione di un materiale naturale e a portata di mano: il gesso; ignifugo e facilmente sagomabile, come con sorprendente corrispondenza si riscontra nel libro cinquecentesco del Vasari che lo attesta per i pomelli in gesso ricoperti dalla foglia d'oro facendo sembrare d'oro tutto il pomello.
Il gesso allo stato naturale si trova nelle circostanti campagne del paese, nelle cave utilizzate abbondantemente dai nostri padri per rifornire le maestranze locali prima dell'avvento del cemento.
Finalmente i velluti ignifughi sono stati procurati, il gesso anche. Il Teatro, c'è da giurarlo, e con i debiti scongiuri, riaprirà. Per il periodo coincidente con il loro mandato in cui viene a cadere il tanto atteso evento, immagino quanto il sindaco Vincenzo Maniglia ne sarà compiaciuto e felice. E con lui il Presidente del Consiglio Comunale Sergio Pagliaro, gli Assessori, i Consiglieri comunali tutti di tuti gli orientamenti, e credo tanti e tanti altri. E non solo di Racalmuto. E non solo gli amanti del teatro.
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