In occasione dell'evento che oggi si celebra al Castelluccio mi pare opportuno riproporre ai lettori del blog l'articolo di Anna Maria Scicolone pubblicato su "La Sicilia" ieri 22 giugno 2013.
Quando il mestiere si sposa con la passione, dalle notizie si fanno emergere le "ragioni latenti" dei fatti riferiti.
Da parte degli organizzatori un grazie sentito per avere dato voce al nostro caro Castelluccio.
Tanti sono i modi da parte dell'informazione di promuovere, attraverso lo spazio concesso, le energie, le potenzialità e le ricchezze che spesso ci convivono accanto.
Ieri, per esempio, ho comprato il "Corriere della Sera" e ho visto pubblicizzata un'attività cultural-commerciale di Racalmuto. Se lo compro oggi vi troverò uguale attenzione per un evento culturale, portato avanti da volontari, che vede coinvolti tanti artisti e operatori culturali ed inoltre prevede l'apertura eccezionale di un sito di interesse storico, molto importante per il territorio? P.C.
QUEL CASTELLUCCIO DIMENTICATO
di
Anna Maria Scicolone
Il Castelluccio di Racalmuto torna a
rivivere per un giorno, tra romantici scenari e qualche amarezza. Prenderà il
via domani, alle 17,30, “Una domenica d’estate al Castelluccio”.
L’evento
culturale è stato ideato e coordinato dal poeta e saggista Piero Carbone e da
Angelo Cutaia, proprietario del Castelluccio e presidente della locale sezione
di Sicilia Antica.
Il monumento, che risale ai primi del Trecento, verrà
riaperto al pubblico per sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla sua
valorizzazione, non solo come “museo di stesso”, ma anche come splendida
location per arte e turismo. È la quarta volta, da quando è stato
recuperato, che nella torre-palazzo sveva si crea un evento. L’ultima fu nel
settembre del 2007.
Per due anni è stato anche accessibile nei fine settimana.
Ma impegno e sacrifici non hanno trovato riscontro nella parte pubblica, che
avrebbe almeno dovuto occuparsi di sistemare la strada di accesso. Nessun aiuto per
garantirne l’apertura con dei custodi o per il completamento.
Eppure il
Castelluccio è ancora in piedi grazie alla volontà dell’ingegnere Angelo
Cutaia, che ha creduto sin dal ’90 che il monumento potesse essere recuperato,
quando tutti lo ritenevano impossibile. Finché, constatato il disinteresse
generale sul progetto, Cutaia, nel 2002, decise di acquistarlo e di occuparsi
della sua salvezza: oltre 500 mila euro spesi per recuperare il bene,
contribuire a rilanciare le politiche culturali e offrire un’opportunità
turistica al territorio. Ne è seguito il silenzio della pubblica
amministrazione.
Cutaia esprime la sua amarezza: “I burocrati impongono
condizioni capestro, cavilli assurdi, il sistema è farraginoso. Per ottenere
l’ok al progetto di restauro ho dovuto firmare una liberatoria in cui
rinunciavo a finanziamenti pubblici. Lo Stato avrebbe dovuto censire questi
beni, acquisirli e occuparsi del recupero. Invece nulla. Il Castelluccio per i
racalmutesi è un tempio laico, un punto di riferimento. Ad esso sono
legati i ricordi dell’infanzia, le passeggiate di primavera, gli incontri degli
innamorati”.
Un tempo faceva parte di un sistema di controllo
militare, ma era anche centro di gestione del feudo: al piano terra c’erano i
magazzini del grano; al primo piano l’appartamento, reso signorile dai
Chiaramonte, che ne trasformarono le austere finestre in bifore; intorno,
alberi da frutto, piante spontanee che raccontano lo scorrere dei secoli, come
il boschetto di lecci, prezioso reperto, piccola riserva di caccia”.
Domani sarà possibile visitare le
mostre di fotografie di Louise Hamilton Caico, a cura di Calogero Messana
da Montedoro; di sculture di Giuseppe Agnello; di dipinti e
incisioni dei maestri Sergio Amato, Nicolò Rizzo e degli allievi
Dimitri Agnello, Alfonso Rizzo, Simone Stuto. Cutaia parlerà dei “castelli
di Racalmuto nell’ambito dell’architettura militare sveva”. Sarà letto un
capitolo sul Monte Castelluccio tratto dal libro di Louise Hamilton
“Sicilian ways and days” nella nuova traduzione di Anne Chadwick e Gabriella
Testa. Piero Carbone, con il commento musicale di melodie prettamente
medievali, leggerà la sua poesia “Oh, Castiddruzzu miu…”. Il Coro Filarmonico
“Terzo Millennio”, diretto dal maestro Domenico Mannella, eseguirà brani dei
Carmina Burana.
"Sarà una serata culturale – spiega Piero Carbone -
prodotta da volontari, gratuita. Dopo poche altre, anche quest’iniziativa
nasce dalla volontà di Angelo Cutaia e dal suo sogno di far rivivere il
Castelluccio. Angelo, così facendo, potenzia un monumento che è già
nell'immaginario dei racalmutesi e non solo. Con entusiasmo ho pensato di
coadiuvare, con altri amici artisti e musicisti racalmutesi, la realizzazione
di questo sogno, come già nel settembre del 2007. La stradina per raggiungere
il Castelluccio, purtroppo, è malmessa e, invece, dovrebbe essere lastricata di
medaglie al valore” conclude Carbone. La speranza, per chi ama questo luogo, è
che il Castelluccio diventi un centro culturale permanente e che si possa
completare il restauro.
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