...cavi erba marciapiede vetri rotti tufo nero facciata aquila portone divieto di sosta bifore antiche balconi moderni scalini grondaie arco fregi timpano condizionatore lampione epigrafe bassorilievo portale, splendido portale...
I cavi elettrici che contornano cornici non sono la linea di Saul Steinberg e l'aquila del potere non fa più tremare nessuno eppure ogni oggetto rinvia ad una funzione desueta o attuale: dai portoni non entrano più le sferraglianti carrozze trainate da alteri cavalli ma dalle grondaie scorre realmente l'acqua piovana, dalle finestre entra la luce di sempre; funzione desueta o attuale a parte, ogni "segno" è un significante in quanto rinvia a un significato; il divieto di sosta dice "qui non si posteggia", l'aquila dice "questo è (era) un palazzo di potere", i fregi dicono "chi abita qui ha (aveva) buon gusto".
Ma cosa dicono gli altri segni, uno per uno? E tutti insieme?
Roba da Semiotica: professori universitari, e non soltanto di Semiotica, vi potrebbero impupare bei corsi monografici.
E' superfluo precisare che non solo a Palermo vi è ricchezza di "segni" significativi che vorrebbero dire tante cose, a cui tante domande si potrebbero rivolgere?
Ma forse, se servisse a qualcosa, basterebbe soltanto una domanda generale che tutte le comprenda se si individua una sorta di filo rosso che tutte le colleghi.
Da Giuseppe Bellafiore, Palermo , 2a ediz. 1980 |
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