Non è tirato in ballo, invece, come dovrebbe, un altro racalmutese, Giuseppe Pedalino di Rosa, che nel 1929 ha dedicato all'eretico Fra Diego un poemetto di un centinaio di ottave, anticipando talune intuizioni sciasciane.
Il percorso, almeno secondo l'iniziale andamento, meritava ben altra affluenza, meritava sicuramente "centinaia" di visitatori invece delle poche decine intervenute...
Qualche giornale col lapsus calato in entusiastici resoconti ha espresso involontariamente lo stesso auspicio!
Eretici o non eretici, Dio sa quale manna sanno essere i turisti.
Sul carattere di Fra Diego:
...di libbra s'imbriacà stu bonu frati.
Lu libbru, caru amicu, è lu vilenu...
...di marmaru, inutili a piegari
tantu tinaci e forti di pinzeri.
Versi dedicati alla grotta dove si rifugio Fra Diego:
Asilu unni riposa ogni cuncettu
di la menti in affannu e tribulata...
Tu sì ricordu di lu pinzamentu
chi travagliava dda cuscenza viva.
Pizzo Di Blasco (Giuseppe Pedalino Di Rosa), Fra Decu
Cfr. Piero Carbone, Eretici a Regalpetra, Prefazione di Claude Ambroise, 1997.
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