Ne ha sterminati milioni, eliminati a falangi, allontanati da insediamenti e postazioni, ha estirpato le loro colonie, ha ripristinato le antiche dimore e assicurato un sereno godimento alle generazioni future. Che uomo! Che possanza! Già, s’è capito!
Ebbene, per farla breve, l’uomo più bellicoso al mondo è un racalmutese.
Ha combattuto per tutta la vita continue battaglie, e le ha vinte, non con armi e altri immorali arnesi che arrecano tanto male all’uomo, alle città, alle sue costruzioni, ma ha lottato e vinto con un metodo, il “metodo Liotta” che anzi le costruzioni dell’uomo difende e preserva: le ha preservate e difese da un nemico subdolo, cangiante, vorace e distruttore, quasi invisibile, noto come
Anobium punctatum,
Ha combattuto per tutta la vita continue battaglie, e le ha vinte, non con armi e altri immorali arnesi che arrecano tanto male all’uomo, alle città, alle sue costruzioni, ma ha lottato e vinto con un metodo, il “metodo Liotta” che anzi le costruzioni dell’uomo difende e preserva: le ha preservate e difese da un nemico subdolo, cangiante, vorace e distruttore, quasi invisibile, noto come
Anobium punctatum,
Oligomerus ptilinoides,
Nicobium castaneum,
Kalotermes flavicollis e via distruggendo, nidificando, proliferando;
ce ne sono appartenenti alle popolazioni di Imenotteri,
Lepidotteri,
Isotteri o Termiti:
Lepidotteri,
Isotteri o Termiti:
suddivisi, gli infami, gli ingordi, in caste organizzatissime e confederate tra loro;
efficiente la struttura, rigida la gerarchia, ordinate le mansioni: re, regine, soldati, operai.
Sono insetti: per il loro attacco si stavano sbriciolando gli scaffali della Lucchesiana di Agrigento, i soffitti lignei del Duomo di Monreale, della Cattedrale di Agrigento, della Cattedrale di Nicosia, del Duomo di Cafalù, del Duomo di Enna, i mobili della Certosa di Pavia, La Vergine Annunziata e il Ritratto di Ignoto di Antonello da Messina, la Sacrestia monumentale e la Sala Capitolare della Certosa di Garegnano in Milano, i pannelli della Basilica di Santa Maria delle Grazie in Milano, il Coro ligneo di Morimondo (MI), l’Altare del Wolvinio e Porta Maggiore nella Basilica di Sant’Ambrogio, i fregi in gesso del Castello della Zisa.
Il professore Giovanni Liotta, accademico professore emerito, già docente di Entomologia nonché direttore del Dipartimento di Agraria all'università di Palermo e dell'Istituto della vite e del vino con sede a Marsala, con quello che la sovrintendente di Milano ha denominato "metodo Liotta" ha salvato i suddetti monumenti; ma anche in Cambogia stanno studiando il suo metodo.
Peccato però che quando lo hanno chiamato per tentare di salvare il moribondo pino di Pirandello era troppo tardi. Proprio per questa vicenda Sciascia lo ha semplicemente indicato come "un giovane professore dell'Università di Palermo" ma Vincenzo Consolo lo ha voluto conoscere personalmente e citare con nome e cognome.
Citazioni a parte, non è mai tardi per essergli grato, anzi, meritevole di un Nobel alla Bellezza, alla Bellezza salvata e ammirata da milioni di persone. Un ideale assessore alla cultura honoris causa. In un paese ideale.
Le immagini scannerizzate sono ricavate dal libro di Giovanni Liotta, Agli insetti piacciono le opere d'arte.
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