Per le riflessioni a cui può indurre, ripropongo anche per i lettori del blog una nota che ho già pubblicato su fb.
REALE O SURREALE?
Nemico di chi? Nemico di che? Nemico, chi?
Scrivo la seguente nota nella speranza che non capiti agli altri quello che è capitato a me e specialmente se qualcuno pensa di scrivere a un giornale per rettificare, precisare, integrare una notizia letta.
Una volta, era d'autunno, ho scritto a un giornale per precisare che il resoconto di un avvenimento pubblicato era parecchio inesatto in quanto sosteneva che al suddetto avvenimento erano presenti alcuni personaggi assenti, anche se pubblicizzati in precedenti comunicati stampa e nei manifesti, e non faceva i nomi invece di quelli presenti (alcuni dei quali pubblicizzati negli stessi comunicati stampa); sosteneva inoltre, erroneamente, che in quel pomeriggio era avvenuto quello che invece era avvenuto l'anno precedente in una circostanza simile.
Può capitare. Siamo umani. Anche i giornalisti lo sono.
In buona fede si può sbagliare, per mille motivi, imprevisti e maledette coincidenze.
In questo caso che si fa? Si ringrazia, si rettifica la notizia, e si va avanti.
A me è capitato qualcosa di incredibile e surreale: con un apposito articolo, inequivoco, sono stato dichiarato "nemico" del giornale stesso. E poi, scimmiottando un metodo "boffino", illazioni, allusioni, tentativi di denigrazione, essere tirato in ballo infondatamente per questioni da cui ero lontano mille miglia. Insomma, dàlli al nemico.
Nemico, mamma mia!, che parola grossa. Ma nemico di chi? Nemico di che? Nemico, chi?
All'articolo contenente le inesattezze, di una certa entità per giunta visto che riguardava diverse persone e personalità artistiche nonché operatori culturali e quindi l'effettivo andamento dell'avvenimento stesso, all'articolo, dicevo, è toccata una sorte peggiore: la cassazione. Tecnicamente, il link con l'articolo non si è trovato più. Che si fosse rintanato in qualche anfratto del web da rendersi praticamente irreperibile? Boh.
Comunque, bastavano, meno farraginosamente, la rettifica e un ringraziamento.
All'avvenimento cui mi riferisco, va da sé, ero presente.
Ma alla prossima, se dovesse ricapitare, e questo è un interrogativo che esula dalla singola vicenda, che si fa? Si rettifica o non si rettifica? Si scrive o non si scrive?
Nemico della verità per essere amico degli amici o amico della verità ed essere additato come nemico dai nemici?
P. S. Nemici, loro, della verità.
Scrivo la seguente nota nella speranza che non capiti agli altri quello che è capitato a me e specialmente se qualcuno pensa di scrivere a un giornale per rettificare, precisare, integrare una notizia letta.
Una volta, era d'autunno, ho scritto a un giornale per precisare che il resoconto di un avvenimento pubblicato era parecchio inesatto in quanto sosteneva che al suddetto avvenimento erano presenti alcuni personaggi assenti, anche se pubblicizzati in precedenti comunicati stampa e nei manifesti, e non faceva i nomi invece di quelli presenti (alcuni dei quali pubblicizzati negli stessi comunicati stampa); sosteneva inoltre, erroneamente, che in quel pomeriggio era avvenuto quello che invece era avvenuto l'anno precedente in una circostanza simile.
Può capitare. Siamo umani. Anche i giornalisti lo sono.
In buona fede si può sbagliare, per mille motivi, imprevisti e maledette coincidenze.
In questo caso che si fa? Si ringrazia, si rettifica la notizia, e si va avanti.
A me è capitato qualcosa di incredibile e surreale: con un apposito articolo, inequivoco, sono stato dichiarato "nemico" del giornale stesso. E poi, scimmiottando un metodo "boffino", illazioni, allusioni, tentativi di denigrazione, essere tirato in ballo infondatamente per questioni da cui ero lontano mille miglia. Insomma, dàlli al nemico.
Nemico, mamma mia!, che parola grossa. Ma nemico di chi? Nemico di che? Nemico, chi?
All'articolo contenente le inesattezze, di una certa entità per giunta visto che riguardava diverse persone e personalità artistiche nonché operatori culturali e quindi l'effettivo andamento dell'avvenimento stesso, all'articolo, dicevo, è toccata una sorte peggiore: la cassazione. Tecnicamente, il link con l'articolo non si è trovato più. Che si fosse rintanato in qualche anfratto del web da rendersi praticamente irreperibile? Boh.
Comunque, bastavano, meno farraginosamente, la rettifica e un ringraziamento.
All'avvenimento cui mi riferisco, va da sé, ero presente.
Ma alla prossima, se dovesse ricapitare, e questo è un interrogativo che esula dalla singola vicenda, che si fa? Si rettifica o non si rettifica? Si scrive o non si scrive?
Nemico della verità per essere amico degli amici o amico della verità ed essere additato come nemico dai nemici?
P. S. Nemici, loro, della verità.
Riporto i commenti da fb di due amiche; per fortuna non tutti abboccano alle malevoli stoccate che ci vengono rivolte:
1. (Mara Gioia): Non c'è niente di più irritante che negare l'evidenza! Mi chiedo poi, a che pro?
2. Mi piacciono le puntualizzazioni in favore della chiarezza. Bravo!!!
Una canzone di Daniele Silvestri.
"Il Mio Nemico"
La scultura dell'immagine è esposta al Palazzo Comitini di Palermo
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